venerdì 19 ottobre 2018


SEGNALAZIONE: SHARON E FABIO 
di SILVIA CONSONNI




Genere: Fantascienza
Editore: LFA Publisher
Pagine:132
Data di uscita: 26 giugno 2018
Formato: cartaceo
Prezzo di copertina: € 14,50 
In vendita nei maggiori store on-line, nel sito della casa editrice oppure, previa ordinazione, nelle librerie fisiche.
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La sinossi del romanzo:

Sinossi romanzo “Sharon e Fabio”

La protagonista del romanzo è Sharon, una ragazza che frequenta un’Accademia sita a Lumensia, una città appartenente a una dimensione ultraterrena.
Gli abitanti di questo luogo vivono tutti in armonia tra di loro e con il creato, al contrario di quanto avviene sulla Terra, perennemente sconvolta dal conflitto tra bene e male. Per completare la sua formazione, la giovane viene inviata sul nostro pianeta, in particolare in una comunità per bambini provenienti da famiglie disarmonizzate, conosciuta come “La casa dei paperotti”; giunta a destinazione, la fanciulla subisce però una completa amnesia.
La casa è gestita da due donne caritatevoli: la più anziana è nota a tutti come “nonna” Sofia, mentre la seconda è una volontaria, ha quarant’anni e il suo nome è Agnese. Uno degli obiettivi dell’Accademia è quello di formare nuovi tutori dei fanciulli perché, se un bambino ha un’infanzia serena, da grande sarà un uomo capace, sicuro di sé. Durante la permanenza di Sharon nel paesino situato in prossimità del mare, accadono degli eventi nei quali si rende molto utile. Fabio è l’ex fidanzato della giovane, che domanda al Rettore il permesso di raggiungere la sua amata sulla Terra per tentare di riconquistarla. Allegria e momenti di riflessione si alternano in questa vicenda frizzante, nella quale vi sono anche altri personaggi, corporei o incorporei, come ad esempio le guide celesti Priscilla, Nathaly e Peter, o gli angeli custodi dei sei bambini (che hanno dai quattro ai dieci anni). Altri personaggi sono: l’anziano proprietario di un ristorante situato presso un antico faro ristrutturato, un fantasma, un comandante dell’arma dei carabinieri e un insegnante di pattinaggio artistico (un buffo ometto, parco di parole).
Sharon è una ragazza luminosa, dolce, sempre allegra e sorridente. Fabio è birichino, escogita ogni espediente per sabotare i corteggiatori della sua amata.
 Alcuni estratti del romanzo:



                             LA CASA DEI PAPEROTTI

I piccoli ospiti di una casa di accoglienza, nota a tutti come “La casa dei paperotti”, stavano giocando tranquillamente in cortile, quando udirono dei rumori provenire da dietro la siepe.
“Che cosa è stato? Andiamo a vedere!” esclamarono i bimbi in coro.
Lo stupore fu enorme, quando scorsero una ragazza assopita nella loro amaca, un pappagallino che cercava di pizzicarle lievemente la mano per farla rinvenire, e un bagaglio appoggiato a terra.
“Andiamo a chiamare qualcuno!” dissero correndo verso la casa.
“Nonna Sofia, nonna Sofia, c’è una ragazza nell’amaca! Presto, seguici!”.
“Oh, bimbi, avete sempre voglia di scherzare! E va bene, vengo!”, rispose l’anziana donna, assecondandoli.
Grande fu la sorpresa di quest’ultima quando le si presentò la scena:
“Oh! E’ incredibile, è vero! Da dove sarà arrivata?”.
Le si avvicinò per risvegliarla dolcemente; notò una collanina con pendente che la ragazza indossava e tentò di leggere ciò che vedeva impresso.
Prese il medaglione, vide l’immagine di tre spade e sul retro lesse il nome: “Sharon”.
La chiamò ripetutamente, fino a che la giovane aprì a fatica gli occhi.
La vista andava e veniva, e iniziò a farsi chiara l’immagine di una dolce signora di bassa statura, con i boccoli biondi, raccolti in una retina per capelli; l’anziana donna indossava un vestito rosa pastello, e un candido grembiule color verde smeraldo.
“Buongiorno, cara ragazza, ben arrivata! Ora sei in grado di dirmi chi sei e perché ti trovi qui?”.
La ragazza scosse la testa:
“Mi dispiace, non ricordo nulla, nemmeno come mi chiamo”.
“Dal ciondolo che porti al collo, si direbbe che il tuo nome sia Sharon, per cui ti chiameremo così; questo pappagallino stava cercando di risvegliarti, per cui sarà sicuramente il tuo piccolo animale da compagnia. Accomodati in casa, contatto subito la dottoressa affinché ti visiti; poi, con calma, faremo le presentazioni”.
La ragazza si sedette sull’amaca e si guardò intorno; vide una casetta con mattoni a vista, attorniata da numerose palme; notò sei bambini che la osservavano con entusiasmo. Prese il suo bagaglio e seguì la signora.

