lunedì 30 aprile 2018


NUOVA USCITA STARLIGHT: LA VISTA DELL'ANIMA 
DI MELISSA J KAT





Editore: PubGold (collana Starlight)
Genere: Urban fantasy romance
Pagine: 216
Data di uscita: 27 aprile 2018
L’ebook è disponibile in tutti gli store online ed è in offerta a 0,99 cs per le prime settimane.
Il cartaceo sarà disponibile a maggio.






 La collana fantasy della Starlight, che ha esordito a ottobre del 2017, giunge adesso alla sua quinta pubblicazione: il catalogo si arricchisce con "La Vista dell'anima" di Melissa J Kat, primo libro della serie "Darklight Souls".
 Ecco la scheda libro e un bell’estratto che vi permetterà di scoprire qualche particolare in più della nuova storia, un urban fantasy che ha come protagonista Jen, una ragazza che si ritrova coinvolta nell’eterna lotta tra angeli e demoni.


Trama:

Jen e Mark stanno insieme, si amano e la loro storia va a gonfie vele. Almeno, questo è ciò che crede Jen fino al giorno in cui Mark decide di lasciarla. Poche, fredde parole bastano a distruggere un rapporto che durava da anni e in cui aveva sempre creduto. Lei non riesce a crederci, eppure lo strano comportamento dell’ultimo periodo era stato un campanello d’allarme e il sospetto che abbia un’altra si fa largo nel suo cuore. Distrutta da questa scelta inaspettata, non può far altro che rassegnarsi e continuare con la sua vita, buttandosi sul lavoro in libreria.
E proprio qui incontra Sam, un ragazzo che fin dall’inizio le sembra diverso dagli altri, gentile e misterioso. Un ragazzo con un paio di splendide ali bianche che la protegge dal pericolo. Un angelo.
Sam la salva da una creatura mostruosa che si rivela essere nientemeno che un demone e da quel momento tutto cambia. Jen riceve in dono un potere straordinario, grazie al quale inizia a guardare il mondo con occhi diversi, che le permette di scorgere la verità dietro l’apparenza e di scoprire ciò che gli umani ignorano: il Male si annida ovunque e nessuno è davvero al sicuro, neanche Mark.
Jen non può arrendersi, deve trovare dentro di sé la forza per salvare chi ama e fermare il nemico, a tutti i costi.
Una storia che racchiude l’eterna lotta tra demoni e angeli in un urban fantasy che fa dell’Amore la sua forza. Si combatte per la Salvezza. Si combatte per la Verità.

Estratto:

«Manca ancora qualcosa», annunciò mettendomi il dubbio che sapesse anche leggere nel pensiero.
«A cosa ti riferisci?»
«Al mio regalo per te».
«Regalo?? Non mi aspettavo nessun regalo... e poi io non ti ho preso nulla».
«Sì, invece, mi hai dato i biscotti. E il mio è un dono... speciale».
Ammetto che ero estremamente curiosa, perché non avevo nessuna idea di cosa potesse essere.
«Chiudi gli occhi», disse a bassa voce. Lo assecondai, aspettandomi che tirasse fuori un pacchetto e me lo mettesse tra le mani, invece sentii che si avvicinava ancora di più a me. Potevo avvertire il suo viso accanto al mio anche a occhi chiusi. Quando il suo respiro accarezzò la mia pelle, un brivido mi percorse lo stomaco e il cuore iniziò a battere più forte.
Le sue labbra sfiorarono la mia guancia e i suoi capelli mi solleticarono la fronte. Poi udii un suono. Sam mi stava sussurrando all’orecchio delle frasi incomprensibili, ma qualcosa nel profondo mi fece capire che si trattava di una lingua antichissima: era armoniosa come un canto, dolce e rilassante, talmente particolare da essere diversa da qualsiasi lingua del mondo.


Biografia:


Melissa J. Kat è una ragazza nata nel 1989, che dopo un diploma di istituto tecnico ha proseguito gli studi in ambito artistico.
Ama molto leggere: ha iniziato all'età di soli 3 anni e nel periodo delle scuole elementari andava spesso in biblioteca portando a casa sei libri alla volta. Il primo libro che ha amato è uno che le era stato prestato dalla maestra di italiano in quarta elementare e si trattava di "La storia infinita". Crescendo si è appassionata di libri gialli (tra i suoi autori preferiti c'è Agatha Christie e A. Conan Doyle) e thriller in stile Dan Brown. Ha scoperto il genere urban fantasy solamente nel 2014, dubbiosa sul fatto che potesse piacerle. Contrariamente alle sue aspettative è stata rapita da questo genere, tanto da voler scrivere un libro tutto suo: "La Vista dell’Anima", il primo romanzo della trilogia intitolata "Darklight Souls".



La Starlight è una collana nata a ottobre 2017, che si occupa di valutazione, correzione di manoscritti e promozione con l’autore. Nello specifico è uno dei marchi editoriale della PubGold, casa editrice dell'azienda PubMe, curato da Jessica Maccario. La collana pubblica racconti e romanzi fantasy.
È possibile contattarla nei seguenti modi:
Indirizzo email a cui mandare manoscritti o richiedere collaborazioni: collanastarlight@gmail.com
Instagram: starlight_collana
Video di presentazione della collana: https://www.youtube.com/watch?v=Dr8Q4a5UaWc


venerdì 27 aprile 2018




RECENSIONE SERIE TV: KNIGHTFALL







 Genere: storico
Anno: 2017
Puntate: 10
Produzione: Stati Uniti
Trasmessa in Italia su: History Channel



