Anche questo secondo libro della saga
di The Witcher è una serie di racconti più o meno collegati tra loro, un po’
meno ispirati alle creature del folklore dell’est Europa e alle favole nella
loro versione originale e un po’ più originali: inizia qui a delinearsi un
mondo autonomo, dove si muoverà il nostro Strigo.
Si parte con una caccia al drago in cui
il Nostro, con Ranuncolo, partecipa malvolentieri(è sempre restio a uccidere alcuni tipi di creature), ove incontra anche l’amata
Yennefer, per poi continuare con una storia
basata sulla favola della Sirenetta e poi un’altra il cui protagonista è il
mimik, un mutaforma emarginato che cerca di sopravvivere. Il tono scanzonato,
ma sempre tenendo presente i temi della diversità a cui Geralt, anche lui un
diverso, porta sempre rispetto, scompare in alcuni punti altamente drammatici
del libro: gi incontri con Yennefer sono sublimi e profondi e sono ovviamente i migliori del romanzo.
Il tono si fa sempre più drammatico quando
l’invasione delle truppe di Nifgaard ha inizio, ed è qui che prende veramente il via la saga di Geralt di Rivia.
Facciamo inoltre conoscenza di Cirilla,
o Ciri, una bambina di 6 anni predestinata a seguire Geralt. Ma è proprio così?
Oppure ci si può ribellare al proprio destino? Questo è il cruccio dello
strigo, ed è il tema principale del libro, che emerge un po’ in tutti i
racconti ma si fa più vivo verso la fine.
Non tutti i racconti mi sono piaciuti,
anche lo stile è altalenante, unisce momenti macchiettistici a momenti ricchi
di pathos ed emozionanti, che sono quelli in cui Geralt interagisce con le
varie donne che popolano queste pagine, e che sono quelli che ho preferito.
Dal prossimo romanzo, Il sangue degli
elfi, inizia la saga vera e propria, nel
frattempo mi guarderò la seconda stagione della serie tv.
Recap
- Titolo: La spada del destino
- Autore: Andrej Sapkowski
- Genere: fantasy
- Editore: Nord
- Serie: The Witcher
- N. di pagine: 394
- Link: Amazon
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