BLOGTOUR "I FUOCHI DI VALENCIA"
Titolo:
I fuochi di Valencia
Autore:
Elena Covani
Editore:
NPS edizioni
Genere:
urban fantasy
Formato:
cartaceo e digitale
Pagine:
192
Prezzo:
14 euro (cartaceo), 2,99 euro (digitale)
ISBN: 978-8831910-026
Copertina a cura di
Livia De Simone Art.
Link Amazon (Kindle): https://www.amazon.it/I-fuochi-Valencia-Elena-Covani-ebook/dp/B07D3XZ7F8/
Infiniti universi fantastici è lieto di partecipare alla quinta tappa del blogtour I fuochi di Valencia di Elena Covani, edizioni NPS, tappa dedicata alla colonna sonora del romanzo.
La trama de I fuochi di Valencia:
Valencia, giorni di Las Fallas, la
grande festa di primavera che anima le strade della città. Occasione ideale per
gli Erjes per attaccare e contaminare numerosi umani, rendendoli loro schiavi. Le Sentinelle si apprestano a difendere
la città, ma il Soldato José si interroga sul fine ultimo delle loro azioni:
quella guerra tra le loro razze avrà mai termine?
Quando si imbatte in
Maria, una ragazza contaminata ma in grado di resistere al virus dei demoni, i
suoi dubbi aumentano e farà di tutto per proteggerla: dagli Erjes, che vogliono
studiarla, dal Concilio, che vuole sopprimerla. Una guerra per l’evoluzione,
combattuta per le strade di Valencia.
Un estratto:
«La storia
umana è piena di esempi di evoluzione naturale: il più forte da sempre
sopravvive al più debole, è così che deve andare. Tu sei la prova vivente che
anche noi ci possiamo evolvere, che non siamo creature sterili come ci hanno
sempre definito, ma al contrario abbiamo enormi potenzialità; ci aiuterai a
metterle in atto? Ci sono cacciatori e ci sono prede, tu devi solo scegliere
cosa vuoi essere».
Biografia
autrice:
Elena Covani è nata e
cresciuta in Versilia. Appassionata di storia e cultura spagnola, ha trascorso
un anno universitario a Valencia, le cui atmosfere le hanno ispirato il suo
romanzo fantastico. Trascorre le giornate tra lavoro, famiglia, scrittura e la
ginnastica ritmica, sua grande passione.
Dal 2015 conduce la
rassegna “Un libro al tramonto” a Viareggio, insieme a Alessio Del Debbio, per
promuovere gli scrittori toscani.
Ha pubblicato il
romanzo “Una canzone all’improvviso”, una commedia romantica ambientata in
Versilia, e alcuni racconti in antologie. “I fuochi di Valencia” è il suo primo
urban fantasy.
La sua pagina Facebook:
Elena Covani autrice.
Abbiamo chiesto all'autrice Elena Covani di scegliere alcuni brani del romanzo e associarli a delle canzoni o musiche, ecco cosa ci ha risposto :
“Cuando nadie me ve” di Alejandro Sanz (per il primo capitolo)
Un’altra
alba rischiarava la madrugada, il cielo sfumava piano dal nero
all’azzurro e il paesaggio esplodeva dei colori e dei profumi della primavera
che si avvicinava. La città si stava svegliando e l’aria era impregnata
dell’euforia per i giorni di festa che sarebbero arrivati. Dei petardi
esplosero in lontananza, come per sottolineare i pensieri di José.
Las
Fallas era alle porte, la città si sarebbe trasformata nel turbine di suoni,
colori e musica che ogni anno a marzo investiva Valencia per cinque giorni. E
petardi, tanti petardi, esplosioni a ogni ora del giorno e della notte, come in
una zona di guerra.
José
si lasciò sfuggire un sorriso amaro. Per lui era davvero una guerra.
Aspettava
l’inizio del nuovo giorno seduto sul tetto di uno dei palazzi del Saler, il
quartiere di fronte alla Città delle Scienze, l’unico posto dove riusciva a
sentirsi in pace. Ogni mattina, prima di rincasare, si fermava a guardare il
sole sorgere. Era importante, gli ricordava che era sopravvissuto a un’altra
notte. E mentre la luce risvegliava tutto, metteva a tacere i suoi sensi,
facendolo sentire un po’ più umano.
