sabato 31 ottobre 2020

RACCONTO DI HALLOWEEN

 LA PORTA di ALESSANDRA LEONARDI




Carissimi lettori,

per Halloween vi dono questo racconto, riveduto e corretto, uscito qualche anno fa in un'antologia horror. 

Buona lettura!

                                                                        

                                                 La Porta


Sapevo che il derby proprio il 31 ottobre sarebbe stato un casino, sin da quando a fine luglio è uscito il calendario del campionato. Un vero casino. E non solo perché Sonia mi avrebbe scassato le palle con qualche stupida festa in maschera, mentre io avevo l’abbonamento in Curva Sud, no: era per quel ‘problemino’ lì. Ma non potevo mancare al derby. “Andrà come deve andare. Magari scopro che il problema è solo nella mia testa” penso. “Allora, abbonamento preso, documenti presi, sciarpa presa, bombe carta oggi meglio di no… devo passare dal pusher. Saluto i miei, inforco il motorino smarmittato e parto alla volta dello stadio Olimpico.

 

Il rettangolo di gioco è lontano ma allo stesso tempo vicino, sembra quasi possibile fare un solo passo ed essere lì a giocare, con la folla osannante e il conto in banca pieno. Non fa freddo per essere fine ottobre. Il Sorcio è arrivato e già snocciola dati e statistiche sui derby giocati il giorno di Halloween nel corso della storia, poi tira fuori i foglietti delle scommesse effettuate.

«Questa è un rischio, ma se mi vince il Leicester prendo mille euri! Ma che c’hai stasera, Luca, ti vedo perso… che ti sei calato?»

«Soliti cannoni, dose multipla. Non c’era però Ahmed, mi sa che se lo so’ bevuto! C’era un altro. Oggi devo stare calmo, molto calmo». Sorcio mi guarda storto, poi continua a mostrarmi le ricevute delle sue giocate.

Attendiamo il fischio d’inizio. Sento bussare sulla spalla. “Sarà il solito vecchio che vuole la solita sigaretta” penso. Mi giro torvo, ma non trovo il tizio che in genere siede dietro di me. Sotto al cappello, un volto marrone scuro, le orbite nere e prive di bulbi oculari e pezzi di materia grigia che fuoriescono dalle orecchie. Le labbra non le ha, e i denti gialli spiccano su quella faccia orrida.

Mi rigiro di scatto e rattrappisco nel giaccone.

«Ma che hai visto un fantasma? Hai una faccia…» mi fa il Sorcio.

«Sì, tipo» mormoro. Non so se è colpa dell’hashish del nuovo pusher o del ‘problemino’.

La partita inizia, solita caciara, tutti in piedi a cantare e strillare. Tra il pubblico noto qui e là occhi vacui che mi osservano, facce staccate a metà col cervello colante, esseri ricoperti da vermi, tutti rivolti verso di me. Ma nessun altro sembra farci caso, li vedo solo io. Cerco di guardare il campo, solo il rettangolo di gioco.

Alla fine del primo tempo, il telefono squilla.

«Amo’, come va la partita? Vinciamo? Perfetto! Sono già alla festa, ti aspetto! Esci prima, daaai! Ti mando l’indirizzo su Whatsapp. A dopo, sbrigati!»

Sì, mi sbrigo. Forse è meglio che me ne vada prima, in effetti” penso.

A un quarto d’ora dall’inizio del secondo tempo mi alzo e inforco le scale.

«Ma dove vai?» mi chiede il Sorcio.

«Tanto vinciamo quattro a zero, vado alla festa, così non trovo traffico. Ciao!»

Mentre salgo la scalinata di corsa, sento qualcosa di gelido che mi blocca una caviglia, rischiando di farmi cadere. Guardo in basso: una mano scheletrica si avvinghia sopra il mio piede destro, provocandomi brividi fin dentro le ossa. Col fiato grosso, mi volto piano e vedo uno di quegli esseri che mi fissa, apre la bocca sdentata e marcia come per parlarmi, ma non ne esce che fetido fumo. Scuoto la gamba per liberarmi e corro ancora più veloce verso il parcheggio dei motorini. Un paio di guardie mi notano, e credendo chissà cosa, mi rincorrono.

Non ci voleva, cazzo!” Se mi fermo a slegare lo scooter quelli mi raggiungono e mi fanno perdere un sacco di tempo. Allora corro verso i cespugli all’inizio di via dei Gladiatori; là sotto, ben nascosti, qualche mazza ferrata o tirapugni ci sta sempre: l’unico modo sono due mazzate in testa, mica per far loro male, solo per tramortirli e permettermi di fuggire.

Scavo più in fretta che posso: sembra non esserci nulla. Prima del derby hanno bonificato ben bene l’area, i maledetti sbirri. Ormai ce li ho addosso: mi afferrano per un braccio e sento di nuovo odore di cimitero e freddo da oltretomba. Uno di loro ha il berretto che tenta di celare la testa sfondata, l’altro ha all’altezza dello stomaco uno sbrego dal quale fuoriescono interiora nere e pullulanti di vermi. E cercano di parlarmi anche loro, come il tizio allo stadio. Con la mano ancora libera, finalmente riesco a trovare un bastone scampato al repulisti della polizia, lo estraggo dal terreno e inizio a menar fendenti, senza trattenermi, ma è come picchiare l’aria: i due non vengono scalfiti. In compenso iniziano a svanire, io mi divincolo e scappo. Sento il cuore in gola. Lo sapevo che non dovevo uscire di casa oggi!