Questa serie mi ha acchiappata subito, anche se in quanto a veridicità storica lascia molto a desiderare.
I Templari andavano molto di moda qualche anno fa, ma grosse produzioni tv non ce ne sono state, giusto un bel sceneggiato (ops scusate, si dice miniserie fiction)  italo-francese con Gerard Depardieu, “La maledizione dei Templari”, in 5 puntate, del lontano 2005. Recuperatela. 
Quindi ho accolto con gioia la serie, che inizia nel 1291, proprio durante la battaglia di Acri avvenuta dopo la perdita di Gerusalemme. Sconfitti, i Templari fuggono portandosi dietro il Santo Graal, però la nave che lo trasporta viene affondata.
Dopo 15 anni il Cavaliere Laundry ( Tom Cullen, visto anche in “Mondo senza fine” , grande presenza scenica e ottima interpretazione del cavaliere tormentato e scisso tra amore e dovere) scopre che il Graal è salvo e deve cercarlo. 
 Nel frattempo il re Filippo IV il Bello, amico dei Templari (…), abbisogna di denari, ma è restio a chiederli all’Ordine del Tempio, che oltre a essere un ordine monastico guerriero è anche una banca (gomblotttooooo! Ah no scusate  ;-P ): vuole organizzare un’altra crociata.  Laundry, nel frattempo diventato Maestro perché quello precedente, Godfrey , è stato ucciso, ha una relazione amorosa ovviamente clandestina… 




Le vicende personali dei protagonisti si intrecciano quindi con quelle storiche, in un tripudio di castelli, armi, segreti, colpi di scena e sottotrame amorose e avventurose.  Ho letto qui e là paragoni col Trono di Spade: ormai è una moda prendere come riferimento la celeberrima serie tratta dalla saga di George RR Martin (scriviiiiiiiiii!!! ), per gli intrighi e i tradimenti, come se fosse stata la fiction (di qualunque genere) ad aver plasmato la Storia e non viceversa… Cavoli, se ci sono decine di storie con intrighi e tradimenti è perché la Storia è stata un susseguirsi di questo genere di fatti!
I costumi sono di ottima fattura e adeguati all’epoca, a parte qualche incoerenza (tipo le popolane con abiti un po’ troppo belli); il ritmo c’è, non ci si annoia mai; buone le scenografie con castelli e interni accuratamente ricostruiti e la fotografia è adeguata. Anche il cast è stato ben scelto. 


Quello che manca è l’accuratezza storica.
Prima di tutto il papa che si vede è quello sbagliato: Bonifacio VIII era morto da tre anni nel 1306 (non che lo ricordassi eh, ma sono andata a cercarlo. Perché gli sceneggiatori non l’hanno fatto? Che gli costava anticipare di tre-quattro anni la storia oppure inserire Clemente VII?). Poi quando arriva alla corte del re sembra che arrivi da Roma e viene accolto con tutti gli onori; in realtà Filippo il Bello non andava molto d’accordo col papa e infatti Clemente passò alla “cattività avignonese”, sottomesso al re di Francia. De Nogaret , ministro reale, non poteva aver consigliato al re di chiedere soldi agli Ebrei, perché lui li odiava e già li aveva fatti cacciare.
Tralascio le arance in Francia nel XIII-XIV secolo, ma in gran parte questi errori si sarebbero potuti evitare con facilità e senza inficiare la trama.
Nonostante ciò e nonostante qualche assurdità a livello di sceneggiatura sparsa qui e là, la serie mi ha appassionato perché ha una narrazione coinvolgente e un gran ritmo, non ci si annoia mai e il rischio con storie più o meno note ci può sempre essere.


I cultori della Storia non la guardino proprio, per i meno precisi e più permissivi si può fare.


martedì 24 aprile 2018



SEGNALAZIONE: OLTRE-STORIE DAL FUTURO







Autore: AA VV
Genere: fantascienza
Editore: Sad Dog
Uscita: ottobre 2017
Pagine:142
Prezzo: € 12,99 carteceo
             € 3,99 ebook



La nuova antologia a scopo benefico di Sad Dog Project, "Oltre- Storie dal futuro", riunisce 17 firme tra le migliori della fantascienza italiana. I proventi del volume, che contiene  15 racconti, saranno devoluti ad Alyn, per la precisione l'ALYN HOSPITAL - Pediatric & Adolescent Rehabilitation Centerun ospedale pediatrico di Gerusalemme, una struttura all'avanguardia che accoglie bimbi israeliani e palestinesi.
Vediamo i racconti:

Gianluca Morozzi – Sisifo Meccanico
Federica Soprani – Il sogno della farfalla
Valentina Capaldi – Il dono
Mario Pacchiarotti – Cena vegana
Marta Duò – Fantasmi moderni
Lorenzo Sartori – New Atlantis
Laura Costantini e Loredana Falcone – Anuhea – L’interrogatorio
Emanuele Corsi – Diversità elettive
Emilio Ilardo – La difficoltà di commemorare
Serena M. Barbacetto – Libertus
Diego Tonini – Spiriti della rete
Ilaria Pasqua – Tentacoli
Dario Tonani – AltroDove
Lavinia Pinello e Andrea Chiarvesio – Evolution
Alessandro Vietti – La sindrome Asimov



Sul sito di Sad Dog Project tutti gli aggiornamenti sulla raccolta fondi; news anche sulla pagina Facebook.  Ricordiamo anche il precedente volume  a scopo benefico, Letture a Sbaffo, che contiene il racconto di genere umoristico "...sempre piaciuta!" di Alessandra Leonardi (la vostra blogger, me medesima) , i cui proventi vanno alla Movember foundation che si occupa di salute maschile. Qui l'articolo.









giovedì 19 aprile 2018




 RECENSIONE SERIE TV: BRITANNIA 





Genere: storico fantasy mitologico
Produzione: Sky/Amazon
Puntate 1° stagione: 10
Rete italiana: Sky Atlantic




