giovedì 27 febbraio 2020




 RECENSIONE: L’ULTIMA CURA DI ELENA MANDOLINI



Un romanzo thriller- horror molto avvincente, dal finale a sorpresa





Stavolta il finale a sorpresa c’è veramente, cari lettori, non è una frase fatta o un modo di dire, e, come sa chi mi segue, non mi sorprendo facilmente.
Ma partiamo dall’inizio.

Claudia Mucci è una scrittrice con problemi di salute, legati anche alla memoria, ricoverata per accertamenti all’ospedale S. Anna di Roma. Qui viene seguita dal dott. Mereu e dal suo staff e fa la conoscenza di alcuni pazienti, tra cui Flavio, da cui si sente stranamente attratta, e il piccolo Alessandro. Da subito però capisce che c’è qualcosa che non va. Ha strane e orribili visioni, inoltre un’altra paziente, Lucia, afferma che l’ospedale non è ciò che sembra.
E ha ragione.
Claudia si perde nei labirinti dei corridoi ospedalieri e in quelli della sua mente, da cui affiorano mostri e ricordi che sembrano non appartenerle, mentre tutti i suoi cari – la sorella, la sua editor- sembrano averla abbandonata. Decide di indagare, nonostante la sua sofferenza fisica e psichica, ma quello che scoprirà cambierà per sempre la sua vita.

In questo romanzo, narrato al tempo presente in prima persona, perciò molto avvincente in quanto si segue la vicenda insieme alla protagonista, c’è molto di più di ciò che sembra: non è un semplice thriller horror, e non solo perché la verità finale stravolge tutte le carte in tavola, ma anche perché l’autrice, Elena Mandolini, riesce a inserire più di un piano di lettura nella storia. Questa sua prerogativa, presente in tutti i suoi libri che ho letto (e recensito: Il signore dei Racconti e Biancaneve Zombie), è molto marcata in questo romanzo, che definirei il suo più personale di tutti per diversi motivi.
Una protagonista scrittrice in preda agli incubi, che si perde più volte sia all’esterno che dentro di sé, e il tema della memoria, sviscerato a fondo in tutte le sue implicazioni: siamo ciò che ricordiamo? Le persone e le cose che amiamo sono tali finché ne abbiamo memoria, oppure i sentimenti esistono a prescindere dalla mente?
Queste sono le questioni che percorrono tutto il romanzo.
L’immersone nella vicenda non è data solo dal sapiente utilizzo della prima persona al tempo presente, ma anche dalla capacità descrittiva della Mandolini, che ci permette di vivere i luoghi come se fossimo noi all’interno di essi, senza essere mai didascalica o sovrabbondante.

L’inaspettato finale, che mi ha ricordato in parte una serie tv di qualche anno fa, ma non dico quale per non spoilerare, riesce a stravolgere tutte le carte in tavola, e solo allora ci si rende conto della bravura dell’autrice nello sparpagliare indizi: dev’essere stato un lavoro davvero molto impegnativo.

Circa l’edizione a cura della Dark Zone, risulta ben curata e con una perfetta cover di Livia De Simone.

Ora facciamo qualche domanda a Elena Mandolini, già ospite su IUF. 


1)  Ciao Elena, sei d’accordo con questa recensione? Vuoi aggiungere qualcosa?

Ciao Alessandra, grazie mille per il gradito invito. La tua recensione ha colto il messaggio che volevo giungesse a ogni lettore. Posso solo aggiungere che narrare la storia di Claudia al tempo presente e in prima persona credo sia stata una scelta molto funzionale: assieme alla protagonista del libro, scopri cosa accade all'interno del Sant'Anna e riesci a mettere insieme i pezzi di questo puzzle.

2)  È indubbio che le tue vicende personali ti abbiano ispirato i temi del romanzo; scriverne è stato per te liberatorio o doloroso? O entrambi?

Scrivere, in generale, è terapeutico e liberatorio. Potrei scrivere questa frase sul muro di fronte alla mia scrivania. La scrittura mi ha sempre aiutata. Potremmo definirla una amica fedele che è sempre pronta ad ascoltarti. In questo romanzo ho cercato di metabolizzare qualcosa di amaro che sto vivendo attualmente; un qualcosa legato proprio al finale del libro e che quindi non posso rivelare. È stato un percorso doloroso e liberatorio in egual misura e con cui ancora devo imparare a convivere.

3)  Come hai lavorato allo spargimento degli indizi? Li avevi già tutti in mente o hai dovuto tornarci più volte?

