venerdì 29 settembre 2017



Recensione: Valerian e la città dei mille pianeti




Mentre in tutta Europa e negli Usa l’ultima fatica di Luc Besson è uscita a luglio, qui da noi è  arrivata ora, a fine settembre, perché in Italia d’estate si va al mare e quindi niente cinema. Passatemi l’incipit polemico, daiiii! Ci sta !

Valerian è tratto da una serie di fumetti francese, iniziata nel lontano 1967 e terminata nel 2010, amatissima da Luc Besson; serie che non conoscevo e quindi non ho letto, ergo sono impossibilitata a fare paragoni.


La scena iniziale del film è di quelle memorabili : negli anni ’60 viene lanciato un modulo nello spazio dagli Usa, e pian piano si uniscono tutte le altre nazioni, poi altri pianeti, finché diventa un’ enorme agglomerato che viene espulso dall’orbita terrestre, secoli dopo. I vari passaggi sono rappresentati dalla stretta di mano tra i vari equipaggi, il tutto sottolineato da “Space oddity” di David Bowie: questa scena vale da sola il prezzo del biglietto, ma non dico che dopo questi 5 minuti potete anche uscire, no, dai, date una possibilità alla più grande produzione fantascientifica europea di sempre! Checché ne dicano, c’è molto da salvare!
Siamo nel 2750 e rotti. Valerian e Laureline sono due agenti in missione per il ministero della Difesa terrestre, e devono recuperare un qualcosa di unico su un pianeta polveroso. Dovranno poi consegnarlo proprio su Alpha, l’agglomerato di cui sopra, al comandante Arun Flitt (Clive Owen) che li manda poi in missione nel nucleo della nave, dove c’è un’oscura minaccia. In precedenza avevamo assistito alla fine degli alieni ecologisti Pearls, a causa della distruzione del loro idilliaco pianeta e Valerian ha avuto una visione riguardo a questo avvenimento.
Besson, c’è da dirlo, non è un grande sceneggiatore: molti dialoghi sono scontati, le scene comiche ogni tanto scivolano in farsa, colpi di scena ce ne sono pochissimi, ma qualcuno molto carino.
Riguardo i personaggi, il protagonista, Valerian (Dane de Haan; a proposito: ma al trucco avevano finito il copriocchiaie?) , sparisce a fianco della partner Laureline (Clara Delevigne) , orribile quel sopracciglione nero in contrasto con la chioma bionda) essendo lui un po’ insulso e lei troppo spaccona, nonché saccente: mi ha fatto proprio antipatia. Lui ci prova con lei, lei ovviamente non ci sta, ma la tensione tra i due è veramente bassina… e i dialoghi tra i peggiori del film.  Il cattivo interpretato da Owen è banale, si sgamano subito intenzioni e retroscena. Ci sono un paio di cammei apprezzabili: Rutger Hauer che fa una comparsata iniziale e soprattutto Rihanna, le cui scene sono tra le migliori della pellicola.
Detto così questo film sembra una schifezza, invece no: la pellicola deve sì molto  a Guerre stellari (pianeti polverosi, esserini buffi, il Mercante che sembra Jabba, e soprattutto le molteplici razze dell’universo), Star Trek (peace and love), Avatar (gli alieni ecologisti Pearls sono del tutto simili a quelli di Cameron, quelli magari erano più attivi, questi invece passano le giornate a raccogliere perline e stiracchiarsi) , ma tutto ciò ci sta benissimo.  Adesso va di moda l’operazione nostalgia e il senso di deja-vu fa piacere allo spettatore più esperto; i più giovani, che sono il target ideale per il film, apprezzeranno il tutto come se fosse (quasi ) una novità. Inoltre, il prodotto può tranquillamente confrontarsi coi filmoni Marvel, perché CGI e effetti speciali sono perfettamente all’altezza. Ci sono poi delle ottime trovate, tra cui quella del pianeta il cui mercato è in un’altra dimensione e si può vedere solo con uno speciale visore, e altre scene cult non mancano, così come abbondano l’azione e il senso di meraviglia di fronte alla ricchezza dell’Universo e delle sue razze immaginate dagli autori. Non è mai noioso, e con più di due ore di film non sempre è facile.
Si può quindi vedere senza pretendere troppo in termini di novità, lasciandosi catturare dalle immagini e dal ritmo, magari divertendosi a scovare citazioni e fonti d’ispirazione.

Per chi fosse interessato, l’intera opera a fumetti è in edicola dal 21 settembre insieme alla Gazzetta dello sport, 11 numeri a € 9,99 l’uno.  






mercoledì 27 settembre 2017



          COVER  REVEAL: BERSERKR




Ci siamo!!! Questa è la cover del prossimo romanzo di Alessio Del Debbioin uscita a novembre 2017 in occasione del Pisa Book Festival e in anteprima alla Fiera del Libro di Francoforte, a cui la casa editrice Dark Zone è stata invitata a rappresentare l’Italia.
La copertina è stata realizzata da Livia De Simone.


