racconti free

sabato 29 aprile 2017

     
 Silloge: Prospettive Differenti

Genere: Poesia, Racconti, Fotografia, Arte
Editore: Associazione Licenza Poetica
Pagine: 65
Prezzo di copertina: € 21
Link d’acquisto: sito dell'associazione

Dal concorso poetico-fotografico indetto per il terzo anno consecutivo dall’Associazione Licenza Poetica, con sede a Solcio di Lesa (NO), è nata la silloge “Prospettive differenti”, che si compone di tutte le poesie e di tutti i racconti vincitori e finalisti dell’edizione 2017, tutti corredati da una fotografia.

Perché un concorso poetico-fotografico? Com’è scritto nel sito dell’Associazione,

l’intenzione dell’Associazione è di condividere la Poesia con tutti coloro che hanno lo stesso desiderio e tentare di avvicinare anche chi, solitamente, non l’apprezza, ma ama altre “licenze poetiche”. Come licenze poetiche intendiamo tutte le espressioni artistiche che possano accompagnare la Poesia. E, da sempre, la fotografia, l’immagine, lo sguardo sono direttamente connessi ai versi dei poeti. Da qui l’idea del Concorso poetico fotografico, stringendo importanti promesse tra l’immagine e le parole.”

In occasione della Giornata Mondiale della poesia, il 25 marzo 2017 si è svolta la premiazione delle opere vincitrici del concorso, nella città sede dell’Associazione, in una serata animata dalla compagnia teatrale “La Marmotta” di Fagnano Olona.



Prospettive differenti”. Nella bellissima prefazione all’antologia , di Sonia Vannozzi, leggiamo una introduzione alle opere.
Ognuno di noi ha una sua peculiare visione del mondo; la prospettiva degli artisti è preziosa, e quest’antologia ci dona intensi e variegati frammenti di una unicità che si fa universale, in cui tutti possono rispecchiarsi, frammenti che nascono da conflitti e riflessioni e diventano poi armonia, con un unico filo conduttore che li lega gli uni agli altri: l’incertezza della condizione umana.

Il volume ha una forma singolare, quadrata, e una cover elegante e raffinata; ottime anche l’impaginazione e la resa delle fotografie, vividissime.

Di seguito l’elenco delle opere presenti nel volume, vincitrici e selezionate, tra cui la mia “combo” Angelo Barocco, poesia ispiratami da uno degli angeli marmorei di Ponte S. Angelo, statua ritratta nella foto collegata alla poesia.





SEZIONE A – POESIA E FOTOGRAFIA
VINCITORI
Primo posto: VALENTINA IMPERIU con la poesia PROSPETTIVE DIFFERENTI accompagnata dalla fotografia RIFLESSIONI ALCOLICHE di MAURIZIO INGROSSO – Cagliari
Secondo posto: CLAUDIO LEPRI con la poesia e la fotografia RACCHIUDO LA REALTA’ IN ANGOLI RETTI – Bareggio (MI)
Terzo posto: MARINELLA GIUNI con la poesia IL MIO RITORNO accompagnata dalla fotografia omonima di FRANCESCA TORNARI – Voghera (PV)
FINALISTI
LINA GABRIELLA con le opere ARCOBALENI
ASSUNTA SPEDICATO con le opere L’ISOLA SENZA MARE
SERENA ARTUSO con le opere SPECCHI
ALESSANDRA LEONARDI con le opere ANGELO BAROCCO
FRANCESCO CAPACCIONI con le opere PER UN PADRE
AGOSTINO BARLETTA con le opere FOTO-LEGENDA
ROSARIA LO BONO con la poesia SULLA PANCHINA DEL TEMPO accompagnata dalla fotografia omonima di BELLOMO SEBASTIANO
VINCENZO MIRRA con le opere NUVOLA
MARIA FRANCESCA GIOVELLI con le opere LA SEDIA VUOTA
GIANPIERA SIRONI con le opere A UN PASSO DAL CIELO
ROSANNA RUFFO con le opere SGUARDO NELL’INFINITO
CRISTINA PANU con le opere PERSA
FRANCESCO ROSSI (IGOR ISSORF) con la poesia LUCE accompagnata dalla fotografia omonima di IOANNU VASILIKI
STEFANIA ONIDI con le opere INVERNO
NICOLO’ BIZZINI con la poesia ERO FATTO DI VETRO accompagnata dalla fotografia CENERE ALLA CENERE di ANGELA COLAPINTO
ALDO PALMAS con le opere IL SUSSURRIO DEI SOGNI
FRANCESCO ISIDORO STASSI con le opere RECITANDO ME STESSA