Britannia è una serie che mi ha affascinato fin dalla prima puntata, nonostante le indubbie difficoltà di visione dovute al gran numero di personaggi che ci vengono presentati; pian piano inizieremo a conoscerli bene e comprendere i chi sono e cosa vogliono.
Non è una serie prettamente storica, quindi coloro che storcono il naso per l’inserimento di elementi fantastici lascino perdere e non la guardino: sono proprio questi elementi che mi hanno fatto apprezzare questa serie, basata comunque su fatti storici.
Le imprecisioni storiche non mancano. Già proprio all’inizio hanno detto che Giulio Cesare fuggì dalla Britannia con un nulla di fatto, e a gambe levate, il che non è vero perché la sua prima spedizione fu esplorativa e di contatto con le tribù;  è vero invece che a causa di una tempesta una nave venne distrutta. Nel corso della visione si capisce che  hanno utilizzato questi fatti realmente accaduti modificandoli per dare enfasi a uno degli elementi fantasy, ovvero i poteri druidici connessi con la natura che proteggerebbero l’isola, e quindi vabbè, hanno avuto il mio perdono.

Nel 43 d.C. i Romani ci riprovano e tornano in Britannia alla guida di Aulo Plauzio, magnificamente interpretato da David Morissey, il Governatore di Walking Dead, evidentemente a suo agio nei ruoli di comandante e capo. Ci sarebbe anche il futuro imperatore Vespasiano, ma si intravede soltanto e poi se e va con altre legioni altrove. 


L’accampamento romano è rappresentato molto bene, anche i costumi sono precisi . L'abbigliamento/location/trucco/parrucco/scenografia è proprio di alto livello e dà un tocco in più alla serie. La fotografia è adeguata alle scene; particolare la colonna sonora  e acidissima la sigla rock.

Un altro errore storico è rappresentato dalla presenza di legionari di colore : infatti è vero che c’erano i Nubiani, ma solo come auxiliaria,  non potevano essere legionari veri e propri: solo chi aveva la cittadinanza romana poteva combattere per Roma.

Altri due personaggi adorabili sono il Druido reietto in fuga Divis e la giovanissima Cait, rimasta orfana di madre e che finisce per seguire il druido per cercare suo padre prigioniero dei Romani. Altro druido è l’ inquietante e potente Veran, in grado di andare e tornare dal mondo dei morti.

Lo scaltro Aulo se la deve vedere con il re Pellenor e sua figlia Kerra dei Cantiaci e con la regina Antedia dei Reniensi, in lotta tra loro. Ci sono molti altri personaggi in ballo, che arricchiscono sì la storia, ma nelle ultime puntate  la sceneggiatura sfugge un po’ di mano, risultando troppo incasinata e poco chiara.


Non mancano combattimenti, scene cruente, torture da una parte e dall’altra: per fortuna non abbiamo i Romani brutti e cattivi (tipici delle serie anglo-sassoni) che vogliono sottomettere i placidi e naturalisti Celti, no, qui l’agire cruento è da entrambe le parti, come d’altronde l’inganno. I siparietti sono prerogativa del dinamico duo Divis e Cait.
Aulo è rappresentato come intelligente e coraggioso; il comandante capisce cosa deve fare per conquistare la Britannia: sconfiggere i loro dei, e per far ciò si avventura anche nel mondo dei morti. Ma non solo. Un Romano sa cosa deve fare per sconfiggere i popoli avversari, e lo mette in atto, anche se il suo piano viene reso in maniera troppo macchinosa nelle ultime puntate.

In generale, la serie risulta molto coinvolgente, ha un ottimo ritmo e ottimi dialoghi; come dicevo la sceneggiatura  è diventata confusa verso le ultime puntate, ma l’epilogo è stato di grande effetto.

Era da tempo che aspettavo una serie così, certo non è perfetta, ma l’esperimento storia più elemento fantastico è andato a buon fine. Spero nella seconda stagione e spero anche che riescano a mantenere questo registro, migliorandolo dove è mancato in questa prima stagione.







venerdì 13 aprile 2018




Cinerecensione: Ready Player One






Regia: Steven Spielberg
Genere: Fantascienza, fantasy  avventura
Produzione: USA


Ready Player One è un film che tutti coloro che sono stati giovani negli anni ’80 , e anche nerd e geek, non possono assolutamente perdere.
Spielberg attinge dal romanzo omonimo  uscito nel 2010 di Ernest Cline (che non ho letto, quindi non posso confrontare film e libro), qui anche co-sceneggiatore, e ci porta in un imminente futuro (2046) dove il mondo “è diventato un posto in cui la gente ha smesso di farsi domande” , molta gente vive in baraccopoli verticali detti catasti ma vive davvero solo nel mondo virtuale di OASIS. È un mondo immenso e divertentissimo, in cui il protagonista, Wade, col suo avatar Parzifal cerca di vincere il game lasciato dal creatore di OASIS, il leggendario Hallyway: il vincitore diventerà proprietario di OASIS e una barca di soldi. Per vincere bisogna partecipare a una competizione in tre round, vincere tre chiavi e poi scovare un easter egg, inoltre è necessario conoscere benissimo la storia dell’inventore stesso. Ci sono molti che ambiscono al premio, tra cui Art3mis, con cui farà amicizia anche nel mondo reale  e i cattivi della IOI, azienda rivale che vuole acquisire OASIS e che schiavizza i dipendenti. La prima gara è una corsa che sembra “La corsa più pazza del mondo”, a cui Wade/Parzifal partecipa su una DeLorean modificata.

