RECENSIONE:
L’ACCUSA DEL SANGUE
DI
GIOVANNA BARBIERI
Genere:
giallo storico
Editore:
self
Pagine:
265
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ebook: Amazon
Sinossi:
Nel cuore della notte dell’anno
domini 1483 qualcuno bussa al portone di Goffredo Fortespada, il Bargello di
Urbino. La piccola Crezia Odasi è stata rapita e sarà compito suo ritrovarla. È
l’inizio di un incubo e molte uccisioni flagelleranno la città dei Montefeltro.
Omicidi così efferati che il Bargello si farà aiutare nelle indagini dal saggio
amico speziale, Edmundo de la Turre, esperto non solo di droghe ma anche di
ferite, esule a Urbino dopo la caduta di Costantinopoli.
Premetto che il periodo storico in
questione non è quello in cui sono maggiormente ferrata, che, come sa chi mi
segue, è la storia antica, e quindi non sono in grado di scovare eventuali
strafalcioni storici, ma so che l’autrice, Giovanna Barbieri, ne è grande
appassionata e compie notevoli studi e ricerche prima di dedicarsi ai suoi
romanzi, quindi mi fido!
Questo giallo trascina subito il
lettore nella lontana epoca tardo-medievale, alle soglie del Rinascimento,
grazie alle descrizioni e ai termini specifici usati dall’autrice. Anche da questo si nota la sua competenza.
Si viene subito catapultati nel
nocciolo della questione, il barbaro omicidio della giovanissima nobile Crezia
Odasi, ritrovata sull’altare di una chiesa. Come spesso è accaduto nella Storia,
i primi a essere accusati sono gli ebrei, e il Bargello Goffredo non può fare a
meno di interrogare loro per primi; presto si accorge, anche grazie all’aiuto
dello speziale amico Edmundo, che la pista è sbagliata e deve indagare altrove,
nonostante tutti siano convinti che
siano stati proprio gli ebrei. L’accusa del sangue era infatti una delle
tipiche imputazioni nei loro confronti, in quanto si sosteneva che
sacrificassero bambini cristiani per i loro riti.
Nel corso della vicenda conosciamo
vari personaggi, tutti ben delineati e con un background preciso: Fiamma,
l’amante del Bargello, Edmundo lo speziale dove lavora la ragazza nonché migliore amico del Bargello, i nobili Odasi e i loro rivali, i nobili
Albani. Mi sono proprio piaciuti i nomi scelti per i personaggi: Crezia l’ho
adorato!
La narrazione ha un ottimo ritmo,
e personalmente apprezzo anche la brevità del romanzo, che ci risparmia digressioni
e descrizioni spesso messe lì per allungare il brodo, invece qui c’è
l’essenziale. Non mancano certo le descrizioni, che sono molto
particolareggiate, e i frequenti dialoghi, ma mai più di quel che occorre. È un
chiaro esempio di come un romanzo possa essere efficace anche senza essere un
tomo di 500 e passa pagine!
Il linguaggio utilizzato si adatta
perfettamente al periodo storico.
Se l’immersione storica c’è in
pieno, non manca l’amore, non mancano le scene d’azione, c’è una cosa che mi ha
lasciato un po’ perplessa riguardo un punto nello snodo della trama, riguardo
un certo simbolo e le ricerche sul medesimo, ma non posso dire di più per non
spoilerare.
A parte questa mia
perplessità, la trama è avvincente e
scorre bene fino alla scoperta del colpevole, che non mi aspettavo.
E veniamo all’edizione. Ci sono
(pochi) refusi, e negli ebook so che a volte si… autocreano, d’altronde anche le CE non ne sono certo
immuni… Ma non infastidiscono minimamente la lettura, dato il loro numero
esiguo.
Riguardo la cover, creata da Mala
Spina, l’ho trovata di grande effetto e coerente con la storia: l’occhio viene
subito catturato dal cadavere sopra l’altare, e sullo sfondo in alto si nota
una città medievale. Direi che la trama viene riassunta alla perfezione dalle
immagini.
