giovedì 30 marzo 2017


Recensione : Il Duca di Ferro di Monica Serra


Titolo: Il Duca di Ferro
Autrice: Monica Serra
Genere: Fantasy, Steampunk, romance, avventura

Editore: Astro
Pagine: 80
Note: Bilingue italiano/inglese
Prezzo: Ebook 1,99
             Cartaceo 8,90
Link Amazon: Il Duca di Ferro



Una missione top secret, un sanguinoso agguato e una ferita mortale travolgono Henry C. Demison, duca di Sharp, ufficiale dell’esercito britannico. Con un audace esperimento, lo scienziato Boyle gli salva la vita e lo consegna a notti dissolute, incubi, carne e metallo.
Quando Sharp viene chiamato a recuperare i documenti nascosti in territorio francese prima di essere ferito, il destino lo fa imbattere nelle sorelle Finnegan. Un inaspettato scambio di persona sconvolge i piani del tormentato duca, risucchiandolo in un tragico epilogo. O si tratta forse di un nuovo inizio?


Chiariamolo subito: lo steampunk non è un genere che amo particolarmente, vapore e  ingranaggi non mi affascinano e il periodo in cui in genere sono ambientate queste storie, l’epoca vittoriana, non è la mia preferita; MA i racconti di Monica Serra, oltre che essere  una garanzia di qualità, sono spesso una commistione di generi, e questo non fa eccezione.
La storia comincia col Duca in missione; resta ferito gravemente, e viene trasformato dallo scienziato Boyle in un essere metà uomo e metà macchina. Dunque ci troviamo di fronte a un vero e proprio cyborg: questo essere ibrido è un personaggio tipico della fantascienza, dagli ani ’60 in poi, e  possiamo trovarlo  oltre che in varie opere letterarie sci-fi anche in serie tv (a cominciare dall’Uomo da sei milioni di dollari e la Donna bionica fino agli inquietanti prototipi dei Cyloni, passando per i Borg trekkiani), fumetti (la Marvel ne ha proposti molti,come Deathlok e Cable) e anime/manga (Leiji Matsumoto li mette in quasi tutte le sue opere, ma raggiunge il culmine con Galaxy Express 999 , in cui il piccolo protagonista parte per un pianeta in cui potrà avere l’agognato corpo meccanico, ma capisce che ciò non è bene; non si può non citare poi il cosiddetto genere cyber-punk di cui Ghost in the Shell di Masamune Shirow è l’emblema,  proprio da oggi al cinema versione live action ); in tutte queste opere in genere chi ha avuto un corpo modificato usa le sue capacità per combattere i malvagi (oppure è lui stesso un villain), e utilizza dunque la propria trasformazione per uno scopo preciso, senza abbattersi più di tanto; nel Duca di Ferro invece Henry Demison vede in sé un mostro, e  soffre perché è un diverso, destinato a essere solo.  L’influenza di Frankenstein non è assolutamente celata, anzi, ogni capitolo  del racconto viene introdotto da un brano di Mary Shelley (in un caso dal marito) tratto dal suddetto  romanzo Frankenstein, oppure da un altro romanzo che non conosco, Mathilda. Mathilda è anche il nome della protagonista femminile, un personaggio dalle molte sfumature, complesso e volubile, e proprio per questo così affascinante, intrigante.
Anche il Duca è un personaggio sfaccettato, prima prode combattente, poi debosciato viveur,  oppresso però dal dolore per la sua condizione di diverso.
Lo stile di Monica è vellutato, ricco e scorrevole, sorprendente nella scelta del vocabolo che non ti aspetti ma perfetto per quella specifica descrizione, per quella similitudine, per quella frase; i due protagonisti sono delineati alla perfezione, e l’epoca vittoriana emerge dalle descrizioni di abiti e abitudini.
La trama è un…ingranaggio perfetto,  dal ritmo altrettanto impeccabile; solo in un punto mi ha lasciato un po’ perplessa…
ALLERTA SPOILER!

Quando Mathilda si trova sulla nave volante del Duca, trova casualmente una pistola nascosta, guarda caso,  proprio nella sua stanza, pistola che poi utilizzerà in un momento cruciale del racconto… Credo che anche l’autrice si sia resa conto della lieve forzatura, infatti lascia che i suoi personaggi conversino  brevemente a riguardo, un buon escamotage.

FINE SPOILER!