La trama non è particolarmente innovativa, non è il primo film-videogame né il primo in cui si vive più nel mondo virtuale che in quello reale (v. Tron, citato nel film, e Caprica , la serie tv prequel di Battlestar Galactica, anche quest’ultima citata); quello che appassiona è scovare gli infiniti easter egg, ovvero le citazioni di film, serie tv, videogiochi, cartoni animati che sono state disseminate per tutto il film. Ce ne sono talmente tante che per trovarle tutte sarà necessario riguardare più volte il film a casa e mettere in pausa! Tra l’altro troviamo un fantastico duello tra Mecha Godzilla e Gundam ,  e anche l’ambientazione del game two in un famosissimo film horror di Stephen King. Non possono mancare i richiami a Star Trek , Star Wars, Terminator  … Cito anche un famoso incantesimo tratto da un film e anche da una serie tv (che a sua volta omaggiava il film), se volete sapere qual è anche dopo la visione del film potete scrivermi un msg privato sulla pagina FB del blog.

A voi il divertimento di trovare gli altri personaggi, inseriti anche in poster, fotogrammi e abbigliamento. Stanare le citazioni è un vero gioco nel gioco.
Ready?- - -

Anche la colonna sonora anni ’80 ci propone famosissimi brani: tra gli altri, Jump dei Van Halen , Everybody Wants To Rule The World dei Tears For Fears,  Stayin’ Alive dei Bee Gees, Stand On It di  Springsteen.

Il film non è solo citazionismo: c’è azione, avventura, sentimento e un tema cardine, cioè di vivere di più nel mondo reale che in quello virtuale: chiaro richiamo ai nostri giorni in cui siamo tutti completamente immersi nei social. Tecnicamente perfetto, la CGI di grande livello; il montaggio è all’altezza del ritmo frenetico e anche la fotografia va bene.

Ora, mi sono chiesta se  uno che non sa nulla di tutto ciò (serie tv, videogiochi, cartoni , fumetti ecc) può comprendere in pieno e apprezzare questo film. Mi sono risposta che no, non lo apprezzerà, ma probabilmente neppure andrà a vederlo, quindi alla fine il problema neppure si pone. Discorso a parte per il target dei giovani. Non tutti i giovani di adesso sono retromani, magari conoscono i videogiochi e un po’ di cultura pop ce l’hanno, ma molte cose non possono (e non vogliono) saperle. Credo sia adatto da 10 anni in su, anche meno se non sono particolarmente fifoni: c’è la scena omaggio al film horror di King, ma io non l’ho trovata affatto paurosa. Io.
Rimane tuttavia una pellicola destinata soprattutto a chi è stato giovane negli anni ’80 e a chi è appassionato degli argomenti in questione.

Ready?- - -

martedì 10 aprile 2018


SEGNALAZIONE: Il Kyls’Ahr – Il Figlio dei Cieli
di MARCO VOLPE







Editore: Laura Capone Editore
Genere: High Fantasy
Formato: cartaceo, e-book
Anno di pubblicazione: 2018
Pagine: 619 p., ill. , Brossura
Prezzo: €20,00
Link: Ibs


Trama:
A un anno dalla scomparsa del suo compagno, la giovane Nathee, originaria di Glace, assiste a un fenomeno misterioso e affascinante: luminosi e potenti raggi lunari, sui Monti della Luna Crescente, innalzano un maestoso muro d'acqua all'interno del quale giace, incredibilmente, un neonato sorvegliato da una creatura alata. La donna, spaventata ma coraggiosa, accoglie il piccolo e lo porta via con sé, modificando le trame che il destino aveva scritto. Il bambino, con un tatuaggio di luce sul viso in grado di sprigionare una forte carica dalle incalcolabili potenzialità, ha un compito importante: da lui, il Figlio dei Cieli, dipende il futuro di numerose stirpi, mentre, tra magie e sortilegi di popoli leggendari, l'Oscurità cerca, con ogni mezzo, di impedirgli di compiere il suo luminoso destino.


