giovedì 29 aprile 2021

RECENSIONE SERIE TV: RATCHED STAGIONE 1


 La serie tv prequel di “Qualcuno volò sul nido del cuculo” ambientata negli anni ‘50

 

 


 

Cari videodipendenti,

benché Ratched sia stata definita una serie drammatica, ha in realtà molti estremismi horror: potrebbe essere stata una stagione di AHS, serie antologica de paura che ha consacrato Sarah Paulson, qui in veste della protagonista Mildred Ratched.


La serie Ratched sarebbe un prequel di “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, in quanto è lì che abbiamo conosciuto per la prima volta la terribile infermiera Ratched; questo ospedale però è un po' diverso, è asettico e i degenti non sembrano così male in arnese, a parte un certo paziente assassino imprigionato nei sotterranei, anzi: una delle peculiarità della serie è il mostrarci come venivano trattate non solo talune malattie psichiatriche, ma anche per esempio l’omosessualità, che per l’epoca era considerata una patologia vera e propria, trattamenti horror di per sè.

 

Ma sono più fuori di testa i pazienti o il personale? Il direttore ha un oscuro passato, e anche la protagonista stessa ha molti scheletri nell’armadio, che saranno svelati puntata dopo puntata. I freak, già visti in AHS (Ryan Murphy deve certo amarli molto) stavolta non sono i pazienti, ma un infermiere deturpato e un altro personaggio orrendamente mutilato.

 

Il cast è ottimo, e tra le attrici ritroviamo la sempre brava e bella Sharon Stone.

Quello che salta più all’occhio sono le scenografie, i costumi e la fotografia: i colori sono molto acidi, tanto verde e rosso, a sottolineare come la serie sia sopra le righe.

Quello che convince di meno invece è la sceneggiatura: non si capisce perché in determinati momenti le persone agiscano in un certo modo poco logico, vabbè che sono tutti mezzi matti, ma il cambiamento di Mildred a metà serie così repentino sembra davvero poco credibile, anche se potrebbe essere giustificato da un certo avvenimento, ma da cinica e spietata donna in cerca di vendetta a amorevole e compassionevole nurse ce ne vuole!

 

Ritengo tuttavia che la serie vada vista per quel che può offrire di sorprendente e particolare.

 

Già confermata la seconda stagione.

 

Recap:

 

  • Titolo: Ratched
  • Genere: drama, horror, thriller
  • Stagioni: 1+1
  • N. di puntate: 8+
  • Produzione: USA
  • Rete di trasmissione in Italia: Netflix
  • Main cast: Sarah Paulson, Finn Withrock, Judy Davis, Jon Jon Briones, Charlie Carver, Sharon Stone

 



 

 Un cafè? Pulsantino giallo in alto a dx, thanks!

 

lunedì 26 aprile 2021

SEGNALAZIONE: MISSIONE LIBERTA' DI FRANCESCA DE ANGELIS

 Un libro per bambini con protagonisti gli animali




Cari lettori, oggi parliamo di Missione libertà di Francesca De Angelis, un libro per bambini edito da Pav edizioni.

La trama:

Missione Libertà” è un romanzo per bambini dai 5-6 anni agli 11 anni e ha come protagonista Bill, un cane dalla razza sconosciuta, che ha il compito di fare la guardia nella fattoria del vecchio Jacob. Insieme a lui troviamo Paul, il gallo e la sua famiglia composta da Beatrice, una gallinella hippie, esperta in omeopatia, Malvina, la loro svampita figlia maggiore e il loro pulcino, il capriccioso Giuseppe. Troviamo poi Pallino, una cinciallegra brontolona, ossessionata dai draghi che lui ritiene essere reali e custode di un trattato di pace fra i bombi e le vespe, che si batterono durante quella che passò alla storia come “La Guerra dei Fiori”. Abbiamo poi Rick, il riccio nerd membro onorario della fattoria e Lardo il gatto cieco da un occhio, sornione ma molto intelligente abile artigiano e pittore. Nino, vecchio maiale, schizzinoso e snob, gran lettore di libri horror e gialli. Può esistere una fattoria più strana di questa?

Un giorno giunge alla fattoria Ci, un piccolo chihuahua adottato dal padrone per farne dono alla moglie, convinto invece di essere stato “assunto” per aiutare Bill nel suo lavoro di cane da guardia. Tralasciando le dimensioni  (che per Bill non sono mai state un problema, in quanto convinto che lo spirito e il valore di un animale non siano direttamente proporzionali alla sua stazza), quel che sconcerta il cagnone è la passione di Ci per gli abiti e la moda, (passione trasmessagli dalla mamma, venuta a mancare di recente) oltre per la sua, seppur involontaria, incuranza del pericolo e dei predatori. Bill, infatti è in aperta guerra con i tassi, suoi nemici giurati, colpevoli di voler estendere il loro territorio, depredando in parte quello appartenente alla fattoria. Una notte, giunge alla fattoria una volpe ferita, ribattezzata da Ci, Lazzaro. L’animale dice di essere sfuggito ai tassi, ma di essere scampato anche a quel che sembra un pericolo ancora più grande. Incoraggiato da Bill, la volpe rivelerà loro uno spaventoso segreto. 