SEZIONE B – RACCONTO BREVE (MAX 1800 BATTUTE) E FOTOGRAFIA
VINCITORI
Primo posto: ELISA CROSTA con il racconto e la fotografia LABIRINTI – Genova
Secondo posto: CRISTINA ALLACCIATI con il racconto e la fotografia BOCCIOLI – Caronno P. (VA)
Terzo posto: GABRIELE PECCATI con il racconto e la fotografia PERLE DI SAGGEZZA – Lodi
FINALISTI
WALTER WHITE con il racconto UN’IMMAGINE BLOCCATA, UN’ALTRA ELIMINATA accompagnato dalla fotografia TRANQUILLITA’ APPARENTE di RAMONA IBBA
CLAUDIA MANCINI con le opere IN ATTESA DEL VENTO

L’elenco è consultabile anche sul sito dell’Associazione, insieme a altre immagini e altri contenuti relativi all’antologia e alla premiazione, tra cui i testi di alcune opere.

Chi fosse interessato ad acquistare l’antologia, può contattare l’Associazione stessa.







lunedì 24 aprile 2017

                Recensione Fumetto: Le 7 Meraviglie






Titolo: le 7 meraviglie
Numeri: 3
Autore: Luca Blengino
Disegnatori: Vari
Editore: Star Comics
Genere: Fumetto; storico; avventura; romance; miti e leggende
Prezzo di copertina: € 13 nn. 1 e 2, € 15 n. 3
Link: Star Comics


Ci sono ben pochi  fumetti degni di essere gustati più di una volta. Tra questi c’è senz’altro “Le 7 Meraviglie”, tre volumi che contengono sette storie autoconclusive. Come si evince dal titolo, le sette meraviglie del mondo antico sono le protagoniste dei tre volumi: l’autore, Luca Blengino, è riuscito a imbastire trame in cui i celebri monumenti sono il fulcro degli avvenimenti narrati, non soltanto mero sfondo per le avventure dei protagonisti.
Al termine di ogni storia, l’autore ci offre una scheda del monumento celebrato, con dati, curiosità e vicende storiche conosciute, e ci spiega come ha utilizzato i dati confidandoci su cosa si è preso una licenza e su cosa invece è stato più rigoroso.

La prima meraviglia celebrata è la statua di Zeus a Olimpia. L’avventura è datata 432 a.C., durante l’Olimpiade: un fanciullo cerca il padre, un atleta lottatore di pancrazio cerca un figlio, alcuni uomini ateniesi cercano lo scultore Fidia e il segreto che ha celato nel suo capolavoro (la statua del dio). Le loro strade si incroceranno in un turbinio di passioni, lotte e colpi di scena.
Storia molto ben architettata, dietro la quale si cela un certosino studio sulle usanze antiche e sulla storia dell’epoca e dei personaggi storici citati; i disegni sono raffinati, ogni personaggio è ben caratterizzato tanto che ogni viso sembra un ritratto, gli sfondi ben disegnati e i colori, che vanno dall’ocra al verde, molto armoniosi.
Questo è uno dei miei racconti preferiti dei sette.

La seconda meraviglia è quella più misteriosa, i Giardini pensili di Babilonia. Siamo nel 585 a.C., e il popolo ebraico è sotto la schiavitù dei Babilonesi. Lo schiavo Hesediel, abile con la botanica, viene convocato a palazzo reale da Nabucodonosor, affinché costruisca magnifici giardini in onore dell’amata del sovrano sui palazzi di Babilonia. Qui s’innamora di Henkel, un’ancella della sacerdotessa del tempio di  Marduk, un amore proibito che però viene scoperto. Hesediel viene mandato alla ricerca di un magnifico fiore in terre lontane; nel mentre, più d’un personaggio trama nell’ombra…
Anche questa una storia molto ben congegnata, bellissimi i disegni, sia personaggi che sfondi, e bei colori, simili a quelli del racconto precedente.

Nel secondo dei tre volumi, troviamo come prima meraviglia il Faro di Alessandria, opera tra le più longeve delle sette celebrate.
Qui abbiamo un vero e proprio thriller: siamo nel 254 a.C., e il comandante Kiostrates deve indagare sulla misteriosa morte dello scienziato guardiano del faro, Telemakos. Verrà aiutato dal geniale perdigiorno Mathyatos, proprio nel periodo in cui Archimede da Siracusa arriva ad Alessandria. Intrighi, misteri, piani segreti e azione in un’avventura molto ben congegnata; circa i disegni, ottimi anche in questo caso, ci sono numerose vignette che ritraggono scene di massa, affatto facili considerato che è un fumetto di genere storico. Colori più brillanti rispetto alle storie precedenti. Molto avvincente.