Estratto dal Capitolo 1: Il Raggio di Luna
“C’è qualcosa laggiù…”. Sbigottita, la giovane mosse un paio di passi verso il centro del cratere, profondo qualche metro. A quel punto distinse, all’interno del raggio, i contorni di una piccola costruzione piramidale che si apriva in un ovale. Mentre nella sua mente si affollavano pensieri e dubbi, la luce diminuì sensibilmente. Lo sguardo di Nathee fu rapito, allora, da un’altra sagoma sfocata che non sembrava trovarsi all’interno del bagliore, ma subito fuori, dalla parte opposta a dove lei si trovava.
Era una figura alta e robusta, molto vicina a quella bassa piramide. Sebbene i suoi contorni non fossero molto definiti, Nathee lo vide alzare la testa in concomitanza di un rumore che, sbadatamente, fece nell’avvicinarsi: ora, fu certa, quella figura si era accorta della sua presenza. Senza sapersene spiegare il motivo, tuttavia, non provò timore alcuno: solo era alquanto stupita che lì, in quello stesso momento, vi fosse un’altra persona.
“Tutto bene?”, chiese con un filo di voce.
Nathee aspettò una risposta che non arrivò. Riprovò, questa volta a voce più alta: “State bene?”.
Il silenzio tombale, interrotto solo dal gentile rumore scrosciante delle acque, continuava a regnare indisturbato all’interno del lago ormai prosciugato. Nathee discese ancora e i contorni della figura si fecero più distinti, quel tanto da capire che indossava una veste che, schiava dell’energia sprigionata dal raggio di luce, si muoveva leggiadra come i suoi capelli. Si avvicinò ancora, facendo attenzione a non scivolare sulle rocce umide. Mentre scendeva verso il centro del lago, provò di nuovo a parlare alla figura.
“Mi chiamo Nathee. Voi chi siete?”. La creatura indietreggiò di un passo, poi un altro ancora. “Aspettate. Vorrei solo…”.
La giovane non fece in tempo a finire la frase che, dalle spalle della creatura, emerse improvvisamente un paio di maestose ali piumate: ne sentì chiaramente il rumore dello spostamento d’aria che generarono, gentili e potenti nella loro magnificenza. Con un loro battito, la creatura alata si portò al centro del raggio sopra la piccola piramide, dove rimase sospesa nell’aria. La ragazza ne seguì ogni movimento, la bocca leggermente aperta per lo stupore. Non riusciva a parlare, totalmente rapita da quella figura celeste nella quale, per un'inspiegabile ragione, ritrovava pace e conforto. I contorni scuri della figura rimasero lì a fissarla, come in attesa che la fanciulla raggiungesse il flusso luminoso.
Come se Nathee lo avesse capito, si avvicinò ancora quando ecco che una soave voce, pronunciando parole in una lingua sconosciuta, la raggiunse. Tra le parole che colse, pur estranee alla lingua imperiale, la giovane comprese distintamente il suo nome.
“Come…come fai a conoscermi?”, domandò incuriosita, sconvolta: ma la figura, ancora una volta, rimase in completo silenzio. Sempre più emozionata dall’infittirsi del mistero che aleggiava attorno alla notte incantata che stava vivendo, intuì poi il richiamo di quella costruzione che tanto l’aveva colpita appena superato il muro d’acqua: la pietra che la componeva era simile al diamante, ma era cosparsa di luccicanti venature dorate. La sua forma piramidale si apriva in un grande calice ovale simile a una giara, ampio e poco profondo.
E allora lo vide: avvolto in una coperta bianca, candida come una stella alpina, dormiva un neonato il cui viso innocente era illuminato da un raggio di luce più intensa, che si chiudeva in un disegno attorno al piccolo occhio destro. Un tatuaggio di luce formato da due mezzelune disposte a formare una “S” stilizzata: quella più in alto gli circondava l'occhio, mentre la seconda, proseguendo dal termine della prima, svoltava sinuosamente in senso opposto, sfiorandogli il naso e percorrendogli la guancia.
Nathee si avvicinò alla costruzione, guardando commossa quel miracolo dormiente. Alzò gli occhi per vedere la creatura. Intuì che anche la figura la stava osservando ma, accecata dal bagliore del raggio luminoso, non riuscì a scorgere i tratti del suo viso nemmeno da così vicino. Dopo un breve momento d’intesa tra i due, la creatura celeste alzò il volto alla Luna e batté le ali, solcando il cielo stellato. Il bagliore del flusso e il suo alone luminoso persero lentamente la loro intensità, andandosi a stringere nel fascio di luce che scaturiva e moriva nel tatuaggio sul volto del neonato. La donna, con innata cura, strinse i fianchi del piccolo e lo portò a sé, avvertendo ma non curandosi del tocco di aria molto più che gelida che si levò dalla piramide. Nell’issare il bambino, il suo sonno fu interrotto e, simultaneamente, il raggio di luce scomparve nell’atmosfera, lasciandosi alle spalle un miraggio lucente simile a una rada foschia. Il viso del bimbo si distese in uno sbadiglio, mentre il tatuaggio luminoso scemava gradualmente senza lasciare alcuna traccia su quel suo volto a dir poco meraviglioso.
 E quando anche l’ultima particella di luce scomparve, le acque interruppero il loro vorticare e vacillarono quando un leggero tremito scosse il Picco dei Cieli.
Mentre tutto ciò accadeva, a centinaia di chilometri a Sud dei Monti della Luna Crescente un’altra imponente dorsale montuosa si stagliava sulle terre circostanti, segnando il confine naturale e invalicabile delle terre degli Uomini. Nel sottosuolo di quelle montagne si diramavano i cunicoli di Uhria, l’antico Regno dei Nani Azzurri e delle loro tradizioni: ma ancor più in profondità, dove nemmeno la luce era mai giunta in alcuna sua forma, una creatura aprì i suoi gelidi occhi. E nelle tenebre più fitte, si sa, il primo brillare della luce non può che essere bieco per dominarle: un’aura violacea scaturì da flebili saette, illuminando lunghi capelli color del platino. Un corpo fanciullesco si erse da un sonno che pareva millenario e, a omaggiare il suo risveglio, dieci bianche figure si inchinarono al suo cospetto.





Contatti dell'autore: https://www.facebook.com/KylsAhr/







Booktrailers:








sabato 7 aprile 2018



RECENSIONE: GIOCHI  DI  LUNA di  PAOLA  BIANCHI







Genere: fantasy romance
Editore: Edizioni Polis
Pagine: 66
Prezzo di copertina: € 10
Mail dell'autrice: librieemozioni@yahoo.com


Immaginate di risvegliarvi in un luogo buio e umido, in un tempo che non vi appartiene.
La vostra sopravvivenza dipende dal nascondere agli altri la vostra vera natura.
Il vostro cuore batte per una creatura speciale, ma lontana dalla realtà che vivete, e inevitabile è la scelta tra vita e morte, tra giorno e notte, mentre la luna sta a guardare intessendo giochi d’amore e d’odio.

Tra i fantasy popolati da vampiri moderni che guidano automobili di lusso e si aggregano in nuclei famigliari, torniamo al mistero dell’antica figura incantatrice e tormentata, e al fascino di un essere simbolo dell’atavica paura del diverso.

Ci sono diverse cose che mi hanno colpita in questo romanzo breve. Una senz’altro è l’ambientazione: Doricea, Carden e gli altri personaggi agiscono in un mondo fantasy, con tanto di re, regni e castelli, tanto da poter definire il romanzo stesso una favola gotica. L’altra è lo stile dell’autrice, ricco, pieno, quasi antico, e perfettamente in linea con la storia narrata.

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“Doricea gli invadeva la mente, il cuore, regnava nella sua anima, tormentava i suoi sensi come mai avrebbe creduto possibile. Ormai che scopo avrebbe avuto la sua vita senza di lei? Fissò gli immensi occhi languidi e lucenti e vi si perse dentro. Lei allora comprese. Percepì l’amore smisurato che quell’uomo era pronto a offrirle e ne fu sconcertata. Tese la candida mano e le sue dita sfiorarono il bel volto dai lineamenti irregolari, scendendo timidamente sul collo e sulle spalle larghe di lui. Carden si strappò di dosso la camicia bianca lasciandola cadere a terra.”