Leggiamo un estratto:

Dall'estremità della salita, stava discendendo uno strano animale. Bill, Paul, Pallino e tutti gli altri non erano proprio sicuri che si trattasse di un animale, poiché aveva un aspetto alquanto bizzarro. Bill si prese qualche secondo per chiedersi se quell’essere fosse effettivamente la recluta tanto agognata, ma il sorriso d’incoraggiamento che il padrone stava loro rivolgendo e che esibiva ad ogni nuovo arrivo, fugò ogni suo dubbio. Nel complesso, ciò che videro fu quello che sembrava un cagnolino minuscolo, dal corto pelo marrone che si intravedeva a fatica da sotto un maglioncino rosa a strisce nere. Aveva un collare rosso fuoco, con appuntato un papillon giallo a pois bianchi che gli nascondeva metà faccia. Individuò gli animali e vi si avvicinò con uno smagliante sorriso.

<< Salve>> fece inchinandosi e mostrando dei denti così candidi e brillanti che sembravano essere stati lavati con la candeggina. Sembrava non essersi accorto dello stupore mostrato da Bill e i suoi.


Conosciamo l'autrice, Francesca De Angelis  


Francesca de Angelis è nata a Roma il 10-04-1991. Passa il 90% del tempo nell’inventare storie, studiare, perdersi in bislacchi ragionamenti e occuparsi degli animali. L’altro 10% è invece impiegato nella lettura, il disegno e il cosplay. Laureatasi per la seconda volta in Scienze Politiche, si batte da sempre contro il bullismo, la violenza sulle donne e per i diritti degli animali e dei bambini. Nel 2016 ha pubblicato con “L’Associazione Culturale Arduino Sacco Editore”, “Cenere sulla Brughiera”, un romanzo per ragazzi, ispirato al capolavoro di Emily Bronte “Cime Tempestose”. In esso sono raccontati gravi problemi sociali come l’abuso sulle donne, il bullismo e l’emarginazione sociale.

Successivamente pubblica, attraverso “L’Associazione Culturale Pav Edizioni” un libro per bambini con protagonista Bill, un enorme cane da guardia dalla razza sconosciuta. Un storia ricca di mistero, intrighi e colpi di scena, ma anche di gioia e comicità.

 

Recap


  • Titolo: Missione Libertà
  • Autrice: Francesca de Angelis
  • Casa Editrice: Pav Edizioni
  • Genere: Libri per bambini e ragazzi (a partire dagli 8 anni)
  • Numero pagine: 211
  • Data di uscita: 5/12/2019
  • Prezzo: 14,00 
  • ebook: 2,99
  • Link di acquisto: Amazon
  •   Pav: https://pavedizioni.it/prodotto/missione-liberta


Per un'offerta al blog, è possibile utilizzare il tasto giallo Donazioni in alto a destra, grazie!

https://pavedizioni.it/prodotto/missione-liberta

https://pavedizioni.it/prodotto/missione-liberta

sabato 24 aprile 2021

NUOVA USCITA: MANUALE SEMISERIO PER SCRITTORI IMPERFETTI DI JESSICA MACCARIO E CRISTINA TATA

 Un nuovo manuale di scrittura ironico ma completo



E' disponibile da pochissimi giorni su Amazon il manuale self-published di Jessica Maccario a Cristina Tata "Manuale semiserio per scrittori (im)perfetti. Diario di sopravvivenza alla scrittura".

Ci voleva un manuale di scrittura leggero ma ricco di consigli e indicazioni per chi voglia approcciarsi al mondo dell'editoria, o per chi già scrive e vuole migliorarsi.



Personaggi, dialoghi, PoV, voce narrante, intreccio, fabula, cliché, incipit, colpi di scena, cover, titolo… che gran confusione! Come può uno scrittore districarsi nella giungla della pubblicazione? Questo manuale risponde a molte delle perplessità che un autore può avere durante la stesura del suo manoscritto, ma al tempo stesso è anche un diario, con spunti di riflessione su cui lavorare. Una guida che all’atto pratico diventa un utile taccuino personale su cui esercitarsi con le nozioni apprese durante la lettura e dove appuntare idee e pensieri.

 

Ecco come le autrici presentano il libro:

Se il titolo di questo manuale la dice lunga, il sottotitolo è ancora più evocativo, e ben si addice alla realtà dei fatti!

Pertanto, ci preme dare alcune indicazioni per coloro che hanno avuto l’ardire d’imbattersi in queste pagine: è poco raccomandato ai deboli di cuore, ma soprattutto di spirito, e bisogna avere una forte tempra per approcciarsi a questa lettura.

Scherziamo, ovviamente (ma neanche più di tanto, in realtà!).

Avete presente il film cult Highlander - l’ultimo immortale? Quello con il grande Sean Connery e Christopher Lambert?

Alla fine, “ne resterà soltanto uno”... l’autore più intrepido, nel nostro caso!

Le vediamo già le vostre facce perplesse, che si domandano se sarà il caso di andare avanti e avventurarsi nei meandri di questa follia (vi abbiamo spaventato abbastanza?), o se chiuderlo e gettarlo alle ortiche, pensando anche di aver sprecato i vostri soldi.

Una cosa è certa: ciò che possiamo promettervi è l’onestà.

Attraverso delle similitudini e dei discorsi semiseri vi accompagneremo nel mondo della scrittura e della pubblicazione, con consigli e dritte da seguire per essere degli scrittori un po’ meno imperfetti. 

Imperfetti lo siamo tutti. Anche noi, come autrici, abbiamo imparato dagli errori e continuiamo tuttora a farlo. Anche noi, come editor, continuiamo a studiare ogni giorno per migliorarci.

Facendo il nostro lavoro ci siamo rese conto, nel corso del tempo, di alcune difficoltà ricorrenti negli autori: ci capita spesso di spendere ore a dar spiegazioni in merito ai nostri commenti o revisioni apportate sui testi, ed è molto bello vedere il rapporto di fiducia che si crea e che rimane costante.

