mercoledì 4 dicembre 2019



RECENSIONE: LA  VENDETTA  DELLA  DEA  DI MONICA  SERRA



 Con il suo nuovo racconto La vendetta della Dea Monica Serra ci trasporta in un’atmosfera mesopotamica, aprendo un nuovo paragrafo nel filone del fantasy non di matrice anglo-sassone

Editore: Delos digital
Genere: fantasy
Pagine: 57
Data di uscita: 22 ottobre 2019
Prezzo: €  2,99
Link: Ebook Amazon


Gli antichi dei possono dare tutto ciò che si desidera oppure togliere ogni cosa. Gamil dei Due Fiumi, mago degli amuleti, osa sfidarli e, privato dei suoi poteri, naufraga sulle coste governate dall’ambiziosa Isharra, dove si pratica il culto del dio Utu. L’accoglienza sembra lenire il dolore della perdita, fino al momento in cui un antico talismano, il più pericoloso di tutti, riemerge dagli abissi in cui sembrava essere sprofondato.

Questa in sintesi la vicenda del racconto, in cui sin dalle prime pagine si viene immersi in un mondo dal sapore mediorientale, con in primo piano le divinità Sumere.
Gamil arriva come naufrago sulle coste di Sumer, dove la regina ribelle Isharra lo salva.
Un tipino molto singolare questa giovane donna: potente e ambiziosa, si mette in contrasto con le regole della sua città e con chi le deve far rispettare, desiderosa di sovvertirle, ritenendosi al di sopra di esse. Atipica anche la sua scelta finale, anche se rimango col dubbio se prenda una decisione davvero autonoma o meno.
Gamil è un uomo che ha perso tutto, ma ritrova nell’amore un nuovo scopo di vita; la sua scelta finale sarà molto coraggiosa.
Il sacerdote Ilulu è un personaggio tormentato: oscilla tra l’amore, la gelosia, la venerazione agli dei e la difesa del suo popolo e delle tradizioni locali; compirà una scelta controversa.
Dietro queste tre vite ci sono gli dei e il loro volere ineluttabile, i loro capricci, le loro vendette, con cui tentano di manipolare gli uomini e i loro sentimenti.

Senza spoilerare, il finale resta aperto a un eventuale seguito, perché non risponde a tutte le questioni; inoltre mi sono chiesta fino a che punto gli dei abbiano interferito con le scelte dei protagonisti, ovvero quanto le decisioni siano frutto del loro sacco o abbiano agito tutti sotto l’influenza divina.

Lo stile di Monica Serra è molto descrittivo, leggendo il racconto si viene catapultati letteralmente nel mondo che ci narra e di cui rivela ogni dettaglio con la sua prosa ricca e avvolgente.
Inoltre si evince lo studio dei Sumeri dietro questo racconto, che dimostra ancora una volta quanto lavoro ci sia dietro un fantasy e … quanto la Serra sia onnisciente!

L’edizione di Andrea Franco per Delos digital è molto curata.


Quattro domande a Monica Serra, ospite frequente di IUF. 


1)    Ciao Monica, bentornata su IUF. Sei d’accordo con la mia recensione?
Ciao Alessandra, innanzitutto ti ringrazio per l’ospitalità, è sempre un piacere attraversare i tuoi Infiniti Universi Fantastici. Un grazie anche per le belle parole che hai avuto su questo racconto lungo, di cui hai colto molti aspetti anche non evidenti, inclusa la corposa fase di documentazione. Che forse, a ben vedere, è la parte più intrigante del lavoro di stesura, almeno nel caso di una storia fantasy. Non è sempre facile conciliare un’ambientazione storicamente identificabile con i topoi del genere, per cui vanno messi all’opera tutti i meccanismi a disposizione per dare verosimiglianza all’inverosimile o, guardandolo dal punto di vista opposto, per non rendere ridicolo e poco credibile un contesto storico documentato e documentabile.

2)    Vedremo un seguito del racconto, o un a sua traslazione in romanzo, onde conoscere risposta alle domande che tormentano le mie notti?...
Può darsi. In realtà questa storia fa parte di qualcosa di molto più ampio, ma dovrò lavorarci molto. In origine, l’ambientazione era tutt’altra e per non correre i rischi di cui alla precedente risposta ci vanno messe le mani in modo “pesante”. Mi piacerebbe, però, ricomporre le fila di qualcosa che avevo già avviato con il racconto “La lacrima di Inanna”, vincitore del premio Viviani e incluso nell’antologia LEI.

3)    Come mai questa ambientazione sumerica? Cosa ti ha affascinato di questo popolo?
Un paio di anni fa mi fu chiesto di lavorare a un progetto di racconti di ambientazione sumerica, che poi non ebbe seguito. Tuttavia, se posso esibirmi in una citazione “colta”, “il grano lanciato dal pieno ventilabro nell’aria si spande” (Manzoni). Come gli Egizi, i Sumeri furono una civiltà incredibile. Avevano un pantheon traboccante di spunti per delle storie fantasy, erano all’avanguardia in molti campi della tecnica e dell’arte. E inventarono la scrittura. Oltre ad averci dato la prima poetessa donna della storia, Enheduanna. Potevo forse sfuggire al fascino di un mondo simile?

4)    Progetti futuri?
Molti. Tra gli altri, un racconto di fantascienza in un’antologia curata dal grande Gian Filippo Pizzo, che uscirà per Più Libri Più Liberi, una storia sul mito di Sinbad il Marinaio in una fantastica raccolta sul tema, una partecipazione al progetto Senza Confine (il cui scopo è raccogliere fondi per Open Arms, ONG che si occupa del salvataggio dei migranti che naufragano nel Mediterraneo, qui il sito dedicato: https://senzaconfine.altervista.org/), un romanzo fantasy in uscita nel 2020.  Diciamo che non mi annoio.

Grazie per l’intervista, alla prossima!
            Grazie a te e ai tuoi lettori. A presto e… viva gli Infiniti Universi Fantastici che ci accomunano!

2 commenti: