giovedì 1 marzo 2018



Quattro chiacchiere con l’autore: Giacomo Festi





Il secondo appuntamento della rubrica “Quattro chiacchiere con l’autore” è con Giacomo Festi, detto il Jack, giovane scrittore di Rovereto che ha già alle spalle la pubblicazione di cinque romanzi e alcuni racconti.



Ciao Jack, parlaci di te e della tua passione per la scrittura. Com’è stata l’esperienza all’Accademia Internazionale di Comics di Torino?

Ciao Alessandra, e grazie dell’ospitata qui su questi tuoi universi!
Su di me non saprei da dove iniziare. Sono molto logorroico ed egocentrico, tanto che per parlare di me ho scritto ben cinque romanzi e alcuni racconti. Forse la passione per la scrittura nasce proprio da questo: dal porgersi domande e dal raccontarsi tramite esse. Certo, il fatto che nessuno nella vita reale fosse disposto ad ascoltarmi è segno che di domande non me ne sono fatte abbastanza…
L’Accademia Internazionale di Comics (corso di sceneggiatura) è stata una palestra formidabile. Ho iniziato da obeso e ne sono uscito curvy, ma questo perché sono un pessimo studente, nonostante gli ottimi maestri. Sicuramente mi ha guidato nel vedere le storie e il modo di raccontarle con occhi diversi, e soprattutto di confrontarmi con chi ha la stessa passione, cosa che nella vita di tutti i giorni capita di rado.



Il tuo primo racconto è stato L’arma minorata nella raccolta Immaginare la scienza di Elara Edizioni. Poi hai scritto La sfida della Morte per Editrice GDS e altri racconti horror comparsi nelle antologie del sito Letteratura horror. Ci parli di questi racconti? Il racconto è un genere bistrattato in Italia, perché secondo te?

L’arma minorata… quanto tenerezza! Lo scrissi a diciannove anni per un concorso e con enorme stupore fu accettato. A rileggerlo ora vedo delle ingenuità pazzesche, ma lo ricordo con affetto. È stata la prima volta che mi sono messo in gioco sul serio!
La sfida della Morte invece mi era venuto in mente ai tempi dell’Accademia, ma non ne avevo fatto nulla. Quando il mio editore mi aveva informato del tipo di raccolta che voleva fare, ho pensato che fosse il momento giusto per rispolverarlo e dargli finalmente una forma compiuta. Ironicamente, due mesi fa ho dovuto tenere una lezione e come base è stato usato proprio quel racconto, ed è piaciuto pure molto.
Sul perché sia bistrattato invece credo sia dovuto a uno strano retaggio tutto italiano di non credere a priori in certe cose. È così per i romanzi di genere, che ancora oggi sono considerati di serie-b, e pure per i racconti, che magari in virtù della loro natura breve danno adito a molte perplessità sul loro effettivo valore. Per fortuna io, nella vita e nella lettura, sono esule da qualsiasi pregiudizio.



Hai pubblicato Storia di uomini invisibili, il tuo primo romanzo, nel 2013 con la Nativi Digitali Edizioni. Ce ne parli? Ti sei mai sentito un “invisibile”? 

Invisibili lo siamo tutti, grossomodo. Credo ci sia una parte di noi che rimarrà sempre nascosta a chiunque, pertanto è impossibile conoscersi davvero fino in fondo. Potrebbero anche arrivare risposte che non ci piacciono. Credo sia per questo che ormai molte cose (conoscenze, relazioni, amicizie) abbiano raggiunto una simile superficialità, perché mettersi troppo in gioco comporta molti rischi.
Io mi sento invisibile ogni volta che una persona mette a giudizio la vita degli altri, non solo la mia. Proprio perché non potrò mai conoscere quella persona fino in fondo non potrò mai sapere cosa lo ha portato a fare certe cose, anche le più terribili. Il che non vuol dire giustificare.
Ecco, con quel libro ho cercato di parlare proprio di questo. Alle volte penso che se anche uno solo dei vari comprimari si fosse informato con vero interesse della vita dei protagonisti, tutto quello che accade si sarebbe potuto evitare.
Insomma, possiamo dire che l’ambizione non mi è mai mancata.

