Recensione:
I mondi del fantasy VI
Inauguriamo
il 2017 con la recensione di un’ottima antologia, “I mondi del fantasy”, edita
da Limana Umanita , giunta alla sesta edizione.
Il
volume ha una bella cover, simile a quella dei volumi precedenti per sottolineare
la continuità della serie di racconti il cui unico comun denominatore è il
fantastico. L’edizione è molto curata; anche il font dei caratteri è
particolare, e vicino al titolo di ogni racconto c’è il logo dell’opera, IMDF
sovrascritta a un drago nero.
I
18 racconti scelti dai curatori dell’antologia sono tutti di qualità, e il
risultato è un volume al di sopra della media del genere.
Il
primo racconto è uno dei miei preferiti, “La lente di sinistra “ di Luca
Simioni, un fantascientifico/distopico il cui tema principale è la necessità di
essere costantemente connessi in rete, anche in momenti tragici che devono
diventare social, tema che si inserisce alla perfezione nel contesto
dell’avventura narrata; l’abilità dell’autore riesce con poche “pennellate” a
immergere il lettore in questo mondo futuro (ma non troppo).
“Fare
a meno di dormire rimane un’utopia, ma con l’esercizio posso ridurne sempre più
i tempi. Il TEMPO mi serve tutto”.
“La
sindrome da pollice alzato non la devi sottovalutare, ne stai uscendo ma…”
Segue
“La leggenda di Dio”, di Annarita Petrino, anche questo un distopico,
ambientato in un luogo chiamato Thardolin, in cui un gruppo di individui va
alla ricerca delle loro origini; proseguendo nella lettura, si scopre che
questi gruppi non sono del tutto umani… Un bel racconto, metafora della ricerca
delle proprie origini , divine o meno, che ogni uomo prima o poi nella vita si
ritrova a fare.
“Letice”,
di Marcello Maestri, spezza la “drammaticità” dei racconti precedenti,
presentandoci un fantasy umoristico che prende in giro molti topoi della
narrazione del genere, raccontandoci di un principe sfigato che insegue una
principessa tutt’altro che accomodante. Molto divertente e ben riuscito.
“Notte
rosa a Riccione” di Marco Filipazzi narra di un gruppo di amici alle prese con
l’addio al celibato di uno di loro; le cose però non vanno come sperato, perché
sta succedendo qualcosa di veramente orribile. Di questo racconto ho apprezzato
l’ambientazione italiana e lo stile fresco e scorrevole; il genere , ahimè,
personalmente mi ha un po’ sovraccaricato, data la mia recente lettura di
un’antologia di “Letteratura horror” che
contiene 100 racconti sul tema (c’è anche un mio racconto, “Dal mare”), per non
parlare delle serie tv che spuntano come funghi sull’argomento, ma questa è,
ripeto, una considerazione del tutto personale.
“Parasomnia
Berlin” di Alessio Del Debbio è un altro dei miei racconti preferiti. Alessio
questa volta si allontana dalle sue ambientazioni preferite, quelle della sua
Toscana, e immerge il lettore in una Berlino oscura, in cui Wendy coi suoi
fratellini Johann e Michael attendono Babbo Natale, e invece si trovano rapiti
da Rup, un essere orribile che l’autore ha scovato nelle leggende teutoniche.
Wendy, insieme al lettore, sprofonderà in un abisso di terrore puro e
malvagità. Notare come i tre bambini si chiamino come i fratellini della favola
di Peter Pan: il racconto infatti vuole essere una rivisitazione in chiave
horror della suddetta favola. Lo stile utilizzato per questa discesa nel
terrore è perfetto, ogni parola è dosata al milligrammo, ogni aggettivo è
esattamente quello che deve essere, racconto ottimo.
“Fu
allora che Wendy notò le labra secche, il ghigno perverso su un volto deforme,
i denti gialli unti di sangue, sangue fresco le parve dall’odore, che
gocciolava giù lungo il mento e sulla barba sudicia, sopra stuoli di ragni che
cacciavano mosche prigioniere”.
Marco
Bertoli, come ho già avuto modo di dire in un’altra recensione, non delude mai,
e anche stavolta ha sfornato una storia originale, “Murtair”, un
fantascientifico in cui la protagonista è una sicaria molto particolare a cui
viene affidato una missione omicida. Quello che mi ha maggiormente affascinato in
questo racconto è l’uso dei neologismi tecnologico/parascientifici tipici dei
racconti sci-fi meglio riusciti, come solo gli autori più abili riescono a
fare, e anche lo sviluppo della storia è imprevedibile, dinamico e divertente.
“Se
possedessi una faccia manifesterei con un’espressione sorpresa la mia perplessità.
In alternativa espando sulle lenzuola di sintyseta la membrana plasmatica che
avvolge il mio corpo di Hentamoebide iperacututs.”
“Mamacita”
di Alessandro Frailis ci immerge in un’atmosfera esotica; in questo racconto,
lo scagnozzo di un boss viene mandato in missione da una “mamaloa”, una
sacerdotessa Vudù. Leggendo la storia,
si ha la vivida impressione di trovarsi davvero ad Haiti, tanto le descrizioni
sono ben rese, nonché sembra di essere presenti ai rituali descritti. Finale
inaspettato e inquietante che ho molto gradito, un bel racconto.