Scheda del libro:

Titolo: Berserkr
Autore: Alessio Del Debbio
Editore: Dark Zone Edizioni
Genere: urban fantasy
Pagine: 240

Trama: Berlino, inizio del terzo millennio. La Guerra Calda è finita, gli Accordi dell’89 sono stati firmati e la città è stata divisa in sette zone, ciascuna assegnata a una delle antiche stirpi. All’interno della ringbahn vivono gli uomini, protetti dalla Divisione, incaricata di mantenere la pace e impedire sconfinamenti e scontri tra le stirpi. Misteriosi omicidi, provocati da sconosciute creature sovrannaturali, iniziano però a verificarsi in tutta la città, rischiando di frantumare il delicato equilibrio raggiunto. La Divisione incarica Ulrik Von Schreiber di indagare, aiutato dal pavido collega Fabian, ben sapendo quanto abbia a cuore il mantenimento della pace. Ma Ulrik non è soltanto un cacciatore, incarna lo Spirito Protettore della Città, l’Orso di Berlino, che non attende altro che liberare la propria furia.

La copertina mostra tre elementi fondamentali del romanzo: il protagonista, Ulrik Von Schreiber, l’orso (che spunta alle sue spalle) e ovviamente Berlino, l’ambientazione del romanzo, che non è soltanto mero sfondo bensì luogo pulsante di ansie e conflitti tra le sette stirpi.

Non ci resta che aspettare novembre per immergerci nel nuovo mondo fantastico scaturito dalla fervida mente di Alessio Dl Debbio!




sabato 23 settembre 2017


Mazinga Z: Infinity in anteprima alla Festa del Cinema di Roma







 L’attesissimo film d’animazione “Mazinga Z: Infinity” sbarcherà in anteprima mondiale alla Festa del cinema di Roma il 28 ottobre, nella sezione “Alice nella città”: lo ha annunciato il direttore artistico della rassegna romana Antonio Monda, e sarà presente anche il creatore del celebre robot , Go Nagai, già premiato lo scorso anno col Romics d’oro nell’ambito della kermesse fumettistica  della Capitale.


Mazinga Z è stato parzialmente trasmesso in Italia dal 1980 dalla Rai, e solo lo scorso anno i fans hanno potuto vedere le puntate inedite, circa quaranta episodi, sul canale di Sky Man-ga.
All’epoca venne trasmesso successivamente a Goldrake e al Grande Mazinga: in realtà avrebbe dovuto essere diffuso per primo, in quanto Mazinga Z è l’inizio della saga di cui gli altri due anime sono rispettivamente il terzo e il secondo episodio.




Le vicende narrate in Mazinga Z: Infinity sono ambientate dieci anni dopo quelle della serie, e ritroviamo i personaggi storici nelle loro nuove attività: Sayaka Yumi è la direttrice del Centro per l’energia fotoatomica; suo padre, il professor Yumi è un Ministro; Koji è uno scienziato come suo padre Kenzo e suo nonno Juzo, ma pur sempre un pilota, come il fratellino Shiro, ormai cresciuto; non mancano Boss, Nuke e Mucha con il loro sgangherato Boss Robot.  Appare anche un nuovo, misterioso personaggio, Lisa.
 Una nuova fonte di energia fotoatomica è venuta alla luce, e il diabolico Dottor Inferno torna alla ribalta per impossessarsene; Mazinga Z, completamente rinnovato, dovrà combattere per proteggere l’umanità dalla distruzione.


Tutti i fans sono curiosissimi di sapere come ha fatto il Dottor Inferno a sopravvivere, in quanto nel finale del Grande Mazinga è stato definitivamente distrutto; inoltre si chiedono se saranno presenti anche altri robot dell’universo nagaiano. L’attesa dunque è alle stelle.

La Toei Animation, produttrice del film, ha ideato questo sequel per celebrare i 45 anni dall’uscita del manga in patria, ovvero nel Sol Levante, avvenuta nel 1972; la regia è stata affidata a Junji Shimizu e la sceneggiatura a Takahiro Ozawa; Takayuki Yanase ha curato il mecha design in 3D, e Hiroya Ijima si è occupato dei personaggi, in 2D. E c’è anche la sigla storica, seppur rivisitata, cantata dal mitico Ichiro Mizuki, ormai settantenne ma dalla voce sempre in grado di emozionare.

Chi sono i doppiatori dell’edizione italiana?  Tataaaaa! Rullo di trombe e squilli di tamburi!
Dal trailer emerge inconfondibile la voce di Massimo Foschi, il doppiatore di Darth Vader/Lord Fener: è lui a doppiare il Dottor Inferno! Koji Kabuto sarà doppiato da Gianfranco Miranda. Nel cast anche Joy Saltarelli e Davide Perino.