PRESENTAZIONI

La dottoressa giunse celermente e visitò Sharon che, nel frattempo, era stata fatta accomodare in un salottino, mentre tutti gli altri attendevano in cucina.
Il medico uscì dalla sala e parlò con nonna Sofia:
“La giovane ha indubbiamente un’amnesia, non ricorda nulla; potremmo condurla in ospedale per ricercare i motivi di tale perdita della memoria, per esempio con qualche indagine radiografica, attraverso la quale riusciremmo a evidenziare eventuali traumi, ma mi sembra fin troppo spaventata e stanca. Io le consiglierei di ospitarla qui, può darsi che tra qualche giorno le riaffiorino i ricordi; nel frattempo, avvisiamo la polizia, magari qualcuno ha segnalato la sua scomparsa”.
“Va bene, per il momento starà qui con noi; ora dovrebbe rientrare anche Agnese, la ringrazio”.
Nonna Sofia accompagnò la dottoressa all’uscita e condusse Sharon in cucina.
“Cara ragazza, sarai nostra ospite: a questo punto, iniziamo con le presentazioni; io mi chiamo Sofia, da tutti conosciuta come “nonna” Sofia e, insieme ad Agnese, gestisco questa casa di accoglienza. I piccoli che accudiamo sono attualmente sei; anche se realmente non sono miei nipoti, sono affezionata a loro come se lo fossero”.
La donna li mise uno di fianco all’altro, dal più grande al più piccolo:
“Hanno dai dieci ai quattro anni: Leonardo, Roberta, Romeo, Aurora, Martina e Samuele”.
I bambini salutarono Sharon in coro e lei sorrise nel notare che erano quasi tutti senza qualche dentino.
Nel frattempo arrivò Agnese, che entrò in cucina con un grosso sacchetto di carta colmo di provviste.
Appoggiò tutto sul tavolo e si rivolse a Sharon:
“E tu chi sei?”.
“Credo Sharon, ma non mi ricordo nulla di più”.
Nonna Sofia la rese partecipe dell’accaduto.
“Ben arrivata nella nostra dimora; mentre noi prepareremo la cena, tu potrai riposare; vieni, seguimi!” le disse dolcemente.
Agnese condusse la ragazza in una camerata, dove erano presenti dieci letti.
“Io e i bimbi dormiamo qui, mentre nonna Sofia ha una camera per sé; questo sarà il tuo letto, mentre i tuoi abiti li potrai riporre in quell’armadio; riposati un poco, ti avvertirò non appena la cena sarà pronta”; detto questo, la volontaria si allontanò.

Cari lettori, vi domanderete chi è questa ragazza comparsa dal nulla; per scoprirlo, dobbiamo tornare indietro nel tempo di pochi giorni, e in particolare a Lumensia, una città appartenente a una dimensione ultraterrena. Gli abitanti di questo luogo vivono tutti in armonia tra di loro e con il creato, al contrario di quanto avviene sulla Terra, perennemente sconvolta dal conflitto tra bene e male.

SHARON E FABIO

Lumensia, città del secondo cielo, otto giorni antecedenti l’arrivo di Sharon sulla Terra.

