mercoledì 28 giugno 2017


                                 
                               SEGNALAZIONE: YOKAI





Genere: antologia
Editore: Bakemono Lab
Autori: Monica Serra, Valerio La Martire, Marco Mancinelli, Olivia Balzar
Prezzo: € 14
Link:Bakemono Lab


La Bakemono Lab è una casa editrice molto particolare: il catalogo comprende poche collane ma con libri originali e molto curati, tutti con venature gotiche, dark, che attingono all'immaginario pop e con sfumature surreali e oniriche.
Oltre alle collane Classic, Tanabata e Eiga, il catalogo si è arricchito di una nuova collana, Yokai, che prende il via proprio da un'antologia con questo titolo, composta da quattro racconti di altrettanti scrittori: Monica Serra, già più volte ospite qui su IUF, Valerio La Martire, scrittore dal multiforme ingegno e ormai prossimo alla celebrità, Olivia Balzar, attriscrittrice, e Marco Mancinelli.




La Collana Yōkai è dedicata ai romanzi che sprofondano le loro radici nelle nebbie degli incubi più profondi. Inorriditevi e inebriatevi di tanto orrore e mistero. Yōkai (妖怪) è un termine giapponese che indica appunto creature sovrannaturali come spiriti e demoni in Giappone. 

La presentazione del libro si è svolta il 27 giugno 2017 al caffè letterario Mangiaparole di Roma, alla presenza di tutti gli autori, dell'autore della prefazione esperto di Oriente Mauro Beato e degli editori, ed è stata un gran successo. Relatore, Daniele Forcella; la lettura dei brani è stata affidata alla stessa Olivia Balzar.


Monica Serra, Marco Mancinelli, Daniele Forcella e Olivia Balzar

Olivia Balzar e Valerio La Martire
Mangiaparole!





E veniamo ai racconti.



Quattro racconti, quattro brividi lungo la schiena. Immergetevi nei tetri meandri di Yōkai, tra le nebbie di questi luoghi oscuri. Lasciatevi trasportare in questo viaggio tra le caligini della mente che saprà sicuramente lasciarvi anche qualcosa di inaspettato.

Il giardino dei bambini storti di Marco Mancinelli

Un’intensa fiaba dark, ispirata dalla creatura del folklore giapponese Yuki-onna, la donna delle nevi. È un meta racconto, in cui la narrazione si intreccia su se stessa e avvolge il lettore con le sue spire senza tempo, proiettandolo in un groviglio di storie sul cui sfondo si muovono bambini che sono come ricordi, promesse tradite, treni che non tornano più e lacrime che si perdono nelle tempeste. L’amore dona la vita, ma l’amore tradito non muore mai. E nel giardino dei bambini storti, quando arriva l’inverno, la signora delle nevi vi racconterà la sua storia di dolore.

La casa nasconde ma non ruba di Olivia Balzar

L’orrore può celarsi nelle situazioni più normali, nei luoghi più confortevoli e, a prima vista, sicuri. Può trovarsi in uno sguardo innocente, in uno scricchiolio costante, in un oggetto fuoriposto, in una scelta sbagliata. La giovane Indra, accettando di fare un favore ad un’amica, non avrebbe mai immaginato di trovarsi faccia a faccia con un orrore antico e ben radicato tra i muri di una casa da sogno.

Demone, mangia i miei sogni di Monica Serra

Lo scontro fra i Signori della guerra che insanguina le pianure giunge fino alla Dorsale. Yuki, sopravvissuta alla distruzione del suo villaggio, viene salvata dal potente Mori Okami che la porta via con sé per darle una nuova vita. Riuscirà il demone a cui la ragazza è stata affidata a proteggere il suo sonno dalle insidie di casa Mori ?

La ragazza con le catene nel quadro di Valerio La Martire

Un uomo varca la soglia di una dimora ai confini del tempo, non ricorda nulla di quello che gli è successo. Un Guardiano lo accoglie e lo guida attraverso le stanze abitate da strane creature, percorse da voci interne e inquietanti visioni. Lentamente i ricordi riaffiorano nella mente dell’uomo portandolo a rivivere uno spaventoso incidente.