In Italia il film sarà distribuito dalla Key films, società della Lucky Red, il 30 ottobre in prima mondiale: in patria il lungometraggio uscirà infatti solo nel febbraio 2018, e negli altri Paesi sarà distribuito a partire da novembre.
Cosa sceglierà di diventare stavolta Mazinga, ovvero ma-jin , dio o demone? Non ci resta che attendere l’uscita del film per scoprirlo.

Qui il trailer in italiano.






giovedì 21 settembre 2017

Recensione : Ascension (serie tv) 








Ho recuperato di recente questa serie, uscita in realtà già da due anni, e non riesco ancora a capire se mi è piaciuta o no.
Di sicuro le premesse ci sono, ma l’eccessiva brevità non ha permesso di sviluppare tutte le idee contenute nei sei episodi di cui si compone la miniserie, portando anzi a un finale sospeso e caotico: ho poi scoperto che si tratta di una sorta di lungo pilot, dal quale poi sarebbe dovuta essere tratta una serie più lunga, serie che, ahimè, non si farà più.
La prima puntata ci porta sulla Ascension, un’astronave partita con seicento persone a bordo dalla Terra nel 1963: Kennedy temeva conseguenze per l’umanità a causa della Guerra Fredda, e aveva deciso di mandare un manipolo di umani a colonizzare un altro pianeta, per garantire il prosieguo della specie umana; qui siamo al 51° anno di navigazione verso Proxima.


I temi sociologici sono una delle cose riuscite meglio in questo telefilm.
Sull’astronave le regole di vita sono molto diverse dalle nostre. Non essendo mai successa la rivoluzione sessuale, le donne sono subordinate, ma non solo: diventare intrattenitrici per gli omini è la loro massima ambizione. C’è anche una separazione tra classi sociali: quella minore è confinata infatti ai “ponti inferiori”. Non manca l’eugenetica: a decidere chi può procreare è il computer in base ai dati genetici, e anche le coppie vengono decise dall’elaboratore. Infine, c’è anche una bambina che ha sviluppato poteri sovrannaturali, Christa, figlia del medico di bordo. Se vi sembra che ci sia già abbastanza legna sul fuoco, vi sbagliate: c’è anche un delitto misterioso, che avviene  nella prima puntata.

Protagonisti della serie sono il capitano Denninger e sua moglie Viondra, interpretata da Trisha Helfer, la mitica numero 6 di Battlestar Galactica. Il cast non mi è sembrato del tutto all’altezza, a parte la divina Trisha e la bambina che interpreta Christa, più qualche altro; la scenografia con la tecnologia anni ’60 è convincente.  Di grandi effetti speciali non ce n’è stato bisogno, e quelli presenti sono discreti; la colonna sonora è all’altezza. La sceneggiatura si è complicata la vita da sola.
 Alla fine del primo episodio c’è un cliffhanger tra i migliori della storia della televisione, che stravolgerà molte cose e di cui non rivelo nulla per non spoilerare.  Di colpi di scena ce ne saranno altri, ma tutti questi interessanti aspetti (vita in comunità ristretta e non evoluta, avvenimenti paranormali, delitti e complotti e molto di più…) in sole sei puntate alla fine hanno creato non poca confusione: non c’è stata la possibilità di svilupparli al meglio, e resta  l’amarezza per una serie che sarebbe potuta essere un discreto successo, in cui trovare vari generi: thriller, paranormale, romance, avventura oltre che alla fantascienza, serie che avrebbe potuto essere davvero originale, e che ha a suo favore numerosi punti, ma ha anche molte pecche.

Peccato!
Consigliata? Nì.


venerdì 15 settembre 2017



Recensione: il fumetto “Roma, la nascita della città eterna”






Autori: Adam, Boisserie,Chaillet,Convard,Erbetta, Penet
Editore: Mondadori comics
Collana: Historica, 38° volume
Genere: Storico mitologico, fantasy, avventura
Prezzo di copertina: € 12,99


La maledizione
1250 a.C., nella città di Troia assediata dagli eserciti greci, il grande sacerdote Aquilon e il generale Leonidas condividono un terribile segreto che riguarda l’origine del Palladio, un simulacro della dea Atena. Senza la sua
protezione, la loro orgogliosa città è destinata a cadere e quando ciò avviene il fuggitivo Enea porta con sé il Palladio attraverso il mare, fino alla terra dove la sua stirpe fonderà una città, a volte protetta altre maledetta dagli dei: Roma! Dopo mille anni, Roma è ormai una delle potenze del Mediterraneo e solo Cartagine si contrappone alla sua egemonia.