Si
alzò e mise le mani in tasca, stringendosi nella giacca.
“Assassin” dei Muse (per lo scontro tra José e gli Erjes)
In
un attimo il Soldato tornò lucido, si buttò indietro e fece perdere
l’equilibrio all’Erje che aveva alle spalle, che così allentò la presa sul suo
collo. Approfittò di quell’attimo e si svincolò, poi si girò verso il suo
assalitore, gli assestò un colpo con la testa e, mentre era ancora stordito, lo
prese e lo scaraventò verso gli altri due.
Uno
di loro venne investito dal compagno e finì a terra ma l’altro fu più veloce,
lo scansò e non rallentò la sua carica. José si buttò in terra per evitarlo e
rotolò in direzione dei pugnali. Riuscì ad afferrarne uno e quando il suo
avversario gli fu addosso glielo conficcò nel petto. La lama entrò senza
trovare opposizione e l’Erje si afflosciò al suolo in una pozza di liquido
scuro. Gli altri due non si arresero e, dopo essersi rimessi in piedi, lo
caricarono insieme. José recuperò anche l’altro pugnale, li fece roteare tra le
dita aspettando lo scontro frontale. Quando gli furono abbastanza vicini
assestò un paio di colpi che andarono a vuoto. Adesso che era armato erano più
cauti, si lanciavano occhiate l’un l’altro e gli giravano intorno come animali
feroci che aspettano il momento giusto per attaccare. José si stufò presto di
quel balletto, raddrizzò la schiena mantenendo lo sguardo fisso sui due, poi
gettò i pugnali a terra.
I
due Erjes si guardarono, era riuscito a destabilizzarli, ma durò solo un
attimo: si avventarono su di lui. Li evitò senza troppo sforzo, sfoderò da
sotto la giacca l’iniettatore automatico e sparò due colpi.
Gli
Erjes caddero a terra privi di sensi e i loro corpi cominciarono a decomporsi
per l’effetto immediato del siero degli
iniettatori. José distolse lo sguardo.
Dietro
di lui il primo Erje che aveva colpito stava ancora boccheggiando, annaspava al
suolo in una pozza di sangue scuro. José gli si avvicinò e lo guardò negli
occhi, vi cercò un briciolo di umanità ma l’Erje gli ringhiò contro, come una
bestia ferita che sa che la fine si sta avvicinando, nutrita da un odio così
profondo da superare anche la morte.
José
sospirò. Non c’era niente di umano in quell’essere, neanche la speranza.
Gli
scaricò contro il resto delle fiale dell’iniettatore, si girò e se ne andò
senza guardarsi indietro. Un’altra notte era passata e lui era ancora vivo.
“Psyco”
dei Muse (per Galen, l’antagonista)
La
porta della cantina si aprì cigolando. Il ragazzo si trovava per terra, legato
con una catena mani e piedi a una vecchia tubatura. Singhiozzava e, quando vide
Galen, con un filo di voce lo supplicò di lasciarlo andare.
Anche
lui era stato così? Nella sua mente apparvero immagini confuse: un vecchio
capannone, la musica assordante e le luci. Due occhi neri come la pece che gli
offrivano da bere e poi un materasso lurido, la pozza di vomito nella quale
aveva creduto di morire. Infine il risveglio nella sua nuova condizione, un
essere superiore, potente e invincibile.
Galen
sorrise al ragazzo, giusto il tempo di dargli una pallida speranza, poi gli si
avventò contro e con una sola mano lo alzò da terra. Si sarebbe divertito con
lui, alla fine aveva ancora qualche ora prima che si trasformasse. Se fosse
sopravvissuto lo avrebbe servito come tutti gli altri, altrimenti sarebbe stato
soltanto una pedina persa prima della grande battaglia di Las Fallas.
Prossima tappa del blogtour: Le lande Incantate, con la recensione del romanzo. Non perdetela!
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