L’edizione è curata alla perfezione: io ho letto l’ebook, e non ho trovato neppure un refuso, cosa che di questi tempi non è affatto scontata; carina anche l’idea di stampare il racconto in due lingue, italiano e inglese.
La copertina è meravigliosa: tra gli ingranaggi metallici emerge una rosa dello stesso materiale, immagine che riassume in toto il genere e il contenuto del libro. Bellissima!

Consiglio questo racconto a tutti, anche a coloro che non amano troppo lo steampunk; adatto a tutte le età (dalla scuola media in su, direi).

E ora… diritto di replica!
Monica Serra è già stata ospite di Infiniti Universi Fantastici in occasione delle interviste d'autunno, quindi già è stata presentata. Passiamo direttamente all’intervista!

1)      Ciao Monica, grazie di avere accettato l’intervista. Che ne pensi della mia recensione?

Ciao Alessandra, grazie mille per avermi voluta ancora tua ospite. Recensione bellissima, sono onorata del tuo apprezzamento per il mio stile e mi è molto piaciuta la tua analisi sulle origini del cyborg.

2)      Come ti sei avvicinata al genere steampunk? Cosa ti affascina di questo genere?

In realtà, come hai ben notato nella tua recensione io tendo a non rispettare troppo le rigide regole di “genere”; mi piace contaminare, mescolare le tecniche e i canoni, per cui anche questo racconto non può essere catalogato come steampunk “puro”. La cosa che mi affascina di più di questa sfumatura del fantastico sono le atmosfere legate a un mondo in cui la tecnologia arriva prima e le conseguenti  riflessioni su come sarebbe andata la storia se la scienza si fosse evoluta in un contesto diverso. Tuttavia, sempre per il fatto che mi piace sovvertire i canoni, non sempre sullo sfondo delle mie storie steampunk c’è il cielo fumoso di Londra ma può capitare, come in Ali del futuro, di ritrovare macchine volanti che sfrecciano nell’azzurro terso dell’Andalusia.
3)      Oltre al Frankenstein di Mary Shelley cos’altro ti ha ispirato per questo racconto?

Nel Duca di ferro ci sono tratti steampunk, ma anche sfumature romantiche e qualche spunto horror; le suggestioni vengono soprattutto dai classici: Shelley, Verne, Stevenson e perché no, anche Austen.

4)      SPOILER. La pistola  nascosta proprio nella camera di Mathilda?...
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Henry lascia libera Mathilda di gironzolare per la nave a suo piacimento. La pistola è stata probabilmente nascosta male o addirittura lasciata incustodita da qualche parte, visto che Sharp pensava di portare a bordo l’ingenua Lorraine e comunque non si aspetterebbe mai da una donna una reazione come quella che Mathilda avrà.

5)      Quali saranno le tue prossime uscite? Cosa bolle in pentola?

Una bella zuppa, direi. A breve sarà reso noto il progetto a cui ho partecipato per la nuova collana Yokai di Bakemono Lab, poi ci sono un paio di racconti di vario genere scritti per antologie in uscita dopo l’estate, un romanzo fantasy a 4 mani e dopo chissà… le storie bussano alla porta quando meno te lo aspetti e a volte sono delle vere sorprese! Seguite la mia pagina FB, lì saranno comunicate tutte le novità.

6)      Grazie per l’intervista: ora che hai davvero un… giratempo, non ti fermerà più nessuno!


Grazie a te, Ale, e al tuo interessante e ricco blog. È sempre un piacere passare attraverso gli Infiniti Universi Fantastici che ci racconti. A presto e… stay tuned!

martedì 28 marzo 2017

Recensione : Life – non oltrepassare il limite




Un gruppo di scienziati in orbita trova su un campione  di roccia proveniente da Marte una forma di vita che è possibile “ripristinare”, e ci riescono: la piccola cellula cresce rapidamente a dismisura, diventando un essere alieno poliposo, potentissimo e… affamato. Il gruppo cerca di difendersi, e di distruggerlo, ma il polipino alieno è intelligentissimo, velocissimo e iper-resistente, che nemmeno Hulk. Non solo: la loro prima preoccupazione è, giustamente, che l'essere non arrivi mai sulla Terra, per scongiurare la strage di esseri umani. L’alieno non è cattivo, semplicemente deve sopravvivere, e per farlo deve nutrirsi.
Il richiamo a Alien c’è, come tutti hanno detto, e mi unisco al coro, aggiungendo che è proprio una scopiazzatura palese, no un omaggio!
Il film si svolge tutto o quasi dentro la base spaziale orbitante, quindi l'atmosfera è claustrofobica; non manca il realismo, in quanto gli astronauti fluttuano nella navicella in assenza di gravità, e si collegano con la Terra, sia coi propri cari che con i bimbi delle scuole, i quali chiameranno l'alieno Calvin.
I personaggi sono ben delineati e bene interpretati; l’idea come abbiamo detto ricopia Alien, quindi non c’è alcuna originalità; almeno, il regista Espinosa è stato bravo a far in modo che l'attenzione rimanga  viva per tutta la durata del film, che non risulta  noioso. Ci sono tuttavia alcune incongruenze; anche il finale a sorpresa è poco spiegabile. Bene montaggio, fotografia e colonna sonora.
Consigliarlo non me la sento; si può vedere, ma anche no. 