Inforco il motorino e smanetto a tutto gas verso l’indirizzo della dannata festa di Halloween, sulla via Cassia.

La nebbiolina livida calata su Roma Nord non promette niente di buono. Una vocina nella mia testa mi dice “Luchino, torna a casa!”, ma io niente, sgaso il motorino al massimo e cerco di non fare caso a quell’essere spappolato che si rotola sul ciglio della strada, o a quell’auto in cui seduto dietro c’è un bambino dal colorito bianco-grigiastro e gli occhi cerchiati di viola, e la bocca spalancata e nera.

 

Mi sa che mia nonna aveva ragione.

 

Suono alla porta, e mi apre una tipa vestita da Morticia Addams: che fantasia! Sonia mi corre incontro, con due shottini in mano:

«Amooooo’! Finalmente! Tieni, bevi!» mi porge il bicchierino e mi bacia: vestita da streghetta in effetti è sexy. Ma stasera non è cosa.

Intorno a me si aggirano maschere di tutti i tipi: dalle più banali o fuori tema, tipo i soliti Batman, Lord Fener, Scream, Freddy Krueger, fantasmi e diavoli vari, e qualcosa di più figo, tipo il gruppo di The Walking Dead, o il tizio vestito da Cappellaio Matto depresso, quello del sequel cinematografico.

La padrona di casa dev’essere un’amante del Giappone, poiché l’appartamento è pieno di stampe nipponiche e su un mobile troneggia una vera katana.

La casa ha un giardino, e con Sonia appesa al mio braccio mi dirigo lì, noncurante delle sue lamentele. Mi butto su un divanetto in un angolo e le dico di andare a fare quello che stava facendo prima, che devo riposarmi un attimo.

«Amo’, ma che ti sei preso? Sei strano una cifra» squittisce, ma obbedisce.

Cerco di concentrarmi, di estraniarmi dal casino festaiolo. La musica è lontana, e gli schiamazzi pure. Poco lontano ci sono due ragazzi vestiti da vampiri che si baciano, appassionati e noncuranti.

 

Avevo cinque anni quando i miei mi portarono in giro per il quartiere vestito da fantasmino, il giorno di Halloween. Non ho ricordi nitidi, solo flash in cui vedo mostri di ogni genere: ho tanta paura, urlo e piango. Gli anni successivi, il 31 ottobre sono sempre stato da nonna Ada, che si chiudeva in camera con me, al buio, e mi cantava ninne-nanne finché non mi addormentavo. Verso i dodici anni, ho notato che spargeva sale intorno alla stanzetta e poi irrorava l’ambiente con acqua santa, e le chiesi il perché.

«Perché tu sei come me, tesoro mio: sei una Porta. La notte di Ognissanti è uno di quelli in cui le distanze tra il mondo dei vivi e quello dei morti sono più labili, ed essi ti vedono, come se fossi un faro. Vogliono parlarti, ma soprattutto vogliono passare attraverso di te per tornare tra i vivi. E tu non devi permetterglielo» spiegò.

Non le chiesi neppure il motivo, da quanto ero terrorizzato. Mamma e papà non credevano a nulla di tutto ciò: per loro era solo una vecchietta strampalata, ma la lasciavano fare.

Dopo quattro anni la nonna morì. Quell’Halloween lo passai nella mia stanza solo e strafatto, quello successivo in ospedale in coma etilico; e poi quest’anno, in cui ho pensato che avevano ragione i miei, erano tutte fantasie da vecchia folle, e sono uscito lo stesso. Non potevo perdere il derby, cazzo. Sempre un po’ fatto, ma ‘sti bomboni del nuovo pusher non valgono una ceppa. Oppure sì, e tutto ciò che sto vedendo è colpa della roba. Sono confuso.

Riapro gli occhi.

Il giardino è infestato di morti. Sono vicini, ormai mi circondano. Iniziano a sfiorarmi, passano attraverso di me lasciandomi gelo e nausea.

Tutti iniziano a vederli e si complimentano per i costumi.

Io sono immobile, semisdraiato sul divanetto, quando vedo una figura familiare davanti a me.

«Nonna».

«Tesoro mio».

«Perché ti sento?»

«Perché vuoi sentirmi».

«Cosa vogliono tutti questi morti ritornati?»

«Te lo avevo spiegato, Luchino. Portare con loro i vivi. Trascinarli nelle tenebre. Tu devi impedirlo».

«E come?»

Domanda inutile: nonna Ada se n’é andata così come era venuta, dal nulla all’improvviso.

Intorno a me iniziano a succedere cose strane: gente accasciata al suolo, gente che scappa, urla, qualcuno ride, i vampiri gay ci danno dentro incuranti di tutto. Mi alzo, vado nel salone e prendo la katana. La sfodero come se fossi un personaggio dei cartoni animati, tipo Goemon di Lupin III insomma.

Inizio col decapitare un non-morto-ritornato alla mia destra: stavolta posso colpirli.

Si sono materializzati dopo essere passati dentro di me, i bastardi.

Qualcuno mi attacca da dietro, ma non sento nemmeno più dolore: mi giro e ne trafiggo un altro. Sento Sonia in lontananza che urla “Amooooo’ ma che faiiii?”. Le ordino di chiudersi nel cesso con le amiche sue. E continuo a sterminarle i vivi-morti: fanno rumore come quando sfondi una zucca. Qualcuno sanguina e urla, strano! Ah, sono un po’ confuso e becco anche qualche vivo-vivo.