La quarta meraviglia è il Tempio di Artemide a Efeso. Abder e Demeter, due ladruncoli in fuga, si imbattono nell’eccidio di un gruppo di sacerdoti provenienti da Delo; decidono di recarsi al loro posto presso l’Artemision, con lo scopo di appropriarsi del tesoro, e per questo ingaggiano un’attrice loro amica, Dafne, che impersonerà la sacerdotessa. La storia è ambientata proprio nel 356 a.C., l’anno in cui il tempio venne distrutto da un incendio, e qui assistiamo al processo che porterà alla sua fine: stavolta Blengino ci mostra, a differenza delle altre storie, il monumento nei suoi ultimi giorni di vita. La storia è carina, ma contiene un errore colossale: le donne nel mondo classico non potevano fare le attrici, i ruoli femminili venivano interpretati anche’essi da uomini, quindi questo racconto, pur essendo avvincente e dinamico, non regge dal punto di vista storico. Buoni i disegni e i colori.



Il terzo volume contiene le avventure collegate alle tre rimanenti meraviglie; c’è da segnalare che nei precedenti numeri c’è solo un refuso, mentre qui ahimè ce ne sono di più, sia nei baloon che nelle pagine delle spiegazioni.

La quinta è la Piramide di Cheope, l’unica delle 7 meraviglie del mondo antico che sia arrivata fino a noi, e anche la più antica. La storia narrata è ambientata nel 2565 a.C., ed è anche questa un thriller: Kemet, un riscossore di tributi, viene richiamato a corte per indagare su una serie di misteriosi omicidi, che  colpiscono operai e ingegneri della “città degli artigiani”, ovvero gli addetti alla costruzione della magnifica tomba del Faraone.
Ancora una volta, Blengino stupisce per l’accuratezza della ricostruzione storica, tra l’alto citando spesso il Ma’at, concetto egizio relativo all’ordine, alla verità, all’equilibrio e alle azioni umane, spesso tralasciato quando si narrano storie ambientate all’ombra delle piramidi, preferendo magari citare i soliti Horus, Iside e Osiride. La trama è appassionante e mai banale: nonostante l’epoca sia stata trattata da numerosissimi romanzi e film, l’autore è riuscito a ideare una storia originale, con tanti personaggi e con vari colpi di scena. I colori delle tavole, spesso  tendenti all’ocra, richiamano le sabbie del deserto, e i disegni sono delicati e precisi.

La sesta meraviglia è il Mausoleo di Alicarnasso, la tomba che la regina Artemisia fece costruire in onore del suo sposo Mausolo. Nel fumetto, ambientato nel 350 a.C., è una donna folle d’amore, che sperpera tutti i fondi del regno della Caria per la costruzione della tomba, incurante dei bellicosi regni vicini e dello stato di abbandono del suo territorio. Le ceneri del suo sposo vengono sottratte: soltanto un oneroso riscatto permetterà che vengano restituite, e la regina acconsente. Questa storia mi sembra un po’  troppo tirata, e anche il finale  a sorpresa non mi ha convinto; i disegni non mi sono piaciuti, approssimativi e incoerenti, a volte sembrano frettolosi, poco rispettosi delle proporzioni. Questa è la storia che mi è piaciuta di meno delle sette.

L’ultima meraviglia è quella che è stata la più effimera, il Colosso di Rodi. Siamo nel 292 a.C., e Amaryos è un giovane medico che vive a Rodi, fidanzato con la figlia di un importante personaggio. E’ tormentato da una orribile figura che si annida nella sua mente: il padre, che esige vendetta per una disfatta bellica precedente. Anche nel momento attuale la città di Lindo è in perenne lite con Rodi, e in più scoppia un’epidemia.
Una storia avvincente, ricca di informazioni, tra storia e mito; i disegni sono originali, e i colori più brillanti rispetto alle precedenti avventure, con scelte particolari come l’ampio uso del nero per gli abiti dei personaggi. Curiosità:  il protagonista è uguale a Jon Snow, e il Colosso è il monumento che ha ispirato George Martin riguardo l’enorme statua davanti a Braavos.

Alla fine del volume, è presente una interessante mappa dei luoghi in cui erano collocati i monumenti.