Alla fine c’è l’elenco dei
personaggi e la biografia dell’autrice; manca un glossario (poco male, si
cercano i termini che non si conoscono online…) e la bibliografia. Una
cronologia non è necessaria, perché la storia si svolge tutto in un breve lasso
di tempo e all’inizio di ogni capitolo viene indicata data e luogo.
E ora passiamo all’intervista
all’autrice, Giovanna Barbieri, che è già stata intervistata per la rubrica
“Quattro chiacchiere con la scrittrice” a febbraio (qui ).
Quindi possiamo saltare le presentazioni.
1) Ciao
Giovanna, bentornata su IUF! Sei d’accordo con la mia recensione? Vuoi
aggiungere qualcosa?
No, hai fatto una stupenda
recensione per il mio giallo. Sono molto lieta che ti sia piaciuto.
2) Come hai
avuto l’ispirazione per questo romanzo? Magari proprio passeggiando per Urbino?...
La prima volta che ho visitato la
stupenda città di Urbino, culla della cultura rinascimentale, ho subito
desiderato scrivere un racconto o un romanzo ambientato laggiù. Vi racconto una cosa: stavo già scrivendo il
giallo e mi sono accorta di non conoscere bene le vie, i palazzi ecc. così ho
costretto Paolo, il mio ragazzo, a portarmi un weekend a Urbino. L’ho anche
obbligato a entrare di soppiatto in tutti i palazzi che m’interessavano,
compresi il palazzo Odasi (ora è un asilo) e palazzo Albani (ora è una sede
universitaria), palazzo del Comune, palazzo arcivescovile e in numerose chiese,
sempre con il tablet in mano (per le foto).
Mi sono divertita molto e non siamo stati sgridati. Non immaginavo di avere
tanta facciatosta.
3) Quali sono
i personaggi storici e quali quelli di tua invenzione?
Veramente esistiti:
Ottaviano Ubaldini della Carda, zio e
tutore di Guidobaldo da Montefeltro (legittimo duca di Urbino); Filippo e
Giorgio Albani, signori di palazzo Albani; Crezia Odasi, figlia di Lucrezia
Barzi e Lodovico Odasi; Lucrezia Barzi da Gubbio, madre di Crezia e moglie di Lodovico
Odasi; Lodovico Odasi, padre di Lucrezia; Lazzaro Racanelli, arcivescovo di
Urbino.
Creati per il romanzo:
Il bargello Goffredo Fortespada,
Fiamma, Edmundo de la Turre, Beppino il garzone, Cesco il locandiere, Melina e
Guendalina Battiferro, i due ebrei Isaac e Abraham, e tutti i soldati del
comune non sono veramente esistiti.
Mi piace molto intrecciare la mia
storia con la Storia. Quindi spesso nei miei romanzi troverete sia personaggi
che sono esistiti in un determinato periodo storico sia quelli inventati da me.
4) Su quali
testi hai studiato?
Signori e mercenari: la guerra
nell’Italia del Rinascimento di M. Mallett, il Mulino, 1983; I quaderni di
rievocazione storica:XV secolo l’abbigliamento femminile in Italia, di F.
Marangoni, il Cerchio, 2016; La vita quotidiana delle cortigiane nell’Italia
del Rinascimento, di P. Larivaille, Bur saggi, 2017;
Il sesso nel Rinascimento:
accademia.edu; La guerra in Europa, dal Rinascimento a Napoleone, di A.
Barbero, Carocci, 2003; Storia delle donne, dal Rinascimento all’età moderna, di G Duby e M. Perrot, editore
Laterza, 2009; In più un paio di guide della città.
5) C’è un
motivo per cui hai ambientato la storia proprio nel 1483?
Nella trama volevo inserire le due
casate più ricche di Urbino, dopo i Montefeltro, gli Albani e gli Odasi, adulti
e con figli piccoli nel 1483 che si odiavano. E vi ricordo che il giallo inizia
con la piccola Crezia Odasi, rapita. Nell’intreccio ho inserito l’astio tra
queste due casate, per motivi economici e politici. E il Bargello non dovrà
solo vedersela con loro ma anche con l’arcivescovo e l’Inquisitore della Marca.
Grazie per l’intervista, e a
presto!
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