Scivolo sul sangue e sulle interiora di qualcuno che ho sbudellato, mi rialzo e continuo la mattanza: mi sembra di aver combattuto per ore, invece è durato tutto pochi minuti.

Quando non c’è più nessuno, mi accascio al suolo anche io.

 

Sono al gabbio da un anno e ancora il processo non è finito. Sono quello che sui giornali, le tv e internet viene descritto come “il diciottenne drogato e ubriaco che ha fatto strage di coetanei la notte di Halloween”.

L’avvocato d’ufficio mi ha fatto fare la perizia psichiatrica, che afferma che sono uno “schizofrenico paranoide”, come mia nonna, dicono. Sonia non mi ha mollato, perché stando con me è diventata super-popolare e dice che su Instagram guadagna un botto. I miei mi vengono a trovare al carcere di Rebibbia tutte le volte che possono e sono fiduciosi che mi faranno fare solo qualche anno di cure psichiatriche, poi tornerò libero.

Solo che domani è di nuovo Halloween, e io sono in galera, senza niente per stordirmi e né armi per difendere i vivi.

 

 Alessandra Leonardi 

Buon Halloween!



Ph Free CC0 di Enrique Meseguer e Alexa Photos by Pixabay

giovedì 29 ottobre 2020

SEGNALAZIONE: TEMPOREALE DI NICOLA PAGAN

Un romanzo di fantascienza con viaggi nel tempo





TEMPOREALE”

Il ritrovamento di uno strumento per viaggiare nel tempo, per Leonardo Bontempi, segna l’inizio di una sfolgorante carriera da archeologo. Ma sarà anche l’inizio della sua più grande ossessione: stiamo vivendo davvero il presente reale?



Cari viaggiatori nello spaziotempo,

oggi parliamo di un nuovo romanzo di fantascienza edito da Edikit, Temporeale di Nicola Pagan 

La sinossi:

Leonardo Bontempi, famoso archeologo, da quando trova un misterioso strumento che gli permette di viaggiare nel tempo sviluppa una strana ossessione per il futuro: crede di stare vivendo eventi che sono già accaduti, di essere nel passato di qualcun altro e che il presente reale si trovi nel suo futuro.

Quando, in uno dei suoi salti nel tempo, incontra un viaggiatore dal futuro, ne ha la prova e parte alla ricerca del presente reale.

Un giorno del 1998, però, ricompare nel giardino di casa e muore sotto gli occhi del figlio, Ettore. Per il giovane Bontempi sarà l’inizio di un viaggio tra le pieghe del tempo, alla scoperta di verità impossibili da immaginare.


Conosciamo meglio l'autore:

Nicola Pagan nasce a Gallarate 46 anni fa e vive i primi ventitré anni della sua vita a Busto Arsizio, dove si diploma al Liceo Scientifico. Si convince di poter studiare Astronomia, così si iscrive alla facoltà di Fisica a Como ma, dopo avere aperto il libro di Analisi Matematica, capisce che, se proprio dovrà prendere una laurea, non sarà in Fisica. Dopo due anni sabbatici e uno di servizio militare, si iscrive al corso di Operatore dei Beni Culturali a Pavia. Lì si trasferisce e si laurea con brillantezza, incontrando per la prima volta l’archeologia.

Nel 2002 inizia a lavorare come archeologo in alcune società del nord Italia, fino a quando decide di mettersi in proprio.

Dal 2006 si trasferisce in Franciacorta, a Monticelli Brusati (Brescia), per amore della compagna e del rinomato vino, ma per lavoro si sposta ovunque sia necessario.

TempoReale è il suo primo romanzo.


Recap:

  • Titolo: TempoReale
  • Autore. Nicola Pagan
  • Genere: Fantascienza
  • Editore: Edikit
  • N. di pagine: 164
  • Prezzo cartaceo: € 12
  •             ebook: € 3,99
  • Link: Amazon 


lunedì 26 ottobre 2020

RECENSIONE FUMETTO : ALESSANDRO MAGNO


 Un  fumetto della Mondadori Comics sul  grande eroe macedone e il suo sogno

 


Carissimi,

conoscevo già la  collana Histroica della Mondadori Comics, ma non conoscevo questa sottocollana dedicata alle biografie di personaggi storici famosi di tutte le epoche.  Tra i vari disponibili in libreria ho scelto questo su Alessandro Il Grande, e c’è da spiegare perché?

No, non è perché non lo conosco, ma perché è uno dei personaggi  più importanti della Storia, per certi versi ancora misterioso.

 

La graphic novel è incentrata sul “sogno” di Alessandro, su come è maturato e come è finito; occasione per raccontare i fatti è l’incontro a Menfi, nel 300 a.C., davanti alla statua del Macedone, di due uomini che lo hanno seguito nelle sue imprese, un oplita e uno scriba che era stato assistente di Callistene, colui a cui il condottiero diede il compito di scrivere le sue gesta.


La battaglia di Isso, mosaico situato al MANN (Napoli)

I due ricordano i fatti accaduti dall’arrivo di Alessandro proprio a Menfi fino alla sua morte, passando per  tutte le battaglie e gli accadimenti principali e soffermandosi soprattutto sulla volontà del Macedone di unire Greci e Persiani in un solo grande popolo, un’idea troppo avanti rispetto all’epoca.

Alcuni fatti poco spiegabili sono risolti in modo insolito dagli autori.

 

C’è quindi nella storia molto poco dei suoi rapporti personali , tipo con la moglie Rossane o con l’amato Efestione, essendo basata più che altro sulle sue gesta e sul pensiero che c’era dietro.