Da qui, l’idea di racchiudere tutto ciò in un testo che potesse essere non solo una guida per non “smarrirsi” nell’intricato mondo dell’editoria, ma che, alla fine della sua lettura, potesse lasciare anche una scia dietro di sé; che potesse essere ripreso ogni qualvolta lo scrittore ne senta l’esigenza, e diventare quindi un fedele compagno di viaggio.

Questo manuale è frutto di entrambe le esperienze; scritto a quattro mani da due amiche che hanno scoperto, quasi per caso, di avere mille punti in comune e qualche piccola differenza. Una simbiosi che abbiamo ritrovato scrivendo insieme, riga per riga, questo “diario di sopravvivenza”. E se siamo sopravvissute noi… potete riuscirci anche voi!

 


Potete seguire le avventure di Jess & Tata sulla pagina facebook “Jess&Tata in compresse” (perché pillole fa troppo cliché!): https://www.facebook.com/JessTataincompresse


Recap


  • Titolo: Manuale semiserio epr autori imperfetti
  • Autrici: Jessica Maccario e Cristina Tata
  • Genere: saggio; scrittura
  • Editore: self published
  • Copertina: Cecilia Di Giulio
  • Data di uscita: 20 aprile 2021
  • N. di pagine: 278
  • Prezzo: € 16
  • Link: Amazon


Per un'offerta al blog: tasto donazioni in alto a destra. Grazie! 

 

giovedì 22 aprile 2021

RECENSIONE: I LEGAMI SOTTILI DELL'ANIMA DI LORIANA LUCCIARINI

 

Una raccolta di poesie lievi e intense

 


 

Cari poetici,

“I legami sottili dell’anima” è una raccolta di poesie di Loriana Lucciarini edita da Gli scrittori della porta accanto.

 

Da ognuna di queste poesie emerge il pensiero dell’autrice, che vede il mondo, gli avvenimenti e le persone della sua vita tutte collegate da un filo, nel tempo e nello spazio, come emerge anche dalla sinossi:


«Mi piace immaginare i rapporti tra le anime come un grande albero con migliaia di foglie. Le foglie che si trovano sul tuo ramoscello ti sono intimamente vicine.» (Brian Weiss) Cosa accade quando due anime affini vengono separate? Cosa si prova quando ci si mette in collegamento con qualcun altro a noi caro, anche se lontano? Che emozioni scaturiscono quando si riesce a percepire l’energia dell’universo? Cosa avviene nel cuore di chi ritrova la propria anima gemella? Le poesie colgono proprio questi momenti, brevi attimi elevati d’illuminazione. Ecco ciò che provo a fare, un tentativo per arrivare al cuore di ogni piccola foglia, dentro a ogni anima in essa racchiusa, con il filo sottile che lega ognuno di noi all’altro.

Loriana Lucciarini è un’autrice molto prolifica, e parlare di emozioni e sentimenti e senz’altro il suo punto forte. In queste poesie riesce a descrivere con maestria sensazioni, sentimenti che tutti abbiamo provato, piccoli momenti della giornata, ricordi delle persone lontane o dei momenti che non ci sono più, anche con brevissime poesie.

 

Il concetto dell’interconnessione si trova soprattutto, a mio avviso, nella parte centrale della raccolta, in cui l’autrice parla del suo amore per il compagno Andrea, che percepisce come destinato a lei da sempre; descrive in maniera lineare, con parole intense, un rapporto profondissimo, un legame al di là del tempo e dello spazio.

Nella parte iniziale ci sono poesie sulla realtà quotidiana, sui ricordi, sulla solitudine, su attimi di vita, mentre in quella finale c’è spazio per una nuova consapevolezza di sé stessa, con molte poesie riguardanti attimi d’immersione nella natura o di nuovo su profondi legami affettivi.

 

Le poesie sono molto contemporanee, attuali e intense, brevi quel che basta per immergerci nel mondo di Loriana e tra i suoi legami sottili.

Ottima l’edizione, graziosissima la copertina che nella sua semplicità esprime il contenuto delle poesie; all’interno, pagine con brevissime frasi poetiche illustrate da fiori che sembrano volare nel vento.

 

Facciamo qualche domanda all’autrice, già ospite di IUF! 


1)             Ciao Loriana, bentornata. Sei d’accordo con la mia recensione o vuoi aggiungere qualcosa?

Ciao Ale e  ciao a tutti i lettori di IUF, grazie per aver organizzato l’incontro di oggi. Rispetto alla recensione della mia silloge poetica devo dirti che hai saputo cogliere il messaggio e non ho nulla da aggiungere, il tuo è stato un approfondimento a tutto tondo!

2)            Questa tua percezione di legami sottili tra persone e avvenimenti è nuova o la hai sempre avuta?

L’ho sempre sentita per via della mia ipersensibilità ma da qualche anno, dopo la lettura dei libri di Brian Weiss (che ho anche citato in IV di copertina), ne ho avuto maggiore consapevolezza. Le anime affini, quelle collegate fra loro (e non si parla solo di anime gemelle) nulla le separa, né la distanza, né la morte e spesso si ritrovano attraverso il tempo e si riconoscono. Prima di me, molti altri poeti hanno affrontato questa tematica, quindi si tratta di un tema ricorrente a cui approcciarsi attraverso la poesia, grazie a vari punti di vista.

Es. Hikmet, in “Sono cent’anni che non ho visto il suo viso” (poesia del 1960) declama:

“Sono cent’anni che non ho visto il suo viso

che non ho passato il braccio

attorno alla sua vita

che non mi son fermato nei suoi occhi

che non ho interrogato

la chiarità del suo pensiero

che non ho toccato

Il calore del suo ventre

Eravamo sullo stesso ramo insieme

eravamo sullo stesso ramo

caduti dallo stesso ramo ci siamo separati

e tra noi il tempo è di cent’anni

di cent’anni la strada

e da cent’anni nella penombra

corro dietro a te.”