Con queste premesse, impossibile lasciarsi sfuggire un simile gioiellino! Attenzione: limited edition!



giovedì 15 giugno 2017

Recensione: Ulfhednar War – La guerra dei lupi di Alessio del Debbio




Genere: urban fantasy, mitologico, storico
Pagine: 411
Editore: il Ciliegio
Prezzo di copertina: € 19,50
Prezzo ebook: € 3,99, Amazon
Link:Amazon


Amici da anni, Ascanio, Daniel, Marina e la loro compagnia di Viareggio non desiderano altro che trascorrere una tranquilla vacanza insieme, ma il destino ha altro in serbo per tutti loro. Gli ulfhednar di Odino sono tornati e la Garfagnana non è più un posto sicuro da quando Raul ha preso il comando del branco del Vello d'Argento. Spetta ad Ascanio, ultimo discendente di una stirpe di officianti della Madre Terra, contrastare i suoi progetti di dominio, aiutato dal suo compagno Daniel, un ulfhedinn fuggiasco che ha imparato ad apprezzare la vita tra gli uomini. Ma dietro le mire espansionistiche del violento e indegno Alfa si nasconde un'ombra antica, disposta a tutto pur di aggrapparsi alla vita


Sembra essere un gruppo di trentenni come tanti, quello che si appresta a compiere una rimpatriata sui monti della Garfagnana. Ma non è così.
Durante l’escursione il gruppo viene aggredito da un branco di lupi, ma Ascanio sfodera i suoi poteri di officiante e Daniel con sua sorella Marina si trasformano in ulfhednar, ovvero in uomini lupo.
Da qui prende il via la saga ideata da Alessio Del Debbio: non c’è un solo nemico da affrontare, non c’è una separazione manichea tra buoni e cattivi, non tutto è ciò che sembra.
Le relazioni tra il gruppo di amici sono articolate: vecchi amori, rancori che permangono, affetti e amicizia sono presenti in tutto il romanzo. Ognuno dei personaggi (la Dottoressa, Aurora e Dominic col figlioletto Fabio, Gianni-pedia, Bianca e Gigi) ha un ruolo ben preciso nell’arco della narrazione, mentre lo speciale rapporto che lega i due protagonisti, Ascanio e Daniel, viene accennato all’inizio, diventando man mano più evidente e palese, risultando una delle positive sorprese del libro.
I malvagi avversari sono più d’uno: in principio il villain sembra essere Raul, nuovo Alfa del branco appenninico del Vello d’argento; poi uscirà fuori l’Ombra; su tutto, aleggia lo spettro dei Figli di Cardea, associazione millenaria che si ripropone di sterminare tutto ciò che è sovrannaturale e quindi pericoloso. L’anziana officiante Johanna rimane ambigua da quando compare all’ultima pagina del romanzo.
Ma chi sono questi ulfhednar? Sono i lupi di Odino, e qui c’è il primo contatto con la mitologia norrena utilizzata dall’autore. Non sono proprio classici licantropi, perché si trasformano quando vogliono, non quando c’è la luna piena; inoltre corrono il rischio di andare in berserkgangr, ovvero che la loro parte ferina e selvaggia emerga sull’uomo (esempio nerd: gli Evangelion quando andavano, appunto, in berserk).
Alla mitologia norrena è unita anche quella greca e latina: gli ulfhednar hanno un sangue che è un vero toccasana, che sarà utilizzato più volte da Ascanio o anche dai lupi stessi nel corso della storia per curare e salvare, e questo sangue è chiamato ichor. Il termine, un tempo appannaggio esclusivo degli studenti di materie classiche e poi sdoganato dai Cavalieri dello Zodiaco, è il sangue degli dei Olimpi, ma qui è anche prerogativa degli Asi. Altro rimando alla mitologia latina è Cardea, dea degli stipiti e protettrice delle case dai “mostri”: è il nome usato per la società dei Figli di Cardea.
Il romanzo è strutturato in 40 capitoli, più un prologo e un epilogo e alcune note con glossario, utilissime. I capitoli non sono tutti ambientati nel presente: ci sono numerosi flashback, in quanto la storia ha origine e si dipana partendo da molti secoli addietro, con la presenza anche di personaggi storici reali, e sotto il titolo del capitolo c’è sempre indicato il tempo in cui è ambientato: oggi, prima, molto prima e così via. I capitoli storici sono senz’altro quelli che mi hanno fatto andare in visibilio, senza togliere nulla agli altri, ovviamente!
E veniamo alla scelta di alcuni nomi. Il protagonista, Ascanio, ha un nome “pesante”, e come viene specificato nel romanzo stesso, è il nome del figlio di Enea: un retaggio forte dunque, ed è quello che in effetti ha il ragazzo; nipote di un potente officiante, Aristide, ha una grande responsabilità sulle spalle. I nomi degli altri amici sono nomi comuni, che sottolineano la contemporaneità e l’aderenza all’attualità (nonostante si tratti di un romanzo urban fantasy) della storia. Mi è piaciuto anche la scelta del nome Raul per il capo del branco del Vello d’argento, fa molto Kenshiro!
Alessio Del Debbio ha dichiarato più volte che non ama i vampiri, ma un piccolo richiamo alla loro mitologia l’ho trovato: gli ulfhednar possono essere uccisi con un paletto di frassino, inoltre sono fortemente “allergici” a una particolare pianta, un po’ come la verbena dei vampiri di the Vampire Diaries. Tra l’altro Alessio si dimostra buon conoscitore delle proprietà magiche delle piante: anche questo aspetto fa parte delle tradizioni e delle leggende della Toscana che ama tanto. Troviamo, a riguardo, citazioni di creature apparse ne “L’ora del diavolo”, qui recensito l’anno scorso, come Lucida Mansi o i linchetti.
Le località della Toscana che fanno da sfondo alle avventure sono molteplici; ho amato molto la Grande Quercia, che avrà un ruolo fondamentale per la storia. Va da sé che l’ambientazione italiana è un valore aggiunto.
Lo stile dell’autore è scorrevole, piacevole, utilizza con la stessa nonchalance termini ricercati come “ferocità” o fumettistici come “.mpf”; non va mai fuori registro, abusando in descrizioni o al contrario scarseggiando con le medesime, è tutto molto equilibrato. Mi è piaciuto molto il termine “officiante” anziché stregone o sacerdote, che mi sembra molto più corretto rispetto a “stregone “ o “sacerdote”, ormai strausati ovunque!
Terminiamo con l’edizione. La cover è molto bella, con lo sguardo del lupo sopra al titolo e i due protagonisti al centro, sullo sfondo la natura della Garfagnana. Molto bello anche il font usato per i titoli dei capitoli, che è lo stesso utilizzato in copertina per il nome dell’autore.
Il romanzo termina con un colpo di scena: speriamo di non dover attendere molto per leggere il secondo volume!
Consigliatissimo a tutti gli amanti del genere, il target penso dai 14 anni in su.