Vincere o morire
Nel 217 a.C., il generale Annibale guida il suo esercito fino in Italia, dove sconfigge a più riprese le legioni romane. Toccherà ancora una volta affidarsi al potere del terribile simulacro per respingere l’Africano e far sì che la Città Eterna non venga espugnata!
La nascita di Roma, caput mundi, sospesa tra storia, miti e leggende.


Questo volume a fumetti è stata per me un’enorme sorpresa. Quando l’ho trovato in libreria l’ho preso d’impulso, pensando di aver trovato un fumetto puramente storico, seppur romanzato: invece si tratta di uno storico- mitologico, in cui la fantasia, le leggende, le apparizioni divine,  maledizioni varie e eroi noti e meno noti s’intrecciano ai fatti storici, mandandomi in visibilio.
Ho  scoperto anche  che si tratta di un primo volume, a cui ne sarebbe dovuto seguire un secondo,  ma ancora non se ne sa nulla a due anni dall’uscita del primo, avvenuta nel 2015: speriamo che si sbrighino!...

Il volume cartonato è diviso in due parti: nella prima scopriamo come durante la guerra di Troia una maledizione sia ricaduta sul famoso Palladio, il simulacro di Pallade scolpito dalla dea Athena, in possesso della città di Troia, portando con sé morte e distruzione.
Protagonisti sono due Troiani, Aquilon (nome poco greco), un sacerdote, e Leonidas (qui poca fantasia! dai, Leonidas... ), un generale, che sposano due misteriose e bellissime fanciulle.  I due nascondono un terribile segreto riguardante il Palladio stesso, il simulacro che protegge la città, e per questo vengono maledetti. Da chi, non ve lo spoilero!


La storia ha ottimo ritmo e diversi colpi di scena;  accurati disegni accompagnano il dipanarsi della trama, molto fantasiosa anche se a tratti poco lineare, specie per quel che riguarda il volere della divinità che appare a un certo punto. Ma è sempre chiaro il volere degli dei? No, e quindi anche se è poco coerente ci possiamo stare.
I personaggi mitologici più noti che appaiono sono Agamennone, Ulisse, Enea e Cassandra: costei è ritratta come una vecchia profetessa mezza pazza e seminuda, in realtà era una sacerdotessa di Apollo, una principessa bella e giovane. Gli altri li trovo tutti ben rappresentati. Molto bello il cavallo di Troia e le vignette riguardanti l’assedio.




Questa storia mi è stata anche d'ispirazione per completare un mio racconto, al momento ancora inedito ma che spero sarà pubblicato quanto prima!

 Molto avvincente  anche la seconda storia, ambientata molti secoli dopo, nel 217 a.C. a Roma, quindi durante le Guerre Puniche.
I protagonisti sono i discendenti dei due troiani:  Furio Leonio, Pontefice Massimo e senatore e Marco Aquilia, legionario. Notare i nomi che discendono da quelli dei loro trisavoli ellenici...
La storia, ben articolata, è incentrata sul tradimento di Leonio che cospira con Annibale, e sulla solita maledizione che grava sulle due famiglie, risalente a secoli prima. Ci sono poi le Vestali, tra cui Elena, la figlia di Leonio, che è innamorata di Marco e vari altri personaggi, tra cui quelli storici: Annibale stesso in primis, e anche Flaminio, il comandante delle truppe romane. Per gli amanti delle battaglie, viene anche rappresentata la storica battaglia del Trasimeno.


Anche per questo racconto i disegni sono di altissima qualità, così come la ricostruzione storica di personaggi, eventi e sfondi; l’unica toppa riguarda le Vestali, che vengono rappresentate numerose e tutte sui vent'anni, tranne la Maggiore che è molto vecchia: in realtà erano solo sei, e non potevano avere più di quarant’anni perché il loro mandato durava trent’anni e iniziava quando erano bambine. Ma anche questi sono dettagli che non interessano per la storia, l'intreccio regge ed è ricca di colpi di scena. 
Nella tavola finale assistiamo all’avvento di Giulio Cesare, con un bel salto temporale.

L’edizione è molto curata, bella la cover con le illustrazioni di entrambe le storie e interessante l’introduzione di Sergio Brancato; alla fine del volume troviamo disegni e tavole preparatorie o inedite dei disegnatori, tra cui l’italiano Luca Erbetta.

Che altro aggiungere? Non resta che attendere il secondo volume, e magari nel frattempo consolarsi con qualcuno dei numerosi titoli di questa interessante collana. Davvero una piacevole scoperta!





sabato 9 settembre 2017


EWWA presenta: Obiettivo donna, quando la violenza è di genere.