3)            Scrivi poesie appena ti vengono in mente oppure prima ci rifletti? Raccontaci il tuo modo di scrivere poesia.

La poesia, in me, è un processo di elaborazione lento: solo dopo tempo e con il dovuto distacco riesco a dar corpo con le parole a un’emozione o un avvenimento. MI è necessario far sedimentare la vita per un po’ prima di riuscire a farla risalire dalla coscienza e descriverla in modo netto. Quando compongo non è mai per scelta mia, colgo l’ispirazione quando arriva e lascio alle parole dar forma ai pensieri; poi passo alla levigatura: aggiusto, taglio, pulisco, modifico l’idea iniziale per darle corpo finale e musicalità.

 

4)        Hai scritto altre raccolte poetiche, ce ne parli?

Sì, certo. Sempre per la collana de Gli Scrittori della porta accanto è stata pubblicata la silloge “Sotto le nuvole” che porta i lettori dentro il percorso di rinascita di un’anima e offre poesie di rabbia e disperazione, di forza e dolorosa speranza.

Ho poi all’attivo un’altra raccolta poetica che mi piace definire instant book, perché composta da brevi pensieri, poesie e racconti. Si intitola “Little Thoughts-short stories”, ha una veste grafica particolare e intrigante e si può acquistare su Ilmiolibro.it

 

5)            Progetti futuri?

Con oltre mille poesie scritte nel corso della vita e altri progetti letterari di narrativa a cui mi sto dedicando, riuscire a dare ai miei versi una forma organizzata per finalizzarli in volumi pubblicati è un lavoro è complesso e faticoso. Tuttavia il grosso del lavoro di catalogazione e selezione è già stato fatto e dovrei riuscire a realizzare nuove pubblicazioni: sto lavorando a una raccolta di poesie motivazionali e ideando un volume fotografico in cui possa creare commistione tra immagini e versi. La stessa idea, questa volta con delle illustrazioni, dovrebbe fare da traino a un ulteriore progetto. E poi coltivo da anni l’idea di pubblicare un cofanetto con nuove sillogi… chissà che non ci riesca nei prossimi anni!

 

Grazie per essere stata con noi, alla prossima!

Grazie a te, Alessandra. Approfitto per fare un saluto e mandare un abbraccio virtuale a tutte e a tutti i tuoi lettori.


 Recap

  • Titolo: I legami sottili dell'anima
  • Autrice: Loriana Lucciarini
  • Genere: Poesia
  • Editore: Gli scrittori della porta accanto
  • N. di pagine: 126
  • Prezzo: € 10
  • ebook: € 2,99
  • Link: Amazon

lunedì 19 aprile 2021

RECENSIONE FILM: THE NEW MUTANTS

Il film conclusivo sui giovani mutanti Marvel non convince

 

 


 

 Cari X-aficionados,

con questo film dalla genesi molto tribolata si conclude il lungo ciclo dei film dedicati agli uomini X, iniziato nel 2000.

Sì, neppure io posso credere che sono passati 21 anni…

Esperienza mi dice che se un film viene più volte bloccato, rimandato, con scene girate di nuovo, alla fine non sarà un granché, e anche stavolta, ahimè, è andata così.

In una misteriosa clinica gestita da una dottoressa (e dove non c'è nessun altro nello staff...), vengono radunati dei giovani mutanti dai poteri pericolosi, ufficialmente per aiutarli a controllarli per poi entrare negli X-Men; ma ben presto iniziano a verificarsi fatti inquietanti e si capisce che le cose non sono come sembrano.

 

Il film, interamente ambientato nella clinica e nel giardino della medesima, è un teen-drama-horror che non è né carne né pesce, anche poco originale nella trama, soprattutto per chi conosce i fumetti; peccato perché le interpretazioni degli attori, tra cui Maisie Williams (Arya Stark di Game of Thrones), che interpreta Wolfsbane, non sono male. La parte più carina è proprio all’inizio, quando scopriamo i personaggi e le loro caratteristiche, inizio che ci rimanda più a un college dove gli adolescenti convivono con difficoltà che a una clinica.

 Molte cose non sono ben spiegate; gli effetti speciali non sono buoni, si nota che sono stati fatti al risparmio, tra l’altro le scene con i poteri non sono poi molte per essere un film supereroistico.

 I legami con la serie di film è pressoché impalpabile, giusto cenni e qualche rimando alla fine: l'idea era sicuramente quella di iniziare una trilogia, visto questo collegamento, ma poi è saltato tutto ed è morto lì.

 I personaggi invece sono abbastanza attinenti a quelli dei fumetti, come carattere, storia personale, aspetto (Tranne Moonstar che sembra poco nativa americana) e poteri; questa è una parte che ho apprezzato, anche il modo in cui hanno rivisto e riproposto il potere di Illyana/Magik, non facile da rappresentare proprio come nei fumetti. Carino anche Lockeed!



Però c’è poca coralità, non tutti i personaggi emergono nello stesso modo.

 Non c’è neppure la scena finale, quella dopo i titoli di coda, come a sottolineare che non ci saranno collegamenti o seguiti.

 Cala così il sipario sulle vicende cinematografiche degli uomini X, di cui mi sono piaciute poche pellicole, forse proprio perché sono i miei supereroi preferiti… e chiude veramente sottotono.

Peccato!