 

I disegni, di Antonio Palma, sono bellissimi, i personaggi ricchi di espressioni; l’assistente scriba è identico a Ben Kingsley!

Precise le ricostruzioni, le scenografie e i costumi, molto belli i colori pastellati, sabbiosi dell’Arancia studio.

Gli autori, Blengino e Goy, si sono avvalsi della consulenza storica di Paulin Ismard.

Ottima l’edizione, bella copertina che ritrae il sovrano in trono; alla fine c’è pure un riassunto storico della vita del condottiero, corredata da foto e illustrazioni.

Anche per chi già conosce la storia del Macedone, un albo imperdibile. Potrebbe essere dato da leggere nelle scuole, purtroppo i fumetti sono ancora troppo poco considerati.

 

Recap

  • Titolo: Alessandro Magno
  • Autori: Blengino, Goy, Palma, Ismard
  • Editore: Mondadori
  • Collana Historica biografie n. 18
  • Genere: graphic novel storico, biografia
  • Data di uscita: 2018
  • N. di pagine: 56
  • Prezzo: € 8,99
  • Link: Mondadori store

giovedì 22 ottobre 2020

SEGNALAZIONE: TERRA NOVA DI CATERINA FRANCIOSI

Un racconto di fantascienza ambientato su un altro pianeta 




Cari navigatori degli spazi siderali nonché web,
oggi vi parliamo di un racconto lungo di fantascienza, Terra Nova di Caterina Franciosi, Delos Digital.

Un nuovo pianeta, senza ingiustizie, senza carceri, senza problemi. Ma forse i problemi ci sono, ma sono stati nascosti.

La sinossi:


Una "Terra Nuova": sì, ma quale?
Emel vive a New Beacon: pianeta trovato nel cosmo, terraformato e ripopolato dai superstiti del disastro ecologico terrestre. Qui vige un nuovo benessere, non esistono carceri e tutti sono felici e prosperi, salvi dall'anarchia dei progenitori. Ma se è davvero così, perché ai confini ci sono i ribelli? E perché la giornalista Victoria, moglie del funzionario di propaganda Emel, è sparita senza che il Governo abbia fatto altro che insabbiare tutto?
Alla ricerca di risposte, Emel si trova presto in un gioco più grande di lui, verso un altro pianeta, molto più antico e molto più vero, che forse non è affatto nuovo… ma che ospita risposte, resistenze, rinascite. E la verità di cui si ha bisogno per vivere.
Conosciamo meglio l'autrice, Caterina, Franciosi: 
Caterina Franciosi è nata nel 1990 in una piccola cittadina della riviera romagnola al confine con le Marche. Ha frequentato il Liceo Classico e, successivamente, la facoltà di Lingue e Culture Straniere all’Università di Urbino. Nel 2018 apre il blog Il Salotto Letterario che si occupa di interviste e recensioni. Collabora con diverse case editrici, siti web, gruppi Facebook e riviste, tra cui l’associazione culturale Italian Sword&Sorcery nella sezione racconti e il magazine Life Factory Magazine nella sezione recensioni. Ha pubblicato racconti in varie antologie, tra cui Eau de VampireIl Marinaio e la Sirena e Vento del Nord (in Dreamscapes – I Racconti Perduti, editrice GDS), Dietro il muro (in Ali Spezzate, PAV Edizioni, contro la violenza sulle donne), Corvi di Guerra (in Guerriere, antologia fantasy al femminile edita da Le Mezzelane) e La carità di murt (in Halloween all’italiana, dal contest del portale LetteraturaHorror.it). Il suo racconto La pioggia ricorda è uscito per la collana Delos Passport.
Recap:
  • Titolo: Terra Nova
  • Autrice: Caterina Franciosi
  • Genere: fantascienza
  • Editore: Delos digital
  • Collana: Futuro presente
  • N. di pagine: 56
  • Prezzo ebook: € 1,99
  • Link: Amazon

lunedì 19 ottobre 2020

RECENSIONE: UN GIOCO CHE NON SONO IO DI ELISA CORDOVANI

 

Una raccolta illustrata di poesie contro la violenza di genere

 


Cari lettori,

Un gioco che non sono io di Elisa Cordovani, con illustrazioni di Alice Walczer Baldinazzo, è uno dei volumi che compongono la Collana Gli Straordinari di Nps edizioni (gli altre due sono Anime Contro di Alessio Del Debbio e Giovani inversi di Romina Lombardi). Il tema stavolta è la violenza di genere.

 

La curatrice Romina Lombardi nell’introduzione del volume presenta l’opera cogliendone tutte le sfumature, riassunte dalla quarta di copertina:

"Un gioco che non sono io" è una silloge poetica contro la violenza di genere. Una presa di posizione, per ricordarci quanto siamo fragili, vittime o carnefici dei nostri chiaroscuri e di quelli degli altri. Un invito a comprendere di quale "gioco", psicologico e fisico, siamo succubi. E a tirarcene fuori. A dire No, scegliendo l'amore per se stessi e per gli altri. Le poesie di Elisa Cordovani raccontano in modo lucido, profondo, straziante e lenitivo insieme, lo stupro non di un corpo, non di una mente, ma di una vita intera. Le donne ritratte nei versi vanno fino in fondo al proprio dolore, per capirlo, ma soprattutto per essere consapevoli di potergli sopravvivere. Sono donne che si trasformano nella vergogna che provano, nelle lacrime che pensano di non aver diritto a versare, negli occhi feriti dei loro padri e madri. Donne, i cui volti e pose, ritratti da Alice Walczer Baldinazzo, sono figure magnifiche che si fanno amare e ripudiare al medesimo tempo, senza che si riesca a dimenticarle.