Il 1 ottobre 2017, presso la splendida cornice della Sala Nobile del Palazzo Comunale di Nepi (VT), Piazza del Comune 1,  si svolgerà un importante evento patrocinato da EWWA: dibattiti, approfondimenti e presentazione di antologie sul tema della violenza di genere; seguirà un workshop di scrittura creativa: "Obiettivo donna, quando la violenza è di genere".

Cos’è EWWA, acronimo di 
European Writing Women Association? 
Leggiamo dal loro sito:
 


L'associazione  EWWA è un'associazione senza scopo di lucro, 
fondata il 23 settembre 2013, 
con l'obiettivo di sostenere lo sviluppo creativo, culturale e 
professionale dei suoi membri. 
L'idea è nata durante l'edizione 2012 del 
Women's Fiction Festival di Matera in Italia, 
e EWWA è stata costituita esattamente un anno dopo.

L'associazione è stata fondata da un gruppo di donne che lavorano nel settore editoriale - sceneggiatori, redattori, giornalisti, traduttori, interpreti, blogger, scrittori di fantascienza, ricercatori e esperti nella comunicazione culturale - e ha lo scopo principale di promuovere la solidarietà professionale e creativa tra donne in Europa che sono attive in questo campo.

EWWA offre una rete per la diffusione di strumenti operativi efficaci per i propri membri e supporta competenze attraverso la condivisione di esperienze e pratiche diverse e una rete di contatti e scambi tra professionisti operanti in tutte le filiali dell'industria editoriale. Attraverso la collaborazione dei suoi membri e la condivisione di progetti, esigenze e problemi, l'EWWA mira a offrire un valore aggiunto attraverso connessioni di interessi e di esperienza, fornendo supporto che finora in Italia non è stato disponibile per la scrittura delle donne.

Pertanto non sorprende che dopo un anno dalla sua costituzione l'EWWA ha più di 170 membri e centinaia di sostenitori. Gli eventi tenuti a Milano, Roma e Palermo durante il primo anno rendono chiaro che le donne sono fortemente attratte dalla letteratura scritta da altre donne. Come esempio di questa tendenza: 1084 visite sono state registrate sulla pagina Facebook di EWWA per il lancio del primo workshop dell'associazione a Roma; 1063 "Come" per il primo evento incontro-autore a Milano; 1075 visualizzazioni della pagina "Join EWWA"; e 775 persone su Facebook che seguono regolarmente gli aggiornamenti.

L'apprezzamento degli argomenti e dei servizi offerti da EWWA corrisponde agli interessi di più di 5 milioni di lettori femminili in Italia. Come descritto nel rapporto ISTAT del 2006 "Cittadini e tempo libero", questo demografico è composto da donne lavoratrici di 25-40 anni (70,4%) con un livello culturale medio / alto (60%) e forniscono un consumatore sorprendentemente interessante base per l'industria editoriale italiana. Il potenziale dei numeri è straordinario se si estende oltre i confini italiani per considerare l'Europa, per non parlare degli Stati Uniti (con 32 milioni di donne).


La giornata è stata interamente organizzata dalle scrittrici e blogger Monica Serra e Loriana Lucciarini, fondatrici del polo di Viterbo di EWWA.

Vediamo nel dettaglio la giornata, come descritta nelle locandine soprastanti.

Alle 10 apriranno i lavori la presidentessa di Ewwa, Elisabetta Flumeri, e le organizzatrici Monica Serra e Loriana Lucciarini.
Seguiranno  tavole rotonde e seminari incentrati sul ruolo della donna nella società e sulle conseguenze della violenze nella vita delle donne abusate e sugli strumenti di tutela a disposizione. Interverranno psicologi, sessuologi, esperti in comunicazione, operatrici del centro antiviolenza Be Free, avvocati e altre importanti personalità, tra cui la consigliera comunale di Nepi, con delega alle Pari Opportunità Eliana Gay.
Alle 13,15 ci sarà una prima presentazione dei volumi incentrati sul tema, con possibilità di prenotazione e acquisto.
Il buffet andrà prenotato in anticipo rivolgendosi alla pagina Facebook Ewwa polo di Viterbo, si svolgerà alla caffetteria Dami a Nepi e verrà € 10.
Alle 14,30 riprenderanno i lavori, con la presentazione di quattro antologie sul tema:

Quattro petali rossi, presentata da Loriana Lucciarini, editore Arpeggio Libero.

Eva non è sola presentata da Lorena Marcelli, edito da Elle Emme.






La pelle non dimentica, presentata da Rita Angelelli, casa editrice Le Mezzelane; nell'antologia poetica, vi ricordo, sono presenti anche cinque mie poesie.







Rosa sangue,
 presentata da Francesca Garello, Monica Serra e Luigina Sgarro, edito da  Altrimedia .


Seguirà un incontro su come realizzare antologie solidali a sostegno dei centri antiviolenza.
Tutti gli eventi sin qui descritti sono a ingresso libero.

