Interviste d'autunno-consigli per scrittori (o aspiranti tali)
#5 : Alessandra Nassisi
Ultimo appuntamento per la serie di interviste d'autunno. Tutti intervistano scrittori, editori, editor ecc, ma nessuno pensa mai a intervistare i destinatari ultimi delle nostre fatiche: i lettori! Un lettore che non sia anche scrittore, insomma, che non faccia parte del mondo dell'editoria, grande o piccola che sia (rima!). Ho così pensato di dare spazio a una di loro: è interessante ascoltare per capire come agiscono, cosa desiderano e cosa pensano i lettori, benchè una sola non faccia statistica, e riflettere al riguardo: potrebbe essere uno spunto per tutti gli addetti ai lavori. Alessandra Nassisi è una forte lettrice, avvocato, madre di due figli adolescenti, mia coetanea .
1)
Grazie
per aver accettato l’intervista per il mio blog. Sei stata da sempre amante
della lettura?
Ti ringrazio per avermi scelta, mi sento
molto onorata per questa preferenza.
Ti dico subito
che ho iniziato a leggere all’età di dodici anni quando, per la prima volta,
un’amica di famiglia mi regalò un libro. Erano anni che mia madre cercava di
spingermi alla lettura, ma senza alcun risultato; anzi ero più che incaponita a
NON LEGGERE. Poi, improvvisamente mi è venuta la voglia quando ho ricevuto per
la prima volta un libro in regalo: è stata un’emozione forte, mi sono sentita
“grande”.
Da allora, è
stato come ammalarsi: leggere è una malattia bellissima, una volta contratto il
virus non puoi più guarire, non esiste cura.
2)
Quali
generi preferisci leggere, e quali detesti?
La mia
passione sono i romanzi storici, con preferenza per le storie ambientate nel
primo ventennio del ‘900, quelle durante la Guerra Fredda in Germania, l’800
inglese, la Belle Epoque con particolare riguardo agli ambientamenti negli
Stati Uniti. E’ chiaro che ho letto anche altro, ma una storia con una
“location” in uno di questi periodi la trangugio in un sol boccone.
Letteralmente
mi ripugnano, invece, le storie horror, o i gialli con dovizia di particolari
macabri (un volta mi sono cimentata con “Io Uccido” di Giorgio Faletti. Ho
interrotto alle prime pagine dopo l’accurata descrizione delle membra e degli
organi del cadavere spiaccicati sulle pareti della stanza). Non mi entusiasma
neppure il genere fantastico, né il fantasy, tantomeno la poesia. Sì, invece,
ai fumetti, alla letteratura di viaggio, ai romanzi rosa (sono così
rilassanti!), e ad alcuni testi di filosofia (dipende dall’autore).
3)
Su
cosa ti basi nella scelta di un libro? Entri in libreria e inizi a guardare
copertine e leggere sinossi, oppure ti informi da prima, basandoti su
pubblicità, internet (blog, recensioni,gruppi Fb…) riviste ecc?
Il modo di scelta del
libro è varia: in libreria mi spulcio tutte le trame finché scopro l’anima
gemella; oppure acquisto il libro il cui autore è come un brand; o mi avvicino
ad un tema nuovo perché di quel libro se ne è discusso in tv.
4)
Cosa
è più importante per te affinché un romanzo possa sembrarti riuscito? Guardi
soprattutto allo svolgersi della trama, oppure allo stile dell’autore, alla
ricchezza di descrizioni, ai personaggi ben riusciti, o ancora all’originalità (che è molto difficile oggigiorno)?
Sicuramente un buon
romanzo ha una trama avvincente, incalzante, di quelle che ti tengono sveglia
la notte finché non finisci, ed un amalgama strutturato di stile, personaggi e
descrizioni. Secondo me è fondamentale l’uso delle parole: nella descrizione di
un luogo, un fatto o un personaggio è essenziale la scelta di un termine
piuttosto che un altro, perché sono le sfumature di significato che trasmettono
l’emozione, la percezione della storia.
5)
Negli
ultimi tempi si assiste al boom dei libri digitali, da leggere con l’e-reader o
anche con altri dispositivi. Ti attirano, o preferisci il cartaceo disdegnando il digitale?
Ti dirò: sono
fortemente combattuta tra l’acquisto dell’e-reader, che consentirebbe di avere
sempre una lettura sotto mano oltre al risparmio economico (ed un accanito
lettore sa bene cosa significa), ed il non voler comunque rinunciare al
contatto col cartaceo: un libro va toccato, sfogliato, maneggiato e vissuto. Il
lettore digitale è certamente più pratico ma, sotto questo aspetto, è asettico.
6)
Nelle
librerie tradizionali arrivano soprattutto volumi di grandi editori e di autori
famosi; sai che c’è un ampio sottobosco di scrittori italiani molto validi, che
hanno difficoltà a farsi notare soprattutto a causa dei costi di pubblicità
proibitivi per le piccole case editrici, e quindi si basano soprattutto sui
social e sui blog per pubblicizzare i loro lavori? Potresti essere interessata a leggere romanzi
di autori italiani poco noti?
Certo che leggo libri di
autori sconosciuti, già lo faccio. Mi è capitato diverse volte di leggere
racconti pubblicati su social e su blog. Non è il marketing che fa bravo un
autore.
7)
Hai
due figli adolescenti: sei riuscita a ritrasmettere loro il tuo amore per la
lettura, e l’importanza di essa?
Paradossalmente,
in casa legge solo mio figlio, che è dislessico. E’ attratto da una libreria,
quando ci passa davanti. Si compra i libri da solo. Un po’ per volta, ma arriva
sempre alla fine della storia.
Mia figlia, no.
No e basta.
8)
Hai
mai pensato di scrivere un libro, prima o poi?...
E sì, sono un
po’ di anni che ci giro intorno. Ho già fatto delle ricerche ed ho acquisito il
materiale su cui imbastire la trama.
Il punto è che
quando già scrivi per mestiere (sono un avvocato) e sbrogli matasse aggrovigliate,
il tempo libero vuoi solo startene sdraiata sul divano a leggere un libro,
sorseggiando una tisana!
9)
Grazie
per aver partecipato!
Ti ringrazio
per avermi offerto l’opportunità di fare, con questa intervista, un’esperienza
mai provata. Quando mi nomineranno per il Nobel, quindi, mi sentirò già a mio
agio e più competente.
E con questa intervista, come già detto, termina la serie, ma non temete: torneranno presto altre interviste a tema, dedicate al mondo della scrittura e dei libri!
Mi sono piaciute. Molto carine. Replay con altri personaggi. :-)
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