giovedì 6 ottobre 2016

                        Cinerecensione: Ben Hur 




Iniziamo col dire che dopo i primi trenta secondi volevo lasciare la sala, in quanto la voce narrante (sì, c’è una voce narrante…)  ha cominciato a dire che i Romani governavano i popoli sottomessi col sangue e la paura (e non con le leggi, la libertà di culto, l’amministrazione, la costruzione di acquedotti, terme, strade e teatri), e a me le storie che distorcono la Storia mi stanno sul piloro; però sono rimasta fino alla fine, soprattutto per vedere la ricostruzione storica, le scene girate a Matera e la corsa con le bighe.
La trama è nota, anche se differisce in vari punti dal film precedente (1959): Giuda Ben Hur ha un fratello adottivo romano, Messala, che si arruola; quando torna vuole che Giuda lo aiuti a scovare gli Zeloti, lui non solo non lo fa, ma ne nasconde uno, che attenta a Ponzio Pilato. Ben Hur , come responsabile, viene fatto prigioniero e reso schiavo su una galea da guerra. Tornerà in cerca di vendetta, ma troverà alla fine la redenzione, grazie all’incontro con Gesù (con cui c’è un parallelismo evidente).
C’era davvero bisogno di un ennesimo film tratto da un romanzo del 1880 , infarcito di retorica religiosa? Inoltre, il film è pieno di errori storici: le donne a Roma non venivano crocifisse; gli schiavi nelle galee non erano incatenati; il popolo non era mai privo di pane (in una scena dicono che l’imperatore priva del cibo la gente e pensa solo al circo, contraddicendo la famosa teoria romana del ‘panem et circenses’); poi c’è una sequela di pantaloni e stivali  che nemmeno alla sfilata Pitti uomo!...
Matera ormai è una location classica per i film ambientati in epoche antiche, e in effetti è perfetta allo scopo.
La figura di Gesù sembra essere messa lì per forza, proprio perché nel libro c'era e non si poteva tagliare...probabilmente gli autori e il regista ne avrebbero fatto volentieri a meno: la sua presenza risulta  superficiale.
Riguardo la sceneggiatura, molti dialoghi sono a livello di serie tv per teenager; circa il cast, gli attori scelti non sono molto conosciuti ( non sfigura l’interprete di Messala) , tranne l’iconico Morgan Freeman, qui nella veste di allenatore di aurighi, che fa sempre la sua figura e dà un minimo di spessore alla seconda parte. La scena della corsa delle bighe è spettacolare, nulla da eccepire; anche i titoli di coda sono bellissimi. C’è da aggiungere che il film non è mai noioso, ma non è abbastanza per consigliarlo.

Giudizio finale: film  inutile, si può perdere tranquillamente. 

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