Recensione: The OA 1° stagione
Guardo il cursore lampeggiare
sulla pagina vuota e mi chiedo se scrivere o no una recensione su
questa serie tv così particolare e caotica, che sembra creata appositamente per
confondere e spiazzare lo spettatore. “Non ci ho capito un cavolo” quindi si
può tranquillamente dire senza passare per cretini.
Ok, la sto già scrivendo.
In queste 8 puntate
lanciate nel dicembre 2016 su Netflix, la protagonista Prairie torna a casa
dopo 7 anni, non più cieca, dagli anziani genitori. Inizia a reclutare un gruppo
di giovani e racconta la sua esperienza pre-morte, affermando di essere figlia di un ricco russo, che ha subìto un
attentato morendo affogata, e che è però tornata dalla morte. Inoltre, prima
della sparizione era cieca, ora non più. Racconta poi di essere stata rapita da
uno strano individuo che l’ha rinchiusa in una teca di vetro, insieme ad altri
ragazzi tornati dalla morte, per fare esperimenti.
E tutto questo solo nelle
prime puntate: la serie mescola un po’ tutto, thriller, paranormale, mondi
paralleli, angeli e demoni, proseguendo tra colpi di scena e lentezze
incredibili.
Di certo è una delle più
originali che abbia visto ultimamente, per non spoilerare non racconto di più, se non che il finale è
controverso e instilla dubbi di ogni genere: quel che abbiamo visto e sentito è
vero o è frutto della follia di Praire?...
L’attrice che interpreta
la protagonista, Brit Marling, è brava, il resto del cast non mi ha particolarmente entusiasmato;
la fotografia è molto fredda e piatta, credo volutamente; i ritmi come ho detto
lenti nonostante la quantità di carne al fuoco; di certo la seconda stagione,
già confermata, rivelerà qualcosa di più.
Almeno speriamo!
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