giovedì 1 dicembre 2016


Interviste d'autunno-consigli per scrittori (o aspiranti tali)

#5 : Alessandra Nassisi      

 Ultimo appuntamento per la serie di interviste d'autunno. Tutti intervistano scrittori, editori, editor ecc, ma nessuno pensa mai a intervistare i destinatari ultimi delle nostre fatiche: i lettori! Un lettore che non sia anche scrittore, insomma, che non faccia parte del mondo dell'editoria, grande o piccola che sia (rima!). Ho così pensato di dare spazio a una di loro: è interessante ascoltare per capire  come agiscono, cosa desiderano e cosa pensano i lettori, benchè una sola non faccia statistica, e riflettere al riguardo: potrebbe essere uno spunto  per tutti gli addetti ai lavori. Alessandra Nassisi è una forte lettrice, avvocato, madre di due figli adolescenti, mia coetanea .



1)      Grazie per aver accettato l’intervista per il mio blog. Sei stata da sempre amante della lettura?

   Ti ringrazio per avermi scelta, mi sento molto onorata per questa preferenza.
Ti dico subito che ho iniziato a leggere all’età di dodici anni quando, per la prima volta, un’amica di famiglia mi regalò un libro. Erano anni che mia madre cercava di spingermi alla lettura, ma senza alcun risultato; anzi ero più che incaponita a NON LEGGERE. Poi, improvvisamente mi è venuta la voglia quando ho ricevuto per la prima volta un libro in regalo: è stata un’emozione forte, mi sono sentita “grande”.
Da allora, è stato come ammalarsi: leggere è una malattia bellissima, una volta contratto il virus non puoi più guarire, non esiste cura. 

2)      Quali generi preferisci leggere, e quali detesti?

La mia passione sono i romanzi storici, con preferenza per le storie ambientate nel primo ventennio del ‘900, quelle durante la Guerra Fredda in Germania, l’800 inglese, la Belle Epoque con particolare riguardo agli ambientamenti negli Stati Uniti. E’ chiaro che ho letto anche altro, ma una storia con una “location” in uno di questi periodi la trangugio in un sol boccone.
Letteralmente mi ripugnano, invece, le storie horror, o i gialli con dovizia di particolari macabri (un volta mi sono cimentata con “Io Uccido” di Giorgio Faletti. Ho interrotto alle prime pagine dopo l’accurata descrizione delle membra e degli organi del cadavere spiaccicati sulle pareti della stanza). Non mi entusiasma neppure il genere fantastico, né il fantasy, tantomeno la poesia. Sì, invece, ai fumetti, alla letteratura di viaggio, ai romanzi rosa (sono così rilassanti!), e ad alcuni testi di filosofia (dipende dall’autore).

3)      Su cosa ti basi nella scelta di un libro? Entri in libreria e inizi a guardare copertine e leggere sinossi, oppure ti informi da prima, basandoti su pubblicità, internet (blog, recensioni,gruppi Fb…) riviste ecc?
Il modo di scelta del libro è varia: in libreria mi spulcio tutte le trame finché scopro l’anima gemella; oppure acquisto il libro il cui autore è come un brand; o mi avvicino ad un tema nuovo perché di quel libro se ne è discusso in tv.

4)      Cosa è più importante per te affinché un romanzo possa sembrarti riuscito? Guardi soprattutto allo svolgersi della trama, oppure allo stile dell’autore, alla ricchezza di descrizioni, ai personaggi ben riusciti,  o ancora all’originalità (che è molto  difficile oggigiorno)?

Sicuramente un buon romanzo ha una trama avvincente, incalzante, di quelle che ti tengono sveglia la notte finché non finisci, ed un amalgama strutturato di stile, personaggi e descrizioni. Secondo me è fondamentale l’uso delle parole: nella descrizione di un luogo, un fatto o un personaggio è essenziale la scelta di un termine piuttosto che un altro, perché sono le sfumature di significato che trasmettono l’emozione, la percezione della storia.

5)      Negli ultimi tempi si assiste al boom dei libri digitali, da leggere con l’e-reader o anche con altri dispositivi. Ti attirano, o preferisci  il cartaceo disdegnando il digitale?

Ti dirò: sono fortemente combattuta tra l’acquisto dell’e-reader, che consentirebbe di avere sempre una lettura sotto mano oltre al risparmio economico (ed un accanito lettore sa bene cosa significa), ed il non voler comunque rinunciare al contatto col cartaceo: un libro va toccato, sfogliato, maneggiato e vissuto. Il lettore digitale è certamente più pratico ma, sotto questo aspetto, è asettico.

6)      Nelle librerie tradizionali arrivano soprattutto volumi di grandi editori e di autori famosi; sai che c’è un ampio sottobosco di scrittori italiani molto validi, che hanno difficoltà a farsi notare soprattutto a causa dei costi di pubblicità proibitivi per le piccole case editrici, e quindi si basano soprattutto sui social e sui blog per pubblicizzare i loro lavori?  Potresti essere interessata a leggere romanzi di autori italiani poco noti?

Certo che leggo libri di autori sconosciuti, già lo faccio. Mi è capitato diverse volte di leggere racconti pubblicati su social e su blog. Non è il marketing che fa bravo un autore.

7)      Hai due figli adolescenti: sei riuscita a ritrasmettere loro il tuo amore per la lettura, e l’importanza di essa?

Paradossalmente, in casa legge solo mio figlio, che è dislessico. E’ attratto da una libreria, quando ci passa davanti. Si compra i libri da solo. Un po’ per volta, ma arriva sempre alla fine della storia.
      Mia figlia, no.
No e basta.

8)      Hai mai pensato di scrivere un libro, prima o poi?...

E sì, sono un po’ di anni che ci giro intorno. Ho già fatto delle ricerche ed ho acquisito il materiale su cui imbastire la trama.
Il punto è che quando già scrivi per mestiere (sono un avvocato) e sbrogli matasse aggrovigliate, il tempo libero vuoi solo startene sdraiata sul divano a leggere un libro, sorseggiando una tisana!

9)      Grazie per aver partecipato!

Ti ringrazio per avermi offerto l’opportunità di fare, con questa intervista, un’esperienza mai provata. Quando mi nomineranno per il Nobel, quindi, mi sentirò già a mio agio e più competente.

E con questa intervista, come già detto, termina la serie, ma non temete: torneranno presto altre interviste a tema, dedicate al mondo della scrittura e dei libri!




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