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Paola Bianchi è un’esperta di vampiri, ama molto questi personaggi e ha deciso di offrirci una loro versione più in linea con l’essenza dei personaggi, oscura, tormentata e romantica nel vero senso della parola (ricordiamo che “Dracula” di Stoker è stato scritto proprio durante il periodo letterario del romanticismo).

Il messaggio che emerge dalla storia riguarda la concezione di bene e male: non tutto quello etichettato come malvagio in effetti è detto che lo sia, né coloro che dovrebbero essere i “buoni” in fin dei conti lo sono del tutto. Il bene e il male possono celarsi ovunque.

L’edizione è curata, e anche la cover realizzata da Cristina Franco è d’impatto. I nomi scelti per i personaggi mi piacciono molto.

Consiglio il romanzo a chi ama i romance e i vampiri.

Ora una breve intervista all’autrice, Paola Bianchi. 


1)    Ciao Paola, benvenuta su Infiniti universi fantastici. Ci parli un po’ di te e della tua passione per la scrittura?
Ciao Alessandra e grazie per la tua disponibilità. Sono una drogata di libri e per la mia dipendenza fortunatamente non c’è cura. Amo leggere sin da quando ero solamente una bambina e negli anni alla passione per la lettura si è affiancato l’interesse per la scrittura. “Giochi di luna” non è la mia prima pubblicazione, ma è quella a cui sono più affezionata, tanto da riproporne, a distanza di anni, una nuova versione, più matura. Sicuramente sono ben conscia dei miei limiti e delle diverse opinioni che lo stesso romanzo può suscitare nei lettori, ma spero che chi leggerà la storia di Doricea e Carden, riuscirà anche a cogliere, oltre la storia d’amore e la classicità del mito vampirico, l’accento sulla figura del diverso e la sua difficoltà nell’essere accettato dagli altri.

2)    E la tua passione per i vampiri? Quando e perché è nata?
La figura del vampiro mi affascina da quando ero poco meno che adolescente. Il tormento spesso vissuto da questi esseri temibili e temuti riesce a colpire il mio animo e a sollecitare la mia fantasia, attraverso romanzi eterni regalatici da scrittori sensibili e intelligenti, che hanno voluto sondare l’oscurità che sempre ci affianca e spesso ci appartiene.


3)    Pensi che questi affascinati personaggi tanto sfruttati da cinema, televisione, fumetti e libri abbiano ancora qualcosa da dire?  Non si rischia la saturazione?
Non credo che il personaggio del vampiro possa arrivare a uno stato di saturazione. Come sostenni anche nella mia tesi di laurea, il vampiro è una figura in continua mutazione, che segue i tempi e le ideologie dell’artista che lo presenta; unico in questa sua caratteristica che lo contrapponeva ad altri miti come i licantropi, gli spettri o gli zombie, ad esempio, almeno fino a qualche tempo fa. Ormai è chiaro che anche questi altri personaggi letterari e cinematografici sono stati umanizzati.

4)    Che ne pensi della mia recensione? Sei d’accordo, vuoi aggiungere qualcosa?
Ti sono davvero grata per le bellissime parole che mi hai dedicato. Penso che tu sia riuscita a cogliere esattamente lo spirito del romanzo e il mio intento nello scriverlo.

5)    A cosa stai lavorando in questo periodo?
Sono un’insegnante e un editor e seguo anche alcune rubriche per dei magazine, quindi purtroppo il tempo che mi rimane per la scrittura è sempre pochissimo. In futuro vorrei ripubblicare la mia tesi di laurea, visto l’argomento sempre attuale dei vampiri, e un’antologia dei vari racconti pubblicati in questi anni. Il prossimo romanzo, in fase di lavorazione, sarà invece un poliziesco.

 Grazie per essere stata con noi, a presto!

Grazie di cuore a tutti voi.

Contatti:
Pagina Facebook: Paola Bianchi autrice
Instagram: Piperbianchi





martedì 3 aprile 2018




QUATTRO CHIACCHIERE   CON la scrittrice:
LORIANA LUCCIARINI






In questo terzo incontro intervistiamo Loriana Lucciarini, scrittrice, poetessa e blogger.


1)         Ciao Loriana, benvenuta su Infiniti universi fantastici. Ci parli un po’ di te e della tua passione per la scrittura?

Ciao a tutti, intanto grazie a Infiniti Universi fantastici e ad Alessandra Leonardi per l’invito a essere qui con voi!
Mi presento: sono una pendolare stanca, che trova spunto dall’incontro con altre esistenze per trarre ispirazione. Vivo in provincia di Viterbo e ogni giorno affronto più di quattro ore di viaggio, tra andata e ritorno, per raggiungere il mio lavoro, che è a Roma. Mi sono trasferita anni fa fuori città, per scelta e per necessità, e non lo rimpiango anche se è dura.
La scrittura è mio rifugio, mia forza. Scrivo da sempre ed è nella forma scritta che trovo il modo migliore di comunicare. Nella mia produzione letteraria ci sono poesie, racconti brevi, racconti lunghi, romanzi e anche copioni teatrali... Ho all’attivo romanzi fantasy, intimistici, fiabe, racconti di approfondimento, romance.

2)         La tua prima pubblicazione è la raccolta di poesie, “I legami sottili dell’anima”, a cui seguono  Sotto le nuvole” e l’instant book “Little thoughts”. Ce ne parli? Cos’è la poesia per te? 