Come sempre, concludiamo con una breve intervista ad Alessio, ormai un habituèe di Infiniti Universi Fantastici!

1)   Ciao Alessio, bentornato in queste pagine virtuali! Sei d’accordo con la mia recensione? Vuoi aggiungere qualcosa?

Bellissimo articolo, brava, sei stata una lettrice attenta! Hai scovato anche i riferimenti ai racconti di “L’ora del diavolo”. C’è anche una piccola citazione da “Favola di una falena”: il bar Delafia (lo stesso frequentato da Jonathan & amici). Poiché sei stata attenta, ti svelerò un segreto: il nome Ascanio non è casuale. Ciò sarà ancora più evidente nei prossimi libri, ma Nomen Omen. E sono sicuro arriverai a capirlo anche tu. ^_^

2)   Ti sei documentato molto prima di scrivere questo romanzo: quali libri hai letto?

Decisamente sì. Premesso che è un’opera di fantasia e non un saggio storico o mitologico, ho comunque letto un bel po’ di libri, soprattutto sulla mitologia nordica. Al primo posto l’Edda di Snorri (citata persino da Camille) e “I miti nordici” della Isnardi, una meravigliosa summa di tutto il sapere nordico. Ci ho trovato un sacco di termini, idee, concetti che ho ripreso e adattato nel romanzo. E poi “La vita segreta dei lupi” di J. Dutcher (National Geographic), bellissimo testo fotografico che racconta l’esperienza di due ambientalisti con il Sawtooth Pack, un branco di lupi nelle Montagne Rocciose americane, di come questi animali vivono in branco, le regole che dominano la vita del branco, le interazioni tra i membri. È stata una lettura istruttiva e affascinante, che mostra come i lupi tengano l’uno all’altro, all’unità del branco, con un forte spirito di comunità e rispetto che manca a molti esseri umani. 

