venerdì 5 luglio 2019



RECENSIONE: LEI- STORIE DI DONNE
DA TUTTI I MONDI POSSIBILI  
di MONICA SERRA



Genere: antologia, fantasy, fantascienza, favole, ghost stories
Editore: Altrimedia
Pagine: 184
Uscita: ottobre 2018
Prezzo cartaceo: € 15
               ebook: € 2,44
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“Lei- storie di donne da tutti i mondi possibili” non è un libro come gli altri, come già ho avuto modo di scrivere in questo precedente articolo.
Non è un libro come gli altri perché i racconti che lo compongono sono stati scritti da una donna molto speciale, Monica Serra, che ha deciso di devolvere i suoi diritti d’autore alla Susan G. Komen Italia, associazione in prima linea nella lotta contro il cancro al seno.

Di questo ne abbiamo già parlato nel precedente articolo, e ne parleremo ancora; stavolta vorrei concentrarmi sul libro in sé.

“Lei” è un’antologia composta da 14 racconti suddivisi in tre parti: Futuro e dintorni, Ai confini della realtà, Dimensioni alternative.
Da ciò si evince la grande varietà di universi fantastici che l’autrice indaga in questa raccolta, che spaziano tra distopie futuristiche, antichi popoli, leggende di epoca medievale e non solo, ghost stories, onirici e altro ancora difficilmente richiudibile in un genere.
Tutti i racconti hanno ambientazioni ammalianti e perfettamente descritte e personaggi dal carattere delineato, soprattutto eroine o anche donne normali che si trovano a dover affrontare situazioni fuori della norma (un chiaro richiamo alle donne che devono affrontare il tumore o altre malattie).


  • Il primo racconto è “Capitolium”, una storia che stupisce il lettore sia per l’ambientazione che per i ripetuti colpi di scena. Si tratta di uno sci-fi ambientato in una città che si capisce man mano che si prosegue con la lettura e che non voglio anticipare; i protagonisti vivono in una realtà angosciante, una vita piena di pericoli in un mondo che è andato in frantumi; ben presto scopriamo che le cose non sono come sembrano.
Il racconto è abbastanza lungo e accadono davvero molte cose.
Avvincente.


  • Il secondo è "Tempesta di luce". Questo racconto è narrato in prima persona e inizia con la protagonista seduta su uno strapiombo a guardare il panorama, vicino al faro; un abbagliante lampo irradia tutto il mondo e dopo il fenomeno la ragazza si accorge di essere rimasta l’unico essere vivente, almeno nei paraggi. La luce era andata via e non funzionava più nulla. Qui le tornano utili gli insegnamenti dei nonni. Un racconto che affascina per le descrizioni ma sa inquietare come pochi, per le implicazioni che comportano gli avvenimenti narrati.


  • Il pianeta dell’incrocio” è uno space sci-fi: Mya deve riprendere un importantissimo oggetto, il kalaam, dalle grinfie di Roll. Qui l’autrice dà sfoggio di tutta la sua immaginifica fantasia, riuscendo a condensare in poche pagine un universo e tanta azione, con colpo di scena finale. Non per niente, il racconto è stato finalista al concorso Vele di carta nel 2016.

Iniziano poi i racconti “ai confini della realtà”.


  • Il primo di questi è “Josephine”, un racconto particolare, onirico, ispirato ai dipinti pop surrealisti di Giuseppe Fontana

Josephine di G. Fontana



  • Anche il terzo racconto, “Bloodywood”, è ispirato al medesimo pittore; questo racconto ha tinte horror e uno stile fiabesco-gotico particolare e inquietante.

