martedì 5 giugno 2018


RECENSIONE: SOLO- A STAR WARS STORY








Genere: fantascienza,  avventura
Regia: Ron Howard
Produzione: Disney, USA
Uscita italiana: 23 maggio 2018
Con: Alden Ehrenreich, Emilia Clarke, Woody Harrelson, Donald Glover, Paul Bettany




Come ho già avuto modo di dire, non sono perfettamente a mio agio quando devo recensire un film di Star Wars perché non faccio parte della schiera di super-fans onniscienti a riguardo, pur conoscendo e apprezzando la saga, quindi darò un'opinione da spettatrice più o meno nella media.

Ho notato che questo film ha diviso in due la critica, c'è chi ne parla bene chi malissimo; io sono rimasta soddisfatta tranne per qualcosina. 

La trama è risaputa: Han è un giovane che sopravvive arrangiandosi in un pianeta demmerda, Corellia, insieme all'amata Qi-Ra. Decidono di fuggire, ma ci riesce solo lui, che si troverà a vivere una serie di avventure che lo porteranno a conoscere Chewbecca e Lando Carlissian, a cui vince a carte il Millenium Falcon (come detto ne L'impero colpisce ancora) ; sullo sfondo, le prepotenze dell'Impero e dei perfidi sindacati, come Alba Cremisi.





Moti hanno criticato il  protagonista perché non è all'altezza di Harrison Ford. Beh, ma dove lo trovi uno come Harrison Ford?! Che pretese. Per me va più che bene. Non mi è piaciuta molto Emilia Clarke, non solo perché si è gonfiata zigomi e labbra, ma perché l'ho vista troppo a disagio nelle scene d'azione. Evidentemente si è abituata a far fare tutto ai draghi e agli Immacolati! :-D ahhauuuagghsss !
Molto bravi invece Harrelson e Glover. Si poteva approfondire il villain interpretato da Paul Bettany.

 Altra critica: troppo western, action e bar con gli alieni. Embé, ma queste cose fanno parte della mitologia della saga, che diamine! Anzi, ho apprezzato molto le battaglie sia sui pianeti vari (ghiacciati, polverosi,fangosi...) che nello spazio aperto. Ho trovato un buon equilibrio tra le scene più sentimentali e quelle action; apprezzabile anche la scarsità di siparietti comici che avrebbero spezzato il pathos. 

Quello che invece non sono riuscita a percepire è il lasso di tempo in cui si svolge la vicenda. Ho letto che il periodo rappresentato nel film va dai 18 ai 24 anni di Han Solo (qui ci spiegano anche l'origine del suo cognome), ma a me non è sembrato che sia trascorso tutto questo tempo, non ho percepito il tempo interno alla storia; di conseguenza il cambiamento  di un personaggio (non dico quale per non spoilerare) mi è parso troppo repentino. Invece la trasformazione di Han è stata più graduale, probabilmente perché essendo il protagonista viene seguito per tutto il tempo. Possiamo dire che questo film è quello che doveva essere una storia di formazione, in cui effettivamente possiamo vedere come Han è diventato Solo.

Sul lato tecnico niente da eccepire, e anche la regia di Howard, subentrato ad altri registi per volere della produzione, è lineare  come in tutti i suoi film. 

Di certo il film è disseminato di richiami e easter eggs comprensibili solo allo zoccolo duro e ai Veri Credenti; di certo, verso la fine appaiono due personaggi che fanno parte dell'universo starwarsiano. Mancano invece riferimenti a Jedi e Forza, forse si poteva inserirli in qualche modo? Il film comunque non finisce, lascia spazio a un sequel.

Staremo a vedere. Intanto il mio giudizio su questo  episodio della saga è positivo.

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