mercoledì 28 marzo 2018



RECENSIONE: L’ACCUSA DEL SANGUE
DI GIOVANNA BARBIERI





Genere: giallo storico
Editore: self
Pagine: 265
Link ebook: Amazon




Sinossi:
Nel cuore della notte dell’anno domini 1483 qualcuno bussa al portone di Goffredo Fortespada, il Bargello di Urbino. La piccola Crezia Odasi è stata rapita e sarà compito suo ritrovarla. È l’inizio di un incubo e molte uccisioni flagelleranno la città dei Montefeltro. Omicidi così efferati che il Bargello si farà aiutare nelle indagini dal saggio amico speziale, Edmundo de la Turre, esperto non solo di droghe ma anche di ferite, esule a Urbino dopo la caduta di Costantinopoli.



Premetto che il periodo storico in questione non è quello in cui sono maggiormente ferrata, che, come sa chi mi segue, è la storia antica, e quindi non sono in grado di scovare eventuali strafalcioni storici, ma so che l’autrice, Giovanna Barbieri, ne è grande appassionata e compie notevoli studi e ricerche prima di dedicarsi ai suoi romanzi, quindi mi fido!

Questo giallo trascina subito il lettore nella lontana epoca tardo-medievale, alle soglie del Rinascimento, grazie alle descrizioni e ai termini specifici usati dall’autrice.  Anche da questo si nota la sua competenza. 

Si viene subito catapultati nel nocciolo della questione, il barbaro omicidio della giovanissima nobile Crezia Odasi, ritrovata sull’altare di una chiesa. Come spesso è accaduto nella Storia, i primi a essere accusati sono gli ebrei, e il Bargello Goffredo non può fare a meno di interrogare loro per primi;  presto si accorge, anche grazie all’aiuto dello speziale amico Edmundo, che la pista è sbagliata e deve indagare altrove, nonostante tutti  siano convinti che siano stati proprio gli ebrei. L’accusa del sangue era infatti una delle tipiche imputazioni nei loro confronti, in quanto si sosteneva che sacrificassero bambini cristiani per i loro riti.

Nel corso della vicenda conosciamo vari personaggi, tutti ben delineati e con un background preciso: Fiamma, l’amante del Bargello, Edmundo lo speziale dove lavora la ragazza  nonché migliore amico del Bargello,  i nobili Odasi e i loro rivali, i nobili Albani. Mi sono proprio piaciuti i nomi scelti per i personaggi: Crezia l’ho adorato!

La narrazione ha un ottimo ritmo, e personalmente apprezzo anche la brevità del romanzo, che ci risparmia digressioni e descrizioni spesso messe lì per allungare il brodo, invece qui c’è l’essenziale. Non mancano certo le descrizioni, che sono molto particolareggiate, e i frequenti dialoghi, ma mai più di quel che occorre. È un chiaro esempio di come un romanzo possa essere efficace anche senza essere un tomo di 500 e passa pagine!
Il linguaggio utilizzato si adatta perfettamente al periodo storico.
Se l’immersione storica c’è in pieno, non manca l’amore, non mancano le scene d’azione, c’è una cosa che mi ha lasciato un po’ perplessa riguardo un punto nello snodo della trama, riguardo un certo simbolo e le ricerche sul medesimo, ma non posso dire di più per non spoilerare.

A parte questa mia perplessità,  la trama è avvincente e scorre bene fino alla scoperta del colpevole, che non mi aspettavo.

E veniamo all’edizione. Ci sono (pochi) refusi, e negli ebook so che a volte si… autocreano,  d’altronde anche le CE non ne sono certo immuni… Ma non infastidiscono minimamente la lettura, dato il loro numero esiguo.
Riguardo la cover, creata da Mala Spina, l’ho trovata di grande effetto e coerente con la storia: l’occhio viene subito catturato dal cadavere sopra l’altare, e sullo sfondo in alto si nota una città medievale. Direi che la trama viene riassunta alla perfezione dalle immagini.
Alla fine c’è l’elenco dei personaggi e la biografia dell’autrice; manca un glossario (poco male, si cercano i termini che non si conoscono online…) e la bibliografia. Una cronologia non è necessaria, perché la storia si svolge tutto in un breve lasso di tempo e all’inizio di ogni capitolo viene indicata data e luogo.