Mai in passato, ho lavorato alla struttura della storia come per questo romanzo. Era necessario dosare bene indizi e seminarli nei punti giusti, in modo tale che si potessero raccogliere nel finale del libro. Sicuramente, non è stato un lavoro semplice. Infatti, in un paio di momenti durante la stesura del libro, mi sono bloccata per sistemare alcuni punti salienti del plot.

4)  Da questo romanzo si potrebbe trarre un film o una miniserie, è molto cinematografico, anzi mi auguro che qualche produzione o regista possa leggerlo e innamorarsene; avresti qualche attore che vedresti bene nei panni dei personaggi principali?

Grazie! Lo spero tanto anche io. Credo che una miniserie di tre episodi sarebbe l'ideale. Continuando a sognare, vorrei che fosse girata da Gabriele Mainetti, oppure da Guillermo Del Toro. Per quanto riguarda il cast, sceglierei Tom Hiddleston per interpretare Flavio, mentre per Claudia, Olivia Wilde. Anche per Martin, l'infermiere che spesso segue e monitora Claudia, avrei il volto ideale: Vin Diesel.

5)  Progetti attuali? A cosa stai lavorando?

A breve uscirà un nuovo racconto horror per il progetto Bestie d'Italia, edito dalla NPS Edizioni. Attualmente sto lavorando a un romanzo post apocalittico e dietro l'angolo mi aspetta una trilogia urban fantasy horror ambientata a Roma, che ha fatto di recente capolino nella mia testa.

6)  Dove possono trovarti i tuoi fans nei prossimi giorni?

Ci sono tanti eventi a cui parteciperò e altri che sono in fase di ideazione. Vi invito a seguire la mia pagina Facebook Elena Mandolini per tutti i futuri dettagli. Intanto vi aspetto assieme alla DZ Edizioni al Cartoomics di Milano il 14 e il 15 marzo, alla Deepcon 2020 di Fiuggi il 20 marzo e, infine, venerdì 27 marzo alla doppia presentazione assieme all'amico e collega Roberto Ciardiello presso La Chanceria, in zona Tuscolana.

Grazie per essere stata con noi !


Inutile dire che stra -consiglio a tutti questo romanzo che mi è piaciuto moltissimo!

Ricapitoliamo i dati:

  • Titolo: L’ultima cura
  • Autrice: Elena Mandolini
  • Editore: Dark Zone
  • Data di uscita: 12-11-2019
  • Prezzo: € 14,90
  • Link: Amazon


Per sinossi ed estratti vi rimando all’articolo sul romanzo precedentemente postato qui su IUF.
Alla prossima!

lunedì 24 febbraio 2020


SEGNALAZIONE: TRA OSTENTAZIONE E AUSTERITA'. LE TOMBE DI VEIO TRA IL VI E IL IV SECOLO A.C. di MARCO ARIZZA


Un interessante saggio scientifico sugli Etruschi appena uscito


Carissimi, riprendiamo i post culturali con la segnalazione del saggio di Marco Arizza, l'etruscologo a cui mi sono affidata per l'approfondimento storico del mio racconto "Il dono dell'aruspice" inserito in Oracoli.

Il volume presenta uno studio sull’architettura funeraria, sui corredi e sugli spazi del rito relativamente alle tombe dal territorio di Veio tra VI e IV secolo a.C. Attraverso la raccolta della documentazione di scavo inedita e d’archivio che integra quanto già noto nella bibliografia, l’autore presenta un corpus ragionato dei contesti funerari etruschi che rientrano nel campione; i dati, talvolta tra loro assai eterogenei, sono sistematizzati all’interno di un catalogo, ideato ad hoc, strutturato secondo la gerarchica: sito, tomba, unità funeraria, materiali. La grande quantità di informazioni processate ha permesso di formulare, in una apposita sezione del volume, alcune osservazioni di tipo tassonomico e statistico utili alla elaborazione e codificazione di una nuova e articolata definizione tipologica relativa ad una specifica architettura funeraria. Un capitolo è interamente dedicato all’ideologia e alle scelte legate al complesso sistema che la sepoltura rappresenta: il frutto di meccanismi socio-culturali che vedono fondersi le volontà autorappresentative del defunto e della sua famiglia e la partecipazione della comunità nell’accogliere e interpretare questa manifestazione. Le considerazioni conclusive delineano il quadro storico di riferimento nel quale si manifestano i fenomeni trattati, permettendo di avanzare delle ipotesi di ordine storico e sociale utili alla conoscenza della città etrusca di Veio.