martedì 21 marzo 2017


           Giornata Mondiale della poesia 2017








Oggi, 21 marzo, 2017, non solo è primavera, ma è anche la giornata mondiale della poesia. Molteplici sono le iniziative in tutt'Italia per celebrare l'evento; a Roma segnalo questo reading di poesie che si svolgerà oggi presso Biblioteca della Camera dei Deputati, a cura del FUIS :








  Vorrei segnalare anche questa antologia gratuita, in memoria di Alda Merini, "Alda nel cuore 2017", curata da Matteo Cotugno e contenente 139 poesie.








Nell'edizione precedente era presente anche una mia poesia; questo il link di "Alda nel cuore 2016". 


L'anno scorso, la scrittrice, poetessa e blogger Loriana Lucciarini nel suo blog Scintille d'anima si è occupata di creare video-poesie di vari autori; questa è la mia, "Il Loto". 



Il Loto - Alessandra Leonardi (poesia) from Scintille d'anima on Vimeo.


Buona giornata della poesia a tutti!

giovedì 9 marzo 2017



Cinerecensione: Logan-The Wolverine   



Quando, arrivata  davanti al cine, mi sono accorta che sulla locandina di Logan campeggiava la scritta “vietato ai minori di 14 anni”, ho subito pensato: “Allora sarà un bel film”. E non sbagliavo.
Di tutti i film della Marvel, quelli che mi sono piaciuti di meno sono stati proprio quelli sui miei supereroi preferiti, gli X-Men: troppo snaturati rispetto ai fumetti, storie magari ricche di azione ed effettoni ma scarse riguardo a intreccio e profondità dei personaggi, se non proprio snaturamento di essi (v. Jean Grey/Fenice, schizofrenica invece che impossessata da un’entità aliena…questo non ve lo potrò mai perdonare, cari Marvel-cineboss, sappiatelo!) . Wolverine è stato uno dei più colpiti da questa superficialità, anche  nelle sue avventure personali.
Qui è tutta un’altra musica.

El Paso, 2029. Logan fa l’autista di limousine, ed è incanutito: segno evidente che il suo potere mutante di rigenerazione non funziona più come una volta. Accudisce il professor Xavier, novantenne malato di Alzheimer (e questa malattia porta, tra l’altro, a crisi in cui scatena poteri mai avuti in precedenza), aiutato da un mutante secondario, Calibano (nei fumetti è uno dei Morlock, esseri che vivono nelle fogne, mutanti dai poteri che li rendono reietti tra i reietti, brutti e sfigati insomma). Sono 25 ani che non nascono più mutanti,  gli X-Men sono tutti morti e loro si nascondono.  Una donna lo riconosce, e gli chiede di accompagnare una bambina, Laura (Dafne Keen, una rivelazione), in un misterioso posto chiamato Eden: sono evidenti da subito le somiglianze  della ragazzina con Wolverine. Il personaggio di Laura Kinney esiste anche nei fumetti, ha lo stesso tipo di rapporto con Logan, anche se le vicende del loro incontro sono ovviamente diverse: stavolta però la caratterizzazione mi è piaciuta molto. I tre vengono inseguiti dai Reavers, sulle tracce di Laura per conto del professor Rice, direttore dell’organizzazione che impiantò l’adamantio nel corpo di Logan anni addietro; Charles, Logan e Laura intraprendono quindi un viaggio on the road, in cui sembrano una famiglia vera e propria (Calibano viene catturato). D’altronde gli X-Men stessi sono sempre stati una famiglia, seppur sui generis, per tutti coloro che ne hanno fatto parte. Gli X-Men appaiono solo nei due fumetti che Laura si porta addietro, e la genialata sta nel fatto che non è solo un easter egg o un cameo, no: questi giornalini sono parte integrante della trama!
La vera essenza di Logan viene finalmente fuori in questo film, in cui di lui c’è tutto: il suo passato, i suoi problemi, la sua crescita interiore, la sua potenza e il suo cuore.
Le scene d’azione sono molto cruente, anche in maniera inaspettata (il divieto ai minori ne sarebbe una spia, a dire il vero), ma dopo Deadpool ormai l’uccisione violenta del villain da parte dell’eroe è stata sdoganata; che poi questa violenza la compia anche una bambina, questo per un film Marvel è una novità.
La fotografia, nelle scene girate nel polveroso Mexico, riprende quella dei film western a cui si ispirano, anzi il western viene  citato espressamente; la colonna sonora è bellissima, con musiche struggenti nelle scene più dolorose e commoventi e più ritmata per quelle d’azione; il montaggio preciso.
La scelta di ambientare il film nel futuro affranca la storia narrata dalle vicende degli X-Men , anche se la loro presenza si percepisce (giustamente) in tutta la pellicola.
Il finale è davvero commovente, e apre la strada alle nuove leve: vedremo i New Mutants nei prossimi X-film?
A quanto pare invece non vedremo più Hugh Jackman nei panni di Wolverine, magnificamente interpretato dall’attore per ben 17 anni: in basso un tributo per l’attore.  