Dopo un altro break per acquisto copie, si terrà dalle 16.30  alle 18 il corso di scrittura creativa, su prenotazione, tenuto da Andrea Franco: gratis per le iscritte a EWWA, € 10 per le altre.
Durante l’intera giornata sarà possibile iscriversi a Ewwa.

Non mancate!





mercoledì 6 settembre 2017



Recensione : game of thrones    7x7




SPOILERONI !!!




Le recensioni sul Trono  di spade  abbondano, lo so: in tutti i blog/siti che si rispettino c’è almeno un articolo a riguardo, e per questo mi ero astenuta; però ora non posso più tacere ...
Finalmente anche io, che seguo la serie in italiano, ho visto l’ultima puntata della stagione, e ho un quadro completo della situazione.

Mi è piaciuta la settima serie? Sì. Mi è piaciuta perché è successo tutto quello che mi aspettavo. E, no, non mi è piaciuta, per lo stesso motivo.

Quel che ha reso unico il franchise (perché ormai lo è) è stato l’essere imprevedibile: sapere che il tuo personaggio preferito potrebbe morire da un momento all’altro ti ha tenuto attaccato alla poltrona. Invece è successo tutto quel che immaginavo.


La puntata inizia con le forze “alleate” sotto Approdo del Re.
La location dell’arena mi è piaciuta molto, un po’ meno ciò che è accaduto al suo interno: Jonsno’ troppo cretino, l’Estraneo troppo The Walking Dead e il Greyjoy che se la dà a gambe  troppo poco credibile (infatti era una finta).

Gli incontri tra i vari personaggi mi sono piaciuti, anche se Cersei non si capisce perché non uccida Tyrion, avendone l’opportunità.
La regina, come previsto, ha in mente solo di pararsi il culo e mente a tutti, probabilmente non uccide Tyrion per non farsi sgamare dalla controparte.

Il personaggio di Jamie ha una bella evoluzione: cerca di recuperare l’onore perduto convincendo la sorella a essere di parola, rispettare il patto con Jon e Daenerys. Al suo rifiuto, se ne va.  Forse non la ama più, nonostante sia incinta? … Lo vedremo nella prossima stagione con Brienne?...  Shippppp!!!!



E veniamo al re del Nord. Dopo qualche manina e occhiatina e dracarys vari, s’innamora della bella madre dei draghi e si sottomette a lei: tradisce il Nord? O lo salva? Ha anche un confronto con Theon, che perdona un po’ sì e un po’ no per tutte le sue malefatte, convincendolo ad andare a salvare la sorella prigioniera dello zio Euron. Il combattimento di fine livello mi è sembrato abbastanza cretino, sembra che ci abbiano fatto vedere che lui vince perché è letteralmente senza palle (ma Ramsey non gli aveva tagliato solo la …salsiccia? Boh).

Una cosa che non mi aspettavo proprio è stata la morte di Ditocorto.
Le sorelle Stark gli preparano un trappolone: le avevamo lasciate che sembravano quasi sul punto di ammazzarsi tra loro, invece dietro le quinte devono aver tramato a insaputa di tutti contro Lord Baelish. Non trovo molto verosimile che un tale paraculo si sia fatto fregare così e che non abbia avuto un piano di fuga o uomini a lui fedeli, fatto sta che dopo un processo sommario Arya lo sgozza. Non male però la sua faccia mentre Sansa gli elenca tutte le sue malefatte e i suoi intrighi ab initio, scoperti anche grazie al fratello con tre occhi Bran; ecco, forse è stato proprio grazie a lui che le sorelle sono addivenute a più miti consigli e si siano alleate contro Ditocorto. Grazie al resoconto, ci siamo anche ascoltati un po’ di riassunto delle puntate (molto) precedenti, che non fa mai male.




La parte peggiore della puntata, a mio aviso,  è quella che precede il finale.
Bran è nella sua stanza, e arriva Samwell Tarly così, all’improvviso. I due hanno un colloqui scritto davvero coi piedi: com’è possibile che Bran che tutto vede e tutto sa non abbia capito che Jon è un Targaryen original doc, anzi presuma sia un bastardo Sand (perché nato a Dorne)? Non aveva sentito/visto  Lyanna che diceva a Ned il nome del piccolo, Aegon? E neppure che Rhaegar e Lyanna si erano sposati lecitamente, dopo l’ annullamento del matrimonio tra il Targaryen e Elia Martell? No, è stato necessario che glielo dicesse Sam. Ma costui non era distratto mentre la sua bella  Gilly (dov’è, a proposito?) gli leggeva i diari del maestro che aveva combinato annullamento e matrimonio, nella puntata precedente?
Nel pre-finale accade ciò che tutti i fan volevano/si aspettavano, l’accoppiamento Jon- Daenerys, zio e nipote. Però Tyrion non lo sa: perché fa quelle facce? O forse… lo sa? Questo lo scopriremo nella prossima serie.
Il finale è davvero epic: il Re degli Estranei cavalca sul drago zombi e con una bella fiammata blu disintegra la Barriera. Wow!
Bene, a parte tutto ciò, la stagione nel suo insieme ha avuto un buon ritmo, scene epiche, ripescaggi di storie/personaggi che sembravano sepolti/e , appassionante.