Nella poesia sono a anima nuda; per questo motivo ci ho messo tanto ad arrivare a pubblicazione: faticavo a far leggere i miei versi agli altri perché mi sembrava di venir svelata.
Scrivo a verso libero e ricerco musicalità e la parola perfetta per raccontare un preciso stato d’animo. E poi parlo di vita, emozioni, tutto quanto afferisce al mondo sotterraneo e straordinario dell’anima.
Nella prima silloge, “I legami sottili dell’anima”, parlo dei legami tra anime, di quelle vite che ci sfiorano e che ci cambiano, di incontri che sembrano scritti nel destino, di anime affini che sentiamo vicine pur se distanti.
In “Sotto le nuvole”, racconto la rinascita di un’anima dalle proprie ceneri in un percorso duro, difficile, sofferto, dove la vita graffia e fa male.
L’ultimo volume, che, come hai scritto anche tu, è un instant book, si intitola “Little thoughts/short stories” ed è una sperimentazione in cui ho giocato a dare forma ai pensieri, agli attimi di vita che se non li acciuffi si perdono. Il volume, anche nella grafica, è particolare e intreccia aforismi, poesie, brevi racconti, riflessioni.

Link d'acquisto:
I Legami sottili dell'anima: Il mio libro 
Sotto le nuvole: Il mio libro
Little thoughts/short stories: Il mio libro




3)         Il tuo primo romanzo è “Il cielo d’Inghilterra”, Arpeggio libero editore, un romance ambientato tra Roma e l’Inghilterra. 
        Raccontaci qualcosa al riguardo. 


“Il cielo d’Inghilterra” è un romance un po’
 atipico, in cui mantengo la narrazione e la tensione esclusivamente grazie al gioco delle emozioni e dei sentimenti. Volutamente 
distante dai romance contemporanei, che
 hanno al loro interno scene di sesso più o 
meno esplicite, il romanzo rimane delicato e leggero, richiamando la tradizione ottocentesca. Scelta voluta, che anche la casa editrice ha condiviso, pubblicando il titolo in catalogo.
La storia si svolge tra Roma e Londra. Cristina, la protagonista, è una ragazza come tante e, per gli strani percorsi del destino, si ritrova erede di una grande fortuna entrando a far parte del lascito testamentario di una delle più importanti famiglie nobili inglesi. Il viaggio a Londra le permetterà di rivedere Steve, il ragazzo di cui è stata innamorata in passato. Cristina fatica ad adeguarsi ai diktat imposti dall’alta nobiltà, alle mire e alle aspettative che tutti hanno su di lei; così come fatica a comprendere i reali sentimenti di Steve. Malintesi, fraintendimenti e colpi di scena porteranno chi legge a fare di certo il tifo per questa protagonista sincera e generosa che cresce in spessore e determinazione, acquisendo nel corso degli eventi, maturità e più consapevolezza.

Link d'acquisto: sito Arpeggio libero


4)          Segue, sempre per Arpeggio Libero, il fantasy per ragazzi “Una fantastica caccia al tesoro”, il tuo primo racconto di genere fantastico. Perché hai scelto questo genere? Da dove 
       è nata l’idea per questo romanzo? 

L’idea nasce dal voler scrivere un’avventura fantastica per mia figlia, all’epoca bambina poco incline alla lettura, con l’intento di coinvolgerla nel progetto con illustrazioni e quant’altro. Ho preso talmente a cuore l’impegno che, alla fine, oltre al romanzo ho curato anche le illustrazioni!
La storia narra di una caccia al tesoro che sovverte la realtà grazie a elementi magici. I partecipanti dovranno risolvere enigmi e affrontare le situazioni più disparate prima di giungere alla soluzione del gioco. In questo romanzo affronto i temi dell’amicizia, dell’individualità, dell’importanza dell’apporto del singolo in un’ottica di condivisione e collaborazione e anche, in parte, il tema attuale del bullismo.
Una bella avventura, avvincente e intrigante, per i giovani lettori ma non solo… i complimenti mi sono arrivati anche dagli adulti, che si sono divertiti a seguire le gesta dei gemelli Mark e Susan e della loro banda.

Link d'acquisto: sito Arpeggio Libero




5)         Da sempre impegnata anche nel sociale, hai portato avanti due progetti a cui tieni molto, “4 Petali Rossi” il cui ricavato va al centro antiviolenza Be Free, e “Si può volare senza ali”, per Emergency. Cosa ti ha spinto a impegnarti per queste due importantissime realtà? Come sono nati i progetti? 

Da sempre sono sensibile al sociale. Ho pensato che anche in questa occasione potevo utilizzare ciò che so fare, scrivere, mettendolo a servizio di un progetto.
“4 Petali Rossi” è nato dalla sinergia creativa delle 4writers, il gruppi di quattro autrici che ha ideato e realizzato i racconti. Partendo “dal basso” abbiamo strutturato il lavoro e realizzato l’antologia, abbiamo trovato il supporto convinto della casa editrice (Arpeggio Libero) che ha deciso di destinare le vendite totalmente alla casa rifugio che andiamo a supportare. Sono orgogliosa di aver ideato e curato questo volume perché affronta il tema importante della violenza sulle donne, sensibilizza ma fa anche un’opera concreta, finanziando il lavoro della casa rifugio. Donne per le donne, questa cosa mi piace molto!
Il mio racconto, presente nell’antologia, è “Il coraggio di raccontare” che narra lo stupro etnico durante la guerra nella ex Jugoslavia, il lavoro più complesso e doloroso, crudo e duro; forse il più bello che io abbia realizzato.