Sinossi: Tommaso Bernini è un trentenne di successo: un bel lavoro, una bella fidanzata, una bella casa. Eppure, un giorno qualcosa in lui si rompe.
Tommaso impazzisce, tutte le sue certezze si sgretolano e finisce in un centro di igiene mentale, dove si rende conto che la sua vita non tornerà mai la stessa. Qui prende una decisione: non vuole tornare in una società che ignora e disprezza "quelli come lui". Meglio diventare invisibile. E così, la gente smette davvero di vedere Tommaso, che vaga nudo e indisturbato per la città.
Il suo punto di contatto col mondo è un altro "invisibile", Franco, un ragazzone affetto da disturbi mentali e ignorato dalla gente, l'unico che lo può vedere e che lo ospita a casa sua, instaurando con lui una bizzarra amicizia. 
A turbare la pace di Tommaso è però ancora la società, rappresentata dagli altri inquilini del condominio, anche loro costretti dai propri errori a rimanere bloccati in un'esistenza incolore e frustrante. Tra violenze, trasgressioni e tradimenti, quale sarà il destino di questi uomini e donne invisibili?
"Storia di Uomini Invisibili", opera d'esordio del ventitreenne Giacomo Festi, è un romanzo che dietro a una patina fantastica racconta la crudeltà della nostra società e le sofferenze degli uomini dei nostri tempi. La storia di Tommaso, Franco e degli altri "invisibili" appassiona e fa riflettere: non siamo in fondo un po' tutti invisibili, a modo nostro?

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Nel 2014 esce Doppio singolo per Editrice GDS, una storia d’amore dalle venature horror. Parli di rado di questo libro, come mai? Approfittane per dirci qualcosa!  

È il secondo libro e, da fan di Caparezza, so bene che «il secondo album è sempre il più difficile». Quindi è un po’ una forma di scaramanzia, oltre al fatto che non ho mai avuto materialmente occasioni per parlarne.
Quel libro mi è stato utile per affinare i dialoghi. Anche se è un horror, mi sono divertito nello scambio di battute fra i personaggi. Trovo sempre qualcosa di sinistro nell’ironia usata in determinate circostanze.
Inoltre parlare d’amore mi mette sempre un po’ a disagio. Sono convinto che non ne capisci nulla a ventiquattro anni, così come a quaranta o novanta. Rischierei di sembrare troppo serio e non mi va.

Sinossi: Per Paride Vasari, giovane scrittore reduce da un grande successo editoriale, non è un bel periodo. Cinzia, la donna della sua vita, lo ha lasciato per Massimo, l’unico amico che per via del suo non semplicissimo carattere ha mai avuto. Inoltre il suo secondo libro non ha avuto il successo sperato, quindi gli viene chiesto dal proprio editore di ritornare su quelle che sono state le corde del suo esordio, in modo da poter accontentare un pubblico sempre meno gestibile e poco avvezzo alle novità impreviste. Peccato però che la delusione amorosa abbia lasciato Paride senza idee, cosa decisamente problematica se ti guadagni da vivere scrivendo.Tutto però cambia quando lo scrittore ha modo di sapere, proprio da Cinzia, che Massimo è finito in coma dopo un incidente automobilistico e che stava scrivendo un libro. Un libro che, guarda caso, ha tutte le caratteristiche necessarie per rilanciarlo nell’Olimpo dei successi editoriali. Nella mente di Paride nasce così un’idea: per vendicarsi di essere stato derubato del proprio grande amore, ruberà all’ex-amico il libro, ritornando a cavalcare l’onda del successo che stava perdendo.Ma a un simile gesto seguiranno delle conseguenze totalmente inaspettate, tanto da sfociare nel sovrannaturale. Paride si troverà così ad affrontare la sfida più grande e importante della sua vita.Fra gelosie, intrighi e colpi di scena, Doppio singolo offre al lettore una morbosa storia di ossessioni e scoperte, con un’ironia onnipresente che però non ne smorza la carica macabra. Perché non c’è cosa più terribile che lo scavare dentro di sé per scoprire quella che è la verità sul mondo che ci circonda e, soprattutto, su noi stessi.

