martedì 31 ottobre 2017



  RECENSIONE: IT




C'era molta attesa per questa nuova versione di IT, vista l'orribile miniserie anni '90 e considerato anche il fatto che la maggior parte di film tratti dalle opere di King fanno pena, tanto che arrivati a un certo punto mi sono rifiutata di continuare a vederle, su tutti La Torre Nera, uno scempio annunciato.

Stavolta ci siamo.
 L'orrore di Derry, una amena cittadina come tante che nasconde nelle sue viscere il male emerge in tutto il film, sia nelle scene più idilliache che riguardano il gruppo di ragazzini, i Perdenti, nelle loro attività ludiche, sia in quelle più horror che sono ben realizzate, anche con vari salti sulla sedia dovuti anche a un sapiente uso del suono, ma che non è un mero splatter: è l'incubo che arriva dal sottosuolo dove si è materializzato  il male di una cittadina abitata da persone comuni che nascondono dietro il loro perbenismo i vari orrori: bullismo, indifferenza, violenze e abusi in famiglia. 

La trama è nota: un gruppo di ragazzini sfigati e bullizzati vivono in una cittadina dove scompare molta gente, la già citata Derry.
 La scena iniziale è iconica: il piccolo Georgie segue la barchetta di carta fino a una fogna dove è caduta, e dove vede Penniwise. E' l'ultima cosa che vedrà.

I Perdenti si riuniscono e inizieranno a indagare, esplorare, capire e lottare contro il male in ogni sua forma: ribellandosi ai numerosi abusi a cui vengono sottomessi e lottando materialmente contro il mostro.
Nel film quindi emerge perfettamente non solo che il vero orrore è Derry e i suoi cittadini, ma anche il fatto che il romanzo di King da cui è tratto è un romanzo  di formazione vero e proprio. 

Pennywise qui è inquietante, molto pauroso, e la dicotomia clown/mostro è una delle più agghiaccianti: una figura che serve per far divertire i bambini viene utilizzato come personificazione del male, che si trasforma in ognuna delle più grandi paure del gruppo di ragazzini per poi nutrirsi delle loro paure, e non solo....




 Ottima l'interpretazione di Bill Skarsgard, aiutato anche dalla CGI; molto bravi anche gli sconosciuti giovani attori che hanno interpretato la banda del Losers. 


Bene anche effetti speciali orrorifici (finalmente!), colonna sonora, fotografia e montaggio.

A differenza del romanzo, non si procede a flashback: in questa prima parte (già, ci sarà un seguito), c'è la storia dei bambini, nella seconda li vedremo ormai adulti che tornano nella loro cittadina d'infanzia. Perché non lo so: nel cinema i flashback sono usatissimi, sarà stata una scelta di regia finalizzata alla realizzazione di due film con una suspance tra l'uno e l'altro forse. Però funziona, e questo è l'importante.



Consigliato agli amanti del genere. E non ci portate i bambini sotto i 14 anni, a parte che è vietato, ma è un vero horror e non è adatto a loro. 








3 commenti:

  1. Ciao, sono una nuova lettrice del tuo blog :D
    Concordo pienamente: da non amante del genere, inaspettatamente ho apprezzato molto It soprattutto per quelle emozioni che i bravissimi (e giovanissimi!) interpreti del Club dei Perdenti hanno saputo regalare. Il Pennywise di Skarsgaard - che già mi aveva terrorizzato in Hemlock Grove - è veramente da incubo!

    Un saluto,
    Fede.

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  2. Vero, sono stati davvero bravissimi! ;-)

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