 La lettura di queste poesie, corredate dalle bellissime illustrazioni della Baldinazzo, è un viaggio emotivo molto intenso in cui vengono sfiorate tante corde: sogni infranti, freddo, dolore, colpa, ricordi.

I corpi sono in primo piano: corpi violati, sofferenti, in cui i lividi rimangono a imperitura cicatrice della violenza subita, e le figure disegnate da Alice li rappresentano alla perfezione.

 

Il vocabolario usato da Elisa Cordovani è ricercato e fa un largo uso di allegorie per sviscerare l’ampia gamma di sensazioni e pensieri delle donne rappresentate.

 Alcune di queste poesie sono ermetiche: possono essere ricollegate ad altri traumi, altri dolori secondo il proprio vissuto, non necessariamente a una violenza subita; altre invece sono più palesi, come quella dedicata a Elisa Amato, vittima di violenza nel 2019.

L’edizione è curatissima e le illustrazioni meravigliose, un’opera che consiglio assolutamente.

 

Procediamo con la consueta intervista all’autrice, Elisa Cordovani. 


 

1)          Ciao Elisa, benvenuta su Infiniti universi Fantastici. Ci parli di te e della tua passione per la poesia?

 Grazie dell’ospitalità! Ho 44 anni e vivo a San Miniato, un piccolo borgo tra Pisa e Firenze. Sono impiegata nella grande distribuzione e volontaria in varie realtà associative. L’ essere volontaria e dare un aiuto a chi è in difficoltà è una parte importantissima nella mia vita. Ho da sempre la passione per la scrittura. Amo la poesia perché rappresenta uno straordinario spazio di libertà per chi scrive e per chi legge. Mi piace il tentativo di trasmettere attraverso la poesia una mia personale emozione, una mia storia e permettere- ecco la sua potenza - a chi legge, di percepire a sua volta, un’altra emozione, diversa, anche contrapposta e di poter sentire attraverso i versi una sua storia, una sua vicenda.

 

 

2)         Perché una raccolta sulla violenza di genere?

 La violenza di genere e le tematiche femminili e di parità sono da sempre un terreno di mio interesse.  Durante gli anni universitari mi sono occupata di prostituzione e tratta degli esseri umani Sono stata vittima di stalking nel 2014 e successivamente ho partecipato a un percorso di formazione per operatrici in un Centro antiviolenza.

 

 

3)         Hai fatto la volontaria in un centro antiviolenza, le poesie sono tutte ispirate alle vite che hai incrociato?

 Le poesie contengono alcune esperienza personali e rappresentano la trasposizione delle emozioni, delle storie che mi hanno affidato nel corso del tempo altre donne. Non solo storie ascoltate nei centri, ma anche racconti e vite incrociate nel privato

 

4)        A quale poesia ti senti più legata e perché?

Sono legata a più poesie: la prima è Donna Amicizia, è il mio addio a una carissima amica, Alessandra Marchiseppe, morta per una malattia, pochi mesi prima dell’inizio di questo progetto. Il volume è dedicato a lei e a tutto quello che mi ha donato come donna e amica.

Sono poi molto legata alle tre poesie scritte per ricordare la tragica morte di Elisa Amato, una giovane donna uccisa dal suo ex. Questa tragedia mi ha scosso profondamente perché avvenuta vicinissima a me e mi ha fatto riflettere molto a lungo sulle emozioni, sul dolore e sulla solitudine di una madre, di un padre e di tutti coloro a cui viene strappata una persona amata uccisa per mano di chi dice di amarla.

 

 

5)         Quali sono i tuoi poeti preferiti?

 Leggo con grande piacere Antonella Anedda, Elisa Biagini, Silvia Bre. Mi piace molto anche lo scomparso Mark Strand.

 

6)        Programmi  futuri?

 Dal punto di vista della scrittura in questo momento ho la necessità emotiva di mettere un po’ di distanza tra me e le poesie. Non è stato facile lavorare a questo progetto, soprattutto non è stato facile donare una parte così profonda di sé. Quindi sto lavorando alla stesura di un romanzo, era tanto tempo che avevo in testa i personaggi, alcune parole simboliche e adesso ho trovato il momento giusto per iniziare a scriverlo. 

 

Grazie per essere stata con noi, alla prossima!

 

Recap

 

  • Titolo: Un gioco che non sono io
  • Autrice: Elisa Cordovani
  • Illustratrice: Alice Walczer Baldinazzo
  • Genere:Poesia
  • Editore: Nps edizioni
  • N. di pagine: 60
  • Prezzo: € 10
  • Link: Amazon

venerdì 16 ottobre 2020

SEGNALAZIONE: SEGUI LE TUE PAROLE DI AAVV

 

Un’antologia a scopo benefico organizzata dal gruppo Facebook Segui le tue parole

 


 Cari lettori,

oggi segnalo un’antologia a scopo benefico che porta il nome del gruppo Facebook da cui è nata, grazie a Francesca Arcelloni e alla Libeccio edizioni/CTL, “Segui le tue parole”.

