Recensione:
Caracalla, o il mito di Alessandro
Autore:
Andrea Foschini
Genere:
storico-poetico
Editore:
Diamond
Anno:
2014
Pagine:
97
Prezzo
di copertina: € 10
Link: Ibs
Tra piramidi e allori si leva il sole negli
occhi di mortali assetati, tra piramidi e soli fioriti negli occhi degli
assetati fioriscono rose inchiodate sull’else di eserciti che dilagano e
dilagano con sulla lingua desideri e poteri che sanno di sacrifici e di corpi.
Un romanzo poetico-storico, dove la storia con la S maiuscola è presente, ma mitizzata e amplificata artisticamente dalla penna tagliente e poeticamente ossessiva dell’autore, degno erede di Antonin Artaud e Samuel Beckett. La vita vera di Caracalla, che tradisce e uccide, che ama e combatte per diventare il nuovo Alessandro, anzi per essere e farsi miticamente Alessandro Magno.
Un romanzo poetico-storico, dove la storia con la S maiuscola è presente, ma mitizzata e amplificata artisticamente dalla penna tagliente e poeticamente ossessiva dell’autore, degno erede di Antonin Artaud e Samuel Beckett. La vita vera di Caracalla, che tradisce e uccide, che ama e combatte per diventare il nuovo Alessandro, anzi per essere e farsi miticamente Alessandro Magno.
Se
cercate da leggere un “qualcosa di diverso”, eccolo. Lo avete trovato.
Non
è un libro di facile lettura quello di Andrea Foschini, anzi il contrario. Perché si
viene trascinati , coinvolti nei
vaneggiamenti del protagonista, l’imperatore “tocco” Caracalla, tramite uno
stile misto prosa/poesia altrettanto visionario, che confonde e esalta,
affatica e meraviglia.
Le
vicende storiche dell’imperatore Antonino Pio, ovvero Caracalla, vengono
rilette attraverso il suo delirio, il desiderio di volere essere come
Alessandro Magno; tutto ciò presuppone una enorme erudizione e una ottima
conoscenza dell’argomento: chapeau!
La
narrazione ha un andamento sinusoidale: a brani più prosaici, storici e
descrittivi ne vengono alternati altri
altamente poetici, caratterizzati da lunghissimi periodi , assenza di virgole,
utilizzo sfrenato di allitterazioni, anafore e epifore, climax che descrivono
il mondo ossessivo e il delirio di Caracalla, dalla sua salita al potere ,
avvenuta nel sangue, passando per le sue
stragi e per finire con la resa e la decadenza, la stessa di cui ormai era
pregno l’intero Impero Romano.
Le
capacità dell’autore sono quindi davvero notevoli, e ne sono rimasta
impressionata.
Ho
letto il libro un po’ per volta, perché nonostante sia affascinante non è
semplice da seguire; presuppone inoltre una discreta conoscenza della Storia, e
comunque mettete in conto di fare
ricerche online . Posso affermare che è
“di nicchia”, non proprio alla portata
di tutti.
Riguardo
l’edizione, la cover è semplice ma di impatto, con una figura maschile in primo
piano dai forti chiaroscuri che emerge da una colonna , figura che esprime
pienamente la personalità del protagonista. All’interno sono presenti alcuni
refusi; non sono presenti invece prefazioni o postfazioni, neppure note, che
un’opera così particolare avrebbe senz’altro meritato.
Adesso
qualche domanda all’autore.
1)
Ciao
Andrea, grazie per aver accettato l’intervista.
Ci parli un po’ di te e dei tuoi romanzi?
Si tenga presente che l’espressione ha a
che fare con la comunicazione ma non con
l’arte, posso intanto rispondere che un opera d’arte non comunica bensì evoca,
e ciò è perché essa assomiglia a un rituale mistico, in cui molto rimane non
detto. Le parole trascendono se stesse. I miei romanzi tendono tutti a evocare
personaggi che tendono fino allo spasimo a superare la condizione umana, come
limite e come vincolo, nonché ad abolire la storia ed entrare nel mito. Essi si
muovono come dèi dentro un fragile corpo
di uomini, o donne, come nel caso di Giovanna D’Arco. La fiamma ardente di
divinità antiche e immarcescibile è in loro, ma essa li eccede e di conseguenza
li travolge. E’ illuminante che essi appaiano nella loro veemente intensità
soprattutto prima di atti cruenti e della morte
Come ha ben chiaro Mishima nel Tempio del Padiglione D’oro la bellezza e la grandezza si basano sul sangue di uomini sacrificati, la bellezza
richiede, anzi necessita di un sacrificio assoluto. Questo è abbastanza chiaro
nei miei romanzi e racconti mitologici.
2)
Hai
da aggiungere qualcosa alla mia recensione?
No credo che la tua recensione in quanto
tua basti a se stessa.
3)
Come
hai avuto l’idea di scrivere quest’opera
così particolare e impegnativa? Cosa ti ha attirato di Caracalla?
Tutte le mie opere sono impegnative,
Caracalla è il fanciullo odiato da tutti che si riscatta nel fulgore della
violenza, è anche colui che vuole realizzare l’irrealizzabile, l’attualizzazione
di un mito, quello di Alessandro. Bisogna capire che noi, così come i
personaggi evocati non sono e non siamo
mai noi stessi, ma evocati
parafrasando Borges, sognati da altri e solo sognati da altri prendiamo vita.
Alessandro Magno di se stesso non è mai esistito, prende vita evocato dunque
sognato da Caracalla. Anche noi non siamo noi stessi ma evocati da altri che ci
sognano, come possono essere nel mio
caso gli scrittori che mi hanno preceduto e che ho assimilato, di fatto sono
loro ad aver evocato e poi assimilato me, segnando però io in quel preciso
istante la mia originalità nella mia
esistenza stessa. Nell’esperienza di vita mia irriducibile e inconfondibile.
4)
Su
quali testi hai approfondito gli eventi storici narrati? Quanta preparazione ha
richiesto la stesura del libro?
Mi sono documentati su dei volumetti blu
che descrivevano la parabola esistenziale di Caracalla come di altri imperatori
editi da Fabbri, e poi qualcosa dalla
storia romana di Momsen.
5)
Qual
è il target di riferimento?
Non ho alcun target predefinito ,
chiunque sappia apprezzare i miei libri è ben accetto.
6)
Cosa
stai scrivendo attualmente?
Attualmente non sto scrivendo nulla.
7)
Grazie
per essere stato con noi!
Grazie a voi.
Capperi!!! Interessante.
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