mercoledì 25 gennaio 2017

                                              CINERECENSIONE : ARRIVAL




La mia prima visione  cinematografica del 2017 è andata alla grande, grazie a questo film che mi ha entusiasmato sotto molti punti di vista: Arrival!

Louise Banks è una linguista che viene reclutata dall’esercito per comunicare con gli alieni , che si sono presentati in 12 città sparse per il mondo con le loro astronavi ovoidali, nere e lucide (tipo megaliti…); sarà coadiuvata da un team di esperti vari, tra cui il prof. Ian Donnelly, scienziato.
Il primo incontro per Louise è scioccante e improduttivo, ma in seguito riesce a stabilire un contatto con gli ectopodi (tipo Chtulu insomma)  e la loro scrittura, un linguaggio “logografico”, fatto di circoletti (tipo macchie del bicchiere del caffè) decifrandola con grande fatica.

“Prima dobbiamo essere sicuri che capiscano che cos'è una domanda, quindi la natura di una richiesta, informazioni insieme a una risposta. Poi dobbiamo chiarire la differenza tra 'Vostro' riferito a loro due e 'Vostro' più in generale, perché noi non vogliamo sapere perché 'Mister' alieno è qui; vogliamo sapere perché sono atterrati tutti; e 'scopo' richiede la comprensione di un'intenzione, dobbiamo scoprire se fanno scelte consapevoli o se la loro motivazione è così istintiva che non capiscono affatto una domanda con un "perché"; e il punto più importante è che dobbiamo avere un vocabolario sufficiente per poterne capire le risposte."  (Louise dixit)

Nel mente, gli altri Stati terrestri riescono a comunicare con gli alieni, ma interpretano male il loro messaggio: la Cina (che ha preso il posto della Russia come “nazione cattiva” nel cinema americano) prepara l’attacco. 
Nella stragrande maggioranza dei film con gli alieni, o non ci si parla proprio e si combatte subito, oppure lo scambio inglese/lingualiena avviene in pochi minuti (tipo con i numeri o la musica), senza preoccuparsi del fatto che la Terra non ha un unico "capo" e una unica grande Nazione, al contrario; e che  ha anche  tante lingue diverse! Una delle maggiori preoccupazioni dei militari, infatti,  è che gli alieni cerchino di dividere e mettere l’una contro l’altra le varie Nazioni del nostro pianeta per... “mangiarci meglio”.
Invece no.
Il messaggio degli ectopodi è molto diverso, e sarà per certi versi sconvolgente per tutti coloro, in primis la nostra protagonista, che impareranno il loro linguaggio, che è circolare  anche concettualmente: prende qui corpo la teoria che chi apprende una nuova lingua , con essa cambia anche il modo di pensare…
Quindi,  grossi colpi di scena nel finale, che fornirà anche una luce molto diversa sui numerosi flashback di Louise con la figlioletta sparsi per il film sin dalle prime scene.
Pur non essendo un film d’azione, non mi sono annoiata neppure un minuto, considerando anche che Louise (ottima Amy Adams) è protagonista indiscussa e ruba la scena a tutti; tra l’altro il personaggio di Ian Donnelly (Jeremy Renner, attore dalla faccia bambaciosa) è praticamente  inutile fino al finale del film, mentre i militari rappresentano la parte più ottusa dell’umanità, sebbene tentino di proteggerla.
 Possiamo inserire il film nel filone della sci-fi filosofica (tipo Interstellar), non certo in quello della sci-fi action (tipo  Independence day ), dunque gli effetti speciali , che comunque  sono ottimi, non sono poi molti; ottimi  la fotografia fredda e nebbiosa, il montaggio , la colonna sonora. Bravo Villeneuve: Blade Runner 2 mi fa ben sperare a questo punto!...
Un film imperdibile anche per chi non ama il genere, dato che i temi che affronta  sono molti, offrendo così vari e interessanti spunti di riflessione.


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