venerdì 7 settembre 2018




RECENSIONE: SEI PIETRE BIANCHE 
DI DAISY FRANCHETTO



Genere: fantasy onirico
Saga: Io sono Lunar vol II
Editore: Dark Zone
Pagine:328
Prezzo cartaceo: € 14
            ebook: € 0,99
Link: Amazon


Sei pietre bianche è il secondo volume della saga Io sono Lunar, ma è leggibile anche prima di aver letto “Dodici porte”. Il terzo volume s’intitola “Tre lacrime d’oro”.
La sinossi ufficiale:

Lunar è tornata. A tre anni dall’esperienza nella Casa e dalla violenza che l’ha messa di fronte a un duro processo di trasformazione, la giovane protagonista di Dodici Porte non è più una ragazzina. Abita da sola in un piccolo appartamento in città, studia e lavora. Accanto a lei il fedele cane Sinbad, su cui grava una maledizione che Lunar non conosce, e l’anello che le ricorda costantemente il legame con la Terra dei Morti. Dopo l’ultima visione avuta fuori dalla Casa, nella quale un bambino veniva rapito da un gigante, la giovane non ha più avuto esperienze del genere, o contatti con altre Dimensioni. A volte stenta a credere che ciò che ha vissuto nella Casa sia davvero accaduto. Ma c’è l’amico Sinbad a ricordarle chi lei sia. Lunar ha stretto amicizia con Odilon, un bambino dal passato misterioso che vive in orfanotrofio. Proprio la scomparsa del piccolo, ad opera di un essere spaventoso, riporterà la nostra protagonista e il suo amico a quattro zampe a contatto con le Dimensioni parallele. Lunar e Sinbad, con l’aiuto di Altea, proveniente dai Cieli Razionali, si metteranno sulle tracce dei rapitori di Odilon. Ha inizio il viaggio attraverso sei portali dimensionali rappresentati da sei lapidi bianche. Di nuovo un percorso che è insieme scoperta di se stessi e di luoghi sconosciuti. Di nuovo avventure formidabili che svelano quanto ci sia di sublime e oscuro nell’inconscio.


Sin dalle prime pagine si viene catapultati in questo mondo onirico, meravigliosamente pennellato da Daisy Franchetto, non per nulla detta la Signora dei sogni (questo anche grazie alle sue interviste onirico-psicologiche sul suo blog  The Daysyes, qui), avvincente e ricchissimo di simboli, la Dimensione parallela. Lunar e Sinbad partono alla ricerca di un fanciullo scomparso, Odilon, e s’imbattono in una serie di avventure che non li vede come unici protagonisti. I personaggi del romanzo infatti sono molteplici e tutti hanno ampio spazio, sono approfonditi e a tutto tondo: ci sono il re Sore e la regina Solog, gli angeli Fark e Amos, la perfida Selene ( Lunar e Selene: sarà un caso che i due personaggi abbiano un nome che richiami il nostro satellite?... uhm, non credo!) , la Nana Terrosa,  Altea, lo spirito guida di Lunar Sky (un lupo), il corvo Acrax, il misterioso Arghento che è un personaggio che mi ha incuriosito  molto… Tutti questi personaggi si muovono nelle Dimensioni parallele, e probabilmente mi sarei un po’ persa se non fosse stato per il bellissimo disegno
dell’Ovoide delle dimensioni, che rappresenta il mondo in cui si sviluppa la storia ed è mutuato dalla psicologia: si tratta infatti di una rappresentazione della psiche. Va da sé che ho trovato molto interessante e originale questa scelta. 
Come dicevo, in ogni capitolo, in ognuno degli strati di questo mondo che sono simboli di per sé, si possono cogliere molte metafore; il libro meriterebbe una rilettura approfondita per poter riflettere bene su ogni oggetto, ogni avvenimento: il ritmo infatti è avvincente, quasi non permette di soffermarsi anche se ci sono diversi brani introspettivi, non c’è solo azione. Lo stile è scorrevole, i dialoghi ben strutturati, i personaggi tutti interessantissimi e anche la scelta dei nomi mi è piaciuta. Sinbad ha lo stesso nome di un famoso personaggio delle favole, Sinbad il marinaio, ma non ho trovato parallelismi; inoltre  ci sono tre draghi che si chiamano Albedo, Nigredo e Rubedo, ovvero le tre fasi alchemiche che portano alla trasformazione della materia. Anche qui , illazioni a non finire!
Nel volume precedente, Dodici porte, è narrato il passato di Lunar, coi suoi traumi e la sua ricostruzione; qui è una donna sicura di sé e completa; nel terzo volume , Tre lacrime d’oro, scopriremo cosa farà per sistemare alcune situazioni maturate in questo libro centrale.
L’edizione è molto curata, la copertina di forte impatto è stata creata da Livia De Simone.

