Cinerecensione:
La forma dell’acqua
I
film di Guillermo del Toro mi sono piaciuti tutti (sì, anche Crimson Peak aveva
un suo perché…), e anche questo rientra nel novero, ma , nonostante il Leone d’oro e quattro Oscar vinti (miglior film, regia,
colonna sonora e scenografia) non surclassa nelle mie preferenze Il labirinto del Fauno e
Pacific Rim (a proposito, Pacific Rim 2 esce a fine marzo…hype! Il nuovo
regista , DeKnight, sarà all’altezza del suo predecessore?...).
Baltimora,
1962. Elisa Esposito è una addetta alle pulizie di un centro
scientifico-militare segreto, è muta e vive una vita misera e solitaria: i suoi
unici amici sono il vicino gay Giles e una collega di colore. Un giorno scopre nel
centro in cui lavora (qualcuno dovrà pur pulire anche nelle stanze più
segrete.. . e nessuno fa caso a una donna delle pulizie) una creatura marina su
cui i militari e il governo erano intenzionati
a compiere terribili esperimenti , e ne rimane irrimediabilmente affascinata,
innamorandosene Il richiamo a La Bella e la bestia è immediato, e grazie alle
atmosfere un po’ così mi è venuto in mente anche Il fantastico mondo di Amelie:
d’altronde i film di Del Toro sono intrisi di riferimenti al mondo fiabesco e
fantasy, con un tocco di horror, con i
mostri e gli “ultimi” sempre protagonisti o comunque con un ruolo d’eccezione.
Decide
quindi di salvarlo, aiutata dai suoi amici e da uno scienziato doppiogiochista;
il villain che tortura la creatura e vorrebbe vivisezionarla, il freddo e
cinico direttore della struttura, Strickland, è il loro avversario.
Non
è una trama innovativa,proprio no, e la trama è semplicistica; confesso di aver
sbadigliato a più riprese, ma c’è moltissimo di apprezzabile nel film, in cui
si trova tutta la poetica filimica deltoriana .
"L'acqua prende la forma di tutto ciò che la contiene in
quel momento e, anche se l'acqua può essere così delicata, resta anche la forza
più potente e malleabile dell'universo. Vale anche per l'amore, non è vero? Non
importa verso cosa lo rivolgiamo, l'amore resta sé stesso sia verso un uomo,
una donna o una creatura."
(Guillermo Del Toro dixit).
Le
scene più belle del film sono quelle dove Elisa e la Creatura si conoscono, interagiscono,
iniziano a fidarsi l’uno dell’altra fino ad amarsi in una indimenticabile scena
; notevolissime tutte le caratterizzazioni dei personaggi, specie quella del
vicino gay che fa il grafico pubblicitario ma è stato licenziato per le sue
tendenze sessuali (siamo nel 1962); ottime la fotografia verdognola a
richiamare la creatura marina, come se la sua presenza permeasse tutto il film
(perchè no l’Oscar ? Boh), la colonna sonora anni ’60 (a questa gliel’hanno
dato), e la scena finale: commovente, superlativa, romanticissima.
Circa il montaggio, avrei ... asciugato un po' (dopo tanta acqua il vocabolo mi è uscito spontaneo, scusate).
Un
film dal grande impatto emotivo, indubbiamente, ma ribadisco che non è il mio
preferito di Guillermo. Da vedere lasciandosi coinvolgere più a livello emotivo
che non razionalmente.
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