3)   Hai un articolo da consigliare per approfondire la mitologia degli Ulfhednar?

Se volete navigare in rete, sul sito “Lande Incantate” trovate la mia rubrica “Alla luce della luna”, dedicata ai licantropi nella storia, letteratura e mitologia, quindi anche agli ulfhednar. Altrimenti consigliatissimo il libro “Alla luce della luna”, di Luca Barbieri (Odoya), che tratta anche dei guerrieri lupo di Odino.

4)   Quando hai ideato il romanzo, lo hai immaginato come una trilogia sin dall’inizio? Quanto dovremo aspettare per conoscere il seguito delle avventure del gruppo di amici della Garfagnana?

Sì, l’ho pensata fin dall’inizio come una trilogia. Ogni volume ha una sua avventura, abbastanza autonoma, in cui i protagonisti devono fronteggiare una minaccia specifica (o più d’una^^), al tempo stesso ogni nuovo libro va ad aggiungere nuovi tasselli alla saga, indagando sempre sul passato dei personaggi e facendoli progredire nella narrazione al presente, fino all’ultimo, apocalittico, volume.
Speriamo di non dover aspettare molto. L’editore ha già il manoscritto pronto, spero che presto inizieremo a lavorare sul testo. Io al momento sto scrivendo il terzo e conclusivo capitolo.

5)   Ci anticipi qualcosa sul prossimo volume? Io spero che Aurora e Dominic divorzino! ;-P

Posso anticiparti il titolo: “I figli di Cardea”. Originale, vero? ^^
Ci saranno nuovi nemici, nuovi branchi e tante nuove ambientazioni, luoghi affascinanti e misteriosi della mia Toscana. E giocherò ancora con la mitologia, il folklore e la storia, locale e nazionale.

6)   Rimanendo sui personaggi: ti sei ispirato a persone che conosci per qualcuno di essi? E quanto c’è di te in loro?

In generale sono tutti personaggi inventati, sebbene qualcosa di me, o di altre persone che conosco, ci sia in tutti loro; sono tutti miei figliocci, anche quella testa dura di Dominic! (Quanti calci gli darei!^^) Ax, in particolare, è una mia versione letteraria, abbiamo lo stesso modo di pensare!

7)   Oltre alla saga dei Lupi, quali progetti hai? Ci sono altre uscite nell’aria?

La prossima nuova uscita sarà a fine anno, sto lavorando in questi giorni con il mio attento editor al miglioramento del testo. Sarà un urban fantasy ma, attenzione, niente Toscana stavolta, anzi niente in Italia. Ci sposteremo a nord e, anziché lupi, avremo a che fare con gli orsi!

8)   Grazie per aver partecipato all’intervista!

Grazie per la fantastica ospitalità!



mercoledì 14 giugno 2017


CINERECENSIONE:  LA   MUMMIA



Questo film è il primo di una serie chiamata Dark Universe, ideata dalla Universal e basata sul rinnovamento dei personaggi dei suoi film anni ’30 come il Dr. Jekyll, l’Uomo Lupo o, appunto, la Mummia.


