lunedì 19 ottobre 2020

RECENSIONE: UN GIOCO CHE NON SONO IO DI ELISA CORDOVANI

 

Una raccolta illustrata di poesie contro la violenza di genere

 


Cari lettori,

Un gioco che non sono io di Elisa Cordovani, con illustrazioni di Alice Walczer Baldinazzo, è uno dei volumi che compongono la Collana Gli Straordinari di Nps edizioni (gli altre due sono Anime Contro di Alessio Del Debbio e Giovani inversi di Romina Lombardi). Il tema stavolta è la violenza di genere.

 

La curatrice Romina Lombardi nell’introduzione del volume presenta l’opera cogliendone tutte le sfumature, riassunte dalla quarta di copertina:

"Un gioco che non sono io" è una silloge poetica contro la violenza di genere. Una presa di posizione, per ricordarci quanto siamo fragili, vittime o carnefici dei nostri chiaroscuri e di quelli degli altri. Un invito a comprendere di quale "gioco", psicologico e fisico, siamo succubi. E a tirarcene fuori. A dire No, scegliendo l'amore per se stessi e per gli altri. Le poesie di Elisa Cordovani raccontano in modo lucido, profondo, straziante e lenitivo insieme, lo stupro non di un corpo, non di una mente, ma di una vita intera. Le donne ritratte nei versi vanno fino in fondo al proprio dolore, per capirlo, ma soprattutto per essere consapevoli di potergli sopravvivere. Sono donne che si trasformano nella vergogna che provano, nelle lacrime che pensano di non aver diritto a versare, negli occhi feriti dei loro padri e madri. Donne, i cui volti e pose, ritratti da Alice Walczer Baldinazzo, sono figure magnifiche che si fanno amare e ripudiare al medesimo tempo, senza che si riesca a dimenticarle.

 La lettura di queste poesie, corredate dalle bellissime illustrazioni della Baldinazzo, è un viaggio emotivo molto intenso in cui vengono sfiorate tante corde: sogni infranti, freddo, dolore, colpa, ricordi.

I corpi sono in primo piano: corpi violati, sofferenti, in cui i lividi rimangono a imperitura cicatrice della violenza subita, e le figure disegnate da Alice li rappresentano alla perfezione.

 

Il vocabolario usato da Elisa Cordovani è ricercato e fa un largo uso di allegorie per sviscerare l’ampia gamma di sensazioni e pensieri delle donne rappresentate.

 Alcune di queste poesie sono ermetiche: possono essere ricollegate ad altri traumi, altri dolori secondo il proprio vissuto, non necessariamente a una violenza subita; altre invece sono più palesi, come quella dedicata a Elisa Amato, vittima di violenza nel 2019.

L’edizione è curatissima e le illustrazioni meravigliose, un’opera che consiglio assolutamente.

 

Procediamo con la consueta intervista all’autrice, Elisa Cordovani. 


 

1)          Ciao Elisa, benvenuta su Infiniti universi Fantastici. Ci parli di te e della tua passione per la poesia?

 Grazie dell’ospitalità! Ho 44 anni e vivo a San Miniato, un piccolo borgo tra Pisa e Firenze. Sono impiegata nella grande distribuzione e volontaria in varie realtà associative. L’ essere volontaria e dare un aiuto a chi è in difficoltà è una parte importantissima nella mia vita. Ho da sempre la passione per la scrittura. Amo la poesia perché rappresenta uno straordinario spazio di libertà per chi scrive e per chi legge. Mi piace il tentativo di trasmettere attraverso la poesia una mia personale emozione, una mia storia e permettere- ecco la sua potenza - a chi legge, di percepire a sua volta, un’altra emozione, diversa, anche contrapposta e di poter sentire attraverso i versi una sua storia, una sua vicenda.

 

 

2)         Perché una raccolta sulla violenza di genere?

 La violenza di genere e le tematiche femminili e di parità sono da sempre un terreno di mio interesse.  Durante gli anni universitari mi sono occupata di prostituzione e tratta degli esseri umani Sono stata vittima di stalking nel 2014 e successivamente ho partecipato a un percorso di formazione per operatrici in un Centro antiviolenza.

 

 

3)         Hai fatto la volontaria in un centro antiviolenza, le poesie sono tutte ispirate alle vite che hai incrociato?

 Le poesie contengono alcune esperienza personali e rappresentano la trasposizione delle emozioni, delle storie che mi hanno affidato nel corso del tempo altre donne. Non solo storie ascoltate nei centri, ma anche racconti e vite incrociate nel privato

 

4)        A quale poesia ti senti più legata e perché?

Sono legata a più poesie: la prima è Donna Amicizia, è il mio addio a una carissima amica, Alessandra Marchiseppe, morta per una malattia, pochi mesi prima dell’inizio di questo progetto. Il volume è dedicato a lei e a tutto quello che mi ha donato come donna e amica.

Sono poi molto legata alle tre poesie scritte per ricordare la tragica morte di Elisa Amato, una giovane donna uccisa dal suo ex. Questa tragedia mi ha scosso profondamente perché avvenuta vicinissima a me e mi ha fatto riflettere molto a lungo sulle emozioni, sul dolore e sulla solitudine di una madre, di un padre e di tutti coloro a cui viene strappata una persona amata uccisa per mano di chi dice di amarla.

 

 

5)         Quali sono i tuoi poeti preferiti?

 Leggo con grande piacere Antonella Anedda, Elisa Biagini, Silvia Bre. Mi piace molto anche lo scomparso Mark Strand.

 

6)        Programmi  futuri?

 Dal punto di vista della scrittura in questo momento ho la necessità emotiva di mettere un po’ di distanza tra me e le poesie. Non è stato facile lavorare a questo progetto, soprattutto non è stato facile donare una parte così profonda di sé. Quindi sto lavorando alla stesura di un romanzo, era tanto tempo che avevo in testa i personaggi, alcune parole simboliche e adesso ho trovato il momento giusto per iniziare a scriverlo. 

 

Grazie per essere stata con noi, alla prossima!

 

Recap

 

  • Titolo: Un gioco che non sono io
  • Autrice: Elisa Cordovani
  • Illustratrice: Alice Walczer Baldinazzo
  • Genere:Poesia
  • Editore: Nps edizioni
  • N. di pagine: 60
  • Prezzo: € 10
  • Link: Amazon

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