Bloody Woodpecker di G. Fontana



  • I due racconti sono intervallati da “Endless”, struggente storia d’amore ambientata nel Medioevo tra Manfredi e Virginia, un racconto molto gotico. Lui torna dopo la guerra al borgo dove lei l’aspetta, ma non trova quello che credeva di trovare…


  • Die Bäckerhexe- la strega pasticciera” è un racconto ispirato a “La strega e il panpepato-la vera storia di Hansel e Gretel” di H. Traxler, ma la protagonista stavolta è la pasticciera Katharina, e non i due fratelli. Katharina non è una strega, solo una donna molto brava a cucinare che suscita forti invidie… Sembra di sentire veramente odore di spezie e dolciumi al forno mentre si legge questo racconto, fa venire fame! Ingrassante e originale cambio di punto di vista.


  •   Plant de geneste” è un racconto storico che parla della morte di re Arturo I di Bretagna avvenuta nel 1202. Non conoscendo bene il contesto e il periodo storico, non sono riuscita a gustarmelo a fondo, anche se all’inizio c’è una breve introduzione. Comunque molto bella la figura di Eleonora D’Aquitania.


  • Eleanor Rigby” è la struggente storia di una donna molto sola e del suo amore perduto, un racconto delicato, triste e coinvolgente emotivamente, ispirato alla canzone omonima dei Beatles. Molto bello.


  • E il bosco tacque” è un fantasy storico, ambientato sulla via Francigena, la strada che percorrevano i pellegrini per arrivare a Roma; Dominic sta percorrendo quella strada quando arriva nel Bosco del Sorbo, luogo in cui gli era stato suggerito di non entrare…
Un racconto in cui ancora una volta emergono le grandi capacità descrittive dell’autrice, che stavolta ci porta in un luogo a lei molto vicino, poiché risiede da quelle parti.


  • La parte III, “Dimensioni alternative”, si apre con un racconto lungo, “Le lacrime di Inanna”, vincitore del Premio Viviani 2017. È il più articolato, insieme a Capitolium, di tutti i racconti, compaiono diversi personaggi e il racconto, dalle suggestioni mediorientali, segue più di un protagonista; tutti i personaggi e le vicende ruotano intorno alla Lacrima di Inanna, una pietra di origine divina. Coinvolgente, ci si potrebbe fare un romanzo.
Un premio vinto meritatamente!


  • In “Ali di fuoco” troviamo finalmente una delle creature più amate dall’autrice, il drago appunto; questo drago d’aria ha portato il gelo in un placido villaggio che non sa come liberarsi dalla creatura, finché non intervengono due misteriosi personaggi. Molto spesso, però, chi aiuta poi viene respinto… Qui le suggestioni si fanno…glaciali.  Un racconto breve ma denso di significato.
Anche questo racconto ha vinto un premio.


  • Balsa la figlia del drago” è uno dei miei racconti preferiti; parla di Maria Balsa, figlia di Vlad III di Valacchia e moglie del conte Alfonso Ferrillo, ambientato a fine 1400, riesce a catapultare il lettore in ambienti molto diversi, presentando personaggi a tutto tondo nonostante sia un racconto e non un romanzo, e mostra lo studio e la conoscenza storica del periodo dell’autrice, che a questo punto penso sia onnisciente.
Bellissimo.


  • Il racconto finale è lo struggente “Ritorno ad Avalon”, metafora del “ritornare a casa”, in un luogo magico e perduto. Bella rivisitazione breve del mito avaloniano. Mi è piaciuto molto.

In conclusione, tutte le storie sono accomunate da descrizioni immersive, grande fantasia, equilibrio tra azione e introspezione, molto studio storico alle spalle, ricercatezza nei vocaboli e ovviamente tanti simboli tutti da scoprire, celati dietro l’avventura nei mondi fantastici.

Ma c’è di più! Come avevamo anticipato nella segnalazione, gli introiti dell’autrice andranno alla Susan G. Komen Italia, associazione in prima linea nell’aiutare le donne colpite da tumore al seno.



Due parole anche per la bella edizione di Altrimedia: oltre a non esserci refusi nel testo, molto gradevole la copertina bianca e rosa, con una grafica uniforme agli altri volumi della collana “Fantastica”; in questo libro l’elemento divergente è una spada illuminata da un fascio di luce proveniente dall’alto, vicino alla quale sboccia un fiore, resistente anche se perde i petali. Un’immagine davvero molto simbolica.