Cosa aspettarsi nella prossima stagione? Di sicuro un doppio parto, Cersei e Daenerys; molte morti eccellenti; probabilmente Jon / Aegon sul trono di spade  dopo aver vinto tutte le battaglie, contro i vivi e contro i morti. Qualcuno avanza l’ipotesi che Bran c’entri in qualche modo col Re della Notte, anzi siano la stessa persona, ma mi pare troppo assurdo e poco credibile. 



E la sacerdotessa rossa? Si rifarà … viva? Lo scopriremo tra un sacco di tempo: le ultime puntate sono previste tra due anni.


Forse zio George fa prima a sfornarci gli ultimi due libri…!



lunedì 4 settembre 2017



       RECENSIONE serie tv: BLACK MIRROR







Finalmente una serie di fantascienza coi controfiocchi! 
Black Mirror è fantascienza per lo più distopica, non si tratta di una space opera alla Battlestar Galattica: è ambientata sulla Terra, in un futuro non troppo lontano, anzi molto più vicino di quel che si pensi.
La serie, prodotta in UK dal 2011 (in Italia è stata trasmessa nel 2012), è antologica: ogni puntata è una storia a sé stante, slegata dalle altre,  quindi è possibile vedere le puntate anche non nell’ordine cronologico, o saltarne qualcuna, senza perdere il filo.
Unico comun denominatore, il tema: la degenerazione del rapporto tra l’uomo e i social media. La critica sociale è forte: come sta evolvendo la società contemporanea? Dove ci porteranno le nuove tecnologie? Ogni puntata mostra uno specchio sul futuro prossimo venturo.
 Ed è uno specchio nero, come quello spento degli schermi da cui siamo circondati.
La serie dimostra come le idee fantascientifiche non manchino, e vengano più dai britannici che dagli americani: questi ultimi hanno dalla parte loro la tecnica e i denari, ma poco coraggio oltre che poche idee. 
Non è una novità d'altronde: a partire dagli anni ’60 con il Doctor Who  i sudditi di Sua Maestà Britannica ci hanno donato ottime serie televisive e grandi personaggi: vorrei ricordare anche la mitica Spazio 1999. Non servono effetti speciali strabilianti per una buona storia, e questa serie ne è la dimostrazione.
Gli attori inglesi poi hanno una caratteristica che apprezzo molto rispetto ai loro colleghi d’oltreoceano: hanno facce comuni. Questo permette una migliore credibilità della storia e una maggiore identificazione coi personaggi, che potrebbero essere tranquillamente chiunque di noi.

Le puntate, ripeto, tutte autoconclusive, sono le seguenti.

1x01:”Messaggio al Primo Ministro”. Il Primo ministro britannico viene costretto a compiere un atto disgustoso in diretta tv per salvare la vita alla principessa della famiglia reale (immaginaria, non si tratta dei Windsor!). La puntata è un cazzotto allo stomaco e lascia scioccati; consiglio di vedere questa puntata non come prima: qualcuno è rimasto talmente disgustato da non voler proseguire la visione! Come pilot non è stato la scelta migliore. Una sceneggiatura davvero coraggiosa.
1x02: “15 milioni di celebrità”. Una delle mie puntate preferite: qui, in un futuro distopico, le persone pedalano senza sosta per produrre energia; più pedalano più hanno dei punteggi che serviranno loro per giocare coi loro avatar, oltre che per comprarsi il necessario per sopravvivere. Tutti sono perennemente circondati da schermi dove proiettano dei talent show e l’immancabile pubblicità; partecipare a uno di questi talent rappresenta lo scopo principale di vita di chiunque. Gli obesi sono emarginati, e si occupano solo di pulizie. Chiara la critica ai programmi d’intrattenimento dei giorni nostri, e non solo.
1x03: “Ricordi pericolosi”. In questo episodio il futuro è adesso. Tutti hanno un congegno impiantato in testa che permette loro di registrare e rivedere tutto ciò che hanno visto e sentito; questo incide pesantemente sulla vita dei protagonisti, marito e moglie, sia in ambito lavorativo che in ambito sentimentale. Qualcuno durante la puntata decide di farsi espiantare questo dispositivo. E voi che fareste?...

