mercoledì 12 luglio 2017

                 Cinerecensione: Spiderman Homecoming







Dopo aver visto la faccetta da pupo di Tom Holland in Civil War, attendevo con ansia e trepidazione (beh, non esageriamo…) questo nuovo film su Spiderman.
 Dopo la piacevolissima trilogia di… inizio secolo di Raimi, con l’ottimo Maguire, e dopo i due film The Amazing Spiderman di Webb tratti dall'universo Ultimate (il primo pessimo, il secondo invece mi era piaciuto molto) finalmente la faccia giusta per il giovanissimo Peter Parker, studente liceale di quattordici anni: ho rivissuto le atmosfere, le suggestioni di quelle avventure di Lee e Ditko che leggevo nei fumetti da piccola, giustamente modernizzati a uso e consumo delle generazioni attuali. Il film, come prodotto, è chiaramente indirizzato a un target di giovanissimi, a palese scopo accaparramento nuovo pubblico; inoltre, finalmente possiamo assistere a un crossover, cosa finora impossibile data la frammentazione dei diritti.
Peter è un adolescente, e come tutti gli adolescenti smania, vuole strafare e non vuole seguire i consigli degli adulti. In questo caso, l’adolescente ha anche i superpoteri da ragno, e, nonostante abbia partecipato a uno scontro insieme agli Avengers, il suo mentore Iron Man/Tony Stark vorrebbe che si limitasse a fare l’amichevole uomo ragno di quartiere, ma anche così non è che non combini guai…
Sempre per strafare, decide di combattere contro una gang che è entrata in possesso di oggetti alieni pericolosissimi, imbattendosi così nell’Avvoltoio.
Questa è un’altra chicca del film: l’interpretazione di Michael Keaton è superba, aiutato anche da un ‘ottima sceneggiatura che fa del villain un uomo attuale, con problemi sul lavoro (licenziato , faceva il “ripulitore” di manufatti alieni sparsi in giro), ma che “tiene famiglia” e si mette in proprio.
In tutto ciò, Peter ha anche i suoi problemi da adolescente secchione e un po’ sfigato, con una cotta per una bella ragazza e un amico nerd e obeso che scopre subito la sua identità segreta.
Tutti gli aspetti sono ottimamente amalgamati; gli schetch sono piacevolissimi, specie quelli con Iron Man; le scene d’azione coinvolgenti, magari nessuna è davvero memorabile, ma sono montate bene, con ritmo. Piaciutissima anche la colonna sonora, con la sigla remixata del vecchio Spider-telefilm in testa al film, più altri bei pezzi. Bene anche la fotografia.
Notevole anche il colpo di scena finale, davvero inaspettato.
Quello che mi è piaciuto di meno è l’assenza di importanti comprimari: non c’è Mary Jane (ma una certa Michelle dice che il suo soprannome è MJ), né Gwen, e nemmeno J Jonah Jameson (ma questo è comprensibile, mi sembra prematuro); Flash non è il giocatore di football bullo e bello, il  biondochiomato che tormentava Peter, ma un tipo antipatico, scialbo e di etnia indiana (continuo a non sopportare i cambiamenti di etnia dei personaggi…che ce posso fa’!). Zia May è giovane, anziché una noiosa vecchietta, e questo ci sta pure. Al contempo, ci sono personaggi nuovi, come il suo amico nerd Ned, “l’uomo al computer”. Divertentissimo personaggio.
La sigla di coda ha una grafica simile a quella vista per Deadpool, molto carina; dopo di essa c’è uno dei due finalini, e dopo i titoli a scorrimento c’è quell’altro, divertente e ironico ma anche affatto utile.

 I piccoli lo adoreranno, ma anche ai grandi piacerà.







1 commento:

  1. Ora leggibile e visibile anche su nostro sito SHOWLANDIA. Comunque, sempre ok, cara.
    Bacionissimi. Continua così. :)

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