Cinerecensione: Miss
Peregrine e la casa dei ragazzi speciali
La
prima cosa che ho pensato quando ho sentito parlare di questo film, tratto
dall’omonimo libro di Ransom Riggs (never covered-mai coverto, e nemmeno il
libro ovviamente), ho pensato che tratta vasi di una scopiazzatura degli X-Men,
ovvero i mutanti Marvel nati con poteri speciali, che vivono nascosti (almeno
all’inizio della saga) nella Xavier School for gitfted youngsters; e in effetti
questo è decisamente scopiazzato. Tutto il resto è invece molto diverso.
Jacob (Asa Butterfield)è un adolescente problematico, cresciuto col nonno che gli raccontava le incredibili avventure del suo passato. Il nonno muore in circostanze misteriose ,
e il giovane intraprende un viaggio in Galles in cerca di indizi, in compagnia del padre, un uomo molto pragmatico ("Non c'è più niente da esplorare" gli disse da piccolo, mentre il nonno gli mostrava su mappa i luoghi delle sue avventure). Qui trova la casa di cui gli
aveva parlato il nonno, dove incontra Miss Peregrine, una stupenda Eva Green (io la amo),
che nasconde e protegge un gruppo di giovani dagli straordinari quanto a volte
strampalati poteri, chiudendoli in un anello temporale che ripete sempre lo
stesso giorno del 1943: deve proteggerli dai loro nemici, i Vacui, che sono dei mostri che vogliono
mangiare gli occhi dei giovani speciali.
L’impronta
gotica e visionaria di Tim Burton si nota, anche se il regista non è più quello di un tempo, essendosi evoluto verso le moderne possibilità della cinematografia come l’uso della CGI e avendo virato verso uno stile più blockbuster.
Ciò che mi ha colpito maggiormente sono le tematiche, molteplici e
profonde, perfettamente amalgamate nella storia: la diversità, la presunzione di ritenersi
divini che fa invece diventare mostri, la necessità di nutrirsi degli occhi
(quindi dello sguardo) dei “bambini speciali” per tornare a una parvenza di
normalità, l’eterna infanzia che si procrastina in eterno in un nido
protettivo, ma che non permette di credere in sé stessi e crescere.
Il
combattimento finale è un po’ stonato rispetto al resto del film, troppo kitch
e anche per certi versi incongruente secondo me; il finalissimo però mi è piaciuto molto,
davvero poetico e romantico. Cast ok, idem la fotografia, che sottolinea la differenza tra
il mondo reale, grigiastro, e quello del loop temporale di Miss Peregrine,
pieno di colori; ok anche il montaggio, la colonna sonora invece l’ho trovata
un po’ ripetitiva.
Curiosità:
tra i cattivi c’è una certa Miss Edwards, pallida e coi capelli neri
scombinati: una autocitazione di Edward mani di forbice!
Dunque: film
da non perdere, consigliatissimo!
Ok. Presto anche su Shwlnd, in versione... Shwlnd... :)
RispondiEliminaP.S. Tim Burton è un regista che ama citazioni e... auto-citazioni. ;)
RispondiEliminaLa recensione trovasi anche su Showlandia (prego, cercare link a destra), opportunamente variata per non apparire copia-incollata, che ci fa anche rima !!! :) Sei un "mostro" !!!!! Web cugina.
RispondiEliminaSì, ne scrivo due diverse, anche perchè una cosa è un sito e una cosa il blog personale...
RispondiElimina