Le
canzoni di Vasco da cui si è deciso di prendere spunto, tre titoli di nomi di
donna, sono state sceneggiate da tre donne, tre autrici del panorama
letterario-fumettistico italiano:
N.
418- Sally, storia sceneggiata da Paola Barbato e disegnata da Corrado Roi
N.
419- Albachiara, storia sceneggiata da
Gabriella Contu e disegnata da Sergio Gerasi
N
420- Jenny, storia sceneggiata da Barbara Baraldi e disegnata da Davide Furnò.
Le
storie risultano un ottimo connubio tra penne e disegni, i disegnatori hanno
interpretato col loro stile unico le sfumature delle avventure narrate.
Sono
tre storie differenti ma che hanno un trait d’union: l’emarginazione.
Tutte
e tre le protagoniste femminili sono donne che sono, o si sentono, sole,
strane, invisibili, depresse, bullizzate. Tutto questo dà vita, essendo storie
horror, a qualche mostro da uccidere: come sempre il significato delle storie
dylaniate è che i mostri nascono dentro di noi, sono nella nostra testa, e combattere
contro i propri demoni è quello che fa Dylan, fanno i personaggi, fa Vasco e
facciamo anche noi, ogni giorno.
Sally,
n. 418, narra le vicende di una donna che va da Dylan perché non ha più
emozioni e crede di essere morta. Inizialmente Dylan non le crede, pensa solo a
una depressione, ma poi le cose prendono un’altra piega. Storia avventurosa e
allo stesso tempo simbolica, la Sally creata dalla Barbato ha pensieri uguali
alla Sally vascorossiana, forse in questo un po’ didascalica; Roi, coi suoi tratti
tenebrosi e sfumati, i suoi neri totali, le sue bellissime figure femminili, è
disegnatore perfetto per questa storia.
In
Albachiara, n 419, la Contu si stacca maggiormente dalla fanciulla cantata
nella celeberrima canzone del Blasco. Abbiamo una ragazza che ama studiare,
mangia le mele, tranquilla, con delle amiche all’università; ma ha anche la
percezione di essere una nullità, di essere schernita da compagni e insegnanti.
Anche qui si inseriscono dei mostri reali, anche se avrei preferito un finale differente:
invece che un responsabile concreto mi sarebbe piaciuta una materializzazione
delle paure di Alba, o meglio che si restasse nel dubbio, come in una storia
dylaniata di altri tempi.
Le
matite di Gerasi sono fresche e giovanili, adatte alla storia narrata, anche
questa altamente simbolica.
Jenny,
n 420, è forse la storia che ho amato di più, dove si respirano le vecchie
atmosfere dylandoghiane, con una storia particolare come la canzone, a cui è
perfettamente aderente. La Baraldi e Furnò interpretano perfettamente la
canzone, che parla di una ragazza con disturbi di depressione, una malattia
comune eppure tanto stigmatizzata sia oggi sia tantopiù negli anni ’70, quando
uscì.
Dylan
si risveglia in una stanza senza nulla, vicino a lui c’è un’altra camera con
una ragazza, Jenny. Cercano di uscire lottando con vari personaggi (c’è anche
uno spiegone di varie vignette, si vede che ora si usa così, il lettore non
deve ragionare da solo, vabbè), da qui succedono molte altre cose, ma ciò che
conta sono le emozioni, i sentimenti espressi e la rappresentazione di quel
vero incubo che è la depressione.
In
ogni albo c’è un’intervista a Vasco Rossi, corredata da diverse foto, c’è una
cover double face dove in una c’è Dylan con Vasco e nell’altra un’illustrazione
attinente alla storia, e ci sono anche interviste ad autrici e disegnatori.
Tre
lavori veramente completi e di qualità, pur con qualche piccola pecca su
esposta, e ne consiglio la lettura sia ai fan di Vasco che a quelli di Dylan.
Recap:
- Titoli: Sally-Albachiara-Jenny
- Serie: Dylan Dog
- Numeri: 418-419-420
- Autori: Vasco Rossi, Barbato/Roi, Contu/Gerasi, Baraldi/Furnò
- Editore: Sergio Bonelli
- Pagine: 112
- Prezzo: € 4,40
- Link: Sergio Bonelli editore
Nessun commento:
Posta un commento