Consiglio vivamente agli amanti della storia antica, ma anche ai semplici curiosi, di leggere questi tre volumi di qualità, straordinari per accuratezza, originalità delle trame e ottimi disegni.
Ne producessero di più, di opere così!


Le immagini sono copyright degli aventi diritto, e sono qui pubblicate a scopo puramente  illustrativo.




  




giovedì 20 aprile 2017

                  Recensione: Legion (serie tv)




La prima stagione di Legion è terminata da un po’ di tempo, ma non l’ho recensita subito perché non avevo ancora deciso se la serie mi è piaciuta o meno.
Non ho deciso nemmeno adesso!
Di sicuro avevo molte aspettative sulla prima serie tv dedicata a un mutante, a un X-Men vero e proprio, chiamato col suo nome, anche se la scelta da parte dei produttori di uno dei personaggi più complessi dell’intero cosmo Marvel mi ha lasciata da subito perplessa.
Il pilot mi ha letteralmente fomentato; poi, col susseguirsi delle puntate, la perplessità si faceva di volta in volta più evidente, vuoi perché non c’era traccia del resto degli X-Men (ma questo è il minimo, è solo la prima stagione…), vuoi perché era tutto confuso, difficile da seguire, rasentando l’insensato. Le ultime due puntate per fortuna hanno almeno in parte spiegato l’arcano, tirando fuori un villain che anche nei fumetti ha avuto a che fare con Nostro e con gli altri eroi mutanti.
In realtà, questo caos è perfettamente in linea con la mente frammentata di Legion, ma per il modo in cui è stato utilizzato questo tema, la serie risulta davvero poco fruibile.
David Haller è un giovane schizofrenico, almeno così gli dicono; invece no. Nel fumetto è ugualmente schizofrenico, e ognuna delle sue personalità ha un potere: la sua mente è così frammentata e devastata che le sue avventure sono psichedeliche a dir poco, e questo come ho detto è stato ottimamente reso dalla serie tv. Nella serie si trova nella clinica psichiatrica Clockwork (v. Arancia Meccanica…) Psychiatric Hospital, dove si trova bene e si fidanza con Sidney, anche lei dotata di poteri. Dopo varie peripezie, David viene rapito da una struttura segreta governativa, e poi  liberato da Melanie Bird e dal suo gruppo di mutanti, tra cui Sidney.
L’ambientazione a-temporale, un po’ anni ’60-’70 ma con tecnologie attuali, l’ho trovata molto carina, e l’interprete di David, Dan Stevens, molto bravo, così come Lenny, interpretata da Aubrey Plaza.
Di sicuro è un prodotto originale, non è la solita storia insomma; però risulta alla fine  troppo di nicchia, difficile da seguire e cervellotico, a tratti snervante, anche se nell’epilogo tutto (o quasi) viene svelato e si capisce che c’è un senso in quei flashback confusi e onirici.
Mi aspetto una seconda stagione meno cervellotica, più fruibile sia dai neofiti che dai più navigati Marvel-fan; presumo che si scopriranno le origini del mutante. 

Nei fumetti David Haller /Legion, creato nel 1985 da Claremont e Sienkiewitcz (due geni, lasciatemelo dire) è figlio di Charles Xavier e di Gabrielle Haller; il padre ha ignorato la sua esistenza per lungo tempo, venendo a sapere di lui solo grazie alla dott.sa Moira Mc Taggart, che tiene Legion custodito in una struttura nell’isola di Muir. Nelle numerose avventure di cui è protagonista, oscilla sempre tra normalità e follia, e le trame sono sempre incentrate sul conflittuale rapporto padre/figlio.
 Nella serie per ora si sa solo che è stato adottato, e ha una sorella adottiva.
Che piega prenderà? Lo scopriremo solo…vedendo!


sabato 15 aprile 2017


            
                Nanoracconti su "Terre di Campania"









Nanoracconti, la realtà letteraria nata da un’idea di Pietro Damiano, ha aperto la sua rubrica tematica su Terre di Campania

Il mese scorso è stata la volta di "In vino veritas" , e alcuni nanoscrittori si sono cimentati a creare un nanoracconto con questo imput. Stavolta il tema è  "A' panz è panz".

Potevo lasciarmi sfuggire tale occasione? Certo che no!



E' appena uscito il nuovo numero della rivista online, dove sono presenti cinque Nanoracconti tra cui il mio, "Omo de panza, omo de sostanza".


