RECENSIONE:
TENEBRA LUX di ALESSANDRO DEL GAUDIO
L’urban
fantasy arrivato al 3° posto al premio Cittadella 2019 trascina il lettore in
un mondo onirico
Bentrovati
cari viaggiatori tra i mandi fantastici, oggi vi parliamo di Tenebra Lux,
romanzo di Alessandro Del Gaudio, prolifico autore piemontese.
Leonardo
detto Ruffo è un disegnatore di fumetti di discreto successo, un ragazzo come
tanti con guai, sentimentali e non, e amici con cui sbirrazzarsi la sera.
Una
notte incontra una misteriosa fanciulla, Alice. Dopo una notte con lei, si
trova catapultato in un mondo buio e irreale. Qui inizia una serie di avventure
in cui incontrerà personaggi negativi, come il perfido Pakinopah, clown omaggio
a IT di Stephen King, e personaggi positivi, che lo aiuteranno a ricordare la
sua identità e a ritrovare la strada di casa.
L’avventura,
al di là della simbologia di ogni personaggio, è una metafora del ritrovare sé
stessi, soprattutto nei periodi in cui ci si sente persi, avvolti dalle
tenebre, perdendo contatto con la propria identità. Così, tra incontri,
pericoli, scelte combattute tra ciò che è comodo e piacevole e ciò che è
“pericoloso” ma giusto, Leonardo si muove in un mondo onirico in cui incontra
anche i suoi personaggi, quelli da lui creati.
Questo,
per chiunque scriva storie, è un messaggio in più: i nostri personaggi, le
nostre creature fanno parte di noi, sono frammenti di noi, e possono aiutarci a
ritrovarci.
Lo
stile è scorrevole, piacevole a leggersi; ogni tanto l’autore non segue il
dogma letterario “Show don’t tell”,
forse per abbreviare e dare più ritmo alla vicenda.
Il protagonista è vivido, reale, fa subito
simpatia e le sue vicende si seguono con trepidazione.
Carino
l’auto-citarsi dell’autore in alcune situazioni!
L’edizione
è ben curata e la copertina, che ritrae Pakinopah con uno sguardo assassino, è
perfetta per il libro.
Lo
consiglio assolutamente a tutti gli amanti del genere fantastico e onirico.
1)
Ciao
Alessandro, benvenuto su IUF. Parlaci un
po’ di te e dei tuoi romanzi.
Ciao Alessandra. Grazie per la
splendida recensione. Io sono un autore torinese con all’attivo una quindicina
di pubblicazione, alcune delle quali legate al genere fantastico. Lavoro in un
importante museo e coltivo la passione della scrittura fin da bambino. Riguardo
al genere fantastico mi piace scorrazzare tra i sottogeneri, offrendo ai
lettori suggestioni spiazzanti. Nei miei personaggi non manca mai una
componente introspettiva e le storie, benché autoconclusive, finiscono
inevitabilmente per avere dei punti di contatto, come dei camei di personaggi o
riferimenti tra i libri.
2)
Sei
d’accordo con la mia recensione, vuoi aggiungere qualcosa?
Assolutamente d’accordo. Potrei
aggiungere alcune curiosità, tipo una legata al titolo, che avrebbe dovuto
essere Tenebra di Luce. Lo cambiai per non creare omonimie con il romanzo della
Zimmer Bradley. E poi la storia. Il libro l’ho scritto in una settimana – resta
al momento il mio romanzo fantasy più breve – ma l’ho sottoposto a un lavoro di
taglio e cuci con inserimenti persino un minuto prima di mandarlo all’editore.
Il capitolo finale, ad esempio, l’ho scritto in dieci minuti prima di spedirlo.
3)
Chi
o cosa rappresenta Pakinopah?
Ti ringrazio per il parallelismo con
Pennywise, associazione che quasi tutti hanno fatto, ma che purtroppo è
impropria. Io non ho mai letto il libro né visto il film. So che molti si
scandalizzeranno per questo.
Potrei dire che il mio personaggio
ha origine dalla stessa inquietudine che da sempre trasmettono i clown e
ricordo un quadro nella stanza dove dormivo, ospite da parenti, in cui c’era un
pagliaccio dal ghigno diabolico che mi incuteva un timore pazzesco. Potrei
dirti che Pakinopah è nato in quel momento. Dall’aspetto sembrava quasi un
santone voodoo, con il volto dipinto. Ma come in IT anche in Tenebra Lux quella
del clown è solo una montatura che nasconde ben altre sembianze.
4)
Quanto
c’è di te nel protagonista?
Forse tra i
protagonisti dei miei romanzi fantasy Ruffo è quello che più mi assomiglia, un
vigliacco dall’animo gentile, pieno di difetti, che non perde occasione per
lamentarsi, ma che in certe occasioni dimostra un coraggio che spiazza lui per
primo. E poi ha un rapporto di sinergia con i personaggi delle sue storie, come
se fossero vivi. Capita anche a me di provare gli stessi sentimenti verso i
miei personaggi.
5)
Ci
racconti della premiazione al Cittadella? Te l’aspettavi?
Non me
l’aspettavo e devo dire che è stato una bella occasione per incontrare altri
autori con cui mi tengo in contatto. È stata una grandissima soddisfazione,
anche se il ritiro del premio è stata un’esperienza al quanto rocambolesca. Ho
impiegato meno tempo per arrivare da Torino a Roma che da Roma a Fiuggi. E sul
viaggio di ritorno meglio sorvolare.
6)
Progetti
futuri?
Contrariamente a molti altri autori,
posso dire che il periodo di quarantena è stato decisamente prolifico (Anche per me!!! N.d.A.) Ho
terminato la stesura di Ambra Marea, in assoluto il mio romanzo più lungo, un
fantasy davvero particolare ambientato in una città-isola. E sto per terminare
la stesura di Acciaio vivo, il mio primo romanzo di fantascienza, iniziato ben
sedici anni fa e mai completato. Inoltre sono in cerca di editori per romanzi
che ho ancora nel cassetto. Purtroppo l’emergenza sanitaria mi ha privato della
possibilità di presentare il mio ultimo romanzo edito, Anello d’Ombra, capitolo
conclusivo di una trilogia fantastico-supereroistica pubblicata dalle Edizioni
Il Foglio. Spero quanto prima di poter tornare a incontrare il mio pubblico in
qualche libreria.
Grazie
e alla prossima!
Grazie a te.
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