Conosciamo meglio l'autore:

Marco Arizza è dottore di ricerca in Archeologia,
curriculum Etruscologia (Sapienza 
Università di Roma). È stato associato di ricerca presso l’Istituto di Studi sul Mediterraneo Antico del CNR e hébergé presso l’École Normale Supérieure di Parigi. Ha diretto indagini di scavo e progetti di ricerca a Roma e nell’Italia centrale; i suoi studi si concentrano sull’archeologia funeraria e i contesti santuariali, con particolare riguardo alle fasi preromane del Lazio e dell’Etruria. Lavora presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche ed è referente per le Scienze Umane e Patrimonio Culturale di CNR Edizioni; è membro di alcuni Comitati Editoriali e di Redazione di periodici scientifici dell’Ente. Si occupa inoltre di etica della ricerca nel campo dei Beni Culturali su incarico della Commissione per l’Etica e l’Integrità nella Ricerca del CNR. Ha organizzato incontri di studio e convegni internazionali ed è autore di numerosi contributi scientifici; ha curato il volume Società e pratiche funerarie a Veio. Dalle origini alla conquista romana (2019) e co-curato La scoperta di una struttura templare sul Quirinale (2015) e I dati archeologici. Accessibilità, proprietà e disseminazione (2018).

Ricapitoliamo.

Titolo: Tra ostentazione e austerità. Le tombe di Veio ta il VI e il IV secolo
Autore: Marco Arizza
Collana: Bibliotheca Etrusca
Editore: Arbor sapientiae
Genere: saggio 
Pagine: 440, illustrato
Prezzo: € 45
Link: sito dell'editore

venerdì 21 febbraio 2020





RECENSIONE:  DYLAN DOG N. 401 L’alba nera



Dylan Dog riparte dal remake del mitico n. 1, La notte dei morti viventi






Cari lettori,
dopo aver letto il n. 401 di Dylan Dog ho deciso di rileggere il n. 1, posto come una sacra reliquia in libreria, incellophanato e mai più aperto da più di 30 anni.

Eccolo! 

 Dopo i fatti narrati nell’onirico n. 400, Dylan ricomincia da capo, e, come annunciato, lo fa riproponendo la storia narrata ne “L’alba dei morti viventi” in chiave  contemporanea.

 Dunque in questo numero troviamo un Dylan più tenebroso, con la barba, un cappotto nero anziché la giacchetta, a suo agio con la tecnologia; non sa suonare il clarinetto, e non si diletta con un galeone ma con un teschio. 


La storia è la medesima, anche alcune scene sono praticamente le stesse. Sybil Browning si rivolge a Dylan perché il marito è morto e … risorto, nel mentre la polizia indaga. Bloch ora è soprintendente, sempre adiuvato da Jenkins, ma troviamo le prime due new entry: l’ispettore Carpenter e la poliziotta Karim, lui nero, lei musulmana. In effetti Londra è multietnica, ma soprattutto la donna è nientepopodimenochè... la ex moglie di Dylan!
Non è questa l’unica differenza con la storia di Dylan Dog, così come l'abbiamo letta in tutti questi anni.

Questo nuovo Dylan è un mix tra il vecchio Dylan e un altro personaggio sclaviano, quel Dellamorte Dellamore su cui hanno anche fatto un film cult con Rupert Everett (terribile!)(Il film, non Rupert Everett). 

Io vi ho avvertiti...

Infatti, dopo esser stato un policeman alcolista, per un periodo è diventato guardiano dei cimiteri, e qui ha conosciuto Gnaghi.

Dylan e Gnaghi


Rupert/Dellamorte e Gnaghi (uguale uguale)

Qui c’è un punto cruciale: perché eliminare Groucho? Non faceva più ridere? Era fastidioso? Può essere, ma anche con il tenero Gnaghi che si esprime solo con un Gnà non credo si risolva in meglio l’eventuale fastidio; anche perché le scenette di lui che gnagheggia e solo Dylan capisce e gli risponde, non è certo un'idea nuova.
Proseguendo con la comparazione tra i due numeri, nel n. 1 Dylan, Groucho e Sybil si recano in Scozia a Inverness, seguendo il dott. Xabaras/Abraxas sulle tracce del virus Zombi; qui invece restano a Londra e vanno direttamente all’obitorio. Xabaras è comunque presente.