Intervistiamo , come d’abitudine, la scrittrice per saperne di più. 


1)      Ciao Daisy, grazie per aver accettato l’intervista su Infiniti Universi Fantastici. Parlaci un po’ di te e della tua passione per la scrittura.

Grazie a te per lo spazio.
Parlare di me è la cosa che mi riesce peggio, non so mai da dove iniziare. Potrei dirvi che professionalmente mi occupo delle persone e l’ho fatto in vari ambiti: comunità psichiatriche, colloqui individuali, scuole.
La passione per la scrittura è maturata nel tempo e si è concretizzata nove anni fa con la stesura del mio primo romanzo, Dodici Porte. Ho un rapporto ambivalente con questa arte. La adoro, ma mi spaventa, perché temo sempre di non riuscire a esprimere quello che vorrei. Prima di mettermi a scrivere, fisso sempre lo schermo con aria terrorizzata per un quarto d’ora. Poi penso alla storia, all’urgenza di raccontarla, e mi tuffo.

2)     Sei d’accordo con la recensione, vuoi aggiungere qualcosa?

La recensione è bellissima e non posso che ringraziarti. Hai colto in pieno l’idea che avevo nella testa quando ho composto la trilogia: creare un’opera fantastica con un doppio fondo. Ogni elemento ha almeno un paio di interpretazioni diverse, nomi e simboli sono scelti appositamente per andare a comporre un disegno nascosto.

3)     L’Ovoide delle dimensioni: a cosa ti sei ispirata?

Per l’Ovoide mi sono ispitarata all’opera di Roberto Assagioli e alla sua Psicosintesi, che è stata la mia materia di studio negli ultimi sedici anni.
Assagioli aveva concepito uno schema della psiche rapprensentato da un ovoide, io ho tradotto le varie parti di questo schema e le ho trasformate in un mondo fantastico.

4)     I nomi dei personaggi sono frutto di una precisa scelta? I nomi di Lunar e Selene sono volutamente contrapposti?

I nomi hanno tutti un preciso significato. Molti nomi della trilogia si richiamano alla simbologia lunare con le sue divinità e i suoi miti, questo perché uno dei temi presenti è il Femminile. La Luna ha molte declinazioni e significati, Lunar e Selene ne incarnano due.

5)      I tre draghi alchemici simboleggiano la costituzione di qualcosa di nuovo?

Sì, sono la rappresentazione della trasformazione che, passando per la decomposizione, arriva a una rinascita. Questo è un altro tema a me molto caro, tutto si trasforma.

6)     Come consigli di leggere i tre volumi? In fila o anche partendo dal secondo come ho fatto io? “Sei pietre bianche “ è stato scritto per primo?

L’ordine, se si considera la scrittura, è: Dodici Porte, Sei Pietre Bianche e Tre Lacrime d’Oro. Ma io ho lavorato perché Sei Pietre Bianche fosse “indipendente” da Dodici Porte, che è un libro delicato, visto che tratta di violenza sessuale, anche se ho cercato di farlo nel modo più delicato possibile.
Consiglierei di partire da Sei Pietre Bianche, se si preferisce una lettura più dinamica, mentre consiglierei Dodici Porte a chi ha voglia di qualcosa di più introspettivo.

7)      Progetti futuri?

Ho concluso da poco il mio quarto romanzo, collegato alla trilogia, ma indipendente. É la storia del figlio di Lunar, si torna nell’Ovoide, ma andiamo a scoprire Cirklo Tempo, l’unica Dimensione Errante.
Ho in cantiere il progetto per un illustrato a cui tengo molto e spero veda presto la luce.
E poi ho iniziato a scrivere qualcosa di nuovo, che in parte si discosta da ciò che ho scritto finora. Sarà un romanzo più duro, più macabro ed è collegato alla tragedia della donne assassinate in Messico nella città di Ciudad Juarez.

Grazie a Daisy per essere stata con noi, alla prossima!

Grazie a voi per questo spazio.

In conclusione, consiglio a tutti la lettura di questo fantasy molto originale.











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