SPOILER!
La Marvel anni fa (nel 2004 mi pare) pubblicò alcune miniserie di sei numeri  chiamate "The End", dove si mostrava la morte degli X-Men e di altri supereroi. Anche qui Logan appariva invecchiato e solo, ma sia l'ambientazione che la storia sono diversi dal film, solo il finale è il medesimo. Per chi non lo sapesse, di storie ambientate nel futuro la Marvel ne ha sfornate a iosa, ma vigendo la regola che il futuro si può sempre cambiare, non è detto che le cose vadano a finire effettivamente come preconizzato nella suddetta miniserie o nel film stesso!
FINE SPOILER!

Un’ultima cosa: io (e gli altri Veri X-Credenti)  per sapere il vero nome di Logan, ovvero James Howlett, ho aspettato circa 30 anni; quelli che hanno scoperto il personaggio tramite i film, l’hanno saputo quasi subito, e questa cosa mi fa un tantinello innervosire… SNIKT !!!... ;-)

martedì 7 marzo 2017


 Recensione doppia: “Rex” di Dafne Amati e “Romolo” di Mario   Sconcerti

Titolo: “Rex”
Autrice: Dafne Amati                                               

Editore: Rizzoli
Genere: storico, mitologico, fantasy
Pagine: 395
Prezzo: cartaceo €3,20
Link Amazon

Titolo: “Romolo”
Autore: Mario Sconcerti
Editore: Dalai Castoldi
Genere: saggio, storico, mitologico
Pagine: 292
Prezzo: cartaceo € 7,42
Link Amazon

                                                                                                                        




Cosa c’entrano il romanzo storico-fantasy-mitologico della misteriosa (non ho trovato che sparute notizie su di lei, non ha neppure una pagina Facebook) Dafne Amati  e il saggio del giornalista sportivo Mario Sconcerti? C’entrano, perché parlano entrambi di Romolo, seppure in un contesto molto diverso.

Mario Sconcerti, che passa con nonchalance da Totti a Romolo (il primo re di Roma e l’ultimo…), sottotitola il saggio “L’alba di Roma da riscrivere”: il libro è finalizzato a dimostrare il fatto che  di Romolo non è esistito, e spiega le motivazioni per cui i Romani hanno avuto  la necessità  di darsi origini mitologiche. Il giornalista inizia da molto lontano, con la genesi del mondo per i Greci e quindi per i Romani (parte che poteva anche essere omessa); inizia poi a spiegare per filo e per segno tutti i personaggi che hanno portato alla nascita di Roma, dedicando molti capitoli all’argomento: Evandro, Saturnia, Albalonga, Rea Silvia, Numitore e Amulio, e soprattutto Enea, Re Latino e Lavinia, spiegando il perché è stato scelto proprio questo eroe (Enea) come progenitore dei gemelli. Passa poi ad elencare le varie versioni della vicenda, dalle origini al fatale fratricidio, che forse neppure è stato commesso da Romolo, per finire alla scomparsa avvolta nel mistero del medesimo. Per fare questo, trae notizie da una corposa serie di libri, anche di autori classici come Dionigi di Alicarnasso , Tacito, Ovidio, anche se la parte del leone la fa Andrea Carandini: ben 50 ne compaiono nella bibliografia, un lavoro enorme!
Lo stile è giornalistico-sportivo: periodi brevi, e quasi totale mancanza di due punti e punti e virgola, che mi ha reso molto , molto difficile la lettura di questo saggio: solo nella descrizione delle battaglie di Romolo contro i popoli vicini la telecronaca è risultata avvincente, per il resto snervante. Riprendendo gli autori classici, ci viene spiegato anche il carattere dei due gemelli:Romolo appare riflessivo, intelligente, cauto; Remo è quello scapestrato, insofferente, ferale.