Al palazzetto del ghiaccio di Lumensia, si stavano svolgendo le finali di pattinaggio acrobatico.
L’entusiasmo del pubblico era alle stelle perché, da lì a poco, in campo sarebbero scesi Fabio e Sharon, la coppia più apprezzata in quella disciplina sportiva.
Lei aveva diciannove anni, lunghi capelli scuri, occhi verdi e un sorriso gioioso; Fabio, venticinque anni, con riccioli castano chiaro e lentiggini, la guardava teneramente e le infondeva coraggio accarezzandole le guance.
Ecco finalmente l’annuncio dello speaker chiamarli in gara:
dagli spalti arrivarono grida d’incitamento, ma appena iniziò la musica scese il silenzio; erano tutti in estasi davanti a quella coppia di ragazzi che dolcemente iniziò a scivolare sul ghiaccio: lei, in un completino turchese ricco di brillantini che risaltavano il suo sorriso radioso, e lui, in un abito bianco, la faceva volteggiare tra le sue braccia forti e sicure.
La musica terminò e il pubblico si alzò in piedi per elargire applausi interminabili: arrivò il giudizio della giuria, con il massimo dei voti; a fine gara, anche questa volta, Sharon e Fabio si riconfermarono la coppia con più talento.
I due innamorati si abbracciarono felici e, al termine della manifestazione, si recarono verso la dimora di lei.
Appena varcata la porta d’ingresso, i genitori le parlarono seriamente:
“Figlia mia, stamattina, mentre ti stavi preparando per l’esibizione, è arrivata questa lettera per te; non ti abbiamo avvisato perché non volevamo deconcentrarti, ma ora siamo lieti di annunciarti che l’Accademia per Custodi ultraterreni ha preso in considerazione la tua domanda di ammissione”.
Sharon ebbe un sussulto di felicità, al quale seguì subito un’espressione d’imbarazzo e, dallo sguardo stupito di Fabio, i due genitori si resero conto di aver appena fatto una gaffe: infatti, la figlia non aveva mai condiviso con lui questo suo sogno.
La ragazza si volse verso il suo fidanzato:
“Seguimi, andiamo a discuterne in giardino”.
La giovane prese la lettera, uscì da casa e si avviò verso un’altalena; questa era composta da un’edera rampicante avvolta da numerose campanelle candide, ed era appesa a un grande salice, le cui fronde erano agitate delicatamente dal vento. Il giardino era circondato da un roseto, le cui rose blu e gialle dipingevano un quadro armonioso, sul quale però si sarebbero presto rovesciati i colori cupi di una tempesta.
Sharon aprì la lettera e la lesse ad alta voce:
Gentilissima signorina, siamo lieti di informarla che la sua domanda di ammissione all’Accademia per Custodi ultraterreni è stata accolta; come ben sa, questa scuola è divisa in due indirizzi, l’incorporeo e il corporeo. Il primo comprende quella sfera di custodi che seguono i protetti in forma invisibile, accompagnandoli con preghiere, ispirazioni, consigli o altre forme immateriali; il secondo, invece, comprende quei custodi che approdano sulla Terra, e portano la loro attività di aiuto diretto ai nostri fratelli umani, in incognito, vivendo come loro e in mezzo a loro. Lei ha richiesto di seguire l’indirizzo corporeo, le chiediamo pertanto di presentarsi presso la nostra sede con il suo bagaglio, domani a mezzogiorno; le daremo alcune nozioni di teoria e poi, tra una settimana, se non ci sono imprevisti, la trasferiremo sulla Terra”.
                                     Cordiali saluti
                                                             il Rettore.
Sharon chiuse la lettera e rimase in silenzio.
Fabio era impietrito, di fronte a lei. La osservava pallido, senza riuscire a proferire parola; dopo alcuni minuti rinsavì:
“Perché non mi hai mai reso partecipe di questa scelta? E’ questo l’amore che provi per me? Con tante scuole presenti qui a Lumensia, dovevi proprio recarti sulla Terra, lontano dalla tua famiglia, dal pattinaggio, e soprattutto da me!”.
“Se il nostro amore è forte, resisterà alla distanza e al tempo, e se non te ne ho mai parlato, era perché prevedevo una reazione simile; è una cosa che ho sempre sognato, mi dispiace, Fabio, non perderò quest’occasione!”.
“Se reagisco così, è perché ti amo! Sharon, fa’ quello che vuoi, va’ dove di pare, addio!”.
Fabio la guardò per l’ultima volta con espressione indignata, si voltò e si allontanò.
Sharon, turbata, si alzò e si avviò verso un trespolo, dove il suo pappagallino stava riposando. Ciuffetto era una piccola calopsite dal piumaggio completamente grigio, due guancette rosse attorniate di giallo, e altre piume colorate sopra la testa; a Lumensia, animali e persone parlavano lo stesso linguaggio.
Sharon si rivolse al suo piccolo amico:
“Hai sentito tutto, vero? Almeno tu, non mi abbandonerai?”.
Ciuffetto replicò:
“Amica mia, io sarò sempre con te; chiederemo al Rettore se posso accompagnarti in questa nuova esperienza terrena”.
Sharon lo fece salire sulla mano, gli diede un bacino sulla guancia e rientrò in casa a preparare il bagaglio.