Il ritmo è molto veloce, ci sono scambi di battute divertenti, Dylan è citazionista anche qui, anche se ha rimodernato il repertorio:  nel n. 1 citò Ghostbusters e gli spettri sumeri nel frigo, qui Unbreakable di Shyamalan e altro.
Affinità e divergenze, dunque; c’è una grossa novità sulla presunta paternità di Dylan, che sarebbe il cliffangher finale, ma non spoilero ulteriormente.
Le matite di Recchioni sono perfette per la storia, sfumate e ricche di neri, molto belle le tavole. D’impatto anche la cover metallizzata, disegnata da Cavenago. La storica cover del n. 1 invece fu disegnata dal Texiano Claudio Villa.

Che dire sulle operazioni reboot/remake (non ci si capisce niente, anche Dylan ironizza e auto ironizza sulla vicenda…)? Non è la Bonelli la prima ad attuarla, la Marvel ci pensa ciclicamente, ed è comprensibile: dopo anni e ani i personaggi diventano ripetitivi, però trasformandoli il più delle volte perdono il loro fascino. Secondo me, meglio trasformarli che lasciarli morire.

Nel complesso, questo numero è stato di mio gradimento, senza però entusiasmarmi.
Cosa accadrà dopo questi sei numeri che si preannunciano appunto remake di vecchie storie? Lo scopriremo ne prossimi mesi.


  • Titolo: L’alba nera
  • Autori: Sclavi, Recchioni, Roi
  • Editore: Sergio Bonelli
  • Genere: fumetto horror, avventura
  • N: 401
  • Prezzo: € 3,90
  • Link: Sergio Bonelli


 Il trailer di Dellamorte Dellamore (non dite che non ve lo avevo detto...)


martedì 18 febbraio 2020


IVELISECINEFESTIVAL - V EDIZIONE 




Si terrà dal 20 al 23 febbraio 2020 presso il Teatro Ivelise di Roma la V edizione del festival per cortometraggi e documentari provenienti da tutto il mondo




Prodotto dal Teatro Ivelise e dall’Associazione Culturale Allostatopuro, patrocinato dalla Regione Lazio, dal Comune di Roma, da Acsi e Metis Teatro e organizzato in collaborazione con Teatro Kopò, il Caffè Letterario Mangiaparole,  il Laboratorio di Arti Sceniche diretto da Massimiliano Bruno, il Festival arriva alla sua V Edizione nel 2020 e avvia le proiezioni nella ricorrenza della data di nascita di Ivelise Ghione (fondatrice del Teatro Ivelise). L'evento si articolerà in tre giornate, dal 20 al 22 febbraio 2020, con la premiazione e la tavola rotonda di chiusura festival, domenica 23 febbraio, alla quale parteciperanno i finalisti, gli addetti stampa e i membri della Giuria degli Esperti.

Dopo il grande successo ottenuto nelle scorse edizioni, l’IveliseCineFestival continua a perseguire l’obiettivo principale di creare, attraverso l’arte, una rete di incontro, dialogo, condivisione, tra cineasti e spettatori, mirando, inoltre, a offrire visibilità ad artisti emergenti, valorizzandone le opere.

A tal fine, Teatro Ivelise ha consolidato negli anni collaborazioni con importanti realtà del panorama artistico capitolino con l’intento di allargare la divulgazione delle opere partecipanti. Fin dalla I Edizione, infatti, ha creato una rete di  proiezioni parallele in diverse sedi artistiche della capitale, oltre alla sede madre del Teatro Ivelise (Via Capo d'Africa 8-12). La rete, in via di espansione, conferma per questa prossima edizione, la proiezione della programmazione nelle seguenti sedi:  il Caffè Letterario Mangiaparole, Metis Teatro ed il Laboratorio di Arti Sceniche diretto da Massimiliano Bruno.
Come ogni anno verrà costituita una Giuria di Esperti che, per le ultime due edizioni, ha visto come Presidente Massimiliano Bruno (Regista, Sceneggiatore e Attore).
La Giuria decreterà 4 Nomination per ogni Categoria: Miglior Opera, Miglior Regia, Miglior Fotografia, Miglior Montaggio, Miglior Sceneggiatura, Miglior Attore Protagonista, Miglior Attrice Protagonista, Attore Rivelazione, Attrice Rivelazione.
Come nelle precedenti edizioni, il pubblico dell’ IveliseCineFestival  sarà partecipativo, in quanto  costituirà Giuria Popolare, decretando la Migliore Opera a Categoria di Genere.



