giovedì 2 novembre 2017


Recensione: Caracalla, o il mito di Alessandro





Autore: Andrea Foschini
Genere: storico-poetico
Editore: Diamond
Anno: 2014
Pagine: 97
Prezzo di copertina: € 10
Link:  Ibs

Tra piramidi e allori si leva il sole negli occhi di mortali assetati, tra piramidi e soli fioriti negli occhi degli assetati fioriscono rose inchiodate sull’else di eserciti che dilagano e dilagano con sulla lingua desideri e poteri che sanno di sacrifici e di corpi.
Un romanzo poetico-storico, dove la storia con la S maiuscola è presente, ma mitizzata e amplificata artisticamente dalla penna tagliente e poeticamente ossessiva dell’autore, degno erede di Antonin Artaud e Samuel Beckett. La vita vera di Caracalla, che tradisce e uccide, che ama e combatte per diventare il nuovo Alessandro, anzi per essere e farsi miticamente Alessandro Magno.



Se cercate da leggere un “qualcosa di diverso”, eccolo. Lo avete trovato.

Non è un libro di facile lettura quello di Andrea Foschini, anzi il contrario. Perché si viene trascinati , coinvolti  nei vaneggiamenti del protagonista, l’imperatore “tocco” Caracalla, tramite uno stile misto prosa/poesia altrettanto visionario, che confonde e esalta, affatica e meraviglia.

Le vicende storiche dell’imperatore Antonino Pio, ovvero Caracalla, vengono rilette attraverso il suo delirio, il desiderio di volere essere come Alessandro Magno; tutto ciò presuppone una enorme erudizione e una ottima conoscenza dell’argomento: chapeau!
La narrazione ha un andamento sinusoidale: a brani più prosaici, storici e descrittivi  ne vengono alternati altri altamente poetici, caratterizzati da lunghissimi periodi , assenza di virgole, utilizzo sfrenato di allitterazioni, anafore e epifore, climax che descrivono il mondo ossessivo e il delirio di Caracalla, dalla sua salita al potere , avvenuta  nel sangue, passando per le sue stragi e per finire con la resa e la decadenza, la stessa di cui ormai era pregno l’intero Impero Romano.
Le capacità dell’autore sono quindi davvero notevoli, e ne sono rimasta impressionata.

Ho letto il libro un po’ per volta, perché nonostante sia affascinante non è semplice da seguire; presuppone inoltre una discreta conoscenza della Storia, e comunque  mettete in conto di fare ricerche online .  Posso affermare che è “di nicchia”,  non proprio alla portata di tutti.

Riguardo l’edizione, la cover è semplice ma di impatto, con una figura maschile in primo piano dai forti chiaroscuri che emerge da una colonna , figura che esprime pienamente la personalità del protagonista. All’interno sono presenti alcuni refusi; non sono presenti invece prefazioni o postfazioni, neppure note, che un’opera così particolare avrebbe senz’altro meritato.


Adesso qualche domanda all’autore.

1)    Ciao Andrea, grazie per aver accettato l’intervista.  Ci parli un po’ di te e dei tuoi romanzi?

Si tenga presente che l’espressione ha a che fare con la comunicazione ma non  con l’arte, posso intanto rispondere che un opera d’arte non comunica bensì evoca, e ciò è perché essa assomiglia a un rituale mistico, in cui molto rimane non detto. Le parole trascendono se stesse. I miei romanzi tendono tutti a evocare personaggi che tendono fino allo spasimo a superare la condizione umana, come limite e come vincolo, nonché ad abolire la storia ed entrare nel mito. Essi si  muovono come dèi dentro un fragile corpo di uomini, o donne, come nel caso di Giovanna D’Arco. La fiamma ardente di divinità antiche e immarcescibile è in loro, ma essa li eccede e di conseguenza li travolge. E’ illuminante che essi appaiano nella loro veemente intensità soprattutto prima di atti cruenti e della morte  Come ha ben chiaro Mishima nel Tempio del Padiglione  D’oro la bellezza e la grandezza si basano  sul sangue di uomini sacrificati, la bellezza richiede, anzi necessita di un sacrificio assoluto. Questo è abbastanza chiaro nei miei romanzi e racconti mitologici.  

2)    Hai da aggiungere qualcosa alla mia recensione?

       No credo che la tua recensione in quanto tua basti a se stessa.

3)    Come hai avuto l’idea di scrivere  quest’opera così particolare e impegnativa? Cosa ti ha attirato di Caracalla?

Tutte le mie opere sono impegnative, Caracalla è il fanciullo odiato da tutti che si riscatta nel fulgore della violenza, è anche colui che vuole realizzare l’irrealizzabile, l’attualizzazione di un mito, quello di Alessandro. Bisogna capire che noi, così come i personaggi evocati non sono e non siamo  mai noi  stessi, ma evocati parafrasando Borges, sognati da altri e solo sognati da altri prendiamo vita. Alessandro Magno di se stesso non è mai esistito, prende vita evocato dunque sognato da Caracalla. Anche noi non siamo noi stessi ma evocati da altri che ci sognano,  come possono essere nel mio caso gli scrittori che mi hanno preceduto e che ho assimilato, di fatto sono loro ad aver evocato e poi assimilato me, segnando però io in quel preciso istante  la mia originalità nella mia esistenza stessa. Nell’esperienza di vita mia irriducibile e inconfondibile.



4)    Su quali testi hai approfondito gli eventi storici narrati? Quanta preparazione ha richiesto la stesura del libro?

Mi sono documentati su dei volumetti blu che descrivevano la parabola esistenziale di Caracalla come di altri imperatori editi da Fabbri,  e poi qualcosa dalla storia romana di Momsen.


5)    Qual è il target di riferimento?

Non ho alcun target predefinito , chiunque sappia apprezzare i miei libri è ben accetto.  


6)    Cosa stai scrivendo attualmente?

Attualmente non sto scrivendo nulla.


7)    Grazie per essere stato con noi!

Grazie a voi.



  

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