ARRIVO ALL’ACCADEMIA

Il momento della partenza arrivò; Sharon abbracciò i genitori e con il piccolo Ciuffetto poggiato sulla spalla, si avviò lungo il vialetto d’ingresso, per andare a prendere l’aerobus, cioè un tram sospeso sui binari dalle forze magnetiche.
Dopo mezz’ora di viaggio giunse alla sede dell’accademia: una struttura bianca lucente, a forma di cupola, che imponente si elevava nel cielo.
Percorse il lungo viale di cipressi, alternati a numerose statue; Sharon si fermò a osservarle, quando uno studente la notò; il giovane portò il braccio con il quale sosteneva la sua cartella a mano dietro la spalla, e le rivolse la parola:
“Hai visto quante sculture? Alcuni custodi provenienti dalla nostra scuola sono diventati molto famosi; tu devi essere una nuova studentessa, so che stanno per iniziare i nuovi corsi; seguimi, ti accompagno all’ufficio accettazione”.
Entrarono nell’edificio. Passarono di fronte ad alcune aule; la giovane non resistette alla curiosità e guardò attraverso un oblò: notò che un professore stava spiegando agli alunni, senza proferire parola.
“Com’è possibile?” chiese Sharon.
“Questo è un corso di aggiornamento per studenti già diplomati: a questi livelli ormai si comunica solo telepaticamente; preparati, anche tu, un giorno, sarai in grado di comunicare mentalmente con gli altri esseri di luce, senza più la barriera del linguaggio. E’ molto comodo, soprattutto se devi discorrere con persone di altri mondi appartenenti ad altre galassie o universi, che parlano lingue diverse, perché, così facendo, il linguaggio è sempre quello della persona ricevente, in pratica è universale”.
Lo studente accompagnò la ragazza di fronte all’ufficio accettazione, bussò ed entrò:
“Sandra ti accompagnerà alla tua stanza; buona fortuna!” e si allontanò. Dall’ufficio uscì una giovane donna, che si presentò a Sharon:
“Che tu sia la benvenuta in quest’accademia. Ti lascio tutta questa modulistica, potrai compilarla con calma; vieni, ti accompagno! Inizierete le lezioni domani, nella vostra classe sarete in venti”.
La giovane annuì sorridendo e si fece condurre al suo alloggio. Una volta sistematasi, uscì con Ciuffetto per fare una passeggiata nel parco sottostante; notò un prato con un immenso tappeto di violette, e si sdraiò. S’inebriò dei soavi profumi dei fiori e, rivolgendosi al pappagallino, esclamò:
“Ci pensi, tra una settimana saremo sulla Terra…”
e si addormentò.

Cari lettori, nei prossimi due capitoli fornirò alcune nozioni, sarò molto sintetica…


GLI ESSERI DI LUCE

Sharon si recò in aula per la prima lezione; il professore era un uomo sulla cinquantina, capelli rossi e occhi azzurri, naso aquilino, sulla cui punta vi era appoggiato un grosso paio di occhiali. L’insegnante si presentò agli alunni e iniziò a discorrere:
“Innanzitutto, vi do il benvenuto in quest’accademia; le lezioni di teoria dureranno solo il tempo necessario per darvi le nozioni basilari, perché tutto il resto lo apprenderete dall’esperienza diretta sulla Terra. Precisiamo subito cosa intendiamo per esseri di luce: questi comprendono gli angeli, gli spiriti guida e i parenti defunti.
Questi ultimi possono scegliere di recarsi verso le dimore eterne oppure di rimanere accanto alle persone ancora incarnate cui vogliono bene, con la speranza di riuscire a risolvere le loro problematiche, ad esempio pregando per loro, fino a quando saranno certi che questi sono in grado di proseguire il loro cammino con le proprie forze.
Gli spiriti guida sono entità anch’esse disincarnate, che si offrono volontariamente di aiutare un’anima; possono accostarsi a questa per brevi periodi, o anche per tutta la vita. Si esprimono attraverso voci interiori, tramite le quali ispirano in tempi di perplessità, attingendo le proprie conoscenze dalla saggezza dell’universo. Per saggezza dell’universo intendo un campo di coscienza presente sotto forma di una determinata energia, alla quale possono collegarsi le menti di alcune persone o, in questo caso, di spiriti. Lo scopo di questo campo energetico è quello di condividere nozioni al fine di far progredire l’evoluzione.
Infine gli angeli: se appartengono alle gerarchie superiori, sono puri spiriti, creati da Dio, intermediari tra la sfera divina e quella umana.
Tuttavia, lo scopo di questa scuola è di formare altri servi di Dio, ampliando così il numero dei suoi ministri al fine di alleviare la sofferenza dei nostri fratelli incarnati; noi dobbiamo, infatti, distruggere il dolore altrui, perché fa male come il nostro.
Ognuno di voi, tra una settimana, sarà inviato in determinati luoghi del globo, dove c’è bisogno di assistenza. Qui all’accademia, ci sono dei dipartimenti, dove dei professionisti monitorano continuamente la Terra, alla ricerca delle situazioni di difficoltà, e studiano le strategie migliori per prestare soccorso. Ovviamente, il lavoro e le necessità sarebbero infiniti, ma nonostante questo è stato progettato un percorso di studi per ognuno di voi.
Nei prossimi giorni, sarete convocati individualmente nell’ufficio di questi miei colleghi, che vi presenteranno la destinazione e vi daranno ulteriori nozioni che potranno esservi utili.
La mia lezione di oggi termina qui; vi do un ultimo consiglio, è un passo del Vangelo: nella vostra esperienza terrena, siate prudenti come serpenti, e semplici come colombe.
Tanti auguri, ragazzi, e che Dio vi benedica, sempre!”.
Il professore terminò la lezione e gli alunni si alzarono in piedi, elevando un applauso di ammirazione.