Saranno 26 le opere cinematografiche che andranno in Concorso alla V Edizione dell’IveliseCineFestival, su oltre 300 candidature da tutto il mondo.

Sono 6 le categorie di genere che si costituiscono, a mancare quest’anno sarà la categoria di genere Fantasy (purtroppo, NdR)

-          Documentario
-          Tematica Sociale
-          Drammatico
-          Commedia
-          Horror
-          Animazione


La giuria di esperti sarà composta da Maurizio Di Rienzo (Presidente della Commissione dei Giurati - Giornalista e Critico Cinematografico), Daniele Barbiero (Vincitore per due edizioni di seguito del festival - Regista e Autore), Fabrizio Lucci (Direttore della Fotografia), Vincenzo Alfieri (Attore e Regista) e Maddalena Ravagli (Autrice e Sceneggiatrice).
Saranno loro a decretare la Miglior opera fra tutte, la Miglior Regia, la Miglior Sceneggiatura, la Miglior Fotografia, il Miglior Montaggio, il Miglior Attore e la Migliore Attrice, l’Attore Rivelazione e l’Attrice Rivelazione.


Di seguito, le opere in concorso dei generi seguiti da IUF tra quelli proposti, animazione e horror.

Le Nomination



Categoria di genere ANIMAZIONE

  • “Song Sparrow”


Regia: Farzaneh Omidvarnia
Produzione: Farzaneh Omidvarnia

Sceneggiatura: Farzaneh Omidvarnia, Mehdi Rostampour
Direzione della Fotografia: Farzaneh Omidvarnia
Montaggio: Farzaneh Omidvarnia
Durata: 11’ 43”


Sinossi: Un gruppo di rifugiati prova a raggiungere un paese sicuro in cerca di una vita migliore. Pagano un contrabbandiere per trasportarli oltre il confine in un camion frigo. Tuttavia, la gelida temperatura del camion trasforma le loro speranze per un futuro migliore in una lotta feroce per la sopravvivenza.

  •  “Inanimate”


Regia: Lucia Bulgheroni
Produzione: NFTS – National Film and Television School
Sceneggiatura:
Andrew Eu, Lucia Bulgheroni
Direzione della Fotografia: Ronnie McQuillan, Lucia Bulgheroni
Montaggio: Raphael Pereira
Cast: Erin Austen, Jay Taylor, Jassa Ahluwalia
Durata: 8’ 40’’

Sinossi: Katherine ha una vita normale, un lavoro normale, un fidanzato normale e un appartamento normale. O almeno è quello che pensa fino al momento in cui tutto comincia a caderle letteralmente a pezzi!




  •  “An Idea”


Regia: Juan Paulin
Produzione: Juan Paulin

Sceneggiatura: Juan Paulin
Direzione della Fotografia: Juan Paulin
Montaggio: Juan Paulin, Mauricio Bustamante
Durata: 6’ 33”

 Sinossi: Possono succedere tante cose quando si è in cerca di un’idea.




Categoria di genere NOIR/HORROR



  • “L’Interprete”


Regia: Hleb Papou
Produzione: Giuseppe Brigante, Quasar
Sceneggiatura: Giuseppe Brigante, Emanuele Mochi, Hleb Papou
Direzione della Fotografia: Cosimo Caroppa
Montaggio: Fabrizio Paterniti Martello
Cast: Lorena Cesarini, Roberto Negri, Aisha Montana
Durata: 16’ 59”
 Sinossi: Francesca Osigwe, italiana di origini nigeriane, collabora con la polizia traducendo intercettazioni relative al traffico della prostituzione. Il caso di omicidio di una madame, legato a doppio filo a un oscuro patto Juju, la metterà a confronto con le sue paure più profonde.


  • “The Mirror (ending 1)”


Regia: Massimiliano Mauceri
 Produzione: Massimiliano Mauceri
 Sceneggiatura: Massimiliano Mauceri
 Direzione della Fotografia: Alessandro Zonin
 Montaggio: Massimiliano Mauceri
 Cast: Carlotta Galmarini
 Durata: 2’ 14”
Sinossi: Una ragazza si guarda allo specchio e sogna… Ma la realtà è diversa.



  •  “Plate”


Regia: Chenxi Li
Produzione: Chenxi Li
Sceneggiatura: Chenxi Li, Francesco Furesi
Direzione della Fotografia: Alessandro Panzeri
Montaggio: Chenxi Li, Francesco Furesi
Cast: Simone Famiglietti, Kateryna Aresi, Vincenzo Giannattasio
Durata: 8’ 44”



Sinossi:  Il cortometraggio è una metafora della lotta e dell’ingordigia umana che avidamente sfrutta e dissangua il nostro pianeta. L’Umanità banchetta all’opulento tavolo di Madre Natura.


