Quattro chiacchiere con l’autore: Giacomo Festi
Il secondo appuntamento della rubrica
“Quattro chiacchiere con l’autore” è con Giacomo Festi, detto il Jack, giovane
scrittore di Rovereto che ha già alle spalle la pubblicazione di cinque romanzi
e alcuni racconti.
Ciao
Jack, parlaci di te e della tua passione per la scrittura. Com’è stata
l’esperienza all’Accademia Internazionale di Comics di Torino?
Ciao Alessandra, e grazie dell’ospitata qui
su questi tuoi universi!
Su di me non saprei da dove iniziare. Sono
molto logorroico ed egocentrico, tanto che per parlare di me ho scritto ben
cinque romanzi e alcuni racconti. Forse la passione per la scrittura nasce
proprio da questo: dal porgersi domande e dal raccontarsi tramite esse. Certo, il
fatto che nessuno nella vita reale fosse disposto ad ascoltarmi è segno che di
domande non me ne sono fatte abbastanza…
L’Accademia Internazionale di Comics (corso
di sceneggiatura) è stata una palestra formidabile. Ho iniziato da obeso e ne
sono uscito curvy, ma questo perché sono un pessimo studente, nonostante gli
ottimi maestri. Sicuramente mi ha guidato nel vedere le storie e il modo di
raccontarle con occhi diversi, e soprattutto di confrontarmi con chi ha la
stessa passione, cosa che nella vita di tutti i giorni capita di rado.
Il tuo primo racconto è stato L’arma minorata nella
raccolta Immaginare la scienza di
Elara Edizioni. Poi hai scritto La sfida
della Morte per Editrice GDS e altri racconti horror comparsi nelle
antologie del sito Letteratura horror.
Ci parli di questi racconti? Il racconto è un genere bistrattato in Italia,
perché secondo te?
L’arma minorata… quanto tenerezza!
Lo scrissi a diciannove anni per un concorso e con enorme stupore fu accettato.
A rileggerlo ora vedo delle ingenuità pazzesche, ma lo ricordo con affetto. È
stata la prima volta che mi sono messo in gioco sul serio!
La sfida della
Morte
invece mi era venuto in mente ai tempi dell’Accademia, ma non ne avevo fatto
nulla. Quando il mio editore mi aveva informato del tipo di raccolta che voleva
fare, ho pensato che fosse il momento giusto per rispolverarlo e dargli
finalmente una forma compiuta. Ironicamente, due mesi fa ho dovuto tenere una
lezione e come base è stato usato proprio quel racconto, ed è piaciuto pure
molto.
Sul perché sia bistrattato invece credo sia dovuto a
uno strano retaggio tutto italiano di non credere a priori in certe cose. È
così per i romanzi di genere, che ancora oggi sono considerati di serie-b, e
pure per i racconti, che magari in virtù della loro natura breve danno adito a
molte perplessità sul loro effettivo valore. Per fortuna io, nella vita e nella
lettura, sono esule da qualsiasi pregiudizio.
Hai pubblicato Storia
di uomini invisibili, il tuo primo romanzo, nel 2013 con la Nativi Digitali
Edizioni. Ce ne parli? Ti sei mai sentito un “invisibile”?
Invisibili lo siamo tutti, grossomodo. Credo ci sia una
parte di noi che rimarrà sempre nascosta a chiunque, pertanto è impossibile
conoscersi davvero fino in fondo. Potrebbero anche arrivare risposte che non ci
piacciono. Credo sia per questo che ormai molte cose (conoscenze, relazioni,
amicizie) abbiano raggiunto una simile superficialità, perché mettersi troppo
in gioco comporta molti rischi.
Io mi sento invisibile ogni volta che una persona mette
a giudizio la vita degli altri, non solo la mia. Proprio perché non potrò mai
conoscere quella persona fino in fondo non potrò mai sapere cosa lo ha portato
a fare certe cose, anche le più terribili. Il che non vuol dire giustificare.
