La saga
fantasy di Geralt
di Rivia tra
libri, Netflix e videogames
La storia
del nostro strigo Geralt parte
da lontano, ovvero da quando l’autore, il polacco dall’impronunciabile nome
(per noi italiani) Andrzej Sapkowsky,
nel lontano 1985 partecipò a un
concorso per racconti di una rivista
di fantastico del suo Paese; da quel successo decise
di scrivere altri racconti, e successivamente i romanzi.
In
Italia sono usciti , e come ti
sbagli..., un po’ random, infatti l’ordine di lettura non coincide con
quello di uscita.
Il
primo da leggere è Il guardiano
degli Innocenti, che è l’unico che
ho letto sinora; segue La stagione delle tempeste e poi La
spada del destino. Dopo di questi, ha inizio la saga vera e propria. Quindi
l’ordine di lettura é:
La
serie tv , stagione 1, è tratta proprio dai
primi tre romanzi, editi in
Italia dalla Nord.
La
serie ha una struttura completamente
diversa, complessa, in
quanto le varie
linee temporali e narrative
sono mescolate tra loro senza punti
di riferimento; solo alla fine si
trova il bandolo
della matassa.
Geralt di
Rivia è un mutato, ovvero gli sono stati conferiti
poteri e capacità speciali per
scovare e combattere
le creature pericolose e malvagie
che popolano il suo mondo;
però spesso ad essere davvero
crudeli sono gli
uomini, e non le creature.
Dal romanzo
emerge molto bene come l’autore si rifà a miti, leggende e
folklore dell’area baltica,
nonché alle classiche favole,
riproponendole a modo suo; nella
serie tv questo un
po’ si perde, passa in secondo piano
rispetto alle vicende
di Geralt e di Yennefer, l’altro personaggio principale.
I
due charachter protagonisti sono ben
delineati; nel Guardiano degli innocenti conosciamo
Yennefer solo verso
la fine del
libro e non sappiamo
nulla del suo passato
e delle sue motivazioni, mentre la storia e il carattere di Geralt emerge bene.
Nella serie invece
il passato di
Yennefer viene subito
svelato, e questo a mio avviso
rovina un po’ la
suspense.
Il Guardiano
degli Innocenti scorre
bene, non è mai noioso; le puntate a volte si
dilungano, ma l’attenzione
resta alta proprio perché per capirci
qualcosa è necessaria
una certa attenzione.
Gli
effetti speciali e le
scenografie non sono
delle migliori, una scena col
drago è quasi
al livello di
Fantaghirò, invece i costumi
e la recitazione sono
buoni: Henry Cavill è un Geralt
perfetto.
Nella versione
italiana della serie,
l’appellativo del protagonista
rimane “witcher”, nei romanzi
invece viene tradotto come
“strigo” (almeno nella versione che ho letto io, che ha una cover differente rispetto a quella attuale e non so se ci sono stati altri cambiamenti per adattarlo alla serie tv) e penso che ciò si avvicini
di più alle leggende
folkloristiche da cui ha
attinto l’autore; non ho neppure apprezzato molto la versione italiana della
canzoncina che il
bardo, il personaggio- macchietta
che accompagna Geralt in
parte delle sue
avventure, dedica al nostro
eroe.
Quella
originale era molto
più carina!
La
serie è stata confermata per
altre due stagioni almeno, ma al
momento le riprese
sono state interrotte a causa del Covid19.
La serie:
- Titolo: the Witcher
- Genere: fantasy
- Produzione: Usa- Polonia
- N. di puntate: 8 (1° stagione)
- Rete di trasmissione italiana: Netflix
- Cast: Henry Cavill, Anya Chalotra, Freya Allan, Joey Batey
Il
romanzo:
- Titolo: Il guardiano degli Innocenti
- Autore: Andrzej Sapkowsky
- Genere: fantasy
- Editore: Nord
- Uscita italiana: 2011
- N. di pagine: 370
- Prezzo cartaceo: € 14,15
- Ebook: € 9,90
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