Nick Morton, un Tom Cruise in formissima e super protagonista, è un soldato di stanza in Iraq, dove, con la scusa di andare in avanscoperta, frega tesori archeologici. Durante uno di questi raid scopre un’antica tomba egizia, insieme a un’archeologa sua amante, e ovviamente rompe i sigilli, permettendo all’essere ivi rinchiuso di uscire: trattasi della principessa egizia Ahmanet, sepolta viva dopo aver sterminato la famiglia reale, cioè il padre e il fratellino erede al trono al suo posto, e deciso di donare un corpo maschile al dio Seth come ricettacolo, per unirsi a lui e soggiogare il mondo. Va da sé che il nuovo prescelto è proprio Nick. Dopo varie peripezie, incontr a il Dr. Jekyll, il gladiatore in pensione Russell Crowe, che è a capo di una società segreta che si occupa di sgamare e studiare oscure minacce per l’umanità.
Ci sono numerose scene d’azione, tanto che sembra di vedere Mission Impossible; scene horror in cui le mummie redivive invadono Londra, ma sembrano zombie più che mummie; scene con battute e allusioni ormai cliché. Il film non riesce a prendere una direzione precisa: questi tre aspetti non sono ben amalgamati, risultando anziché una moderna storia multigenere un polpettone né carne né pesce né tofu (sennò i veg si incazzano). Ci sono poi delle assurdità nella trama: all’inizio, quando il comandante del soldato Morton scopre la sua attività, cosa fa? Lo manda alla corte marziale? No! Lo manda nella caverna a scoprire il tesoro della nuova tomba con l’archeologa e il compare! Boh.
La co-protagonista è un’attrice scialba e monoespressiva; l’interprete della Mummietta invece è nella parte, e ha anche un trucco fichissimo. Suppongo che nelle intenzioni avrebbe dovuto crearsi un triangolo magnetico Archeologa-Mummmietta-Soldato, ma non c’è la minima tensione tra i tre, nessun feeling.
Oltre al trucco, ho apprezzato gli effetti speciali, carino quello del doppio occhio che si vede anche nei trailer, quindi non mi dite che spoilero; la fotografia e la colonna sonora; alcune idee come  quella delle tombe dei Crociati sotto Londra, l’ambientazione in zone di guerra, il far vedere il faccione gigante polveroso della mummia nel cielo di Londra, richiamo al precedente  remake dove Imothep la faceva da padrone. Quello era un film volutamente caciarone/trash, questo come dicevo non si sa che è.
Non bene il montaggio: cavoli, ci sono voluti tre montatori per tirare fuori questa sequela di pessimi attacchi? Va da sé che il regista, Kurtzman, sarà anche un bravo produttore e sceneggiatore, ma il film gli è decisamente sfuggito di mano.
Come primo film di una saga, direi che non ci siamo: speriamo correggano il tiro per i prossimi film, che dovrebbero far concorrenza alle saghe Marvel e Dc nonché Disney.
Si può vedere il film solo in ottica di trascorrere due ore di puro svago, ma io ho corso il rischio di uscire mummificata nonostante non mi aspettassi molto da questo film. A vostro rischio e pericolo!






giovedì 8 giugno 2017

Cinerecensione : Wonder Woman



Dichiaro subito di non aver mai letto i fumetti della DC Comics riguardanti la donna meravigliosa, e la mia conoscenza di lei si basa sul telefilm anni ’70-80 con la mitica Lynda Carter e poco altro, quindi non posso fare paragoni tra fumetto e film. Detto ciò, passiamo alla cinerecensione di uno dei pochissimi film in cui la protagonista è una supereroina, per la precisione il secondo. Il primo è l’ormai remoto Elektra (2005) con Jennifer – Alias – Gardner. Se qualcono sta dicendo “c’è anche Catwoman” lo stoppo subito. Catwoman è una villain, non un’eroina.
Come in ogni  film supereoistico che apre una saga, la prima, lunga parte è dedicata alla presentazione del personaggio, dei suoi poteri e ci mostra l’addestramento. Diana è un’amazzone, figlia della regina Ippolita, che vive con il suo popolo nell’isola donata loro da Zeus, Temyscira, ed è subito chiaro che non è come tutte le altre amzzoni.
Un giorno salva il maggiore Steven Trevor, interpretato da Chris Pine, ovvero il capitano Kirk giovane (anche qui lo hanno messo a fare u giro in moto, a un certo punto): siamo nella II guerra mondiale. Diana decide di andare con lui a salvare gli uomini dalla guerra, voluta e causata dall’arcinemico Ares.
 Una delle prime scene del film è la cosmogonia greca, riveduta e corretta a uso e consumo della storia, ma va bene così, non ci siamo offesi più di tanto. Io mi sono offesa alla fine, ma procediamo con ordine.
Diana è coraggiosa, bellissima ma anche molto ingenua; nel corso della storia avverrà la sua dolorosa maturazione, che arriverà insieme  alla consapevolezza che l’umanità ha un lato oscuro, oltre che alla piena coscienza di sè e alla scoperta di chi sia suo padre.  
La cosa migliore del film è senz’altro la scelta dell'attrice Gal Gadot, meravigliosa interprete della protagonista: strafiga, atletica, gnocchissima, potente, simpatica, intelligente… lei è Wonder Woman, punto.
Vanno bene anche la fotografia saturata, i costumi, le scenografie, e ovviamente la regista: affidare la regia di un film con protagonista una supereroina a una donna, Patty Jenkins (già regista del bellissimo Monster) è  stata senz’alto un’idea vincente. I personaggi femminili sono tutti ottimamente rappresentati, resi nonché inquadrati.
 I comprimari invece vanno meno bene: il terzetto multietnico che segue i due protagonisti nell’avventura, che servirebbe ad allentare la tensione e sdrammatizzare, non sempre si rivelano adatti allo scopo; direi che le battute più divertenti sono quelle allusive tra Diana e Steven. Altre gag invece sarebbe stato meglio meglio evitarle.
Gli effetti speciali giocano un ruolo primario in questo genere di film: le scene di combattimento in slow motion sono spettacolari ma ormai anche parecchio utilizzate ovunque, e la CGI del combattimento finale non appare all’altezza. Anche il montaggio non è all’altezza: troppi attacchi fastidiosi. La colonna sonora invece è ok.  La trama è lineare e scorrevole.
La cosa peggiore di tutto il film è di certo il villain: sbagliato l’attore e poco chiaro lo scopo del personaggio.