Ecco, con quel libro ho cercato di parlare proprio di
questo. Alle volte penso che se anche uno solo dei vari
comprimari si fosse informato con vero interesse della vita dei protagonisti,
tutto quello che accade si sarebbe potuto evitare.
Insomma, possiamo dire che l’ambizione non mi è mai
mancata.
Sinossi: Tommaso Bernini è un trentenne di successo: un bel lavoro,
una bella fidanzata, una bella casa. Eppure, un giorno qualcosa in lui si
rompe.
Tommaso impazzisce, tutte le sue certezze si sgretolano e finisce in un centro di igiene mentale, dove si rende conto che la sua vita non tornerà mai la stessa. Qui prende una decisione: non vuole tornare in una società che ignora e disprezza "quelli come lui". Meglio diventare invisibile. E così, la gente smette davvero di vedere Tommaso, che vaga nudo e indisturbato per la città.
Il suo punto di contatto col mondo è un altro "invisibile", Franco, un ragazzone affetto da disturbi mentali e ignorato dalla gente, l'unico che lo può vedere e che lo ospita a casa sua, instaurando con lui una bizzarra amicizia.
A turbare la pace di Tommaso è però ancora la società, rappresentata dagli altri inquilini del condominio, anche loro costretti dai propri errori a rimanere bloccati in un'esistenza incolore e frustrante. Tra violenze, trasgressioni e tradimenti, quale sarà il destino di questi uomini e donne invisibili?
"Storia di Uomini Invisibili", opera d'esordio del ventitreenne Giacomo Festi, è un romanzo che dietro a una patina fantastica racconta la crudeltà della nostra società e le sofferenze degli uomini dei nostri tempi. La storia di Tommaso, Franco e degli altri "invisibili" appassiona e fa riflettere: non siamo in fondo un po' tutti invisibili, a modo nostro?
Tommaso impazzisce, tutte le sue certezze si sgretolano e finisce in un centro di igiene mentale, dove si rende conto che la sua vita non tornerà mai la stessa. Qui prende una decisione: non vuole tornare in una società che ignora e disprezza "quelli come lui". Meglio diventare invisibile. E così, la gente smette davvero di vedere Tommaso, che vaga nudo e indisturbato per la città.
Il suo punto di contatto col mondo è un altro "invisibile", Franco, un ragazzone affetto da disturbi mentali e ignorato dalla gente, l'unico che lo può vedere e che lo ospita a casa sua, instaurando con lui una bizzarra amicizia.
A turbare la pace di Tommaso è però ancora la società, rappresentata dagli altri inquilini del condominio, anche loro costretti dai propri errori a rimanere bloccati in un'esistenza incolore e frustrante. Tra violenze, trasgressioni e tradimenti, quale sarà il destino di questi uomini e donne invisibili?
"Storia di Uomini Invisibili", opera d'esordio del ventitreenne Giacomo Festi, è un romanzo che dietro a una patina fantastica racconta la crudeltà della nostra società e le sofferenze degli uomini dei nostri tempi. La storia di Tommaso, Franco e degli altri "invisibili" appassiona e fa riflettere: non siamo in fondo un po' tutti invisibili, a modo nostro?
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Nel 2014 esce Doppio
singolo per Editrice GDS, una storia d’amore dalle venature horror. Parli
di rado di questo libro, come mai? Approfittane per dirci qualcosa!
È il secondo libro
e, da fan di Caparezza, so bene che «il secondo album è sempre il più
difficile». Quindi è un po’ una forma di scaramanzia, oltre al fatto che non ho
mai avuto materialmente occasioni per parlarne.
Quel libro mi è
stato utile per affinare i dialoghi. Anche se è un horror, mi sono divertito
nello scambio di battute fra i personaggi. Trovo sempre qualcosa di sinistro nell’ironia
usata in determinate circostanze.
Inoltre parlare
d’amore mi mette sempre un po’ a disagio. Sono convinto che non ne capisci
nulla a ventiquattro anni, così come a quaranta o novanta. Rischierei di
sembrare troppo serio e non mi va.