 

Il ricavato del volume sarà devoluto a Pontedera nel cuore, un’associazione che si occupa di persone bisognose, e verrà consegnato alla responsabile, Serena Nesti. Il volume sarebbe stato anche disponibile al Pisa Book Festival, ma proprio ieri è giunta la notizia che è stato annullato a causa dell'emergenza sanitaria, purtroppo.

 

Il giorno 17 ottobre si terrà una presentazione alla libreria “Civico 14” a Marina di Pisa sia dell’antologia sia del libro di Francesca Arcelloni Cambi di prospettiva.

 

 

All’antologia Segui le tue parole, dedicata ad Antonella Scotti, una donna colpita duramente dal Covid19 e poi guarita, hanno partecipato i seguenti autori, con racconti e poesie; di ogni autore è presente una biografia.



La sottoscritta Alessandra Leonardi ha partecipato con 4 poesie.

 

  • Antonella Scotti
  • Silvia Zoncheddu
  • Flavio Canfora
  • Lucia Lo Bianco
  • Paolo Arigotti
  • Laura Gronchi
  • Vincenzo e Matteo Mirra
  • Fabrizio Olivero
  • Daniela A. Sabato
  • Daniela Soncina
  • Rosaria Selicati
  • Maddalena Tassan
  • Ilaria Romiti
  • Elena Pucci
  • Valeria Smaniotto
  • Matteo Piergigli
  • Cristian Venturelli
  • Meri Lolini
  • Michela Castello
  • Cinzia Perrone
  • Alessandra Leonardi
  • Maria Enea
  • Ornella Tafuro
  • Sandro Cartei
  • Bernardo Rossi
  • Daniela Campoli
  • Dorianna Giacomelli
  • Francesca Arcelloni

 

 

L’antologia ha 202 pagine, il prezzo è € 14 e si può acquistare contattando Francesca Arcelloni tramite il gruppo Facebook “Segui le tue parole”, e alla presentazione di cui sopra.

 

giovedì 15 ottobre 2020

Segnalazione: Inganno imperfetto di Andrea Bindella

Un romanzo di fantascienza dove le cose non sono ciò che sembrano



Cari viandanti spaziali,

oggi parliamo di un nuovo romanzo di fantascienza, Inganno imperfetto di Andrea Bindella.

Questa la sinossi:

«Dove pensate di essere, ora? Questa è una prigione e sono stati i vostri genitori a firmare le autorizzazioni per l’incarcerazione. Qui non c’è democrazia. Questo è il mondo di Ekate, le faccio io le regole e voi tremerete solo a sentire questo nome, ve lo posso assicurare. Ora che abbiamo finito con le presentazioni, iniziamo con la “rieducazione”.»
Tutti i giorni John Anderson torna a casa dopo una giornata di duro lavoro. Cucina, pulisce, ascolta un disco, legge un libro e si sdraia sulla poltrona della Game Enterprise per collegarsi al "gioco". Eppure, la sua non è una vita normale, soprattutto dopo il tramonto. Perché John, nella realtà virtuale, è noto come Alan ed è un efferato assassino che miete vittime al ritmo di due al giorno. Ma Alan non è solo un criminale, è anche uno dei pochi a conoscere la verità sulla Game Enterprise, sul finto benessere in cui si crogiola l'umanità e sui veri "Signori" che dominano la terra. Nella solitudine che lo circonda, John esegue gli ordini e cerca in tutti i modi di impedire che la verità venga a galla, ma un terremoto sta per colpirlo. Tutto quello per cui si è battuto sta per essere distrutto e forse il mondo conoscerà finalmente i suoi veri padroni.


Un estratto

Prese posto in una fila centrale e con molta cautela cercò di farsi un’idea di chi fossero quelle persone intorno a lui e soprattutto di che genere di posto si trattasse.
«Ben trovati, amici! Per aspera sic itur ad astra!» li salutò un uomo attraverso il microfono del palco.
«Ad astra!» risposero in coro i presenti.
«Per chi non mi conoscesse ancora, potete chiamarmi Baphomet» sorrise. «Ovvio che si tratti di un artifizio, come qui e tutto il resto».
Un brusio si sollevò tra la folla.
«Non vi agitate, è ancora presto. Se siete venuti qui è perché siete alla ricerca della verità e vi starete chiedendo tutti la medesima cosa: potrà Baphomet renderci uomini liberi?». Fece una breve pausa per osservare i volti dei presenti. «La verità, signori miei, vi renderà liberi!».
Un applauso improvviso lo interruppe.
«Vi prego, non c’è bisogno di applaudire. Non vorrete sembrare tante foche ammaestrate, voglio sperare, o almeno, lasciamo credere loro che non ci abbiano ammaestrato così bene, in fondo».
«Rendici liberi, Baphomet!» urlò, una donna, tra la folla.
«Sì! Rendici liberi!» strillarono, altre persone, in coro.
«Tutto a suo tempo, l’importante è che non mi interrompiate ogni tre parole, altrimenti faremo notte solo con i convenevoli».
La folla scoppiò a ridere.
«Amici, fratelli! Verrà il giorno in cui ci ribelleremo, ma per farlo, dobbiamo tracciare un percorso e seguirlo fino alla meta. Sono tante le cose che ho da dirvi e vi assicuro» fece una breve pausa per dare più enfasi alle proprie parole «che molti di voi le rifiuteranno, nonostante le prove schiaccianti che vi mostrerò. Non preoccupatevi, è normale. Il cervello stenta a credere alla realtà quando questa è talmente assurda da dover essere per forza vera».

Conosciamo l'autore:

Andrea Bindella è nato a Perugia e vive ad Assisi. 

A dodici anni inizia a scrivere la sua prima opera, un libro di fantascienza intitolato Il Ritorno delle Furie, “pubblicato” su un quaderno a quadretti, di quelli che si usavano alle medie. Pur coltivando la scrittura come passione, dopo aver conseguito il diploma all'Istituto Tecnico per Geometri, inizia gli studi in Ingegneria Civile che decide poi di interrompere per dedicarsi alla libera professione e aiutare la sua regione a rialzarsi dopo il terremoto del 1997.
Quando la crisi finanziaria ed economica del 2008 travolge il suo settore professionale e tutto sembra perduto, Andrea trova la forza e il sostegno per andare avanti proprio nella scrittura: capisce che non serve piangersi addosso e che occorre rimboccarsi le maniche. Scrivere lo spinge a una continua riscoperta e crescita interiore.
Oltre alla scrittura, Andrea ama cucinare, ascoltare musica rock, pop e jazz e fare lunghe passeggiate immerso nel rumore della risacca del mare d’inverno.
Nel 2017 scopre il self-publishing; questa opportunità lo sprona a trovare la forza di tirar fuori dal cassetto le sue storie e pubblicarle.

Contatti
Sito: https://andreabindella.com/
Facebook: https://www.facebook.com/andreabindellaautore/
Instagram: http://instagram.com/andrea.bindella
Twitter: http://twitter.com/AndreaBindo





Recap:

  • Titolo: Inganno Imperfetto
  • Autore: Andrea Bindella
  • Editore: Self Publishing
  • Genere: Fantascienza
  • Pagine: 198
  • Prezzo: eBook € 2,99 / Cartaceo € 9,99
  • ISBN: 9798669993634
  • Link: Amazon

lunedì 12 ottobre 2020

RECENSIONE SERIE TV: STAR TREK DISCOVERY 1° STAGIONE



 

La nuova serie di Star Trek è il prequel della serie classica




Cari esploratori spaziali,

era da tempo che non seguivo così appassionatamente una serie tv, tanto da terminare in breve tempo la stagione e aver iniziato già la 2°. Eppure avrete letto in giro commenti non positivi, e vi chiederete se amo fare la bastian contraria o non ci capisco niente della materia trekkiana. Non è esattamente così: la serie ha senz'altro delle pecche, ma quale serie non ce l’ha? Il fatto è che il fandom duro e puro è iper critico, e li capisco pure, ad esempio a me i film degli X-Men fanno c@§@r€ quasi tutti… Ma certe critiche sono abbastanza pretestuose, come storcere il naso per le divise diverse oppure per la monoespressività della protagonista interpretata da Soneqa Martin-Green, che, intendiamoci, non è da Oscar ma sta nel personaggio che si porta molto dolore e molta responsabilità sulle spalle. Funziona.

Oh, d’altronde pure Nicholas Cage fa due espressioni, eppure funziona nei suoi ruoli!

Eh?!? 

Altre critiche colgono più nel segno, come la mancanza di continuity: la serie è un prequel della serie classica, ma perché non ci sono riferimenti al riguardo, soprattutto tenendo conto del fatto la protagonista, Michael Burnham, è stata allevata su Vulcano da Sarek e Amanda, quindi è sorellastra di Spock?...

Costei nelle prime puntate si ammutina per salvare la sua nave da un attacco Klingon, contravvenendo agli ordini del suo capitano, ma fallisce; viene prima imprigionata, poi ha una seconda possibilità sulla USS Discovery, comandata dal Capitano Lorca, un ottimo Jason Isaacs, il mio personaggio preferito della serie. Carismatico, ha i suoi scopi personali da perseguire, ma si dimostra sempre un buon capitano. Almeno fino a metà stagione...

Sulla Discovery hanno trovato un modo per viaggiare a super-velocità warp, e anche questo è un punto di discordanza con la serie classica, ma probabilmente ci spiegheranno dopo il perché. Sicuro, è un metodo pericoloso…

La serie procede nello spirito avventuroso trekkiano, con relazioni varie (amicizie, amori...)tra i personaggi dell’equipaggio, tutti molto carini e ben delineati e pericoli da affrontare: non ci si annoia mai, tra corse all’ultimo secondo e colpi di scena non scontati. A metà serie ce ne sono un paio di grossi, uno dei quali non mi è del tutto chiaro; penso che avrebbero dovuto spiegare meglio alcuni fatti che non posso specificare per non spoilerare.

Nel finalissimo di stagione, incontriamo una vecchia conoscenza, così magari i fans più sfegatati si placano!

Tecnicamente ben realizzata, non si poteva certo pretendere il mantenimento degli stili anni '60 per quanto riguarda la scenografia, il rinnovamento è stato necessario.

Molto carina anche la sigla, che alla fine richiama lo storico refrain.

Credo che mi slurperò la 2° stagione in un warp!

 

Recap:

 

  • Titolo: Star Trek Discovery
  • Genere: fantascienza
  • Stagioni: 2- continua
  • N. puntate: 15+14+…
  • Produzione: USA (CBS)
  • Rete di trasmissione italiana: Netflix
  • Cast: Sonequa Martin Green, Jason Isaacs, Doug Jones, Shazad Latif, Anthony Rapp, Mary Wiseman, Michelle Yeoh

 

Trailer 1° stagione:


 



giovedì 8 ottobre 2020

RECENSIONE- RIZOMI DEL SOLE NASCENTE DI AA.VV.