 Link del sito ufficiale:    Teatro Ivelise






  

lunedì 17 febbraio 2020



Write together for human rights





Il progetto letterario in favore di un’associazione benefica organizzato da due gruppi Facebook vedrà presto la luce



Logo di Self creato dall'illustratore Antonello Venditti
(no, non il cantante)




Buon anno cari lettori, oggi parliamo di un progetto molto speciale, come vi ho anticipato nel post di fine anno.

Per la prima volta, due tra i più celebri e seguiti gruppi letterari (e non solo) di Facebook hanno unito le forze per organizzare un evento unico: 14 squadre composte da autori, editors, artisti, vidomakers e bloggers creeranno dei racconti a tema, che saranno raccolti in un’antologia i cui proventi andranno a un’associazione benefica che si occupa di diritti umani. Quale? Si saprà in seguito.

Partiamo dai due gruppi Facebook, Scrittori e lettori Fantasy, Self per i followers, e Scripta Manent: gli admin si sono gemellati per creare questo progetto, e già questo è un bellissimo segnale in un mondo, quello dei gruppi Facebook, certamente vario e interessante, ma fatto anche di individualismi, ripicche, protagonismi e via discorrendo, proprio come il mondo reale.
Basta così poco invece per collaborare e tirar fuori idee che possono davvero fare la differenza, e loro l’hanno fatto.


E veniamo a noi. Infiniti universi fantastici sarà il blog della squadra Terramare, composta, oltre che dalla sottoscritta Alessandra Leonardi, dall’autrice Eireann Leah Reid, dal disegnatore Fabio Leone, Andreina Grieco in veste di videomaker e dalla editor Teresa Alonzi.

Il racconto fantasy ideato da Eireann, “Mavis e il Millenario”, affronta due tematiche molto importanti, quelle del bullismo e della fiducia in sé stessi. I protagonisti sono “diversi” rispetto alle caratteristiche somatiche della propria razza, e questo li porterà a sentirsi esclusi, ma non rinunceranno a partecipare a una fondamentale missione.
Un chiaro esempio di come il genere fantasy racchiuda in sé messaggi decisi e profondi e non sia solo un genere escapista e d’intrattenimento.

Ma sentiamo direttamente dalle voci dei protagonisti come hanno lavorato al progetto.

 1) Eireann, Fabio, Andreina, Teresa: presentatevi ai lettori di IUF, lasciando anche i link ai vostri siti e alle vostre pagine social!

E: Ciao a tutti, sono Eireann e sono un’autrice emergente di racconti  fantasy. Da sempre affascinata da tutto ciò che è mistero, magia e paranormale, mi sto cimentando nella stesura della mia saga “Witch Hunters” (composta da racconti - che sto pubblicando in self - e romanzi). Se volete saperne di più su di me e i miei personaggi, ecco i miei contatti:

F: Salve a tutti, sono Fabio Leone, illustratore professionista.  Per quanto io ricordi ho sempre adorato il “creare” qualcosa con le mie mani. Non importava fosse disegnare, modellare, ritagliare o lavorare il legno... questa mia inclinazione si e' trasformata in uno studio sistematico solo diplomandomi in Accademia e poi iniziando a lavorare nell'editoria tramite una agenzia di illustratori.  Potete vedere molti dei miei lavori ai seguenti link:

A: Ciao a tutti. Sono Andreina, autrice della saga fantasy mediorientale "Yohnna e il Baluardo dei Deserti" e di un racconto per la raccolta di beneficenza "I viandanti di Eirahn". Oltre a scrivere amo cantare jazz, fare cosplay e frequentare fiere del fumetto. Il videoediting è una passione nata all'università che ho rispolverato per la causa.
Sito ufficiale: http://andreinagrieco.it

T: Ciao! Sono Teresa, e sono una media strategist, notate che non ho scritto “social”: mi occupo di comunicazione su ogni livello, ed i social sono solo una parte. Tutto è iniziato con i miei primi lavori in casa editrice, come editor e correttore di bozze, e nonostante il mio impiego attuale sia un altro continuo a lavorare con le parole, lavorando come editor free lance.

2) Perché avete deciso di partecipare al progetto Writetogether?