Sinossi: Per Paride Vasari, giovane scrittore
reduce da un grande successo editoriale, non è un bel periodo. Cinzia, la donna
della sua vita, lo ha lasciato per Massimo, l’unico amico che per via del suo
non semplicissimo carattere ha mai avuto. Inoltre il suo secondo libro non ha
avuto il successo sperato, quindi gli viene chiesto dal proprio editore di
ritornare su quelle che sono state le corde del suo esordio, in modo da poter
accontentare un pubblico sempre meno gestibile e poco avvezzo alle novità
impreviste. Peccato però che la delusione amorosa abbia lasciato Paride senza
idee, cosa decisamente problematica se ti guadagni da vivere scrivendo.Tutto
però cambia quando lo scrittore ha modo di sapere, proprio da Cinzia, che
Massimo è finito in coma dopo un incidente automobilistico e che stava
scrivendo un libro. Un libro che, guarda caso, ha tutte le caratteristiche
necessarie per rilanciarlo nell’Olimpo dei successi editoriali. Nella mente di
Paride nasce così un’idea: per vendicarsi di essere stato derubato del proprio
grande amore, ruberà all’ex-amico il libro, ritornando a cavalcare l’onda del
successo che stava perdendo.Ma a un simile gesto seguiranno delle conseguenze
totalmente inaspettate, tanto da sfociare nel sovrannaturale. Paride si troverà
così ad affrontare la sfida più grande e importante della sua vita.Fra gelosie,
intrighi e colpi di scena, Doppio singolo offre al lettore una morbosa storia
di ossessioni e scoperte, con un’ironia onnipresente che però non ne smorza la
carica macabra. Perché non c’è cosa più terribile che lo scavare dentro di sé
per scoprire quella che è la verità sul mondo che ci circonda e, soprattutto,
su noi stessi.
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Nel 2015 invece esce Vita da scarabocchio per Leucotea edizioni, la storia di uno
scarabocchio che esce dal muro e incontra una ragazzina problematica. Come ti è
venuta questa idea? Hai “rimorchiato” parecchio alle fiere con questo libro?...
XD
Avevo ventiquattro
anni e a quell’età non sei ancora adulto, ma nemmeno un ragazzino. Io stavo
iniziando a prendere delle decisioni focali per quella che era la mia vita
lavorativa, che mi hanno portato di recente a intraprendere un percorso
particolare, ma ancora faticavo a definirmi “adulto” - fatico ancora adesso, in
verità.
La mia generazione
poi è stata parecchio scalognata in tutto questo. I tempi e i costumi sono
cambiati, ma abbiamo ancora il retaggio dei nostri genitori a farla da padrone,
e tutto ciò porta a un certo scompenso. Cresci, ma l’infantilizzazione non
passa. Ad esempio, io tra poco compio ventotto anni ma guardo ancora i cartoni
animati, per dire…
Vita da scarabocchio parla proprio di quello. Della
crescita e delle maschere che si indossano durante il percorso. Certe volte non
si staccano mai.
Sul rimorchiare,
invece… si dice che il gentiluomo gode in silenzio. Se sono un gentiluomo non è
dato saperlo, quindi mi limito a stare zitto.
Sinossi:
A noi non sembra, ma in realtà i disegni hanno vita
propria. Sono fermi perché seguono un rigoroso codice morale che impone loro di
non muoversi mai. Un giorno uno scarabocchio infrange questa re-gola,
staccandosi dal proprio muro e decidendo di esplorare il mondo. Nel suo
girovagare però ha modo di incontrare Elena, una problematica ragazza che gli farà
aprire i suoi piccoli occhi su una triste realtà: fra uomini e disegni, alla
fine, non sembra esserci molta differenza.
Un romanzo frizzante, ironico e drammatico al contempo, che mo-stra le assurdità del vivere quotidiano e il bisogno sempre più estre-mo di nascondersi dietro identità che non sono le nostre.