LE LEZIONI PROSEGUONO

Il giorno seguente il professore entrò in classe e proseguì con altre nozioni di teoria.
“Buongiorno ragazzi, oggi la lezione sarà breve perché più tardi verrete chiamati individualmente per definire gli obiettivi del vostro percorso di studi, come già vi avevo anticipato ieri.
Ora vi fornirò invece delle precisazioni generali. Innanzitutto, dovrete imparare a sviluppare queste tre doti: la comprensione, la pazienza e la dolcezza; aggiungete un pizzico di allegria. Ognuno di voi sarà inoltre affiancato da una coppia di angeli e da uno spirito guida, presenti in forma invisibile, che vi faranno da tutor; dovrete porre in loro la massima fiducia e ascoltare i consigli che vi forniranno con attenzione.
Le vostre guide v’insegneranno ad accorgervi subito delle situazioni di difficoltà, o delle persone preoccupate che soffrono senza mostrarlo, o di quelle che vivono situazioni di solitudine; imparerete a non passare mai accanto a nessuno con il passo affrettato e il cuore indifferente.
Non sto a dilungarmi con altre informazioni che sicuramente acquisirete sul campo; ora recatevi in refettorio, è stata preparata per voi una merenda; nel frattempo, sarete convocati individualmente dai miei colleghi, per definire gli obiettivi.
Buona giornata, ragazzi!”.
Detto questo, il professore uscì dall’aula, e tutti gli studenti si spostarono nella mensa.


COLLOQUIO INDIVIDUALE

Venne il momento anche per Sharon di affrontare il colloquio individuale.
“E’ permesso?” chiese la ragazza entrando nell’ufficio.
“Vieni e accomodati” rispose una commissione di docenti; poi proseguirono a parlare:
“Cara Sharon, abbiamo deciso di inviarti in Italia, in un paesino situato in prossimità del mare”. Detto questo, nel centro dell’ufficio si materializzò un grande schermo a ologramma, con i fotogrammi del luogo.
I docenti proseguirono:
 “Come puoi osservare da queste immagini in presa diretta, vi è una piccola casa di accoglienza, detta “La casa dei paperotti”, gestita da due donne caritatevoli. La più anziana è nota a tutti come “nonna” Sofia, mentre la seconda è una volontaria, ha quarant’anni e il suo nome è Agnese; accudiscono sei bambini, provenienti da famiglie con situazioni di disagio.
Tu sarai accolta da queste donne, cosicché potrai aiutarle anche ad accudire i piccoli: noi siamo, infatti, tutori dei fanciulli, perché se un bambino ha un’infanzia serena, da grande sarà un uomo capace, sicuro di sé.
Nei prossimi giorni potrai riposare, poi lunedì ti condurremo nel padiglione delle partenze, e da lì sarai inviata sulla Terra; per quanto riguarda la comunicazione, non preoccuparti, gli abitanti di Lumensia possiedono il dono delle lingue terrestri, perciò parlerai e comprenderai tutto in maniera automatica.
Noi docenti speriamo che questa proposta sia di tuo gradimento, altrimenti pensaci bene e, in caso negativo, troveremo per te un tirocinio differente”.
Sharon ringraziò e fece ritorno nella sua stanza.