Dafne Amati romanza tutta la vicenda, arricchendola con elementi fantastici e mitologici. Qui, dei due fratelli è Romolo a essere quello scapestrato: è a capo di un gruppo di banditi, mentre Remo è un placido pastore fornito di poteri connessi alla natura che però tiene segreti e non accetta. Dopo varie peripezie, scendono in guerra contro Amulio, il re usurpatore di Alba; Remo viene rapito e Romolo deve andare a salvarlo. Una delle scene che ho amato di più è quella dove Romolo incontra Ersilia, che l’autrice rivisita nel ruolo di un’amazzone figlia di Tito Tazio, il Re dei Sabini: i due terranno un combattimento corpo a corpo, ed è qui che il vero padre di Romolo, il dio Marte, fa la sua comparsa, in un modo che tanto mi ha ricordato le “apparizioni” degli dèi in “La Torcia”, magnifico romanzo di Marion Zimmer Bradley. Il finale del romanzo è molto lungo e un po’ ripetitivo e noiosetto; probabilmente erano richieste più pagine e l’autrice si è oltremodo dilungata.  Tutto il resto mi ha entusiasmato: idea, ambientazione, descrizioni (alcune a dire il vero un po’ tirate) capaci di proiettarti in un mondo lontanissimo e perduto, dove la storia si intreccia col mito, insomma il classico “libro che vorrei aver scritto io” (finale a parte!).
Il romanzo è uscito nel 2011 per i tipi della Rizzoli, e avrebbe dovuto avere un seguito,  ma al momento non se ne sa nulla.

Riguardo le edizioni, “Rex” è molto curato; la copertina è rigida con sovracoperta, molto di impatto lo scudo di bronzo con al centro la lupa capitolina sormontata dal titolo color oro in rilevo, a effetto screziato; ci sono anche un pre-titolo, “La fondazione di Roma”, e un sotto titolo, “753 A.C. l’alba di un impero”, che mi sembrano un po’ pleonastici, proprio per “non capenti” insomma.
“Romolo” anche ha un sottotitolo, “L’alba di Roma da riscrivere”, che è fondamentale per capire il senso del libro, quindi ci può stare; la copertina ho in primo piano il dettaglio dei gemelli allattati dalla Lupa Capitolina, idea semplice e valida. L’edizione invece non è curatissima, ci sono dei refusi.

“Rex” è un romanzo che ho amato moltissimo, e consiglio a tutti coloro che cercano un’avventura storico-mitologica in un monto remoto, con un tocco di fantasia rielaboratrice ; “Romolo” contiene una marea di informazioni storiche , in stile divulgativo, e quindi adatto a chiunque voglia conoscere senza consultare decine di testi le origini del mito di Roma; però, come ho già scritto, la lettura risulta fastidiosa a causa della punteggiatura.








