giovedì 2 agosto 2018




MINISERIE  TV: PICNIC AD 
HANGING ROCK







Genere: mistery, storico
Produzione: Australia
Puntate: 6
Rete italiana: Sky Atlantic





La miniserie Picnic ad Hanging Rock è tratta dal romanzo omonimo di Joan Lindsay, scritto nel 1967, ambientato nel 1900 in un collegio di ragazze inglesi in Australia e presentato come "storia vera". Dal romanzo, che non ho letto, è stato tratto nel 1975 anche un film di Peter Weir, che invece ho recuperato appena terminata la visione della miniserie. 
Il giorno di San Valentino del 1900, la rigida direttrice dell’Istituto Ms. Appleyard concede a ragazze e insegnanti una gita ad Hanging Rock. Un gruppo di fanciulle, Miranda, Irma, Marion, Edith e la professoressa Mc Graw si avventurano sul massiccio roccioso e spariscono misteriosamente; una di loro torna in stato di shock senza ricordare nulla, e un’altra viene trovata svenuta poco tempo dopo, durante le ricerche. Delle altre non si saprà più nulla. 



Una serie ricca di mistero, dove le vite rigide di queste ragazze ricche e nobili (tranne una, la piccola Sarah che è stata adottata), i loro turbamenti adolescenziali, l’amicizia a tratti saffica (nella serie), i loro desideri di libertà si amalgamano e si fondono con la natura selvaggia dell’Australia e della imperscrutabile montagna sacra agli aborigeni, Hanging Rock.
Ci sono varie differenze tra la serie e il film; quella principale è il personaggio della Appleyard, interpretato nella serie da Natalie Dormer (GoT), molto più protagonista rispetto al film dove la sua importanza è relativa. Le sei ore di telefilm hanno permesso di indagare a fondo sul passato della donna e sui sentimenti e le personalità delle ragazze, aggiungendo scene inesistenti nel film; non so nel libro perché come dicevo non l’ho letto, ma ho avuto l’impressione che si sia trattato di una iniziativa degli sceneggiatori.
La miniserie mi è piaciuta molto, anche il film non è male ma risente a mio avviso di uno stile ormai superato, come ad esempio l'inserimento di scene paesaggistiche che risultano troppo documentaristiche e sembrano inserite troppo forzatamente; gli interpreti sono all’altezza, anche la fotografia rende molto, sia nel film che nella serie, riuscendo a sottolineare l’importanza della natura e del suo fascino insondabile e inquietante. Qualche scena della serie magari si poteva accorciare, ma nel complesso il ritmo è buono. Ottima sceneggiatura.
Non rivelo nulla sul finale, ma qualcuno potrebbe storcere la bocca oppure non comprendere il senso, bisogna in effetti rifletterci oppure aver letto la nuova edizione del libro dove c’è un capitolo in più con un po’ di spiegoni.
Da vedere.








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