PRONTI A PARTIRE

Arrivò finalmente il giorno in cui Sharon si sarebbe trasferita sulla Terra. La ragazza era al settimo cielo; riordinò la stanzetta che l’aveva ospitata per una settimana, chiuse il bagaglio e con il piccolo Ciuffetto adagiato sulle spalle, si recò presso il padiglione delle partenze.
Fu fatta accomodare in una sala macchine, con al centro una grossa poltrona verso cui era puntato un fascio di luce; dei tecnici iniziarono a spiegarle come sarebbe avvenuto il viaggio.
“Carissima, non avere timore; queste macchine per il teletrasporto sono collaudate e sicure; sarai scomposta in particelle, che saranno trasferite e poi ricomposte nel luogo corrispondente alle coordinate da noi scelte. Tu perderai ovviamente coscienza, e ti risveglierai poco dopo il tuo arrivo”.
Detto questo, un tecnico prese un cofanetto dal tavolo, lo aprì e si recò verso la ragazza:
“Indossa questa collana. Osserva il pendente: di fronte, è riportata l’immagine di tre spade che s’intersecano, è il simbolo dei servi di Dio; sul retro, è riportato il tuo nome”.
Un altro tecnico notò Ciuffetto:
“Abbiamo un residence per gli animali dei nostri studenti in trasferta; lui resterà lì ad aspettarti”.
Sharon replicò prontamente:
“Ciuffetto viene con me, io non lo abbandono da nessuna parte!”
“Nel residence starà bene!” rispose il tecnico.
“Mi ascolti, per realizzare questo sogno di frequentare l’accademia, una settimana fa il mio fidanzato mi ha lasciato; ora non voglio perdere anche il mio migliore amico!”.
“Ed io non ho nessuna intenzione di allontanarmi da lei!”, aggiunse Ciuffetto.
I tecnici si guardarono, poi il più anziano rispose:
“E va bene, accompagnala, ma lì non ti sarà concesso di dialogare con lei; le starai vicino come un pappagallo da compagnia e niente più, altrimenti qualcuno potrebbe notarvi! Preparatevi, prima che cambiamo idea!”.
Detto questo, Sharon indossò la collana con il pendente, si sedette sulla poltrona, e con Ciuffetto adagiato sopra il bagaglio, tirò un sospiro e chiuse gli occhi.

Cari lettori, ora che vi ho spiegato chi è Sharon, possiamo tornare al proseguimento della storia. Abbiamo lasciato che la ragazza si riposasse, dopo un viaggio così lungo: ebbene, è arrivato il momento di svegliarla!


PRISCILLA, NATHALY E PETER

Dopo alcune ore, Sharon sentì un campanellino suonare:
“Piccoli, è ora di mangiare, a lavarsi le mani e a tavola”.
Si alzò dal letto, si sgranchì le braccia e scese in cucina, dove notò che era stato apparecchiato anche per Ciuffetto: un piattino ricolmo di pezzetti di pane, semini di zucca e una fetta di mela. La fanciulla sorrise pensando alla cortesia e gentilezza delle due donne, quando i bimbi irruppero con un gran vociare, e si sedettero.
I birichini iniziarono a far tintinnare le posate contro i piatti e i bicchieri per l’impazienza, finché la cena fu servita.
Trascorsero una serata in spensieratezza, e poi tutti si recarono a dormire; il pappagallino andò a riposarsi sulla proboscide di un piccolo pelouche a forma di elefantino.
Tutti si addormentarono e, anche nella sfera dell’invisibile, iniziarono gli incontri; infatti, mentre gli angeli custodi dei bimbi sistemavano le copertine ai piccoli, cantavano loro ninne nanne e suonavano dolci melodie con i violini, impercettibili alle orecchie umane, ma in grado di generare un’atmosfera di serenità, apparvero i tutor di Sharon: Priscilla, lo spirito guida, e Nathaly e Peter, la coppia di angeli custodi.
Si presentarono ai colleghi, poi spiegarono loro la situazione:
“Sharon è studentessa di un’Accademia per Custodi ultraterreni, situata a Lumensia, una città del secondo cielo; purtroppo, deve essere avvenuto qualcosa durante il viaggio, perché il trasferimento con il teletrasporto le ha provocato una completa amnesia. Immediatamente ci siamo messi in contatto con i tecnici dell’Accademia, e Peter si è recato da loro per affrontare l’argomento di persona. I luminari interpellati dalla scuola ci hanno consigliato di non manifestarci subito a Sharon per non provocarle uno shock, ma di lasciare passare un po’ di tempo prima di svelarle chi è e che cosa è avvenuto durante il viaggio. Nel frattempo, abbiamo avuto il permesso di iniziare a rivelare la nostra presenza con qualche piccola situazione tale da non turbarla. Per quanto riguarda l’amnesia, nemmeno i tecnici sono stati in grado di spiegare cosa sia avvenuto, è stato in assoluto il primo episodio del genere”.
Clementina, la più anziana tra gli angeli custodi dei bambini, prese la parola:
“Cari colleghi, vi diamo il benvenuto; siamo molto dispiaciuti per ciò che è successo a Sharon, ma confidiamo nel fatto che lasciandola tranquilla i ricordi le torneranno e tutto si risolverà per il meglio. Per quanto riguarda invece la nostra missione, noi ci siamo molto affezionati a questi piccoli, che purtroppo provengono da famiglie disagiate, e ci consideriamo tutti un po’ loro mamme e loro papà. Anche tra di noi abbiamo sempre discusso se manifestarci ai bambini, per far capire loro che non sono soli. A questo punto, se siamo tutti d’accordo, daremo segnale della nostra presenza a tutti quanti, poi voi proseguirete il lavoro con Sharon, mentre noi potremo giocare più liberamente con i bimbi”.
L’accordo fu generale, e così angeli e spiriti conversarono per tutta la notte.