 

 Recap

 

  • Titolo: The New Mutants
  •  Genere: supereroi, teen drama, horror
  •  Regia: Josh Boone
  •  Uscita: settembre 2020
  •  Durata: 94’
  •  Produzione: Marvel, USA
  •  Cast: Anya Taylor-Joy, Maisie Williams, Alice Braga, Blu Hunt, Charlie Heaton, Henry Zaga

 

Two coins for your blogger?... Pulsante donazioni in alto a destra, grazie!

sabato 17 aprile 2021

RACCONTO: LA SPADA DI CRISTALLO DI ALESSANDRA LEONARDI

 

Un racconto gratuito di Alessandra Leonardi



                         LA SPADA DI CRISTALLO 


 




Il buio era denso come pece. L’illuminatore bastava a malapena a far luce per un paio di metri.

«Voran, sei sicuro che stiamo andando nella direzione giusta?» La voce di Mayt tremolava trasformandosi in fumo.

«Sì, la mappa dice di andare di qua. Coraggio, dovremo camminare a lungo.»

«Non è meglio tornare indietro? Siamo ancora in tempo, potrebbero non essersi accorti che siamo scappati» sussurrò Neis.

Voran si fermò e gli altri due intrupparono sulla sua imponente schiena.

«Ci abbiamo pensato giorni. Eravate tutti convinti, non ne potevate più di essere sfruttati per un tozzo di pane, fino alla morte, perché “l’economia deve prevalere su tutto, per il benessere globale”, come ci hanno sempre inculcato sin da ragazzini… e ora ve la fate sotto?»

Neis e Mayt si guardarono, minuscoli nei loro giacconi sfibrati e lisi.

«Io non credevo che qui fuori fosse così freddo e buio» disse la donna, asciugandosi una lacrima.

«Io sto pensando a mio padre. Se muoio, che ne sarà di lui? Almeno ora un tozzo di pane, dell’acqua, delle coperte per scaldarci ce le abbiamo». Mayt si volse e guardò alle sue spalle le luci dell’immensa Goldside, sempre più lontane nella notte nera.

Voran sospirò.

«Io non voglio forzarvi, ma la vostra è solo paura. Paura di ottenere ciò che abbiamo sempre desiderato, un lavoro retribuito dignitosamente, in salute e sicurezza. Quante volte ci siamo chiesti quando toccherà a noi se vedevamo qualche nostro compagno mutilato da una tagliatrice, o si spegneva davanti ai nostri occhi per i veleni respirati? Tuo padre ha solo 50 anni, è su una sedia a rotelle da dieci per essersi rotto la schiena lavorando per i Produttori!»

«È il nostro destino. Nasci, produci, muori. Nessuna stupida mappa venuta fuori chissà da dove ci porterà mai al luogo incantato dove c’è la spada di cristallo che ci libererà. Non esiste, è una fantasia» ribatté Mayt.

«Allora buon ritorno al quartiere dormitorio pulcioso. Io vado avanti, non ci torno là.» Voran riprese a camminare a larghe falcate. Mayt e Neis si guardarono.

«Non lasciarci qui! Non sappiamo come tornare indietro. Ci perderemmo nei condotti sotterranei!»

«Aspettaci!»

I due corsero per raggiungerlo.

 

Un’alba grigia e pesante disvelò loro le rovine di una città morta. Un cartello rovesciato e arrugginito ne annunciava il nome, ormai illeggibile. Muri diroccati, tetti collassati e silenzio che incombeva su tutto.

«Tutto procede secondo il piano, queste rovine sono qui, sulla mappa.» Voran mostrò agli altri il cartiglio. «Ora ci riposeremo dentro qualche rudere. Questo mi sembra perfetto» continuò, entrando in una casa in parte integra.

«Speriamo che predoni e segugi non ci scovino» mormorò Mayt mentre si sfilava lo zaino.

«Non credo ci abbiano seguito, di noi non importa a nessuno. Siamo sostituibili. Temo più i predoni» disse Neis, sdraiandosi con la testa sulla sua borsa.

«Beh, abbiamo rubato le pilloline al posto di lavoro. Magari per questo possono cercarci» commentò Mayt.

«Poco probabile. Ma un po’ di rischio è connesso all’avventura» disse Voran arrotolandosi una sigaretta.

«Raccontaci ancora come hai trovato la mappa e cosa c’è scritto sul libro che ci hai trovato insieme» domandò Nais, sistemandosi su un fianco.

Voran accese la sigaretta ed espirò il fumo, seguendone lo sguardo come a cercare i ricordi di quel giorno.

«Ero al mercato delle pulci della domenica. Una vecchia mercante da cui avevo già preso degli oggetti mi mostrò la scatola, dicendomi che l’aveva trovata tra le sue mercanzie nel magazzino, non sapeva neppure di averla. “Dentro c’è qualcosa, ma non riesco a d aprirla. Se la vuoi, te la offro in cambio di dieci pilloline di Meth.” Ero sul punto di rifiutare, dieci pillole era più della mia dotazione settimanale, ma quella scatola sembrava chiamarmi, essere lì per me. Feci una pazzia e la presi. A casa l’aprii facilmente e dentro c’erano questa mappa e il libro dalle pagine vuote. Tutte tranne la prima, che diceva: “La spada  di cristallo abbatterà il potere, donerà la libertà ai popoli, per un futuro più equo e più giusto, e l’umanità troverà finalmente pace, salute e prosperità. Segui la mappa.” Dalle mie ricognizioni, la mappa risulta esatta.» Voran si accorse che i due già dormivano, sorrise, spense la cicca e si sdraiò.

 Quando si svegliarono era buio.