venerdì 3 marzo 2017




                                                      
Cinerecensione: The Great Wall 



William (l’ottimo Matt Damon, valore aggiunto del film) e Tovar (Pedro Pascal, l’ultima volta visto con la testa schiacciata come un cocomero nel Trono di Spade-  non gridate allo spoiler: se non lo avete ancora visto sparateve!) sono due mercanti/mercenari, in giro per la Cina alla ricerca della misteriosa “polvere nera”, ma vengono catturati e condotti sulla Grande Muraglia, dove assistono e poi partecipano alla battaglia della Confraternita Senza Nome (bellissimi, coloratissimi, fighissimi) contro i mostri verdognoli Taotie, che ogni 60 anni scendono dai monti con lo scopo di papparsi gli uomini, per punirli del fatto che sono avidi e cattivi: il Muro è stato costruito apposta, una Barriera insomma.  I due vengono lasciati legati durante il combattimento, e non stanno in gattabuia perché il carceriere “non trova le chiavi”: sappiatelo. No, questo ci tenevo a dirvelo, perché la tentazione di uscire dalla sala è forte: ma dovete resistere, perché le battaglie sono coreograficissime, super action, entusiasmanti e non si lesina in effetti speciali e CGI, e sono la cosa migliore del film! L’armata cinese è comandata dalla invincibile e addestratissima Lin Mei; poi c’è anche Willem Defoe, lì da 25 anni in attesa di un aiutino per fuggire col malloppo (la polvere nera).  La trama è  semplice, con i classici topic del fantasy come il protagonista che da manigoldo diventa eroe; c’è  molta azione e poco approfondimento dei personaggi, anche se si nota un buon equilibrio nello spazio dedicato a ognuno, pure a quelli minori. La love story per fortuna è appena accennata, altrimenti diventava mieloso e non era quello che si chiede a film come questi. Il montaggio offre un ritmo serrato; l’ottima colonna sonora che sottolinea alla perfezione tutti i momenti del film è di Ramin Djawadi, e questo è il terzo e ultimo richiamo al Trono di Spade. Bravo Zhang Yimou, il primo colossal USA-China ti è venuto massiccio e gagliardo!
Consigliato a chi ama l’action-fantasy e non cerca altro che svago ed esagerazione.






mercoledì 1 marzo 2017



                    ALBERI 



Genere: fantasy
Autore: Alessandra Leonardi
Pagine: 18
Editore: Street Lib
Prezzo: gratis
Link: Amazon 


Una ragazza, Kelyssa, si sta trasformando in un albero, e non ne conosce il motivo. Il giovane Helyo cercherà di aiutarla, insieme a sua madre, l'erborista Dalylah, che dovrà fare i conti col suo passato per scoprire cosa è accaduto, e perchè. La magia della vita vegetale e la questione del libero arbitrio sono i temi principali di questo breve racconto fantasy.



Sono molto legata a questo racconto che ho scritto nel 2015, e che ho pubblicato inizialmente solo su Meetale; visti i commenti positivi ricevuti, ho pensato che avrebbe meritato una platea maggiore, e mi sono decisa a pubblicarlo sui maggiori store online mantenendone la gratuità, decisione positiva dato che al momento il racconto è primo nella top 100 Amazon fantasy gratuiti! Felicissima me! :-)




L'ispirazione principale per questo racconto è tratta da un personaggio dell'Universo Marvel, per me vera fonte inesauribile di idee da cui trarre spunti: il personaggio in questione è l'"Uomo Porpora" , alias il dr Killgrave, avversario di Devil, Jessica Jones e Luke Cage; è proprio vedendo la serie tv di Jessica Jones che ho rammentato questo "cattivo", creato da Stan Lee e soci nel lontano 1964, e ho visto in lui enormi potenzialità, soprattutto per trattare un tema come quello della libertà di scelta, optando per il fantasy come genere letterario. A questo, ho unito il tema della metamorfosi, presente in numerose opere letterarie, cinematografiche e televisive, evidenziando la bellezza della vita naturale.

  Personaggi del racconto:

Kelyssa: è una ragazza che si sta trasformando in un albero, e non sa perché.
E' molto spaventata, ma nel bosco di notte chi la potrà aiutare?

Helyo: Il giovane si trova proprio in quel bosco a raccogliere delle erbe per sua madre, l'erborista Dalylah, e sente le grida della ragazza. Corre da sua madre cercando l'aiuto necessario per fermare quella che appare una maledizione.

Dalylah: E' un'erborista che non ha ancora fatto i conti col suo passato. Insieme al figlio cerca di aiutare la ragazza a tornare umana.

Amethyste: vecchia maga insegnante di arti magiche di Dalylah. Vive in una radura, in una bella casa circondata da magnifiche piante. Dalylah si rivolgerà a lei per aiutare Kelyssa.

Krygorn: il Bagatto Rosso, villain  dagli inquietanti poteri, figura chiave nel passato delle due donne.

Mi sono divertita a creare un immaginario casting per questi personaggi, casting milionario a dire il vero!


Eva Green interpreterebbe Dalylah

Brad Pitt da giovane sarebbe  perfetto per il ruolo di Helyo

Cloe Grace Moretz interpreterebbe Kelyssa

Gloria Stuart sarebbe perfetta come Amethyste, con opportuno trucco e parrucco!

Krygorn, il Bagatto rosso, non potrebbe trovare interprete migliore che Johnny Depp!








Ho preparato anche un booktrailer:








Una card con un estratto del racconto:







Il racconto è disponibile in tutti i migliori store online, ricordo che è gratuito!