 E: Per mettermi alla prova. Ti confesso che non ho molta dimestichezza con i racconti, soprattutto quando si tratta di scrivere una storia con una traccia delineata da altri e in un numero di battute ben stabilito. Una bella sfida. Felice di averla accettata, anche perché mi ha dato la possibilità di lavorate con un team davvero affiatato e competente.

F: Almeno una volta l'anno cerco di ritagliare del tempo per lavorare a progetti a scopo umanitario. Inoltre lavorare con un nuovo gruppo di persone porta sempre a risultati nuovi e talvolta sorprendenti.

A: Ho scoperto l'iniziativa grazie a Vincenzo Romano, con cui ho collaborato per "I Viandanti di Eirahn". Non avevo ispirazione per un altro racconto, ma volevo partecipare lo stesso perché in questi casi ogni aiuto è importante. Appena ho letto "Videomaker", mi sono ricordata della mia passione dei tempi dell'università.

T: Stavo cercando un gruppo per lavorare ad un testo fantasy, così ho approfittato dell’occasione. Inoltre lo scopo umanitario del contest mi ha dato la spinta definitiva: così mi sono messa in ballo.


 3) Questa è la prima volta che lavorate “in gruppo”? Come vi siete trovati?

E: Ho avuto modo di lavorare a un racconto a più mani, tempo fa, per un contest su SeLF. Bellissima esperienza, anche se un po’ sconclusionata a causa dei tempi strettissimi e i vari impegni degli altri autori (c’era una fiera in mezzo) con i quali ho collaborato. Con il Team Terramare è stata subito intesa. Siamo riusciti a coordinarci e a gestire il progetto al meglio. Sono molto soddisfatta del lavoro svolto insieme. Ognuno ha fatto la sua parte dando il meglio di sé. Sono orgogliosa di far parte di questa squadra.

F: È stata una esperienza gradevole e senza complicazioni. Il tema trattato mi ha permesso di creare una illustrazione adatta in relativamente poco tempo e ciò mi ha permesso di sperimentare anche con una inchiostrazione diversa dal mio “solito”. Tutto il team ha lavorato con impegno e dedizione. Una esperienza che ripeterei con piacere.

A: Questa è la seconda esperienza dopo i già citati Viandanti. Ho trovato il gruppo Terramare motivato, positivo e soprattutto velocissimo. Ricevere una bozza da Eireann quasi subito mi ha di sicuro velocizzato il lavoro.

T: Non è il mio primo gruppo di lavoro, ed avevo smesso di accettare gruppi occasionali, soprattutto se vengono dal web. Invece mi sono trovata molto bene, ci siamo mossi in armonia sin dall’inizio ed il racconto mi è piaciuto molto da subito. Mi sono approcciata con un pizzico di paura, ma ora mi sento fortunata ad aver partecipato con questo gruppo.




 4) Eireann, chi sono i protagonisti della nostra storia?
I protagonisti sono Mavis, una giovane e sfiduciata Drahian Impura bullizzata dalle sue coetanee e Lou, un vecchio Nagu Smilzo che ha lasciato il suo villaggio a causa della propria “diversità”. Insieme partiranno per un’importante missione che li porterà sia ad accettarsi che a farsi accettare dalle rispettive razze.


 5) Eireann, perché hai deciso di affrontare queste tematiche specifiche?

L’idea mi è venuta dopo aver ascoltato il racconto di mia figlia che aveva assistito a una scena di bullismo-razismo femminile in palestra, dopo un allenamento di basket. Un gruppetto di bullette di 11/12 anni aveva chiuso in bagno una loro compagna di origini asiatiche solo perché quest’ultima indossava una maglietta che loro reputavano “infantile”. Quando è riuscita a uscire è corsa via piangendo, nella totale indifferenza degli allenatori (adulti) che, evidentemente, avevano altro per la testa. La cosa mi ha sconvolta e inviperita a tal punto che ho iniziato a pensare di scrivere un racconto a tema per denunciare questi atteggiamenti di cui si parla sempre poco e con troppa leggerezza. Poi è arrivata l’occasione di partecipare al #writetogether e beh, il resto è storia.


 6) Fabio, come lavori in genere con gli autori, e nello specifico in questo caso sei riuscito subito a intuire le idee dell’autrice?

