venerdì 30 marzo 2018



CINERECENSIONE: PACIFIC RIM 2







 Dopo 5 anni dall’uscita di Pacific Rim di Guillermo Del Toro, il primo film che ha portato i “robottoni” alla conoscenza del mondo e che avrebbe dovuto essere il punto d’incontro tra le generazioni  (due: quelle cresciute coi robot giapponesi, tra cui io,  e  quella degli “gli altri”,  cresciuti con le sigle di Cristina D’Avena) , arriva un seguito. Risultato? Un buon prodotto per i ragazzini e nulla più. Alla fine si fa guardare eh, un richiamo e un omaggio al Giappone e alle sue creature c’è , soprattutto nel finale, ma i cliché sono veramente troppi.

La storia inizia dieci anni dopo i fatti del primo film. Abbiamo il figlio dell’eroe Pentecost , Jake (lo starwarsiano John Boyega) che non vuole affatto emulare il padre e vive di espedienti in un mondo semidistrutto dalla guerra che ancora non si è raddrizzato. Un giorno incontra una ladruncola di rottami (devo averlo già visto da qualche parte..uhmm…Defiance… Star Wars…uhm…) , che si è costruita un mini Jaeger perché così lei è pronta per il prossimo attacco che ci sarà, oh sì che ci sarà. I due vengono beccati e invece di metterli in galera vengono reclutati tra le fila dei buoni, lui addirittura come ranger, lei come recluta che bisticcia con l’altra recluta invidiosa ma un'altra recluta l’aiuta a inserirsi.
Immancabili la retorica eroico-militaresca statunitense: signorsì signore e non ho sentito parlate più forte signorsì signore non ce li hanno risparmiati nemmeno qui.



Un enorme mostro via di mezzo tra uno Jaeger e un Kaiju esce dal mare, e qui subentra lo scienziato strambo, Gottlieb, troppo macchietta in alcuni punti: l'attore Gorman forza troppo l’interpretazione del personaggio.  Tutte le (poche) scene che dovrebbero sdrammatizzare facendo ridere non fanno ridere nemmeno un po’. Nessuno dei personaggi che appaiono è veramente approfondito, qualcuno come Lambert (Scott Eastwood) proprio non pervenuto.

E veniamo ai lati positivi: in primis gli effetti speciali,  fluidi e d’impatto. Ne conseguono combattimenti avvincenti e spettacolari, che valgono il prezzo del biglietto; anche il mecha design è azzeccato.
Ho gradito anche il cast internazionale e l’ambientazione tra la Cina , il Giappone e Usa, questo magari più per la coproduzione cinese che per scelta precisa, ma finalmente i cattivi non se la prendono solo con gli Usa e le basi dei buoni non sono solo lì. L’Europa invece non esiste.
Il montaggio e la colonna sonora sono ok; anche la fotografia, ma qui il regista (DeKnight, che ha lavorato alle serie tv  Dollhouse, Spartacus e Daredevil ma non come regista) e il DoP hanno girato scene soprattutto di giorno, abbandonando l’oscurità del primo film e facilitandosi la vita. 
Gradimento alle stelle per l’ambientazione del già citato combattimento finale.

In tutto ciò, quel che mi è mancato di più è il tipo di rapporto tra uomo e robot che Del Toro era riuscito a mostrare in Pacific Rim 1.
Un elemento fondamentale dei cartoni animati robotici giapponesi principali è infatti il rapporto tra il pilota e il suo robot, un rapporto a volte spirituale come nei Mazinga (anche se  questo si capisce meglio leggendo i manga), a volte fisico non solo per i collegamenti neurali alla Evangelion, che pure qui non mancano: Daitarn 3 fa le facce sofferenti quando viene colpito, a simboleggiare l’estremo attaccamento del pilota con il suo amato robot (e l'umanizzazione del medesimo), e gli Eva stessi sono  madri dei loro piloti. Una relazione dunque che va oltre quella tra conducente e macchina, ma qui non emerge, mentre Del Toro ne era stato capace.

Va da sé che durante tutta la visione mi sono chiesta perché, perché non girano un film di Goldrake o Mazinga o un altro a loro scelta, visto che adesso i mezzi ci sono?... Perchéééééé?!? Why? Pourquoi? Warum? Cur?...

Consiglio il film soprattutto ai bambini e ai giovanissimi, gli altri possono gustarsi i combattimenti spettacolari e il finale. 

Ci sarà un sequel? Pare proprio di sì. Speriamo non vada peggiorando come con i Transformers.


Nessun commento:

Posta un commento