Sito dedicato con link, info, sinossi e altro: Quattro petali rossi

Link d'acquisto: sito Arpeggio libero 




 La collaborazione con Emergency nasce dalla stessa spinta a realizzare qualcosa di importante, non solo un progetto editoriale. Nasce così la collana “Di favole e di gioia”, di cui il mio “Si può volare senza ali” è uno dei volumi. Una collana di favole per bambini, che con le vendite finanzia i progetti di Emergency nei territori di guerra per i bimbi meno fortunati. Una collana di 7 volumi, in un formato bifronte completamente illustrato, che contiene ben 14 favole. “Di favole e di gioia” nasce da un concorso da me realizzato per trovare gli autori e gli illustratori più bravi da inserire nella collana. Sono orgogliosa di quanto realizzato perché si unisce l’arte (in questo caso lo scrivere) a progetti concreti sociali di solidarietà. Un connubio che sento mio. 


Sito dedicato con link, info, sinossi e altro: Di favole e di gioia

Link d'acquisto: sito Arpeggio libero




6)         Il tuo ultimo romanzo è “Una felicità leggera leggera”, Le Mezzelane editrice, un romance in formato epistolare dove è possibile cogliere mille sfumature di sentimento e di passione. Quanto c’è di te nella protagonista Miriam, e quanto nelle protagoniste dei tuoi altri romanzi? 


Quest’ultimo romanzo è speciale e particolare al tempo stesso. Ringrazio Le Mezzelane per aver creduto in questo lavoro, non facile da proporre su un mercato editoriale ormai standardizzato.
Una felicità leggera leggera” è scritto sotto forma dei diari dei due protagonisti, Miriam e Yair. Ho dato voce alle loro emozioni in modo approfondito, scavando pur rimanendo leggera. Per farlo è stato necessario un lavoro di immedesimazione nella psicologia di entrambi, complesso e impegnativo, soprattutto per descrivere l’approccio di lui. Una storia d’amore sofferta, vissuta con slanci e con coinvolgimento differente. Un romanzo che sta conquistando i lettori e che per Le Mezzelane risulta uno dei titoli più venduti alla fiera del libro di Milano. Una grande soddisfazione, sia per me che per l’editore, che ha dato vita a questa storia.

Link d'acquisto: sito Le Mezzelane

Cosa c’è di me nella protagonista?
Miriam è complessa, logorroica, sfaccettata, intensa. La sua grande determinazione a ricercare la propria felicità, è un po’ anche mia. Un po’ mi rispecchia… Così come mi ritrovo in molte delle protagonista dei miei romanzi. Di Selina (“Il coraggio di raccontare”/4 petali rossi) ho l’istinto di sopravvivenza e la tenacia alla vita. Di Cristina (“Il cielo d’Inghilterra”) ho il carattere sincero, schietto, in parte ingenuo. Piccoli frammenti di me sono sparsi un po’ ovunque, tra le pagine dei miei scritti anche se non tutto quello che scrivo nasce dalla mia esperienza, spesso elaboro vite di altri, immagini, suggestioni.

7)         Gestisci numerosi blog, tra cui “Scintille d’anima”, in cui dai spazio anche ad altri scrittori. E’ importante per te la collaborazione tra autori emergenti? Quali altri siti/blog gestisci? 

Credo molto nella collaborazione, si creano scintille di creatività importanti che danno vita a progetti straordinari, come è accaduto per 4 Petali Rossi e le 4writers. Sono una solitaria quando scrivo eppure mi piace collaborare e confrontarmi. In questi ultimi anni ho anche scritto nuove storie a quattro mani, ognuna con una coautrice differente. Credo di essere la prova tangibile che collaborare bene si può! J
Nel mio blog ho dato e darò spazio ad autori emergenti, perché in Italia ce ne sono tanti che meritano di avere possibilità di farsi conoscere.
In questo momento il blog è in standby perché sto concludendo nuovi progetti letterari, ma riprenderò a pubblicare e a proporre recensioni, nuovi incontri a breve.



8)         Hai altri romanzi in uscita? Quali  sono i tuoi progetti letterari futuri? 
Loriana con Erri De Luca

Ho sempre tante cose, mille attività, un sacco 
di idee e… poco tempo, ma faccio il possibile 
per realizzarmi. I progetti sono tanti e a volte manco di coordinazione, è un mio difetto. Però sono soddisfatta: molti lavori su cui mi sono concentrata tra il 2017 e il 2018 stanno prendendo la strada della pubblicazione e li 
vedrò trasformarsi in storie di carta e inchiostro. È una sensazione appagante…
Questi mesi sono stati proficui e ho concluso nuovi lavori. Alcuni sono in valutazione da editori (quindi incrociate le dita!), altri hanno avuto attestazione di interesse.
Un lungo ritorno”, il romanzo contemporaneo che tratta temi a sfondo sociale scritto assieme a Laura Bassutti, uscirà entro questo 2018 con Le Mezzelane.
Poi, avendo vinto il concorso Live&Love de Le Mezzelane, il mio romance “Ritrovarsi”, uscirà a maggio, giusto in tempo per il Salone del libro di Torino!
Nuovi lavori? Ho un fantasy che deve arrivare a compimento e un nuovo progetto, appena ultimato, che deve trovare un editore interessato. Sto per partire con la scrittura di un noir particolare e di un nuovo progetto.
Come dicevo, un sacco di cose. Speriamo che quanto ho seminato possa dare buoni frutti…


9)         Ci lasci coi tuoi contatti social?

Certamente, così se vi va potete seguirmi…
Il mio blog come autrice:: https://lorianalucciarini.wordpress.com/
Alcuni miri scritti sono in lettura gratuita su su mEEtale http://www.meetale.com/meet/CharlotteRidley
Il mio canale video: https://vimeo.com/user29455431

Grazie per essere stata nostra ospite, a presto su Infiniti universi fantastici!

Grazie a voi per l’invito, mi ha fatto piacere incontrarvi! Un abbraccio e un augurio di belle e nuove letture a tutti voi!

La rubrica "Quattro chiacchiere con..." per quest'anno si è conclusa, riprenderà l'anno prossimo!