“Helga”
, di Francesca Cappelli, è un racconto di genere ibrido, un distopico/fantasy,
in cui i protagonisti sono dei combattenti che cercano una soluzione per
sconfiggere i Demoni in un mondo alla deriva, in cui la magia ha soppiantato la
tecnologia e gli umani, i pochi rimasti, sono chiamati “Tecnologici”. Di questo
racconto ho apprezzato l’ambientazione italiana, toscana nello specifico, e la
fantasia fervida dell’autrice che è riuscita a immaginare un mondo davvero
singolare. Sarebbero però servite più pagine, la storia avrebbe avuto bisogno
di un più ampio respiro. Potrebbe essere uno spunto per un romanzo.
“Le
montagne di nessuno” di Alberto Pietrantoni è un fantasy in cui un manipolo di
persone va alla ricerca del fratello di uno di loro, avventurandosi in queste
pericolose montagne; e il pericolo non viene solo dal freddo gelido… Un
racconto ben scritto dal finale a sorpresa.
“Il
mio nome significa speranza” di Selina Pasquero è un post-apocalittico in cui
un gruppo di persone combatte contro i “divoratori”; racconto molto action e con
un finale a sorpresa che mi ha lasciato
un po’ perplessa: qualche spiegone in più non sarebbe stato male! Vale anche
qui il discorso fatto per un racconto precedente: personalmente sono
sovraccaricata dal genere…
“Effetti
ignoti” di Marco Losi ci offre un racconto di evidenti impressioni harrypotteriane, essendo
ambientato alla "Regia Accademia di Alchimia", ma le atmosfere sono molto diverse
da quelle narrate nei romanzi del popolare maghetto, in quanto virano nel giallo/horror: è stato infatti commesso un delitto, e non sarà così facile trovare il colpevole… Un sacco di
avvenimenti e moltissimi personaggi scaturiti da una così fervida fantasia si
meriterebbero molto più spazio, così sono sacrificati dal limite di battute a
cui i racconti si sono dovuti attenere: come per un racconto precedente,
potrebbe essere utilizzato come base per un romanzo dal respiro più ampio.
Il
racconto successivo è il mio, “I cosiddetti fantasmi”. Stavolta mi sono voluta
cimentare in un urban-fantasy, scegliendo un tono umoristico e un pizzico di
romance. Ambientato a Roma, la protagonista è Jessica Rossi, una detective dell’occulto
con un potere connesso alle apparizioni
dei fantasmi, che non sono quello che la gente pensa di solito, ma tutt’altro.
Jessica è un personaggio femminile particolare, per la quale ho tratto ispirazione dal personaggio della serie
tv (e dei fumetti) Marvel Jessica Jones: si ingozza di birra e patatine, è
disordinata e si cura poco, non ha un soldo e vive nel retro del suo ufficio;
dice sempre la cosa sbagliata al momento sbagliato, soprattutto in amore: è
cotta del suo collega romagnolo Artemio, che non se la fila per niente, però in
questa occasione ha bisogno di lei per un certo affare…
Questa
è una card :
Segue
“La Messaggera dello specchio”, di Giuseppe Gallato, anche questo un
urban-fantasy ma molto diverso, in cui Lloyd è un “Sigillo” che deve portare in
salvo una inconsapevole ragazzina, una “Messaggera”. Molto action,
coinvolgente, stile scorrevole e avvincente, bel finale.
“Il
pirata Stevenson” di Daniele Gabrielli è ambientato nel 1710, e procede da due
punti di vista diversi: il diario di bordo del capitano Stevenson e quello di
uno dei pirati a cui dà la caccia. Atmosfere salgariane con un pizzico di
sciamanesimo. (Ma che è ‘sto citatissimo sloop?... ) (Trovato su vocabolario
online. Non ve lo dico! ;-P )
“Desert
rose” di Serena Artuso mi è piaciuto moltissimo: è un fantasy in cui una
giovane, Amina, è costretta a danzare per dei demoni-drago, e lo stile
ricercato che descrive esotiche atmosfere è davvero ammaliante. Bel racconto.
Per
il suo “La vendetta del signore degli zombie” , Marco Lovisolo sceglie atmosfere
cinesi e un tono brioso e un tantino irridente nei confronti delle filosofie
orientali per raccontare le avventure di un monaco errante e dei suoi
discepoli, alle prese con una sorta di maledizione che risveglia i morti. C’è
un po’ di confusione tra vampiri e zombie, che non sono proprio la stessa cosa,
e personalmente vale il discorso già fatto per due racconti precedenti: il tono
ironico e l’ambientazione mi sono piaciuti, ma sono sovraccaricata dal genere…
“Non
di re o di governanti”, di Diego Gnesi Bertolani, vince di sicuro il… torneo
del titolo più fico dell’antologia: complimentoni! Il racconto è un
post-apocalittico con suggestioni bibliche, ambientato in Italia (o in ciò che
ne resta) : l’ho trovato molto originale, ben scritto, con personaggi
interessanti e dallo sviluppo imprevedibile, il tutto concentrato in poche
pagine. Piaciuto.
“Time
in an hourless home” di Valeria Zunino è narrato da due punti di vista, una
narrazione in prima persona di una fanciulla prigioniera e una terza persona di
un giovane, Henry, che soffre di incubi. Devo ammettere che a una prima lettura
i miei due neuroni non avevano capito una mazza del racconto, quindi si è resa
necessaria una seconda lettura per capire il collegamento tra le due storie, e
alla fine penso di avere intuito più che compreso il quibus. Scrittura
ricercata per un racconto molto originale e complesso, che denota capacità
linguistiche notevoli oltre che una gran dose di fantasia.
Tutti
questi racconti rendono “I mondi del fantasy VI” una lettura imperdibile per
gli amanti del genere fantastico: consigliatissima! E' reperibile sul sito dell'editore, Limana Umanita , al costo di € 15.
Bell'articolo! ;)
RispondiEliminaGrazie! ;-)
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