E ora passiamo all’intervista all’autrice, Giovanna Barbieri, che è già stata intervistata per la rubrica “Quattro chiacchiere con la scrittrice” a febbraio (qui ).
Quindi possiamo saltare le presentazioni. 


1)    Ciao Giovanna, bentornata su IUF! Sei d’accordo con la mia recensione? Vuoi aggiungere qualcosa?
No, hai fatto una stupenda recensione per il mio giallo. Sono molto lieta che ti sia piaciuto.

2)    Come hai avuto l’ispirazione per questo romanzo? Magari proprio passeggiando per Urbino?...

La prima volta che ho visitato la stupenda città di Urbino, culla della cultura rinascimentale, ho subito desiderato scrivere un racconto o un romanzo ambientato laggiù.  Vi racconto una cosa: stavo già scrivendo il giallo e mi sono accorta di non conoscere bene le vie, i palazzi ecc. così ho costretto Paolo, il mio ragazzo, a portarmi un weekend a Urbino. L’ho anche obbligato a entrare di soppiatto in tutti i palazzi che m’interessavano, compresi il palazzo Odasi (ora è un asilo) e palazzo Albani (ora è una sede universitaria), palazzo del Comune, palazzo arcivescovile e in numerose chiese, sempre con il tablet in mano (per le foto).  Mi sono divertita molto e non siamo stati sgridati. Non immaginavo di avere tanta facciatosta.

3)    Quali sono i personaggi storici e quali quelli di tua invenzione?

Veramente esistiti:

Ottaviano Ubaldini della Carda, zio e tutore di Guidobaldo da Montefeltro (legittimo duca di Urbino); Filippo e Giorgio Albani, signori di palazzo Albani; Crezia Odasi, figlia di Lucrezia Barzi e Lodovico Odasi; Lucrezia Barzi da Gubbio, madre di Crezia e moglie di Lodovico Odasi; Lodovico Odasi, padre di Lucrezia; Lazzaro Racanelli, arcivescovo di Urbino.

Creati per il romanzo:

Il bargello Goffredo Fortespada, Fiamma, Edmundo de la Turre, Beppino il garzone, Cesco il locandiere, Melina e Guendalina Battiferro, i due ebrei Isaac e Abraham, e tutti i soldati del comune non sono veramente esistiti.

Mi piace molto intrecciare la mia storia con la Storia. Quindi spesso nei miei romanzi troverete sia personaggi che sono esistiti in un determinato periodo storico sia quelli inventati da me.

4)    Su quali testi hai studiato?
Signori e mercenari: la guerra nell’Italia del Rinascimento di M. Mallett, il Mulino, 1983; I quaderni di rievocazione storica:XV secolo l’abbigliamento femminile in Italia, di F. Marangoni, il Cerchio, 2016; La vita quotidiana delle cortigiane nell’Italia del Rinascimento, di P. Larivaille, Bur saggi, 2017;
Il sesso nel Rinascimento: accademia.edu; La guerra in Europa, dal Rinascimento a Napoleone, di A. Barbero, Carocci, 2003; Storia delle donne, dal Rinascimento all’età  moderna, di G Duby e M. Perrot, editore Laterza, 2009; In più un paio di guide della città.

5)    C’è un motivo per cui hai ambientato la storia proprio nel 1483?

Nella trama volevo inserire le due casate più ricche di Urbino, dopo i Montefeltro, gli Albani e gli Odasi, adulti e con figli piccoli nel 1483 che si odiavano. E vi ricordo che il giallo inizia con la piccola Crezia Odasi, rapita. Nell’intreccio ho inserito l’astio tra queste due casate, per motivi economici e politici. E il Bargello non dovrà solo vedersela con loro ma anche con l’arcivescovo e l’Inquisitore della Marca.

Grazie per l’intervista, e a presto!







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