Avendo una esperienza decennale con autori ed art-director, posso dire senza cliché di averne viste davvero di tutti i colori: dal cliente che non ha idea di ciò che deve chiedermi all'art-director che sa spingermi verso direzioni nuove ed interessanti. La mia prassi di lavoro è strutturata attorno all'idea: “prima studio, poi disegno”, in pratica spendo l'80% del mio tempo sul progetto a parlare con il committente, capire cosa gli/le piace del mio portfolio, cosa cerca di ottenere da una illustrazione... una volte che tutti questi aspetti sono chiari, metto mano alla penna ed inizio a raffinare alcune idee. Se le idee hanno riscontro positivo allora tutto il resto procede speditamente... altrimenti si ritorna a studiare il problema. In questa occasione il team ha reagito subito positivamente agli schizzi proposti. Le idee alla base della illustrazione erano chiare e semplici, quindi non e' stato difficile passare dalla progettazione all'esecuzione in tempi brevi.



D.7) Andreina, come hai impostato il tuo lavoro di videomaker per questo racconto?

Vengo dagli Anime Music Video, dove la musica era la componente principale. Sono partita quindi cercando una colonna sonora gratuita che si adattasse al racconto di Eireann. Ho scelto una musica che parte con delle note acute di piano che ricordano il  pianto sommesso di Mavis, per poi esplodere con un tripudio di violini che suggeriscono un'avventura frenetica. Da lì in poi ho selezionato video e immagini gratuite che si adattassero sia al racconto e sia anche all'andamento della canzone. Mi sentivo un po' arruginita a usare i programmi dopo tanto tempo ma alla fine mi sento molto soddisfatta del risultato.



 8) Teresa, come affronti in genere l’editing e come hai lavorato sul testo dell’autrice in questo caso?

Editare una storia è un lavoro delicato, un autore quando scrive dà vita a qualcosa di nuovo, ed io entro nel suo mondo per fare dei cambiamenti. Bisogna muoversi con cura, cercando di immedesimarsi nell’autore per capire le sue scelte, ma si deve restare dalla parte del lettore e creare un testo comprensibile.
In questo caso mi sono sentita più libera perché non avevamo un target da valutare, questo mi ha permesso di accogliere il lavoro di Eireann senza paletti. Ci sono stati pochissimi aggiustamenti, ed è stato un piacere lavorare al testo.


 9) In che modo pensate che questa esperienza vi abbia arricchito?

E: Lavorare con un team così affiatato è stato pazzesco e mi ha fatto scoprire lati del mio carattere che non sapevo di avere. Attraverso poche indicazioni Fabio ha colto l’essenza di Mavis e Lou creando una cover spettacolare; Teresa mi ha seguito con la fase di editing in maniera davvero professionale; Andreina ha confezionato un booktrailer degno di nota e Alessandra ci ha offerto questo spazio sul suo blog. Che volere di più?

F: Il team ha lavorato in modo affiatato ed efficiente. E' energizzante vedere un gruppo così eterogeneo, composto anche da persone “emergenti”, dedicarsi con grande attenzione ad ogni dettaglio. 

A:  A credere nelle mie capacità e anche a cercare aiuto quando serve. Eireann mi ha aiutato con feedback e suggerimenti sui testi da inserire, Fabio ha modificato la sua illustrazione per permettermi di inserirla nel video.


T: Mi è piaciuto trovare un team tanto comprensivo, e sono stata stupita dalla professionalità di tutti. Non mi è sembrato un lavoro amatoriale, e mi sono trovata molto bene: posso dire di aver conosciuto dei veri professionisti.



 10) Cosa vi aspettate da questo progetto?

E: Siamo in 14 squadre e conoscendo la maggior parte degli autori, illustratori ed editor partecipanti, so già che l’antologia sarà un lavoro di altissimo livello. Non so ancora a quale ente verrà destinata l’antologia ma sono più che sicura che il progetto riscuoterà il successo e la visibilità che merita

F: Mi auguro che questo progetto possa avere un esito proporzionale all'impegno speso e riesca a lanciare tutte le persone coinvolte verso nuove occasioni lavorative.

A: Vista la valanga di persone partecipanti, immagino che avrà un bel ritorno di pubblico e quindi produrrà tanto ricavato in beneficenza. Sono curiosa di scoprire quale sarà l'ente benefico che sponsorizzerà il progetto.


T: Mi auguro di poter leggere delle storie interessanti, e spero che si ripeta anche l’anno prossimo.




Amici lettori e follower, non lasciatevi scappare questa antologia quando vedrà la luce! Vi terremo aggiornati sul progetto #Writetogether .
Intanto gustate il fantastico booktrailer creato da Andreina Grieco.
Stay tuned!