Spoiler!

Quello che proprio mi ha offeso è questo personaggio, Ares: ma come cavolo si fa a far interpretare il Dio della guerra a quel tipo insulso, di mezz’età e coi baffoni???

Fine spoiler.


Film da vedere; direi però di aspettare il prossimo  per godere appieno del personaggio di Wonder Woman, senza la parte introduttiva e magari con qualche collegamento agli altri personaggi DC, qui assente se non per una piccolissima cosetta nel finale che non so quanti abbiano notato.







lunedì 5 giugno 2017


  CONCORSO LETTERARIO "LIBROPOLIS" IN      COLLABORAZIONE CON "NATI PER SCRIVERE"




L'associazione culturale "Nati per scrivere", in collaborazione con l'associazione "Controcultura" e col festival "Libropolis" di Pietrasanta (LU) ha da pochi giorni indetto un concorso dal tema molto interessante, a cui, ve lo dico da subito, parteciperò! Il concorso è aperto a tutti i generi letterari, compresi quindi quelli fantastici; inoltre, la partecipazione è gratuita e ci sono ricchi premi per i primi tre classificati; infine, i racconti migliori saranno pubblicati in un'antologia dall'Associazione Nati per scrivere".



Questo il bando ufficiale:

CONCORSO LETTERARIO “LIBROPOLIS”
Regolamento
L’associazione culturale “Nati per scrivere” organizza e promuove la prima edizione del concorso letterario “Libropolis”, in collaborazione con l’associazione “Controcultura”. Il concorso è abbinato al festival letterario “Libropolis”, che si svolgerà a Pietrasanta, presso il Chiostro Sant’Agostino, in data 20, 21 e 22 ottobre 2017.
Partecipando al concorso, ciascun autore accetta automaticamente ogni punto del seguente regolamento.

NORME GENERALI:
Al concorso possono partecipare tutti i cittadini italiani di età maggiore ai 18 anni. È vietata la partecipazione ai soci dell’associazione culturale “Nati per scrivere”.
Il concorso è riservato a racconti brevi inediti, di qualunque genere, mai pubblicati prima, neppure su siti internet o blog. I racconti devono essere in lingua italiana.
Ogni partecipante può presentare al massimo un racconto.
I racconti devono avere lunghezza compresa tra le 10000 e le 20000 battute, spazi inclusi. Nessuna tolleranza ammessa. Racconti di lunghezza inferiore o superiore non saranno accettati.
La partecipazione al concorso è gratuita.