Da non perdere!!! Qui: 

                   Terre di Campania- A' panz è panz

Ricordo l'antologia di Nanoracconti "Tutte le storie del mondo", disponibile nel sito dell'editore e in tutti gli store online. Link Amazon


Con questo, auguro a tutti i fantastici follower del mio blog di trascorrere una serena Pasqua.
E...attenti alla panz!!!

giovedì 13 aprile 2017

        Recensione: Nora di Giacomo Ferraiuolo




Titolo: Nora
Autore: Giacomo Ferraiuolo
Editore: Dark Zone
Genere: Horror
Disponibile cartaceo ed ebook
Prezzo Cartaceo: € 14,90
           ebook: € 1,99 in uscita per maggio.
Link Amazon: Nora


Un omicidio irrisolto, una donna rinchiusa in un ospedale psichiatrico.
Nora, prigioniera della sua stessa mente cerca di essere libera da un passato macchiato di sangue che non riesce a dimenticare. Troverà nell’infermiere Christian un amico fedele a cui confidare l’orrore celato nel profondo.
Un orrore che striscia ancora tra le ombre della casa di Nora. Un orrore che cerca di uscire da quelle mura.
Nessuno è più al sicuro. Lei li aveva avvisati.
Sarà compito di Christian scoprire cosa c’è di vero nelle farneticazioni della donna e cosa è
invece frutto della follia.
Cos’è successo veramente a Nora in quella casa?
È possibile conoscere fino in fondo chi ci sta attorno?
Una storia di pazzia e dolore, di morte e paura, e che porterà a una verità ancora più cupa e
terribile.


Sin dalle prime battute, Nora trascina il lettore nel suo abisso di follia e disperazione, portandolo in un saliscendi di emozioni contrastanti.  Dopo l’incipit del romanzo, in cui Nora viene arrestata dalla polizia a causa della morte violenta di sua figlia Claudia, conosciamo le  vicine pettegole, Lorenza, Angela e Elsa: annoiate, accaldate, desiderose di apparire nelle interviste televisive, ci raccontano di Nora: una povera pazza, da giovane bellissima e dai grandi appetiti sessuali, che ha tradito il marito poliziotto più volte. Il marito la picchiava, poi ha finito per suicidarsi, e Nora è uscita di senno, sola in quella casa.
Nora  è un personaggio controverso, complesso, mai solo bianco o solo nero; e così sono anche gli altri personaggi del libro.
In clinica, l’infermiere Christian, spinto dal collega,abusa di lei, poi però cerca di aiutarla, raccogliendo le sue memorie: conosciamo così l’intera vicenda, un abisso di violenza e orrori, dalle parole della stessa Nora.
Poi c’è il dottor Marconi, che sembra avere a cuore la paziente, ma nasconde un passato misterioso.
In mezzo a tutto questo orrore realistico, fatto di malignità, invidia, malelingue, sotterfugi e violenza,e  che non è un orrore da piccola cittadina (il romanzo è ambientato ad Acilia, vicino Roma: amo le ambientazioni italiane! L’ho già detto?...), ma che si può trovare ovunque, emerge un altro tipo di orrore. Qualcosa che emerge dall’ombra, sguscia fuori dal buio, si insinua in Nora sia nel corpo che nella mente, cresce, si nutre e diventa sempre più reale.
Un orrore dunque tipico di Stephen King, a cui l’autore si sarà senz’altro ispirato, in cui i mostri si materializzano in ridenti cittadine all’apparenza linde e tranquille: l’uomo nero esce dall’armadio o da sotto il letto… o dal giardino di casa.
Dunque, c’è la follia, ci sono le morti, c’è l’ospedale con i suoi turni stranianti, i suoi reparti da incubo, i farmaci, ci sono le ombre, e poi ci sono i corpi. Corpi desiderosi, corpi che sudano, corpi che hanno fame di tutto, corpi violati, corpi che violano, corpi che muoiono, corpi immateriali che prendono forma.
La storia ha un grande equilibrio tra lato fisico e lato paranormale,mescolandoli sapientemente tramite una prosa ricca, scorrevole e piacevole da leggere, anche quando descrive scene macabre e disturbanti.
I dialoghi sono molto realistici, cosa che npn sempre,ahimè, si trova nei romanzi e anche nei film o nelle serie tv: qui sembra veramente di ascoltare “l’italiano medio” nei suoi discorsi di tutti i giorni.
Carina l’idea di inserire “articoli di giornale” che raccontano alcuni dei fatti accaduti, come fossero di cronaca, aggiungendo ancora più realismo. La punteggiatura: a volte nei dialoghi si esagera in punti esclamativi (c’è anche un “?!” fumettistico), ma per il resto è corretta.
Il finale è un’escalation da incubo, e non poteva essere diversamente, degno di una storia che tiene ancorati alle pagine dall’inizio alla fine.
Quello che mi è mancato è un approfondimento sul passato del dottor Marconi, e del suo rapporto con Nora: all’inizio vengono offerti molti indizi, ma alla fine viene rivelato poco a riguardo.
L’edizione è curata, la copertina d’impatto, con una donna che guarda fuori dalle tapparelle e, in primo piano, una culla da cui sbuca una bambola rotta: Nora stessa oppure sua figlia, anche lei vittima dell’orrore.
Un notevole romanzo horror, un affresco moderno e di effetto sulla banalità del male, sugli orrori che vivono in noi e intorno a noi, una metafora del dolore e degli incubi  che si possono celare dietro le persone più fragili.
Consigliato a tutti gli amanti del genere horror.

