giovedì 30 novembre 2017


Recensione: The OA 1° stagione





 Guardo il cursore lampeggiare sulla pagina vuota  e  mi chiedo se scrivere o no una recensione su questa serie tv così particolare e caotica, che sembra creata appositamente per confondere e spiazzare lo spettatore. “Non ci ho capito un cavolo” quindi si può tranquillamente dire senza passare per cretini. 
Ok, la sto già scrivendo.

In queste 8 puntate lanciate nel dicembre 2016 su Netflix, la protagonista Prairie torna a casa dopo 7 anni, non più cieca, dagli anziani genitori. Inizia a reclutare un gruppo di giovani e racconta la sua esperienza pre-morte, affermando di essere  figlia di un ricco russo, che ha subìto un attentato morendo affogata, e che è però tornata dalla morte. Inoltre, prima della sparizione era cieca, ora non più. Racconta poi di essere stata rapita da uno strano individuo che l’ha rinchiusa in una teca di vetro, insieme ad altri ragazzi tornati dalla morte, per fare esperimenti.
E tutto questo solo nelle prime puntate: la serie mescola un po’ tutto, thriller, paranormale, mondi paralleli, angeli e demoni, proseguendo tra colpi di scena e lentezze incredibili.
Di certo è una delle più originali che abbia visto ultimamente, per non spoilerare non  racconto di più, se non che il finale è controverso e instilla dubbi di ogni genere: quel che abbiamo visto e sentito è vero o è frutto della follia di Praire?...



L’attrice che interpreta la protagonista, Brit Marling, è brava, il resto del cast non mi ha particolarmente entusiasmato; la fotografia è molto fredda e piatta, credo volutamente; i ritmi come ho detto lenti nonostante la quantità di carne al fuoco; di certo la seconda stagione, già confermata, rivelerà qualcosa di più.
Almeno speriamo!




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