FABIO

I giorni seguenti al suo arrivo, Sharon iniziò ad ambientarsi alla vita nella piccola casa di accoglienza; si rendeva utile in cucina, nelle altre faccende domestiche, e seguiva i bambini nei compiti o nei loro giochi. Il suo carattere solare, gioioso e il suo senso dell’umorismo stavano finalmente riaffiorando. Nel frattempo, a Lumensia, Fabio non si era ancora rassegnato alla perdita della sua adorata fidanzata; trascorreva le notti a osservare il firmamento, con la consapevolezza di aver perso un pezzo di cuore.
Lei aveva lasciato un’impronta indelebile nella sua mente: “Se solo potessi rivivere l’ultimo attimo in cui ci siamo visti, non la lascerei andare via! Non capisco come abbia potuto separarsi da me!” si ripeteva continuamente. Decise di raggiungerla sulla Terra, per riconquistarla; si mise in viaggio pertanto verso l’Accademia per Custodi ultraterreni; una volta arrivato, chiese di parlare con il Rettore. Gli fu concesso di recarsi presso il suo ufficio; quando fu al suo cospetto, gli espose il problema:
“Ho saputo dai genitori della mia fidanzata, Sharon, che è stata già inviata sulla Terra: ecco, io vorrei raggiungerla; non vivo più senza di lei!”.
“Ho presente di chi stai parlando, i suoi parenti sono stati convocati per renderli partecipi del fatto che la ragazza ha subito un’amnesia durante il viaggio; volevano raggiungerla, ma al momento li abbiamo rassicurati del fatto che non è sola ma controllata da tre spiriti custodi: se poi dovesse rendersi necessario, allora organizzeremo il viaggio con loro per andare a riprenderla e ricondurla a Lumensia. Da quanto ho saputo, non era più fidanzata al momento della partenza, poiché il suo ragazzo l’aveva lasciata; perché ora hai cambiato idea?” domandò il Rettore.
“Io sto contando le ore e i minuti da quando l’ho persa; perché dovrei stare immobile, mentre la felicità mi scivola via tra le dita? Sharon è entrata velocemente nella mia vita, e la mia anima dimora in lei: la prima volta che la incontrai, a una gara di pattinaggio sul ghiaccio, mi bastarono pochi attimi da quando iniziammo a parlarci, per capire che era lei l’amore che attendevo. Mi tremava, infatti, la voce: non mi era mai capitato!
Ho una ferita profonda nel cuore, che al momento è un puzzle che solo Sharon potrebbe ricomporre; quando ci tenevamo per mano al tramonto, e abbracciati vedevamo le ombre della notte distendersi, sentivo che i nostri cuori battevano all’unisono. E’ stato quando l’ho persa, che mi sono reso conto che io ero vivo solo a metà.
Io, senza Sharon, non sono più!
Questo è l’amore che ho per lei, che altro potrei aggiungere! Inoltre, ora che sono venuto a conoscenza dell’amnesia, sono troppo in apprensione. Per piacere, mi faccia partire!”.
Il Rettore stette in silenzio ad ascoltare, commosso; dopo alcuni secondi, riprese a parlare:
“Quando ero giovane, il mio carattere permaloso e instabile fece allontanare da me una ragazza che io amavo dal più profondo del cuore; ero consapevole di essere stato io a rovinare il nostro rapporto, perciò accettai quella perdita in silenzio, come una punizione per come mi ero comportato. A essere sinceri, fu anche per orgoglio che non la richiamai più: l’orgoglio, sentimento inutile in grado solo di immiserire le persone. Ora che sono passati molti anni, ho il rimorso di non aver lottato, per riaverla! Con il senno di poi, mi rendo conto che i motivi di quelle discussioni erano banalità, in confronto agli anni di solitudine che seguirono. E va bene, potrai recarti dalla tua ragazza, ma a una sola condizione: sarai invisibile, non potrai parlarle o manifestarti a lei. Affiancherai i suoi tre tutor, Priscilla, Nathaly e Peter, ma, a differenza loro, che quando sarà il momento potranno comunicare con Sharon, tu starai in silenzio! Alla prima infrazione di questo mio divieto torni a casa! Sono stato chiaro? Potrebbe essere uno shock per lei una manifestazione da parte tua, anche i suoi tutor non sono ancora stati autorizzati a risvegliarla. Dovrà avvenire tutto in maniera graduale. Quando ci renderemo conto che sarà pronta, allora le racconteremo quanto è avvenuto. Per me puoi partire anche ora, ti faccio accompagnare al dipartimento delle partenze! Buona fortuna!”.

