Ho guardato questa serie quando l’eco delle numerose polemiche che ha suscitato era gia’ svanito, e me la sono goduta doppiata in italiano, per non perdere neppure un fotogramma.
Oh, ve
lo dico subito, bisogna abituarsi alla recitazione orientale, spesso fuori
dalle righe, molto eccessiva, esagerata, con espressioni da manga che possono
sembrare macchiettistiche.
Squid
game (Il gioco del gambero, una specie di gioco della campana nostrano) e' una serie cruda, brutale, che non lesina in dettagli splatter, ma capace di una eccellente introspezione
psicologica sia sui personaggi singoli sia sul comportamento degli uomini in
situazioni di pericolo, rinchiusi tutti insieme.
Il protagonista e’ Seong, un fallito che una sera viene intercettato da un tipo che gli propone di partecipare a un gioco in cui il montepremi è stratosferico. Accetta e si ritrova in un luogo misterioso, con altri perdenti e falliti come lui, 456 persone che devono sfidarsi ad alcuni giochi. Il primo e' Un due tre stella.
Ma in versione mortale.
Disperati, i sopravvissuti votano per uscire da
lì (ne hanno facolta'), ma ben presto decidono di tornarci. Tutti. Perche’ la vita la’ fuori per loro non significa piu’ nulla, sono finiti, ai margini
della societa’, oppure rischiano il carcere,
mentre li’ dentro hanno uno scopo e sono
tutti uguali alla partenza. Questo vien loro espressamente detto e sottolineato piu' volte da un manipolo
di uomini vestiti di rosso e mascherati, comandati dal Front-Man, un misterioso tizio che sembra il
Dottor Destino.
Facciamo
la scoperta degli altri personaggi. Il vecchissimo e malato Oh-Il Nam, l’immigrato indiano Abdul Ali’, il gangster Jang, l’amico di infanzia di Seong Cho, ora
bancarottiere, una ladruncola in cui Seong si era imbattuto, e molti altri, tutti ottimamente caratterizzati. C’è anche un ispettore di polizia che
cerca il fratello scomparso, e si intrufola nel covo segreto.
Gli
Hunger Games coreani non lasciano tregua. Le puntate sono super appassionanti,
e anche se si capisce chi vincera’ alla fine non si riesce a staccare gli occhi dallo
schermo. Ci sono puntate, come quella delle biglie, che sono un pugno nello
stomaco. Per sopravvivere si mente, si tradisce, si va contro i propri legami, contro se’ stessi. Un vero inferno.
Il
finale pare un inizio per una stagione successiva, che infatti e’ stata confermata, ma non si vedra’ prima del 2023.
Infine,
una riflessione. Perche’ anche il Corea del Sud riescono a
fare serie di successo viste da tutto il mondo e in Italia no?
Semplice, continuiamo a essere troppo provinciali, troppo “locali”, anche nelle migliori produzioni. Non sto dicendo che una serie o un film debbano essere "distopici", assolutamente. Squid Game e’ senz’altro coreano, si vedono i loro cibi tradizionali, le loro citta’, ma resta tutto sullo sfondo; avrebbe potuto essere ovunque nel mondo. Invece da noi l’Italia o la citta’ italiana, i dialetti, i localismi sono sempre troppo protagoniste, continua a mancare una visione globale. E secondo me questa visione ci sarebbe pure, ma le lobby delle produzioni impediscono agli sceneggiatori piu' freschi, di talento e con idee innovative di essere considerati, facendo lavorare solo e sempre le stesse persone.
Confido in Sky e in Netflix, che stanno facendo vedere le cose
migliori da qualche anno a questa parte, v. Romulus.
Quindi,
Squid game e’ imperdibile, ma, cari genitori,
non la guardate coi vostri figli per poi piagnucolare e minacciare querele a
Netflix, usate il cervello e il parental control prima di gridare allo scandalo…
Recap
- Titolo- Squid Game (Il gioco del gambero)
- Genere- distopico, azione, thriller, drama
- Produzione- Corea del Sud
- Stagioni-1 (continua)
- N. di puntate- 9
- Rete di trasmissione in Italia- Netflix
- Main cast- Lee Jung-Jae, Park Hae-Soo, Oh Yeong-Su, Anupam Tripathi, Kim Jo-Ryoung
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