2x01:”Torna da me”, uno degli episodi a mio avviso meglio riusciti. Protagonista è una giovane coppia: lui muore, e lei decide di rivolgersi a una società che le restituirà una copia del fidanzato, traendo la sua personalità dalle tracce che aveva lasciato sui social, prima solo virtualmente e poi con un androide dalle sue fattezze…
2x02: “Orso bianco”, altro episodio memorabile. Una donna si risveglia in una stanza senza ricordare nulla; esce dalla casa, e nota delle persone che la riprendono coi loro dispositivi. A un tratto arriva un furgone, e un uomo scende e le spara. La giovane scappa; inizia a questo punto una vera e proprio a caccia grossa in cui lei è il bersaglio, mentre la gente continua a riprendere col telefono. Grossa sorpresa nel finale.
2x03: “Vota Waldo!” tratta di un comico fallito che anima un cartone animato a forma di orsetto blu che fa satira politica. Viene convinto a candidarsi alle elezioni, non lui, ma Waldo, che gode di enorme popolarità. In questa puntata c’è una forte satira politica, oltre che contro i programmi politici spazzatura.

Special di Natale, “Bianco Natale”. Due uomini, Matt e Joe, vivono in una casetta tra le nevi da cinque anni. Tramite flashback, scopriamo che siamo in un futuro dove la gente si connette a internet con un dispositivo che hanno negli occhi; Matt lavorava dietro le quinte, aiutando con questo meccanismo gli uomini a rimorchiare, poi trasmetteva le immagini degli incontri sessuali che ne derivavano in streaming  a un ulteriore gruppo che le guardava e commentava, ovviamente all’insaputa delle coppie. Una sera un tipo seguito da Matt incontra una che lo porta a casa sua e decide che devono morire insieme. Nel secondo flashback, Matt ha a che fare con Greta, rivelandole che è un cookie, un ricordo digitale di una persona vera. Nel 3° flashback, seguiamo la storia di Joe e la moglie che è incinta, non vuole il loro figlio e scompare.
L’episodio ha ottimi spunti, ma non è tra i miei preferiti, anche per un finale non all’altezza. Forse era meglio realizzare tre episodi distinti.


3x01: “Caduta libera”, un altro dei miei episodi preferiti. Una donna vive in un mondo in cui si è continuamente votati dal prossimo tramite telefonini e dispositivi ottici: l’indice di gradimento alto è indispensabile anche per accedere a servizi di vario genere nella vita di tutti i giorni. Lei ha un punteggio basso; un giorno una sua amica di scuola dal punteggio alto la contatta perché le faccia da damigella d’onore, Qui la poveretta incappa in una serie di sventure. Grossa satira rivolta a Facebook e a tutti i servizi in cui gli utenti mettono like e stellette varie.
3x02: “Giochi pericolosi” Un giovane fa da beta tester per una serie di videogiochi. Episodio non male, a tratti horror, che però poteva essere meglio gestito in quanto rimane sempre un po’ ibrido.
3x03: “Zitto e balla”. Un ragazzo scarica non volendolo un malware nel suo pc; da qui inizierà un vero e proprio incubo, in quanto sarà costretto a fare delle cose via via sempre più terribili per non essere sputtanato riguardo un segreto. Il finale è a sorpresa. Inquietante il parallelo, seppur parziale, con il famigerato Blue Whale.
3x04: “San Junipero”,  uno degli episodi migliori, che narra la storia d’amore tra due donne, che si cercano viaggiando nel tempo. Pian piano si scopre la verità dolceamara, con un finale inaspettato e struggente. Questo episodio ha vinto un premio.
3x05: “Gli uomini e il fuoco”. Stipe è un sodato ipertecnologico che deve sterminare alcune orrende creature dette “parassiti”. Il suo chip però ha un difetto, e vede le cose diversamente… Puntata che mi ricorda qualcosa, non originalissima.
3x06”: “Odio universale”. Puntata lunghissima, quasi un film. Una detective indaga sulla morte di una giornalista, avvenuta a causa di un IDA cioè un insetto drone utilizzato per salvaguardare le api. Non mi è piaciuta particolarmente.

E la 4° stagione? Già in lavorazione! Ancora non si sa l’uscita su Netflix, però sono noti titoli di 6 episodi e trama:

4x01, diretto da Jodie Foster: “Arkangel”, un intrigo familiare.
4x02: “Uss Callister”, una nave spaziale (finalmente!).
4x03:”Crocodile”, ambientato in un motel tra le nevi (mi ricorda qualcisa…)
4x04: “Hang the dj” verterà ancora su coppie e tecnologia, un leit-motiv della serie;
4x05: “Metalhead”: qui avremo un robot malvagio.
4x06: “Black Museum” , su uno strano museo.

È stato anche rilasciato un teaser:



Non vi sale l’HYPE???