 

 Un antologia di racconti di fantascienza ispirati allOriente

 


Konnichi wa, cari amanti del lontano Oriente. Unantologia di fantascienza con un titolo e una copertina simili non potevo lasciarmela sfuggire, e non dovreste neppure voi. I racconti ispirati, ambientati, o con un richiamo alle terre dellEst sono stati raccolti e curati da Gian Filippo Pizzo, una garanzia; sono di vario genere e stile, mai banali.

 

Il primo racconto, Stelle dinverno di Monica Serra, e il mio preferito, la narratrice di mondi stavolta ha superato se stessa nelloffrirci questa storia dal duplice punto di vista, quello di una creatura che cresce in un uovo e apprende le nozioni riguardanti il mondo e la storia e quello di Sakura, una donna giapponese del periodo medievale, che fuggendo da guerre e stragi si rifugia in un santuario in montagna. Qui nel torii appare in una luce luovo, che si sta frantumando. Pazientemente, la donna lo ripara con tecnica e maestria, e cosi facendo ripara anche le proprie ferite. Lautrice richiama la tecnica del kintsugi, ovvero riparare con oro le cose rotte per dar loro una seconda vita, ancora piu preziosa (ovviamente Sakura non usa loro!). Questa metafora si adatta perfettamente al prosieguo della storia, dallo stile immersivo. Bellissimo, anzi, bellerrimo!

 

Col secondo racconto cambiamo completamente genere e stile. Gli alieni dellOriente tenebroso di Danilo Arona e un racconto divertente che ironizza sulle mode alimentari importate dalloriente, di ambientazione italiana, molto scorrevole e leggero. Un gruppo di personaggi misteriosi si recano al negozio del protagonista facendo man bassa di alimenti macrobiotici. Chi saranno? Diversi i richiami alla cultura pop. Molto carino.

 

Galattica di Antonino Fazio e un racconto dallo stile molto cinematografico, in cui il protagonista, un illustratore, e la bella vicina Wu Wei si ritrovano coinvolti in una spericolata missione. Il richiamo allOriente qui e determinato dal Tao, complessa filosofia che nella storia ricopre una certa rilevanza, non solo teorica. Molto dinamico e coinvolgente.

 


Segue Interferenze di Lukha B. Kremo, un singolare racconto che si svolge su due piani. In uno, lhacker Tatsuya cerca di eliminare un virus- demone dalla Rete, utilizzando la meditazione; nellaltro assistiamo alla storia damore tra un principe persiano e una donna. Lautore col suo linguaggio rende quasi poetici i passi avventuroso-tecnologici in cui il protagonista cerca e combatte il demone, in un parallelismo tra la sua location, la Norvegia, e il cyber-spazio. 

Purtroppo del resto della storia non ci ho capito molto e non posso dire di piu.

 

Il racconto successivo sintitola Nel nome della Regina scritto da Irene Drago, ed e un altro dei miei preferiti. Lautrice trasporta il lettore in unavventura dai toni steampunk ambientata in India, ove un gruppo di persone si sta recando in una citta per compiere unimportantissima missione, ma qualcuno vuole impedirglielo. Con la sua prosa, Irene Drago prende il lettore per mano e gli mostra , svelandogli pian piano, tutte le particolarita di questo mondo, dei personaggi e della missione stessa. Grande fantasia e abilita nel descrivere il luogo di destinazione, sembra davvero di vederlo. Un racconto eccellente.

 

Con la storia successiva ci troviamo nella Cina del III sec a.C.,   Un racconto di pioggia e luna di Franco Ricciardiello. Di questo bellissimo racconto ho apprezzato molto la presenza di un personaggio storico, lImperatore Shin Huang Ti, e la rielaborazione in chiave fantastica delle sue imprese e delle sue volonta. Un altro dei miei racconti preferiti, bello stile, belle descrizioni, molto avvincente.



 Con Il sentiero del vuoto Stefano Carducci e Alessandro Fambrini ci portano in un futuro non meglio identificato, ove il protagonista e sulle tracce del famoso artista nipponico Utamaro Hiroshige. Il suo viaggio non e solo terreno, daltronde il titolo si riferisce a uno dei principi zen  principali, quello del vuoto, che e esso stesso la chiave per un percorso meditativo. Un racconto molto originale.

 


Disponendo il controllo dellImpero a Oriente di Sandro Battisti e un racconto filosofico- metafisico, in cui Florian e la sua compagna Kate si trovano in un luogo non meglio specificato, mentre allesterno lImpero connettivo va in disfacimento. Florian cerca risposte sul futuro tramite la meditazione e gli antichi oracoli cinesi, lI-Ching. Un racconto complesso e particolare, ricco di richiami alla caduta dellImpero romano.

 

Chiude la raccolta Noraebang di Serena M. Barbacetto, un bel racconto ambientato su unastronave scientifica in missione, la Chrysalis, in cui lIA della nave placa gli animi tramite la musica, tra cui canzoni coreane. Un racconto molto ben scritto.

 

Lediting e perfetto; la cover meravigliosa nella sua semplicita, una delle migliori che mi sia capitato di vedere ultimamente.

Consiglio vivamente questeccellente antologia a tutti gli amanti della fantascienza e non solo!


Recap

  • Titolo- Rizomi del sole nascente
  • Autore- AA.VV.
  • Curatore- Gian Filippo Pizzo
  • Genere- fantascienza
  • Editore- Kipple officina libraria
  • N. di pagine- 152
  • Prezzo cartaceo-  € 15
  • Prezzo ebook- € 3,99
  • Link - Amazon