TEMA DEL CONCORSO:
Il tema del concorso è: “La scomparsa”.
In un mondo globalizzato e interconnesso, assistiamo al cambiamento repentino dei simboli, dei luoghi e delle consuetudini che animano il vivere quotidiano. Il nostro Paese sta cambiando e ogni cambiamento porta con sé la scomparsa di qualcosa, di un mestiere, di un negozio, di un modo di dire, di una ricetta, di un sapore, di un odore, di una tradizione, di una gestualità, di un luogo della nostra infanzia. Con questo concorso invitiamo gli autori a raccontare questi spazi dell'anima: riportiamoli alla luce, rendiamo vivo, presente e fecondo quello che apparentemente non è più che un vuoto, per scoprire l'intensità e la portata di questo cambiamento che sta coinvolgendo tutti. Per capire quello ci stiamo lasciando alle spalle, forse con troppa noncuranza.

MODALITA’ DI INVIO:
Ciascun partecipante dovrà inviare, entro il 10 agosto 2017, una mail all’indirizzo natiperscrivere@hotmail.com con oggetto: Partecipazione concorso letterario “Libropolis” e con allegati due distinti file: 1) il racconto presentato in concorso 2) la scheda di partecipazione
Il racconto dovrà essere in file doc o docx (ogni altro formato non sarà accettato) e dovrà contenere il titolo e il testo del racconto. Non dovrà essere presente il nome dell’autore né altri riferimenti che possano indicare chi l’ha scritto. Il nome del file dovrà essere il titolo del racconto.
La scheda di partecipazione è disponibile sul sito dell’associazione Nati per scrivere, sulla pagina Facebook dell’associazione Nati per scrivere, in allegato al presente bando o è richiedibile all’associazione. La scheda dovrà essere compilata, firmata e inviata assieme al racconto. L’assenza della scheda invalida la partecipazione al concorso.
È ammesso un solo invio dell’opera. Non sono ammesse integrazioni o sostituzioni.
La scadenza per presentare i propri racconti è la mezzanotte del 10 agosto 2017. Non saranno accettati racconti giunti in seguito.
Non è ammesso l’invio cartaceo, solo per email.

VINCITORI:
Il consiglio direttivo dell’associazione “Nati per scrivere” sceglierà una rosa di massimo dieci racconti finalisti, in base all’originalità, all’attinenza al tema, alla solidità della trama e delle situazioni narrate e alla cura lessicale e stilistica, comunicandoli sui canali social dell’associazione e del festival Libropolis entro il 10 settembre 2017.
Tra i finalisti, l’associazione sceglierà tre racconti vincitori, che riceveranno i premi in palio.
La proclamazione dei tre vincitori avverrà durante il festival letterario “Libropolis” a Pietrasanta (LU), in data sabato 21 ottobre 2017. Tutti i partecipanti, non soltanto i finalisti, sono invitati a presenziare l’evento.
Qualora un vincitore sia impossibilitato a partecipare potrà delegare un’altra persona per ritirare il suo premio.
Il verdetto della giuria è insindacabile.

PREMI:
Questi i premi messi in palio dall’associazione “Nati per scrivere” e dal festival “Libropolis”:
primo premio: e-reader Kindle Paperwhite (dispositivo elettronico per leggere gli ebook)
secondo premio: buono acquisto di libri
terzo premio: una borsa piena di libri

ANTOLOGIA:
I racconti finalisti verranno riuniti in un volume antologico edito dall’associazione culturale “Nati per scrivere”. Il libro sarà disponibile in digitale su tutti gli store di ebook e in cartaceo sullo store Amazon dell’associazione Nati per scrivere, contattando l’associazione stessa e allo stand “Nati per scrivere” al festival “Libropolis”.
Ciascun autore finalista potrà acquistare il volume al festival “Libropolis”, presso lo stand “Nati per scrivere”, con lo sconto del 30%. I tre vincitori riceveranno una copia cartacea omaggio per ciascuno.
Non sono previsti compensi agli autori per le vendite dell’antologia. I diritti dei racconti restano ai singoli autori, che firmeranno soltanto una liberatoria per acconsentire alla pubblicazione del loro racconto nell’antologia, non avendo nulla da pretendere dai ricavati della pubblicazione.

PER INFORMAZIONI:
Sito Nati per scrivere: http://natiperscrivere.webnode.it/

Sito Libropolis: http://www.libropolis.org/

Questo è il modulo per la partecipazione, che troverete anche nei siti sopra indicati pronto per il download:
Beh, ci state ancora pensando? Partecipateeeeee!