Un romanzo frizzante, ironico e drammatico al contempo, che mo-stra le assurdità del vivere quotidiano e il bisogno sempre più estre-mo di nascondersi dietro identità che non sono le nostre.
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La strana indagine
di Thomas Winslow esce nel 2016 per
Duetredue editore, un romanzo molto particolare in cui il detective compie la
sua indagine spostandosi da una storia all’altra e da un genere all’altro. È
stato più complesso scrivere questo libro rispetto agli altri? Chi sono gli
uomini grigi nel mondo reale?
Certamente! Basti pensare che, pur essendo un’unica
storia, ci sono due linee narrative che vanno avanti parallele (quella del Tom
“personaggio” e quella del Tom “reale”), senza contare che nel cambiare di
genere in genere lo stile doveva subire delle minime influenze e restare al
contempo coerente nell’insieme. Una faticaccia (e se un muratore sta per caso
leggendo, può contattarmi in privato per insultarmi) ma allo stesso tempo
estremamente divertente, come ogni sfida. Poi il riscontro che sta avendo è la
ricompensa migliore che potessi desiderare.
Gli uomini grigi… bella domanda! Nel libro sono gli
emissari dell’antagonista, nella mia testa invece un sentito omaggio a Momo di Michael Ende. Nel mondo reale,
possono benissimo essere le convenzioni che ci incasellano in una storia che
non è la nostra. Ognuno alla fine scalpita per cercare la propria.
Sinossi: Thomas Winslow è un uomo in fuga. Ma non fugge come una persona normale,
egli segue il suo metodo. Scappa di storia in storia, spostandosi di storia in
storia quando avviene il climax del racconto e attraversando tutti i generi
narrativi. Non sa perché fugge, sa solo che deve scappare. La fuga gli ha
annebbiato il cervello ma gli ha lasciato quella basilare informazione. Finché
un giorno viene catturato dagli uomini grigi che lo portano dal loro capo, tal
Ghilligan, il quale gli rivela che lui altro non è che un personaggio di una
storia, dalla quale è fuggito, che giace in stallo in attesa del suo
reinserimento. Così viene riportato all'interno della sua storia originale,
nella quale è un detective degli anni trenta che deve investigare su un
misterioso omicidio... ma l'indagine sarà più profonda di quanto possa
aspettarsi. L'indagine più spaventosa e atipica di tutte. Quella dentro se
stesso. Un libro che gioca con le citazioni, che omaggia un genere, e nel farlo
cerca di rendere giustizia a tutti gli altri. Perché non c'è nulla di più
importante al mondo di una storia, qualunque essa sia.
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Nel 2017 esce Un
giorno di ordinario narcisismo per AUGH! edizioni. Di che parla? Quanto sei
narciso tu? ;-)
In sintesi parla
della giornata storta di un giovane aspirante autore, durante la quale, oltre a
vederne delle “belle”, farà i conti col proprio disilludente presente e con se
stesso.
È una commedia, la
cosa divertente (che brutto gioco di parole…) è che inizialmente non volevo
neppure scriverlo. Ero reduce da un periodo molto buio e un’amica mi disse che
dovevo provare a scrivere qualcosa di allegro per tirarmi su, quindi scrissi i
primi capitoli giusto come sfogo personale. Alla fine ho notato che poteva
venirne fuori qualcosa di buono e il risultato finale l’ho trovato soddisfacente.
Hanno pensato la stessa cosa anche dieci editori, quindi non posso lamentarmi.
Sull’ultimo punto
ti risponderò invece con un’altra domanda: ho motivi per non esserlo?
Sinossi :Prendete un ex compagno di
scuola che detestavate, ora immaginate che partecipi a un dannato talent show e
che di colpo sia proiettato alla ribalta nazionale con la musica più insulsa e
odiosa che possiate immaginare. Cosa fareste se veniste a sapere che stasera si
esibirà nella vostra città e vi regalassero perfino il biglietto per andarci?
