Recensione
: Rogue One
Sapendo
che ci sono moltissimi fans esperti di Star Wars, devo ammettere che recensire
Rogue One mi mette un po’ di soggezione, ma ci provo!
Il
film si colloca cronologicamente prima di “Una nuova speranza”, ovvero Episodio
IV, e per questo è stato anche chiamato “Episodio III e mezzo”; narra di Jyn
Erso, figlia dell’ingegnere Galen Erso, colui che, suo malgrado, costruì la Morte
Nera. La ragazza si unisce all’Alleanza ribelle, e insieme a un manipolo di
combattenti va a rubare i piani della stessa astronave/arma finale dell’Impero.
Ritroviamo
qui finalmente tutti i topic che hanno reso immortale la saga: pianeti
polverosi, combattimenti stellari e corpo a corpo, creature immaginifiche, gli
X-Wing, gli At-At...
Nessuno
dei personaggi spicca sugli altri, e questo rende corale l’episodio; inoltre i più attenti ed
esperti possono trovare una serie di collegamenti e citazioni, anche al
cosiddetto “universo espanso”, disseminati lungo il film. Ci sono apparizioni
dei personaggi storici, come quella di Darth Vader, qui chiamato stranamente
Lord Vader (quindi una via di mezzo tra il nome originale e l’italiano Lord
Fener, chissà perché), e ci sono effetti speciali che ridanno letteralmente
vita ai morti: riguardo alla polemica sull’utilizzo delle immagini in CGI del
defunto Peter Cushing nei panni di Tarchill (Tarchin in originale), il
comandante della Morte Nera, mi sento di prendere posizione sulla questione in generale, ovvero: se gli
aventi diritto sono d’accordo, perché no? Oltre a dare coerenza alla saga, come
in questo caso, si rende onore agli attori, che d’altronde, come tutte le
persone di spettacolo, desiderano la “vita eterna”, quella che solo l’arte può dare… Bene, ora si può!
Tornando
al film, apprezzabilissime le musiche di Michael Giacchino, in armonia con
quelle storiche, e non manca la marcia imperiale riarrangiata; anche
fotografia, montaggio e cast sono perfetti.
C’è
solo un appunto in negativo: il sapere sin dall’inizio come va a finire la
storia non aiuta a restare inchiodati
alla poltrona col… thrilling, e questo mi è capitato anche altre volte in cui
ho visto un film di cui il finale è noto, ad esempio “Maria Antonietta” della
Coppola; non mancano però colpi di scena e sorprese, come la scena finale: lì
sì che sobbalzerete dalla sedia!
Film
da non perdere per tutti gli amanti della saga!
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