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Nel 2015 invece esce Vita da scarabocchio per Leucotea edizioni, la storia di uno scarabocchio che esce dal muro e incontra una ragazzina problematica. Come ti è venuta questa idea? Hai “rimorchiato” parecchio alle fiere con questo libro?... XD 

Avevo ventiquattro anni e a quell’età non sei ancora adulto, ma nemmeno un ragazzino. Io stavo iniziando a prendere delle decisioni focali per quella che era la mia vita lavorativa, che mi hanno portato di recente a intraprendere un percorso particolare, ma ancora faticavo a definirmi “adulto” - fatico ancora adesso, in verità.
La mia generazione poi è stata parecchio scalognata in tutto questo. I tempi e i costumi sono cambiati, ma abbiamo ancora il retaggio dei nostri genitori a farla da padrone, e tutto ciò porta a un certo scompenso. Cresci, ma l’infantilizzazione non passa. Ad esempio, io tra poco compio ventotto anni ma guardo ancora i cartoni animati, per dire…
Vita da scarabocchio parla proprio di quello. Della crescita e delle maschere che si indossano durante il percorso. Certe volte non si staccano mai.
Sul rimorchiare, invece… si dice che il gentiluomo gode in silenzio. Se sono un gentiluomo non è dato saperlo, quindi mi limito a stare zitto.

Sinossi:
A noi non sembra, ma in realtà i disegni hanno vita propria. Sono fermi perché seguono un rigoroso codice morale che impone loro di non muoversi mai. Un giorno uno scarabocchio infrange questa re-gola, staccandosi dal proprio muro e decidendo di esplorare il mondo. Nel suo girovagare però ha modo di incontrare Elena, una problematica ragazza che gli farà aprire i suoi piccoli occhi su una triste realtà: fra uomini e disegni, alla fine, non sembra esserci molta differenza. 
Un romanzo frizzante, ironico e drammatico al contempo, che mo-stra le assurdità del vivere quotidiano e il bisogno sempre più estre-mo di nascondersi dietro identità che non sono le nostre.

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La strana indagine di Thomas Winslow esce nel 2016 per Duetredue editore, un romanzo molto particolare in cui il detective compie la sua indagine spostandosi da una storia all’altra e da un genere all’altro. È stato più complesso scrivere questo libro rispetto agli altri? Chi sono gli uomini grigi nel mondo reale? 



Certamente! Basti pensare che, pur essendo un’unica storia, ci sono due linee narrative che vanno avanti parallele (quella del Tom “personaggio” e quella del Tom “reale”), senza contare che nel cambiare di genere in genere lo stile doveva subire delle minime influenze e restare al contempo coerente nell’insieme. Una faticaccia (e se un muratore sta per caso leggendo, può contattarmi in privato per insultarmi) ma allo stesso tempo estremamente divertente, come ogni sfida. Poi il riscontro che sta avendo è la ricompensa migliore che potessi desiderare.
Gli uomini grigi… bella domanda! Nel libro sono gli emissari dell’antagonista, nella mia testa invece un sentito omaggio a Momo di Michael Ende. Nel mondo reale, possono benissimo essere le convenzioni che ci incasellano in una storia che non è la nostra. Ognuno alla fine scalpita per cercare la propria.

Sinossi: Thomas Winslow è un uomo in fuga. Ma non fugge come una persona normale, egli segue il suo metodo. Scappa di storia in storia, spostandosi di storia in storia quando avviene il climax del racconto e attraversando tutti i generi narrativi. Non sa perché fugge, sa solo che deve scappare. La fuga gli ha annebbiato il cervello ma gli ha lasciato quella basilare informazione. Finché un giorno viene catturato dagli uomini grigi che lo portano dal loro capo, tal Ghilligan, il quale gli rivela che lui altro non è che un personaggio di una storia, dalla quale è fuggito, che giace in stallo in attesa del suo reinserimento. Così viene riportato all'interno della sua storia originale, nella quale è un detective degli anni trenta che deve investigare su un misterioso omicidio... ma l'indagine sarà più profonda di quanto possa aspettarsi. L'indagine più spaventosa e atipica di tutte. Quella dentro se stesso. Un libro che gioca con le citazioni, che omaggia un genere, e nel farlo cerca di rendere giustizia a tutti gli altri. Perché non c'è nulla di più importante al mondo di una storia, qualunque essa sia.

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Nel 2017 esce Un giorno di ordinario narcisismo per AUGH! edizioni. Di che parla? Quanto sei narciso tu? ;-) 

In sintesi parla della giornata storta di un giovane aspirante autore, durante la quale, oltre a vederne delle “belle”, farà i conti col proprio disilludente presente e con se stesso.
È una commedia, la cosa divertente (che brutto gioco di parole…) è che inizialmente non volevo neppure scriverlo. Ero reduce da un periodo molto buio e un’amica mi disse che dovevo provare a scrivere qualcosa di allegro per tirarmi su, quindi scrissi i primi capitoli giusto come sfogo personale. Alla fine ho notato che poteva venirne fuori qualcosa di buono e il risultato finale l’ho trovato soddisfacente. Hanno pensato la stessa cosa anche dieci editori, quindi non posso lamentarmi.
Sull’ultimo punto ti risponderò invece con un’altra domanda: ho motivi per non esserlo?