Metteteci pure che in generale a voi le cose non vanno granché bene: avete
pubblicato un libro che nessuno si è degnato di leggere, la vostra ragazza vi
ha lasciato per motivi ancora oscuri, non avete un lavoro, vostro padre vi
rinfaccia il vostro fallimento e la città della profonda provincia italiana in
cui vivete è piena di gente intenta soltanto a guardarsi l'ombelico, gente di
cui conoscete fin troppo bene ogni vizio e ogni meschinità. Ecco la storia che
troverete in questo libro divertente e amaro di Giacomo Festi: un Io narrante
senza nome alle prese con altri io da lui impietosamente narrati, quelli che va
incontrando per le strade di R. nell'arco di una giornata decisamente storta.
Mettiamo che poi a quel tremendo concerto finiate per andarci davvero.
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E veniamo alla tua passione per il cinema, che ti ha
portato a scrivere varie recensioni in diversi siti finché non hai aperto il
tuo blog, Recensioni ribelli. Adoro le tue recensioni, approfondite, competenti
e chiare, anche se non sempre sono d’accordo con te… Come ti è balzato nella
testa di chiuderlo? Meno male che hai cambiato idea!
Innanzitutto:
grazie mille! Mi fa piacere che ti piacciano, vuol dire che c’è qualcuno che le
legge (ride).
Recensioni ribelli
è stato un posto virtuale che mi ha tenuto compagnia per molti anni, un luogo
dove non far rimanere del tutto passiva la passione cinematografica. Purtroppo
però negli ultimi tempi stava andando avanti davvero col pilota automatico,
ogni articolo si riduceva a un “bella regia” o “bella fotografia”, senza
contare che cominciavo a sentire opprimente il format scelto. Ho messo tutto in
pausa per un poco e alla fine ho scelto di iniziare tutto daccapo: nuovo modo
di gestire gli articoli e, soprattutto, scrivere solo di cose che mi
permettessero di dire davvero qualcosa.
L’era dei blog sta
finendo, quindi il responso è decisamente minore che nei tempi d’oro del
passato, ma in diversi stanno apprezzando questa nuova via. E pure io me la sto
godendo come non mai, pur scrivendo di meno e di film meno noti al grande
pubblico.
Come promuovi i tuoi lavori? Sui social non ti si vede
molto, pensi che siano inutili per un autore? Lasciaci comunque i tuoi link
social, nel caso qualcuno volesse stalkerarti.
In realtà sono ben presente, anche perché sono indispensabili per farsi conoscere alla
più ampia fetta di pubblico. Sono principalmente attivo sulla mia pagina
Facebook (Giacomo Festi - autore) e sul mio profilo Instagram. Inaspettatamente
è stato proprio quest’ultimo a incrementare, e non di poco, le vendite. Tutto
sta nel saperli usare.
Qual è il tuo più grande sogno da scrittore?
Da scrittore non saprei, non sento ancora di esserlo.
Diciamo che desidero diventarlo, ma l’insoddisfazione la fa sempre da padrona.
Da scribacchino, invece, lo sto vivendo: diverse
persone che mi hanno dato fiducia una volta hanno avuto il coraggio di
rinnovarla, acquistando un altro mio lavoro.
E comunque, sono giovane, bellissimo e con un fisico
marmoreo. Ho già una vita da sogno.
Cosa stai scrivendo in questo periodo?
Al momento ho a malapena il tempo per respirare, la
“vita vera” mi sta portando via troppe energie. Per il resto, ho finalmente il
via libera per comunicare che verso la fine dell’anno uscirà il mio nuovo romanzo
con Watson edizioni.
E pure uno come me, che si ripete ogni giorno di non
aver combinato nulla nella vita, ammette che firmare per il sesto libro a
ventisette anni è un bel traguardo.
Grazie per aver accettato l’intervista su Infiniti
universi fantastici e a presto!
Grazie mille a te!
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