sabato 10 settembre 2016


Recensione : “Il pianeta del giudizio” di Joe Haldeman




Smucinando in una delle mie librerie, ho rinvenuto un vero e proprio reperto storico: “Il pianeta del giudizio” di Joe Haldeman, serie Urania Mondadori, n. 759, uscito il 8-10-1978, e la copertina non lasciava adito a dubbi: trattavasi di una storia di Star Trek!
Ovviamente mi sono precipitata a leggerlo (di certo lo avrò già letto da piccola, maaa…) a velocità warp. L’epigrafe che ha inserito l’autore, “L’universo non è soltanto più strano di quel che immaginiamo. L’universo è più strano di quanto possiamo immaginare” , è un chiaro preludio di ciò che ho trovato all’interno: un racconto scaturito da una immaginazione fervidissima, unita a quelle conoscenze di astrofisica e scienza che rendono ogni romanzo di sci-fi ancora più affascinante ( brani di cui noi comuni mortali in genere non ci capiamo un tubo, ma siccome vogliamo credere, ci fidiamo sulla parola) nonché alla conoscenza perfetta dell’universo Star Trek e dei suoi personaggi.
Mentre si recano su Accademia, il capitano Kirk e Spock notano uno strano pianeta, con una piccola stella che gli orbita intorno: decideranno di andare a vedere, nonostante non faccia parte della loro missione e sia fuori rotta. Questo è il tema principale di tutta la serie, ovvero l’esplorazione, elemento fondamentale e insito nella razza umana, nonché la scoperta, la curiosità che muove l’uomo e gli ha dato (e gli darà) la possibilità di conoscere, evolvere e migliorare.
Kirk e i suoi decideranno di chiamare il pianeta Anomalia, in quanto nessuna delle leggi della fisica sembra avere un senso sulla sua superficie; i membri dell’equipaggio scesi sul pianeta si trovano ad affrontare strane creature animali e vegetali, prima di imbattersi in creature umanoidi  pelose , che sembrano primati. Appunto, sembrano.
ALLERTA SPOILER!
Le creature, gli Arivne, sono una specie avanzatissima, che però ha bisogno dell’aiuto degli umani per affrontare una bellicosa razza che sta per attaccare sia loro che la Federazione, gli Irapina, e per ottenere le informazioni che occorrono useranno strategie mentali e psichiche che costringeranno i membri dell’equipaggio a fare i conti col proprio passato,e  con conflitti  interiori irrisolti.
FINE SPOILER
L’autore di certo conosce bene sia le teorie olistiche che quelle quantistiche, quest’ultime per altro espressamente citate, e le ha utilizzate per fornire una spiegazione alle anomalie del pianeta;  il racconto è molto avvincente, ha l’equilibrio perfetto tra ritmo e momenti descrittivi e introspettivi, la prosa è scorrevole, una lettura piacevolissima in cui non mancano i colpi di scena.  Super-consigliatissimo  agli amanti di Star Trek , che possono ancora reperire il cimelio letterario su ebay o nei mercatini dell’usato.
Per dovere di cronaca, Urania Mondadori ha pubblicato un altro racconto di Star Trek, il n. 800, intitolato “La sfera di Dyson” di Gordon Eklund.

Per chi non lo sapesse, quest’anno ricorre anche il 50° anniversario della serie, e la Paramount ha da poco lanciato questo video celebrativo:

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