Sinossi :Prendete un ex compagno di scuola che detestavate, ora immaginate che partecipi a un dannato talent show e che di colpo sia proiettato alla ribalta nazionale con la musica più insulsa e odiosa che possiate immaginare. Cosa fareste se veniste a sapere che stasera si esibirà nella vostra città e vi regalassero perfino il biglietto per andarci? Metteteci pure che in generale a voi le cose non vanno granché bene: avete pubblicato un libro che nessuno si è degnato di leggere, la vostra ragazza vi ha lasciato per motivi ancora oscuri, non avete un lavoro, vostro padre vi rinfaccia il vostro fallimento e la città della profonda provincia italiana in cui vivete è piena di gente intenta soltanto a guardarsi l'ombelico, gente di cui conoscete fin troppo bene ogni vizio e ogni meschinità. Ecco la storia che troverete in questo libro divertente e amaro di Giacomo Festi: un Io narrante senza nome alle prese con altri io da lui impietosamente narrati, quelli che va incontrando per le strade di R. nell'arco di una giornata decisamente storta. Mettiamo che poi a quel tremendo concerto finiate per andarci davvero.

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E veniamo alla tua passione per il cinema, che ti ha portato a scrivere varie recensioni in diversi siti finché non hai aperto il tuo blog, Recensioni ribelli. Adoro le tue recensioni, approfondite, competenti e chiare, anche se non sempre sono d’accordo con te… Come ti è balzato nella testa di chiuderlo? Meno male che hai cambiato idea!

Innanzitutto: grazie mille! Mi fa piacere che ti piacciano, vuol dire che c’è qualcuno che le legge (ride).
Recensioni ribelli è stato un posto virtuale che mi ha tenuto compagnia per molti anni, un luogo dove non far rimanere del tutto passiva la passione cinematografica. Purtroppo però negli ultimi tempi stava andando avanti davvero col pilota automatico, ogni articolo si riduceva a un “bella regia” o “bella fotografia”, senza contare che cominciavo a sentire opprimente il format scelto. Ho messo tutto in pausa per un poco e alla fine ho scelto di iniziare tutto daccapo: nuovo modo di gestire gli articoli e, soprattutto, scrivere solo di cose che mi permettessero di dire davvero qualcosa.
L’era dei blog sta finendo, quindi il responso è decisamente minore che nei tempi d’oro del passato, ma in diversi stanno apprezzando questa nuova via. E pure io me la sto godendo come non mai, pur scrivendo di meno e di film meno noti al grande pubblico.

Come promuovi i tuoi lavori? Sui social non ti si vede molto, pensi che siano inutili per un autore? Lasciaci comunque i tuoi link social, nel caso qualcuno volesse stalkerarti.

In realtà sono ben presente, anche perché sono indispensabili per farsi conoscere alla più ampia fetta di pubblico. Sono principalmente attivo sulla mia pagina Facebook (Giacomo Festi - autore) e sul mio profilo Instagram. Inaspettatamente è stato proprio quest’ultimo a incrementare, e non di poco, le vendite. Tutto sta nel saperli usare.

Qual è il tuo più grande sogno da scrittore?

Da scrittore non saprei, non sento ancora di esserlo. Diciamo che desidero diventarlo, ma l’insoddisfazione la fa sempre da padrona.
Da scribacchino, invece, lo sto vivendo: diverse persone che mi hanno dato fiducia una volta hanno avuto il coraggio di rinnovarla, acquistando un altro mio lavoro.
E comunque, sono giovane, bellissimo e con un fisico marmoreo. Ho già una vita da sogno.

Cosa stai scrivendo in questo periodo?

Al momento ho a malapena il tempo per respirare, la “vita vera” mi sta portando via troppe energie. Per il resto, ho finalmente il via libera per comunicare che verso la fine dell’anno uscirà il mio nuovo romanzo con Watson edizioni.
E pure uno come me, che si ripete ogni giorno di non aver combinato nulla nella vita, ammette che firmare per il sesto libro a ventisette anni è un bel traguardo.

Grazie per aver accettato l’intervista su Infiniti universi fantastici e a presto!

Grazie mille a te!

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