RECENSIONE:
LA VENDETTA DELLA
DEA DI MONICA SERRA
Editore:
Delos digital
Genere:
fantasy
Pagine:
57
Data
di uscita: 22 ottobre 2019
Prezzo:
€ 2,99
Link:
Ebook Amazon
Gli antichi dei
possono dare tutto ciò che si desidera oppure togliere ogni cosa. Gamil dei Due
Fiumi, mago degli amuleti, osa sfidarli e, privato dei suoi poteri, naufraga
sulle coste governate dall’ambiziosa Isharra, dove si pratica il culto del dio
Utu. L’accoglienza sembra lenire il dolore della perdita, fino al momento in
cui un antico talismano, il più pericoloso di tutti, riemerge dagli abissi in
cui sembrava essere sprofondato.
Questa
in sintesi la vicenda del racconto, in cui sin dalle prime pagine si viene
immersi in un mondo dal sapore mediorientale, con in primo piano le divinità
Sumere.
Gamil
arriva come naufrago sulle coste di Sumer, dove la regina ribelle Isharra lo
salva.
Un
tipino molto singolare questa giovane donna: potente e ambiziosa, si mette in
contrasto con le regole della sua città e con chi le deve far rispettare, desiderosa
di sovvertirle, ritenendosi al di sopra di esse. Atipica anche la sua scelta
finale, anche se rimango col dubbio se prenda una decisione davvero autonoma o
meno.
Gamil
è un uomo che ha perso tutto, ma ritrova nell’amore un nuovo scopo di vita; la
sua scelta finale sarà molto coraggiosa.
Il
sacerdote Ilulu è un personaggio tormentato: oscilla tra l’amore, la gelosia,
la venerazione agli dei e la difesa del suo popolo e delle tradizioni locali;
compirà una scelta controversa.
Dietro
queste tre vite ci sono gli dei e il loro volere ineluttabile, i loro capricci,
le loro vendette, con cui tentano di manipolare gli uomini e i loro sentimenti.
Senza
spoilerare, il finale resta aperto a un eventuale seguito, perché non risponde
a tutte le questioni; inoltre mi sono chiesta fino a che punto gli dei abbiano
interferito con le scelte dei protagonisti, ovvero quanto le decisioni siano frutto
del loro sacco o abbiano agito tutti sotto l’influenza divina.
Lo
stile di Monica Serra è molto descrittivo, leggendo il racconto si viene
catapultati letteralmente nel mondo che ci narra e di cui rivela ogni dettaglio
con la sua prosa ricca e avvolgente.
Inoltre
si evince lo studio dei Sumeri dietro questo racconto, che dimostra ancora una
volta quanto lavoro ci sia dietro un fantasy e … quanto la Serra sia
onnisciente!
L’edizione
di Andrea Franco per Delos digital è molto curata.
Quattro
domande a Monica Serra, ospite frequente di IUF.
1)
Ciao
Monica, bentornata su IUF. Sei d’accordo con la mia recensione?
Ciao Alessandra, innanzitutto ti ringrazio per
l’ospitalità, è sempre un piacere attraversare i tuoi Infiniti Universi
Fantastici. Un grazie anche per le belle parole che hai avuto su questo
racconto lungo, di cui hai colto molti aspetti anche non evidenti, inclusa la
corposa fase di documentazione. Che forse, a ben vedere, è la parte più
intrigante del lavoro di stesura, almeno nel caso di una storia fantasy. Non è
sempre facile conciliare un’ambientazione storicamente identificabile con i topoi
del genere, per cui vanno messi all’opera tutti i meccanismi a disposizione per
dare verosimiglianza all’inverosimile o, guardandolo dal punto di vista
opposto, per non rendere ridicolo e poco credibile un contesto storico
documentato e documentabile.
2)
Vedremo
un seguito del racconto, o un a sua traslazione in romanzo, onde conoscere risposta
alle domande che tormentano le mie notti?...
Può darsi. In realtà questa storia fa parte di qualcosa di
molto più ampio, ma dovrò lavorarci molto. In origine, l’ambientazione era
tutt’altra e per non correre i rischi di cui alla precedente risposta ci vanno
messe le mani in modo “pesante”. Mi piacerebbe, però, ricomporre le fila di
qualcosa che avevo già avviato con il racconto “La lacrima di Inanna”,
vincitore del premio Viviani e incluso nell’antologia LEI.
3)
Come
mai questa ambientazione sumerica? Cosa ti ha affascinato di questo popolo?
Un paio di anni fa mi fu chiesto di lavorare a un progetto
di racconti di ambientazione sumerica, che poi non ebbe seguito. Tuttavia, se
posso esibirmi in una citazione “colta”, “il grano lanciato dal pieno
ventilabro nell’aria si spande” (Manzoni). Come gli Egizi, i Sumeri furono una civiltà incredibile.
Avevano un pantheon traboccante di spunti per delle storie fantasy,
erano all’avanguardia in molti campi della tecnica e dell’arte. E inventarono
la scrittura. Oltre ad averci dato la prima poetessa donna della storia,
Enheduanna. Potevo forse sfuggire al fascino di un mondo simile?
4)
Progetti
futuri?
Molti. Tra gli altri, un racconto di fantascienza in
un’antologia curata dal grande Gian Filippo Pizzo, che uscirà per Più Libri Più
Liberi, una storia sul mito di Sinbad il Marinaio in una
fantastica raccolta sul tema, una partecipazione al progetto Senza Confine (il
cui scopo è raccogliere fondi per Open Arms, ONG che si occupa del salvataggio
dei migranti che naufragano nel Mediterraneo, qui il sito dedicato: https://senzaconfine.altervista.org/), un romanzo fantasy in uscita
nel 2020. Diciamo che non mi annoio.
Grazie
per l’intervista, alla prossima!
Grazie a te e ai tuoi lettori. A
presto e… viva gli Infiniti Universi Fantastici che ci accomunano!
Molto originale l’ambientazione, mi incuriosisce tantissimo ! 🙂
RispondiEliminaE' anche scritto benissimo!
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