E ora, come i tutte le mie recensioni, diritto di replica! Abbiamo già conosciuto Giacomo Ferraiuolo nell’intervista della settimana scorsa, quindi saltiamo le presentazioni e veniamo al dunque.
1)    Ciao Giacomo, bentornato su Infiniti Universi Fantastici. Che ne pensi della mia recensione?
Ciao Alessandra, grazie per lo spazio che mi hai dedicato. Beh, avrò riletto questa recensione una decina di volte. Mi hai emozionato, e hai vissuto la vicenda narrata da Nora e dalle sue vicine di casa. Quando leggo recensioni così positive devo sempre darmi un pizzicotto sulla guancia per assicurarmi che non sia solamente un sogno. E nel caso tuo, ho dovuto darmi più di un pizzico! Grazie ancora per le belle parole, onorato!

2)    Quali sono state le tue fonti d’ispirazione per questo romanzo?
Vivendo in un piccolo paese, Nettuno, sento spesso (s)parlare delle persone. Battute sul ‘pazzo del villaggio’, o sulla ‘tipa che si veste in quel modo’. E il più delle volte penso: ma chissà cosa ha passato nella sua vita quella persona? Perché si comporta in quel modo? Avrà sofferto? La sua famiglia? Ciò che vediamo non è mai come è in realtà, e queste persone sono come delle ‘vittime’. Proprio per questo motivo la dedica del libro è: a tutte le Anime incomprese.

3)    Sei d’accordo su quel che ho scritto riguardo il personaggio del dottor Marconi?
Assolutamente sì. Il Dott. Marconi ha un passato molto misterioso, e la sua storia è incompiuta perché, credo tra un anno, uscirà un altro libro che si ricollegherà a Nora, ma che parlerà solo di questo personaggio ambiguo. In Nora, il Dott. Marconi viene ‘introdotto’ e nel prossimo libro sveleremo il perché di quella famosa stanza, o di quei ritagli di giornale, o della sua ossessione verso Nora, insomma ne vedremo delle belle (sarebbe meglio dire brutte). Ovviamente leggere uno non implica dover leggere l’altro, saranno due storie separate.

4)    Ti è stato difficile descrivere le scene più hard, tra l’altro numerose?
Mmh, non molto sai? Facevano parte del ‘personaggio’ di Nora, di questa grande carica sessuale che aveva la donna, o che aveva quest’energia che man mano che si rafforzava diventava sempre più forte. Il sesso è energia, e quel ‘qualcosa’ che striscia tra le ombre di casa di Nora è energia. Il sesso induceva Nora a vivere quelle scene ‘macabre’, ad alimentare quelle ombre.

5)    A livello emotivo è stato doloroso scrivere di tutti questi orrori, o riesci a rimanere abbastanza distaccato da ciò che racconti?
No, non riesco a distaccarmi completamente da ciò che scrivo. Vivo le vicende al 100%, e ho una grande paura per tutto ciò che non è visibile ma che esiste. Pensa che la prima volta che mandai Nora in editing (a Stefano Mancini), mi scusai per tutti gli errori che avrebbe trovato, perché non ero riuscito a rileggere il romanzo per intero.
Sembrerebbe quasi un discorso masochista, ma l’horror è il mio genere, son cresciuto guardando film horror e leggendo libri horror, non saprei scrivere altro.

6)    Quali sono i tuoi progetti per l’immediato futuro?
Sto lavorando a due progetti, uno già terminato e l’altro in stesura. Si tratta di due romanzi horror molto psicologici, e questo nuovo libro che fa luce sul Dott. Marconi, scritto poco dopo aver terminato Nora, quindi circa un anno fa. In Nora esiste questo dualismo tra realtà e paranormale, i prossimi lavori esploreranno invece la pazzia umana nel senso stretto del termine e le sue ossessioni.

7)    Grazie per aver accettato l’intervista, alla prossima!
Grazie a te, è stato un piacere!


mercoledì 12 aprile 2017

                    
                  Giveaway per scrittori!



  Infiniti Universi Fantastici organizza il primo giveaway per i ... colleghi scrittori in cerca di una recensione con intervista!

     Seguite l'evento su Facebook per partecipare!

Ecco i dettagli dell'evento:

Il primo giveaway di Infiniti Universi Fantastici, in occasione della Pasqua, è dedicato ai colleghi scrittori che desiderano una recensione con intervista sul blog. Dato che è impossibile per me venire incontro alle numerose richieste che mi sono pervenute durante questi mesi, ho deciso di organizzare questo semplice giveaway che mette in palio UNA RECENSIONE con INTERVISTA su IUF.
Potranno partecipare:
-Tutti gli scrittori pubblicati da CE NO EAP e self;
-Tutte le CE NOEAP.
-Libri editi o anche inediti ma che usciranno entro l'estate. In questo secondo caso ci accorderemo per la data (più o meno) della recensione con intervista.
-Antologie di racconti, anche di AAVV. In questo secondo caso, non ci sarà l'intervista.
NON possono partecipare:
- Generi non trattati dal blog;
-Scrittori e editori permalosi e vendicativi che non accettano recensioni negative.

Generi recensiti:
-Fantascienza, fantasy, horror e tutti i sottogeneri; anche storici.
-Limitazioni: max 350 pagine (sono flessibile se è qualcuna in più!)
-Quanto tempo ci vorrà ad avere la recensione? Non sono veloce a leggere, ma attiverò la velocità warp!

Come fare per partecipare? Semplicissimo!
-mettere "mi piace" alla pagina https://www.facebook.com/infinitiuniversifantastici/
-mettere "mi piace" alla pagina
https://www.facebook.com/alessandraleonardiscrittrice/
-condividere l'evento in modalità open, senza bisogno di taggare nessuno (chi vuole, parteciperà)
FACOLTATIVO: diventare lettori fissi del blog https://infinitiuniversifantastici.blogspot.it/
Chi diventerà lettore fisso si vedrà assegnati DUE numeri per l'estrazione finale.
- NB le pagine devono rimanere piacizzate!
-Scrivere sull'evento: partecipo e condivido; se diventate lettori fissi del blog, scrivete partecipo, condivido e sono lettore fisso. Vi verrà assegnato un numero, due se siete diventati lettori fissi.

Al termine del giveaway, la mattina del 27 aprile effettuerò un sorteggio tramite random.org per decretare il vincitore.

Buon giveaway a tutti!






martedì 11 aprile 2017

                ROmics, 8 aprile 2017


Anche quest’anno non potevo mancare all’appuntamento primaverile col ROmics, una delle più importanti manifestazioni italiane nell’ambito del fumetto, gaming e cinema d’animazione (e non solo): ospite della manifestazione  Yoshiyuki Tomino, creatore tra l’altro di Gundam e Daitarn III, a cui è stato assegnato il ROmics d’oro.




Io e il mio compagno d’avventure, il prode Claudio, boss del negozio di  fumetti, videogiochi, modellini e gadget Fujisan (qui a Roma, via Pannini 13 A), giungiamo a destinazione poco prima delle 13, contenti per aver trovato poco traffico e subito parcheggio. La nostra gioia si è spenta poco dopo, a causa della lunghissima fila alla biglietteria, causata dalla solita disorganizzazione tipica di questa manifestazione: nessun separatore, poche indicazioni, poco personale e cassieri con computers degni dei Flinstones a stampare i biglietti man mano.
Fine delle lamentele, promesso! ;-)

I viali che costeggiano i padiglioni della fiera come sempre sono animati da numerosissimi cosplayers di ogni età, alcuni molto raffinati, altri più… caserecci, ma d’altronde il cosplay nasce proprio con l’intento di divertirsi: li osserviamo divertiti mentre ci sgraniamo i panini, seduti su una panchina.

Prima tappa, padiglione 7: sgomitando tra la ressa che si muove in tutte le direzioni, riesco a rintracciare lo stand della Dark Zone, dove trovo la boss Francesca Pace, dinamicissima, in mezzo a tutte le sue… creature letterarie, in compagnia degli scrittori Giacomo Ferraiuolo, col suo horror “Nora”, Stefano Mancini con  il fantasy “Ostilium”, autore tra l’altro anche premiato al Deepcon per “Pestilentia” (primo classificato!), mentre non era presente Miriam Palombi (c’era nei giorni precedenti), autrice di “Il Pentacolo” (sostanzioso articolo su questi tre romanzi qui su IUF). Foto, baci e abbracci!