FABIO ARRIVA A DESTINAZIONE

Fabio si recò dai tecnici responsabili dei trasferimenti e fu inviato nel giardino della “casa dei paperotti”. Sharon era proprio lì e stava giocando con loro; si tenevano tutti per mano e cantavano mentre eseguivano un girotondo.
Le foglie degli alberi e gli steli d’erba erano carichi di rugiada, contro la quale riflettevano numerosi raggi solari, creando molteplici scintille lucenti. In quel momento, un raggio di luce si pose anche sul viso di Sharon, esaltando il suo sorriso raggiante.
Fabio era dritto di fronte a lei, ma non poteva essere visto: immerso nei suoi pensieri, non si accorse degli angeli e degli spiriti guida, che gli stavano andando incontro per accoglierlo. Stava per parlare alla sua fidanzata, ma non volle trasgredire gli ammonimenti del Rettore; si morse perciò il labbro, si limitò a fissarla e pensò:
“Sharon, dolce Sharon, diventi sempre più bella! Come vorrei abbracciarti, dirti che ti amo, prenderti per mano e ricondurti alla nostra casa; pensavo che non ti avrei più rivisto, quanto mi manchi, piccola mia”.
Gli angeli iniziarono a chiamarlo, lui si scosse e volse lo sguardo verso di loro:
“Siamo felici di averti tra noi, Fabio; dalla scuola ci avevano avvisato del tuo arrivo” esclamò Priscilla.
“Non ce la facevo più a sopportare la separazione dalla mia fidanzata!”.
“Ti crediamo, lo leggiamo nei tuoi occhi: è meraviglioso l’amore che nutri per lei; vieni, ti presento i miei colleghi e poi potrai riposarti un po’”.
Fabio volse nuovamente uno sguardo di dolcezza alla sua fidanzata e poi si allontanò con gli altri spiriti. Lo condussero a passeggiare in una pineta: gli raccontarono di come Sharon avesse reagito al viaggio e al risveglio nella piccola comunità. Gli annunciarono che al più presto si sarebbero manifestati a lei e ai piccoli e che stavano architettando una maniera serena e buffa per fare ciò, tale da non turbarli.

Conosciamo meglio l'autrice, Silvia Consonni.  


Mi chiamo Silvia Consonni e sono nata nel 1978.
Ho percorso una formazione scientifica e lavoro presso un laboratorio chimico che si occupa di valutare la sicurezza di differenti prodotti.
Ho suonato il clarinetto sin dalla tenera età nel Corpo Musicale del paese per una quindicina di anni, e la tastiera da autodidatta, da quando di anni ne avevo dieci; in seguito, ho preferito dedicare il mio tempo libero ad altre tipologie di volontariato fino all’età di trent’anni.
Nel 2012, un giorno, all’improvviso, ho scritto una novella che è stata pubblicata da un noto settimanale; era un messaggio di speranza, dal titolo: “La volontà paga”.
Questa estate ho disdetto il contratto con la casa editrice che aveva pubblicato i miei primi due romanzi nel 2012, al fine di renderli disponibili in Wattpad, per diffondere gratuitamente i messaggi di speranza in essi contenuti.
La scrittura per me è un hobby; vedo prima le scene nella mente come se stessi assistendo alla proiezione di un film e poi le trascrivo.
Nelle mie storie cerco di alternare momenti di riflessione a situazioni divertenti, al fine di rendere la lettura più piacevole.
Sono una persona fantasiosa e creativa; per alcuni anni ho dipinto dei ritratti usando la tecnica del carboncino.



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