«Bene, assumiamo le nostre dosi di Meth e rimettiamoci in marcia» ordinò Voran. «La strada per la felicità è ancora lunga!» Neis e Mayt presero le pasticche dalle loro borse e bevvero dalle borracce.

«Io prendo anche un po’ di vitamine» disse Neit.

«Attenta a non finirle, non sai quanto a lungo ancora dovremo camminare» le fece presente Mayt.

«Facendo due calcoli credo una decina di giorni» puntualizzò Voran.

Il gruppetto si mise in marcia.

 

*

 

Il tramonto rosseggiava alla loro destra mentre camminavano in una landa desolata.

Solo terra brulla e rocce. Voran arrancava, seguito da Neis e Mayt, barcollanti. La gola era secca e le scorte erano quasi terminate. Le borracce non producevano che poca acqua dalla scarsa umidità notturna.

«Ho perso la cognizione del tempo» disse Mayt con voce spezzata.

«Voran… che giorno è? Dove siamo?» sussurrò Neis, col fiato corto.

«Non lo so, ma non dobbiamo arrenderci. Non adesso, dopo tutta la strada che abbiamo percorso. Dobbiamo avere la nostra meta fissa qui, nella nostra mente, e crederci con tutto il cuore» rispose Voran.

Mayt si fermò di colpo.

«Voran, non so perché ho deciso di seguirti. Sì, non ne potevo più della mia pur breve vita, ma non è plausibile che esista un luogo con una spada di cristallo che ci libererà dai nostri tormenti solo perché hai trovato un vecchio libro scolorito con una mappa al mercatino delle pulci.»

«Siamo stati dei folli. Mi sembrava quasi un gioco quando ho accettato. Abbiamo avuto subito i nostri dubbi, ma vuoi la disperazione, vuoi il desiderio di qualcosa di bello anche per me, finalmente, dopo 40 anni di stenti, e mi sono lasciata trascinare. Non avrei mai creduto di morire qui, in mezzo al nulla» disse Nais, sedendosi al suolo guardando il sole che spariva all’orizzonte. Mayt si sedette accanto a lei.

«Meglio morire qui che dentro un macchinario merdoso, comunque. Mi dispiace solo per mio padre.»

«Ma cosa dite? Guardate, guardate la mappa… laggiù a ovest si intravedono delle alture. L’antro si troverà lì di sicuro!» si agitò Voran.

«Signori, è stato un piacere. Addio.» Nais si sdraiò e chiuse gli occhi, imitata da Mayt, coi piedi rivolti verso il sole morente.

Voran provò a convincerli ad alzarsi, ma i due restarono immobili a guardare il cielo che iniziava a riempirsi di stelle. Poi si sedette con le spalle rivolte a loro due, si preparò un’ultima sigaretta, la fumò con lentezza e  si sdraiò con la testa tra quella degli amici.

Le stelle smisero di brillare e tutto diventò nero.

 

Un lucore azzurrino iniziò a farsi largo tra le tenebre. Voran aprì gli occhi e venne abbagliato da una luce fredda che lo costrinse a coprirsi gli occhi con un braccio. Si tirò su e pian piano cercò di adattare la vista. Nais e Mayt erano nella sua stessa situazione. Si guardarono intorno e si resero conto di trovarsi in una piccola grotta dalle pareti di scintillante cristallo dalle sfumature celestine. Provarono a parlare ma non riuscirono ad emettere suoni.

Un movimento attirò la loro attenzione e si volsero da quella parte.

Una donna dalla pelle nivea, i capelli fili lucenti e la veste cristallina, li osservava sorridendo. Anche i suoi occhi erano del color del ghiaccio.

 «Benvenuti nell’antro delle spade di cristallo. Io sono la Custode, il mio nome è Kessha. Vi starete chiedendo se siete vivi o morti, se state sognando e perché non riuscite a parlare. Siete vivi, ma in un’altra dimensione e in questa grotta la voce umana non è ammessa, perché rende impuri i cristalli. Voi potete stare solo pochi minuti. Alzatevi e scegliete la vostra spada. Una per ognuno.» I tre si guardarono intorno sbigottiti. In alcune nicchie scintillavano delle spade. Voran si lasciò scegliere da una di esse, proprio com’era stato per la scatola con la mappa e il libro. Nais e Mayt lo imitarono.

«Questa non è una spada come le altre. È la vostra spada. Con essa la vostra mente sarà lucida, la mano salda, la volontà adamantina.  Toccherete le menti e i cuori dei vostri amici e compagni e quelli dei vostri nemici, fino ad ottenere la pace che le vostre anime anelano . No, non combatterete con queste spade, almeno non nel modo che voi pensate: mai esse verseranno sangue.  Qualora l’avversario avesse un cuore troppo nero, potrete trafiggerlo, ma solo per renderlo di nuovo pulsante e vivo.»

Le lacrime che scesero dagli occhi di Voran, Mayt e Nais divennero piccoli diamanti.

«Raccoglieteli pure, vi serviranno per condurre la vostra battaglia per la liberazione. Addio!»

Kessha fece alcuni passi indietro, fino a scomparire dentro le pareti cristalline, diventandone tutt’uno.

I tre guardarono ancora sbigottiti le spade. Queste presero a rilucere di una luce bianca e calda e sparirono dentro il loro corpo. Prima che potessero battere ciglia, fu di nuovo buio attorno a loro.

 Si destarono ancora una volta insieme, in un ambiente a loro familiare.

«Siamo... nel dormitorio della fabbrica!» disse Mayt.

«Già.. ho fatto un sogno bellissimo, c’eravate anche voi» fece Nais.