Mentre Claudio chiacchiera col distributore del suo negozio allo stand della Star Shop, spacciatrice di gadget e fumetti da 25 anni (il 18 giugno festa grande a Perugia!), vado a salutare Francesca Costantino al suo stand, Astro Edizioni, dove trovo Diego Romeo, i cui romanzi fantasy “Le  lande incantate” sono stati traslati in fumetti, e poco lontano Francesca Noto, super energica, con il suo “Il segno della tempesta"!
Anche qui, foto, baci e abbracci!



Sono le 15,30, l’ora in cui nel padiglione delle proiezioni dovrebbe iniziare l’intervista a Tomino, ma che invece inizia alle 16,10 circa. Nel mentre, assistiamo alla proiezione in jap sub ita del nuovo “Gundam Reconguista”, e ci facciamo le foto coi cosplayers di Reyka e Banjo.

Due chiacchiere con Reyka...alle spalle di Banjo!


Finalmente Tomino sale sul palco, tra gli applausi del pubblico; segue un video tributo con un montaggio veloce di tutti i suoi successi (ma si dimenticano del Trider G7!), e l’intervista ha inizio.






Il Maestro ci racconta che si è laureato in Cinema, la sua grande passione: quando è entrato alla Sunrise, ha voluto creare storie e personaggi dando particolare risalto alla trama, e ha anche approfondito lo studio della storia occidentale (per es in Gundam uno degli incrociatori si chiama Salamina, come una famosa battaglia d’epoca ellenistica, e uno Magellano). Con Gundam ha voluto realizzare un’opera dalla trama complessa e matura, iniziando il filone dei real-robot, che al contrario delle precedenti serie robotiche è più realistica  e plausibile. Ha avuto molta fortuna, in quanto quella dei Gundam è una delle serie più longeve dell’animazione giapponese; Tomino ci ha però confidato che inizialmente ricevette molte critiche, e in seguito non avendo del tutto i diritti del personaggio sono state create serie in cui lui non è entrato per nulla (tipo Gundam Wing, serie di cui ho letto il manga, mediocre davvero).
Riguardo Daitarn, ha detto che Haran Banjo non è un nome vero e proprio, e che in giapponese significa “indeciso”; con questa serie ha introdotto l’umorismo nel filone robotico, ma ritiene che alcune puntate gli siano riuscite bene, altre meno.
È stato anche ricordato Zambot 3, di cui ricorre il quarantennale quest’anno.
Dopo 10 anni di inattività, ha creato Gundam Reconguista, che è una traslazione sbagliata: l’interprete ci spiega che , ovviamente, è Riconquista. Questa serie è pensata per i più piccoli, e l’intento è quello di riavvicinarli, anche metaforicamente, alla Terra, alla natura, all’umanità. Il Maestro ha tenuto a specificare che secondo lui l’umanità è ormai senza speranza, ma non poteva lasciare questo messaggio ai bambini, creando così un’opera positiva e ottimista.


Alla fine dell’intervista, nuovo applausone a Yoshiyuki Tomino, che esce sulle note della sigla di Daitarn III.
In generale, Tomino mi ha dato l’impressione di essere un po’ troppo pessimista e negativo, anche se non ha mancato di commuoversi e sorridere e ringraziare il pubblico.





Sono stata contentissima di averlo visto, ma sicuramente l’emozione non è paragonabile a quella provata l’anno precedente, quando c’è stato Go Nagai, padre di tutti i miei robot preferiti, cartoni che hanno segnato per sempre il mio immaginario,  la mia infanzia e la mia adolescenza, come Goldrake, Il grande Mazinger e Jeeg Robot. 

Go Nagai, Romics d'oro 2016



Usciamo dal padiglione delle proiezioni , per recarci a quello delle mostre: qui campeggiano dei modellini di Gundam, l’esposizione sui 75 anni di Wonder Woman, l’omaggio a Carlo Rambaldi col suo ET, King Kong e molto altro! Foto a iosa!






Spettro sumero nel frigo?....




Due Wonder Women!


Due alieni!....


Prima di andar via, urgono zuccheri, e passo a comprarmi in uno stand mangereccio giapponese i dolcetti Mochi, al riso e marmellata azuki. Gnam!
Ne arriveranno a casa ben pochi!




Bye bye ROmics, alla prossima!