martedì 22 gennaio 2019


Cari  lettori e followers, novità! Quest'anno vi proporremo una serie di articoli di approfondimento storico su alcuni interessanti temi. Iniziamo con le Sibille!

                                 
                                
                                LE   SIBILLE

Egeo consulta Themis, seconda Pizia. Kylix attica a figure rosse del 440 a C.
Sta al museo di Berlino. 





 Le Sibille erano profetesse esistenti e operanti sia nel mondo greco che in quello romano sin dai tempi più lontani.
Apollo e pizia di Mengs, XVIII sec,
Fondazione Zeri, Bologna
L’origine dei loro poteri divinatori in tempi remoti era collegato alla Madre Terra  (Gaia) , connessa a sua volta coi serpenti; per questo in Grecia venivano chiamate Pizie o Pitonesse. Solo in epoca successiva le Sibille vennero collegate al dio Apollo, divinità che concedeva il dono del vaticinio. 
Costui, si narra, uccise il Pitone oracolare situato a Delfi e si appropriò del santuario, detto anche onfalos (ombelico del mondo).
Le Pizie, come quella di Delfi , erano legate ai templi e sottomesse ai sacerdoti, le Sibille invece erano erranti e si stabilivano in antri e grotte scelti da loro stesse.
Publio Terenzio Varrone ne elenca una decina:  Delfica, Cumana,  Cimmeria, Eritrea, Libica, Persica, Tiburtina, Frigia e altre.

La Sibilla Appenninica, o “Oracolo di Norcia”, è di epoca medievale: ciò dimostra che queste figure sono rimaste anche successivamente alla fine del mondo antico, in epoca quindi cristiana. La sua Grotta si trovava sui Monti chiamati appunto Sibillini.

La Pizia Delfica 


La Pizia Delfica, scelta tra le fanciulle del luogo, operò dal 1400 a.C. circa fino al  392 d.C. , data in cui questo tipo di pratica vene soppressa perché culto pagano da Teodosio I.

In origine i vaticini avvenivano solo il settimo giorno del mese delfico di Bysios (febbraio), ma poi visto il numero di questuanti vennero estesi a tutti i mesi.

La giovane vergine vaticinava seduta su un tripode, con in mano un ramo di alloro, rispondendo alle questioni dei supplici provenienti da ogni luogo. Costoro dovevano sacrificare una capra lavata nell’acqua sacra del Santuario, versare un consistente obolo ai sacerdoti e poi potevano essere introdotti nell’ Άδυτον , (adyton) , la Camera inaccessibile, ovvero una camera sotterranea. Qui tutti bevevano dalla fonte Cassotis prima del vaticinio.
La Pizia , dopo essersi lavata nella fonte Castalia e dopo aver bevuto acqua della fonte Cassotis, sedeva sul tripode posto su una faglia da cui salivano vapori; masticava alcune foglie d’alloro e sussurrava ai sacerdoti il responso, ed essi dovevano interpretarlo qualora non fosse comprensibile.
Ci sono stati anche casi di corruzione: narra Erodoto che la Pizia Perialla si fece corrompere dal re spartano Cleomene riguardo la legittimità dell’altro re spartano Demarato. Scoperta, venne deposta.

Le Sibille

La  Siblla   era una giovane vergine, o anche una vecchia decrepita,  sacerdotessa di Apollo ed Ecate, che vaticinava in luoghi da lei scelti, antri o grotte. L’origine del nome deriva probabilmente dal dialetto eolico, col significato  di “manifestazione della volontà (βυλήν) divina (σιούς)"   (Varrone).
Secondo l’immaginario antico, ritenevano che avesse longevità millenaria; qualcuno riteneva fosse la stessa donna che si muoveva da un luogo all’altro.
Al contrario delle Pizie, le Sibille scrivevano il loro vaticinio sulle foglie, un responso spesso incomprensibile o ambiguo; raccoglievano anche le loro visioni in libri.

Sibille italiche

Antro della Sibilla
cumana
In Italia la più nota era la Sibilla cumana, che aveva il proprio antro a Cuma, collegato col soprastante tempio del dio Apollo. Tra i suoi nomi , riportati da Licofrone ed Eraclito, vi erano: Amaltea, Demofile o Erofile. Essa portò i nove libri sibillini a Tarquinio il Superbo ( presto un articolo a riguardo qui su IUF!).

C’era poi la più antica Sibilla Cimmeria, situata presso la popolazione dei Cimmeri, nei dintorni del Lago Averno, un luogo misterioso ritenuto l’ingresso dell’oltretomba. Ne parlano Nevio e Pisone
Sibilla Cimmeria di Agostino Di Duccio, XV sec.
Cappella Malatestiana, Rimini

Nei pressi di Tivoli c’era la Sibilla Tiburtina, detta anche Alburnea, venerata nei pressi del fiume Aniene; avrebbe profetizzato l'avvento dl Cristo. 
Sibilla Tiburtina,
Chiesa S. Giovanni evangelista, Tivoli


Della Sibilla Appenninica si è parlato in precedenza.

Le Sibille nell’Arte

Le Sibille sono state ritratte sin dal IX secolo in numerose opere d’arte, fonte d’ispirazione per numerosi pittori, spesso come controparte femminile dei profeti biblici. 
Sibilla Cumana, Michelangelo,
Cappella Sistina, Roma
Le più note sono le cinque sibille affrescate da Michelangelo nella Cappella Sistina, ma anche Perugino (Sala udienze a Perugia), Raffaello (S. Maria della Pace a Roma),  Pinturicchio (Capella Baglioni, Spello e Appartamenti Borgia, Vaticano), Mantegna (Cincinnati art museum), Ghirlandaio (Santa Trinità, Firenze), Lippi (S. Maria sopra Minerva, Roma) hanno dipinto opere con queste figure.
Nel pavimento del Duomo di Siena ci sono le dieci sibille elencate da Terenzio Varrone.
Ci sono anche sculture, come quelle a Loreto nel rivestimento di marmo della Casa di Maria.



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2 commenti:

  1. Sono capitata per caso sul tuo blog, ed è stata una scoperta interessante. Adoro leggere ed i tuoi scritti mi sono piaciuti, ti seguirò con piacere.

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