«Anch’io. Eravamo partiti per una ricerca assurda, una spada che avrebbe cambiato le sorti del mondo…»

«Non è possibile, lo stesso sogno!»

«Compagni, guardate nelle tasche!» li interruppe Voran. Dalla giacca estrasse una manciata di gemme lucenti. I due lo imitarono, sbalorditi. All’unisono una luce intensa vibrò dentro i loro petti.

«Ma allora… è successo davvero!» esclamò Nais. Mayt non riusciva a parlare dall’emozione che gli accarezzava la gola, stimolando le lacrime.

«Queste sono le spade dentro di noi…» commentò Voran. «Amici» concluse, «oggi inizia un’era nuova. Abbiamo una missione. Iniziamo a combattere!»

 

 FINE


Carissimi, questo racconto ha partecipato al concorso "Lo scrigno dei racconti", organizzato da Universo Fantasy, CSU, Nova editoria e Runa editore, ma non ha vinto; ho deciso quindi di donarvelo e renderlo fruibile gratuitamente.

Lasciate pure impressioni e commenti sotto al post!



Se per caso voleste donarmi anche un solo caffè, c'è il tasto donazioni in alto a dx!

 

venerdì 16 aprile 2021

RECENSIONE: GLI IMPERI DELLE SABBIE DI ANDREA GUALCHIEROTTI

 

Un romanzo fantasy con un originale contesto storico mediorientale

 


 

Cari lettori,

Gli Imperi delle sabbie è un romanzo storico-fantasy di Andrea Gualchierotti, edito da Italian Sword & sorcery, che ho apprezzato sia per l’ambientazione sia per lo stile di scrittura.

 

Questa la trama:

 

Anno 1030: Le armate di Bisanzio assediano la città fortezza di Aleppo, capitale della Siria e regno dei tenebrosi Emiri Neri, i principi negromanti.
Giunto alla testa dei suoi soldati, il nashrakar Vardan, nobile d'Armenia, si unisce alle truppe imperiali, in vista dello scontro decisivo. Ma il tradimento alligna nelle armate bizantine, e il principe armeno, ridotto in catene da chi credeva amico, scoprirà suo malgrado come appena al di là delle sabbie roventi di Aleppo si celino gli  orrori e le meraviglie di un mondo sconosciuto, fatto di satrapie remote, antichi palazzi d'oro, e maledizioni sorte dal sangue.
Un'avventura che condurrà Vardan fino alle più lontane plaghe d'Oriente, là dove, sotto una mezzaluna d'acciaio, s'incrociano le spade della vendetta...


La vicenda si ispira e parte da una battaglia realmente avvenuta nel 1030, nella zona di Aleppo; non sono molto ferrata sul periodo e nello specifico nella storia mediorientale, ma credo di essere in ottima compagnia! Dunque la preparazione, studio e ricerca dell’autore emergono ancor di più dall’aver scelto un periodo/luogo inusuale.

 

La prima scena è molto affascinante, veniamo subito scaraventati in un mondo misterioso che si fa subito pericoloso e terrorizzante: il nashrakar armeno Vardan si trova a combattere contro i terribili Emiri Neri, dopo aver subito un vile tradimento, tra ombre, tenebre, creature oscure e illusioni.

 

Il protagonista da qui inizia una serie di avventure nella sua ricerca di vendetta, in cui troverà molti ostacoli e incontrerà altri personaggi, avventure che lo porteranno a viaggiare in lungo e in largo, sino all’India e all’Africa.

 

Lo stile di Andrea Gualchierotti è molto ricco, con vocaboli ricercati, e questa è una sua caratteristica specifica, come abbiamo visto in La stirpe di Herakles; qui è meno aulico ed epico, restando sempre in linea con il periodo in cui è ambientata la storia.

 

La trama, pur non essendo particolarmente ricca di intrecci e sottotrame e incentrata in pratica solo sul protagonista Vardan e altri 2 personaggi di rilievo, è avvincente e soprattutto avvolge il lettore trascinandolo in un mondo lontano, poco conosciuto storicamente e quindi misterioso, intrigante. Forse qualche nota o un glossario alla fine o a piè di pagina avrebbe agevolato la comprensione di alcuni termini specifici, tipo nashrakar.

 

Bella e intensa la lunga scena finale.

 

Personalmente ho anche apprezzato la brevità del romanzo.

 

Ottima edizione; molto evocativa e attinente alla storia la cover, con l’inquietante Emiro sullo sfondo di una città dal profilo tipicamente orientale, tutta declinata sul viola/verde.

 

 

Rivolgiamo qualche domanda ad Andrea Gualchierotti, già ospite del blog in occasione della recensione di La stirpe di Herakles.

 

1)   Cia Andrea, bentornato su IUF! Sei d’accordo con questa recensione, vuoi aggiungere qualcosa?  

 

Ciao Alessandra, e grazie innanzitutto per avermi ospitato ancora!

Ti dirò la verità, con “Gli imperi delle sabbie” ho tentato un vero e proprio esperimento, e cioè quello di ricreare sia nei temi che nel linguaggio un ciclo di racconti – o un romanzo a puntate, se vogliamo – che offrisse ai lettori attuali le sensazioni e le atmosfere che avrebbero potuto trovare su riviste come “Oriental Stories” e altri pulp magazines degli anni 30’. Il tutto debitamente ammodernato, s’intende. Ma l’idea era proprio quella di riprendere quello spirito avventuroso, con storie veloci, esotiche e misteriose, che si susseguono senza sosta. Il tuo apprezzamento mi fa capire che il risultato è stato raggiunto!

 

2)   Perché hai scelto questa ambientazione specifica? Ti attira particolarmente la storia del luogo e del periodo?