E ora qualche domandina a Monica Serra, veterana di IUF.  

1)     Bentornata Monica, ho saputo che con LEI hai partecipato a molti eventi, anche a Matera per esempio. Ce ne parli? Nuovi eventi in programma?


Ciao Ale, grazie per avermi ospitata nuovamente nel tuo interessantissimo blog. Nei mesi scorsi, dopo averla presentata a Più Libri Più Liberi, ho portato l’antologia in diversi posti, tra cui Matera. Il mio editore è materano DOC, quest’anno Matera è capitale della cultura e ospiterà a settembre per la prima volta un’edizione della Race for the Cure, la gara per la raccolta fondi di Komen Italia: un concentrato di energie, incontri, scambi, una specie di “allineamento cosmico” in cui Lei si è inserita con emozione e orgoglio. Il libro è stato anche ospite di una bella conferenza a Roma, a maggio, proprio durante la manifestazione organizzata da Komen Italia. Quattro libri diversissimi tra loro, quattro autrici toccate dal tumore al seno, quattro esperienze di scrittura al servizio della prevenzione. Sì, devo dire che questa antologia mi sta regalando tantissime soddisfazioni.

2)   Ribadiamo il concetto dell’importanza della Susan G. Komen e della prevenzione e i motivi per i quali hai deciso di devolvere i tuoi proventi a questa associazione.

Da donna colpita dal tumore, posso solo testimoniare che la prevenzione è il solo modo per mettere all’angolo la “bestia”. Non ci sono certezze di scamparla né, in caso di malattia, di guarire. Ma la prevenzione può aiutare a evitare inutili ritardi o sottovalutazioni.

3)   Passiamo a qualcosa di più letterario. Sei d’accordo con la mia recensione o vuoi aggiungere qualcosa?

La recensione è bellissima, e ti ringrazio per aver apprezzato le mie storie. Nessuna di esse parla direttamente di cancro, ma come tu hai sottolineato, in ognuna ci sono riferimenti alla forza che inaspettatamente le donne scoprono di avere quando sono costrette ad affrontare certe situazioni. Come dice il mio editore, ci sono #storiechesalvanolavita: quelle contenute in questa antologia vogliono fare proprio questo, attirando l’attenzione sull’importanza della prevenzione. Perché nessuna donna (o uomo, dato che il messaggio è rivolto a tutti, indistintamente, e gli uomini nei racconti di Lei ci sono, e hanno ruoli importanti) debba più mostrare di essere forte in reazione a eventi devastanti come un cancro.

4)   Sei onnisciente?

Solo molto pignola. Per scrivere un racconto, anche quello più breve, passo settimane a documentarmi. Non è detto che poiché una storia è ambientata in un mondo alieno o in un’altra dimensione si possa trascurare la verosimiglianza. Se poi il racconto tocca la realtà e la storia, come nel caso di Plant de geneste o Balsa, la figlia del drago, allora il principio è ancora più rigido.

5)   Cosa hai in serbo di nuovo per noi viaggiatori dei mondi fantastici?

Da qualche settimana, se vi piacciono le ambientazioni italiche, è uscito l’ebook Mi Rasna, racconto lungo tra antichità etrusca e medioevo. Se vi piace la fantascienza, Troppo umano fa parte dell’antologia Futura Lex, esperimento di “fantascienza legale” al quale ho partecipato da profana ma con grande entusiasmo; a breve torneranno i miei Viandanti spaziali nell’albo Alien Platinum per le Scritture Aliene di Vito Introna (grande albo, non pensi anche tu? 😉) e sta per uscire un’antologia sul leggendario Sindbad il Marinaio alla quale ho preso parte rispolverando il mio amore per le storie orientali. Per il resto, millemila progetti in corso e troppo poco tempo per gestirli tutti.

Grazie per la tua generosità e per essere stata con noi, alla prossima!
           
            Grazie a te e ai tuoi lettori. A presto!





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