venerdì 14 settembre 2018



RECENSIONE  SERIE TV: AMERICAN GODS 
1° STAGIONE






Genere: urban fantasy , mitologico
Stagioni: 1- segue
Puntate 1° stagione: 8
Produzione: Usa , GB (Starz)
Rete di trasmissione italiana: Amazon video
Cast: Rick Whittle, Emily Browning, Ian McShane, Gillian Andeson
Regia: Bryan Fuller e Michael Green



Ho iniziato a vedere questa serie tratta dal romanzo omonimo di Neil Gaiman (che non ho letto) con un po’ di scetticismo, in quanto la trama   non mi convinceva molto: vecchi Dei contro nuovi Dei in giro negli USA mi prendeva poco, invece si è rivelata la serie più originale del 2018 (almeno finora). 
La prima puntata lascia un po’ perplessi, e anche la seconda non risulta del tutto chiara : di certo chi ha letto il libro avrà trovato meno difficoltà, ma in seguito le cose iniziano a capirsi.
Shadow Moon (che nome romantico!) esce di galera in concomitanza con la morte della moglie Laura per un incidente stradale, e in aereo incontra un uomo misteriosissimo, Wednesday, che gli propone di lavorare per lui. Arrivato a casa, scopre che la moglie lo tradiva col suo migliore amico; parte così insieme a Wednesday in giro per gli USA, dove incontrerà creature strabilianti, ovvero queste divinità del passato che non vogliono essere soppiantate dai nuovi Dei e anche questi ultimi.
Intanto la moglie risorge e grazie all’aiuto di un leprecauno cercherà di riconciliarsi col marito, inseguendolo nelle sue peripezie on-the –road.  
Il telefilm si dirama in varie direzioni: alcune storie che ci vengono mostrate sembrano distaccate dalla storyline principale.
 Si viene catturati da immagini sbalorditive e in parte inaspettate che ci mostrano le antiche divinità in azione : riconoscibile facilmente Anubi, qualche perplessità sull’identità divinità femminile orientale, mistero sulle tre vecchie sorelle. Per capire chi fossero ho dovuto cercare su internet! Nel corso delle puntate vengono mostrate molte altre divinità più o meno famose. Chi sarà Wednesday? Se si presta attenzione viene detto in una delle prime puntate. 



Interessanti anche i villains, i cosiddetti “nuovi Dei”: il ragazzo tecnologico e Media, interpretata da una Gillian Anderson trasformista assolutamente irriconoscibile. Memorabile la scena in cui assomiglia a David Bowie. 


Una serie corale dunque; il protagonista non è onnipresente, anzi spesso gli altri personaggi gli rubano la scena.
La storia è molto simbolica, non c’è solo lo scontro passato/presente ma anche riferimenti alla società contemporanea nei suoi aspetti più crudi, specie l’odio verso i più deboli come gli immigrati, simboleggiata da una scena in una delle ultime puntate, ma non posso dire di più per non spoiler are troppo!
Se gli effetti speciali sono un po’ al risparmio, scenografia e fotografia sono pienamente al servizio della storia, un esempio di versatilità si ritrova nell’ultima puntata dove appare una divinità poco nota e molto … colorata.
Anche la colonna sonora è molto versatile, passa per vari stili musicali.
Bene anche il montaggio e la recitazione: gli attori sono molto bravi, specie Ian McShane (Wednesday) che ha una faccia espressivissima.
Consiglio vivamente questa serie, ma solo a chi non si lascia impressionare: ci sono scene un po’ fortine.
Stanno girando la seconda stagione, ma pare che i registi abbiano abbandonato per divergenze con la produzione (budget basso) e anche la Gillian Anderson (mi sa che ci ha preso l’abitudine a mollare le serie..), quindi speriamo che riescano a continuare a mantenere il livello della serie, perché basterebbe davvero poco per farla diventare da gioiellino a serie kitch.








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