 

Da molto tempo volevo scrivere una storia d’ambiente mediorientale, che combinasse un po’ varie fascinazioni: quella per un fantastico non europeo e pittoresco, per la storia medievale bizantina e araba (già di per sé fonte di canovacci per molti romanzi, volendo!) e l’idea di un protagonista costretto a vagabondare fin quasi ai confini del mondo conosciuto, che scopre sempre nuovi paesi e nuove meraviglie, anche orrorifiche.

In alcuni casi, lo avevo anche già fatto: un paio di storie della mia raccolta “Byzantium” (che ho, ma ancora non ho letto!...😁 n.d.A.), di qualche anno fa, si svolgono proprio in Siria nel periodo appena precedente la vicenda degli “imperi…”, e alcune citazioni della cosa, piccoli rimandi o cameo, sono presenti in quest’ultimo lavoro. Insomma, la voglia già c’era.

Anche per questo, ho scelto come protagonista un nobile armeno, che se da una parte era perfettamente inseribile nel variegato contesto di quei tempi e di quei luoghi, in cui bizantini, turchi, arabi, e persiani si confrontavano in una guerra eterna, dall’altra era abbastanza originale da garantirmi una via verso quell’Oriente “immaginario” da Mille e una notte, o da viaggi di Marco Polo, che mi è sempre piaciuto.

 

3)   L’ambientazione originale è certamente affascinante, ma non è possibile che possa provocare una sensazione di bassa familiarità, essendo poco nota?

 

In verità, l’idea era proprio quella, volta ad aumentare il mistero di lande ignote. Sfruttare, cioè la magia che viene da posti e culture di cui magari conosciamo sì il nome, ma appena quello, o poco più. Il minimo indispensabile, insomma, a farcele collocare da qualche parte, pressappoco vicino qualche paese meglio identificato… Terre quindi che proprio per la loro vaghezza sono facilmente assimilabili a sedi favolose di reami perduti, luoghi dove tutto può accadere. Una visione, questa, che del resto, si sposa proprio con la mentalità degli uomini – europei e non – dell’anno 1000, periodo in cui la vicenda di Vardan si sviluppa. Allora, tanto in Oriente quanto in Occidente le terre lontane erano sovente più immaginate che visitate, e anche quando ciò succedeva, i filtri culturali le distorcevano nei racconti fino a farle diventare plaghe quasi fatate.

Per gli indiani incontrati da Vardan, l’Europa è “Il Frankistan”, un paese remoto di ghiacci e uomini bianchi, così come per lui, che pure viene da una terra già considerata Oriente dagli europei, l’Armenia, “Il dominio della Mezzaluna”- cioè le regioni turche e arabe - non è che un indistinto impero che sconfina nell’irreale.

Insomma, parafrasando il buon De Camp, il mio Oriente non è quello che è stato o che è, ma quello che “dovrebbe essere” per ambientarvi una buona storia!


4)   Sei un appassionato di vecchi film fantastici e mitologici; per la scena nell’arena (che è la mia preferita e non spoilero!) ti sei ispirato a qualche film?

 

Quello dello scontro nell’arena è un clichè presente in parecchie storie d’avventura e altrettanti film. Io stesso, in maniera diversa, l’ho già utilizzato, in un capitolo de “Gli Eredi di Atlantide” ambientato in una immaginaria città africana del 10.000 a.C…!

Si tratta di una di quelle situazioni dove per i personaggi la tensione sale alle stelle, e al di là di certi luoghi comuni, il nodo narrativo può sciogliersi in una infinità di modi, ed essere foriero di avvenimenti imprevisti.

Per quanto ricorrente, dunque, il duello nell’arena è il classico “trucco che funziona” e anche per Vardan la battaglia sui picchi di Agrapaksh non è scontata, così come le sue conseguenze. E lì alcuni dettagli – lascio ai lettori indovinare quali! - vengono tanto da Le Mille e una Notte come dal Corano, da alcuni fumetti e dai romanzi di H.R. Haggard.

Ovviamente, non posso non riconoscere come l’ispirazione per certe scene d’azione – e non solo – provenga da pellicole di genere peplum o romanzi affini, ma il tutto è più frutto di una lunga “digestione” che dura da anni di certi stilemi narrativi che una semplice riproposizione di questa o quella idea. Anche la caratterizzazione di due villain infidi e crudeli come Teodoro e Yazim, tuttavia, sia nell’aspetto visivo che caratteriale, può trovare alcuni “antenati” in film simili.

 

5)   Progetti futuri?

 

Prima o poi mi piacerebbe “tornare in Oriente”.

Vardan è un personaggio che si presta bene a una sorta di serializzazione, e spingere le sue peripezie ancora più lontano – con una nuova motivazione, s’intende – è un’idea che conto di mettere in pratica quando ci sarà modo.

Quanto ad altri progetti, come sai tendo ad essere abbastanza parco di anticipazioni, perché mi piace rivelarli solo nell’imminenza della pubblicazione. Sicuramente però le prossime storie riprenderanno gli spunti che prediligo: il mediterraneo, la mitologia e i misteri….con qualche eccezione qua e là per alcuni racconti in cui mi è capitato di spaziare più del solito, e che spero vedano la luce a breve. Vedrai che non mancherò di informare né te né i lettori!


Grazie per essere stato con noi!

 

Recap

 

  • Titolo: Gli Imperi delle Sabbie 
  • Autore: Andrea Gualchierotti 
  • Genere: Sword&sorcery, fantasy, storico, epico 
  • Editore: Italian Sword&sorcery 
  • N. di pagine: 141 
  • Prezzo ebook: € 4,99 
  • Link: Amazon