Una serie post-apocalittica super appassionante, tratta da un videogame
The Last of us mi ha letteralmente entusiasmato, e questo nonostante non tratti un
argomento nuovo o abbia almeno qualche altro tipo di novità nella trama.
La
trasposizione del famoso videogame uscito nel 2013 parla infatti di un’epidemia
causata da un fungo, il Cordyceps, che mutando rende gli uomini simili a zombi,
decretando la fine del mondo come lo conoscevamo. Vi dice niente? Certo, è la
trama di decine di film, romanzi, serie tv, tra cui the Walking dead che alla
fine è diventato una lagna insopportabile (e infatti non l’ho più guardato).
Tra
l’altro, ho riscontrato l’enorme popolarità della serie quando un fungo ha
veramente infettato un essere umano per la prima volta, in India, ad aprile, e
sotto alla notizia, riportata da tutti i siti di news, tutti hanno commentato
con “è stato il Cordyceps” o citando la serie!
Nel videogame della Naughty Dog questa pandemia
esplode nel 2013, nella serie nel 2003; un padre, Joel, cerca di fuggire con la
figlia Sarah e col fratello Tommy dalle zone di quarantena, ma l’esercito li
insegue e uno sparo uccide la ragazzina.
Vent’anni dopo, nel 2023 (2033 nel videogioco),
troviamo ciò che resta della razza umana vivere in zone recintate, dove
governano i militari ma al di sotto c’è tutta un’economia sommersa e abusiva
che si muove per far sopravvivere la gente, a cui si unisce un gruppo di
ribelli, le Luci. Joel ha bisogno di trovare il fratello scomparso; i ribelli
lo aiuteranno se scorterà una ragazzina, Ellie, in una lontana università dove
un gruppo di scienziati cercano la cura al virus: la giovane infatti è stata
infettata ma non è morta, quindi è immune.
I due si avviano così nelle lande devastate
dell’America (anche se la serie è stata girata in Canada), dove vivranno mille
avventure e incontreranno tante persone, tutti con le loro microstorie, tutte
con un passato tragico e spezzato, e molti violenti e farabutti. Molte persone
che incontrano non sono quello che sembrano: l’apocalisse fungina ha cambiato
tutto, in tanta gente si è risvegliata la bestialità o l’istinto di sopraffazione;
non manca quindi una ricerca su come agirebbe l’Uomo di fronte a determinate
situazioni, e anche questo è un topos delle serie post apocalittiche.
All’inizio non volevo neppure vederla questa
serie, poi mi sono convinta e ne sono rimasta entusiasta.
The
Last of us funziona.
Funziona non solo perché unisce l’adrenalina dei
combattimenti con zombie e cattivoni vari né per il coinvolgimento che
trasmette l’intimismo di una serie on the road, ma perché l’alchimia tra i due
attori, Pedro Pascal e Bella Ramsey (già visti entrambi nel Trono di Spade, e Pascal anche nel Mandaloriano), braverrimi, è eccezionale, e la sceneggiatura
riesce a coinvolgere lo spettatore a livello emotivo.
Pian piano il rapporto tra i due si trasforma: da
merce di scambio, la quindicenne diviene una pseudo figlia per il rude
mercenario, e ci si emoziona sempre di più nel seguire i due personaggi, a cui
ci si affeziona rapidamente.
A differenza di the WD, ad esempio, The Last of
us non ha un enorme numero di personaggi, anzi si concentra sui due protagonisti,
e questo permette di conoscerli a fondo e percepire ogni variazione dentro di
loro e tra di loro, rendendoli così vivi e così vicini a noi.
I personaggi secondari restano tali; tra l’altro,
durante il viaggio i due fanno la conoscenza di persone la cui micro-storia a
loro volta incuriosisce e commuove lo spettatore (vedasi episodio 3, il più
staccato dalla trama se vogliamo).
Un enorme plauso va agli sceneggiatori e ai due
eccezionali attori, ergo al casting.
Alle 9 puntate se ne aggiunge una decima sul
making-of della serie.
La serie è stata rinnovata e non vedo l’ora di
vedere la seconda stagione!
Recp
- Titolo: The last of us
- Genere: post- apocalittico, horror, fantascienza
- Produzione: USA (HBO)
- N. di puntate: 9+1 (segue)
- Anno: 2023
- Rete di trasmissione in Italia: Sky Atlantic
- Main cast: Pedro Pascal, Bella Ramsey
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