Genere:
storico fantasy mitologico
Produzione:
Sky/Amazon
Puntate
1° stagione: 10
Rete
italiana: Sky Atlantic
Britannia
è una serie che mi ha affascinato fin dalla prima puntata, nonostante le indubbie difficoltà di visione dovute al gran numero di personaggi che ci vengono
presentati; pian piano inizieremo a conoscerli bene e comprendere i chi sono e cosa vogliono.
Non
è una serie prettamente storica, quindi coloro che storcono il naso per
l’inserimento di elementi fantastici lascino perdere e non la guardino: sono
proprio questi elementi che mi hanno fatto apprezzare questa serie, basata
comunque su fatti storici.
Le
imprecisioni storiche non mancano. Già proprio all’inizio hanno detto che Giulio Cesare
fuggì dalla Britannia con un nulla di fatto, e a gambe levate, il che non è vero perché la sua
prima spedizione fu esplorativa e di contatto con le tribù; è vero invece che
a causa di una tempesta una nave venne distrutta. Nel corso della visione si capisce che hanno utilizzato questi fatti realmente accaduti modificandoli per dare enfasi a uno degli elementi
fantasy, ovvero i poteri druidici connessi con la natura che proteggerebbero
l’isola, e quindi vabbè, hanno avuto il mio perdono.
Nel
43 d.C. i Romani ci riprovano e tornano in Britannia alla guida di Aulo
Plauzio, magnificamente interpretato da David Morissey, il Governatore di
Walking Dead, evidentemente a suo agio nei ruoli di comandante e capo. Ci sarebbe anche
il futuro imperatore Vespasiano, ma si intravede soltanto e poi se e va con altre
legioni altrove.
L’accampamento romano è rappresentato molto bene, anche i costumi
sono precisi . L'abbigliamento/location/trucco/parrucco/scenografia è proprio di alto livello e
dà un tocco in più alla serie. La fotografia è adeguata alle scene; particolare
la colonna sonora e acidissima la sigla
rock.
Un
altro errore storico è rappresentato dalla presenza di legionari di colore :
infatti è vero che c’erano i Nubiani, ma solo come auxiliaria, non potevano essere legionari veri e propri:
solo chi aveva la cittadinanza romana poteva combattere per Roma.
Altri
due personaggi adorabili sono il Druido reietto in fuga Divis e la giovanissima
Cait, rimasta orfana di madre e che finisce per seguire il druido per cercare
suo padre prigioniero dei Romani. Altro druido è l’ inquietante e potente
Veran, in grado di andare e tornare dal mondo dei morti.
Lo
scaltro Aulo se la deve vedere con il re Pellenor e sua figlia Kerra dei
Cantiaci e con la regina Antedia dei Reniensi, in lotta tra loro. Ci sono molti
altri personaggi in ballo, che arricchiscono sì la storia, ma nelle ultime puntate la sceneggiatura sfugge un po’ di mano,
risultando troppo incasinata e poco chiara.
Non
mancano combattimenti, scene cruente, torture da una parte e dall’altra: per
fortuna non abbiamo i Romani brutti e cattivi (tipici delle serie anglo-sassoni) che vogliono sottomettere i
placidi e naturalisti Celti, no, qui l’agire cruento è da entrambe le parti,
come d’altronde l’inganno. I siparietti sono prerogativa del dinamico duo Divis e Cait.
In generale, la serie risulta molto
coinvolgente, ha un ottimo ritmo e ottimi dialoghi; come dicevo la
sceneggiatura è diventata confusa verso
le ultime puntate, ma l’epilogo è stato di grande effetto.
Era
da tempo che aspettavo una serie così, certo non è perfetta, ma l’esperimento
storia più elemento fantastico è andato a buon fine. Spero nella seconda
stagione e spero anche che riescano a mantenere questo registro, migliorandolo
dove è mancato in questa prima stagione.
Nessun commento:
Posta un commento