RECENSIONE
FILM:
MARVEL BLACK PANTHER
Pantera
Nera
è stato il primo supereroe africano, creato nel 1966 da Stan Lee e Jack Kirby sull’onda del movimento per
la parità dei diritti: come sempre la Marvel
è stata un’antesignana rispetto a tutte le altre case di fumetti.
In
questo film il personaggio è stato attualizzato pur restando fedele allo
spirito che ne è alla base, anche se poi non tutto ovviamente è tale e quale al
fumetto, ma non è quello che cerco: l’importante è che rimanga inalterato lo
spirito del personaggio, e qui ci siamo.
Black
Panther
, alias T’Challa, è il sovrano del Wakanda, e deve i suoi poteri sia all’Erba a cuore che alla dea pantera Bast (avreno fatto un riferimento alla
dea gatto egizia Bastet?... mumble), più
alla sua tuta di vibranio, minerale
che si trova solo nella sua nazione situata nel cuore dell’Africa (per chi non
lo sapesse la geografia del mondo Marvel è diversa da quella del mondo reale, e
pure la chimica e la mineralogia, ndA); è quindi un capo sia politico che
religioso. Nel film la genesi dell’eroe è un po’ differente e viene narrata
all’inizio in breve, e meglio così perché non se ne può più di film in cui la
prima ora è dedicata alla conoscenza del personaggio e all’acquisizione dei
superpoteri, con conseguente addestramento; scopriamo però le peculiarità della
sua nazione ricchissima e ipertecnologica , rigorosamente tenuta segreta al
resto del mondo e chiusa allo straniero, nazione che nonostante la tecnologia e
le ricchezze rimane ancorata ai riti tribali : T’Challa per essere re deve
prestarsi a un combattimento rituale contro un rappresentante di una delle 5
tribù del regno. La sua ex fidanzata vorrebbe che il Wakanda si apirsse al
mondo e iniziasse a aiutare i paesi più poveri dato che ne ha la possibilità, ma T’Challa, come i suoi
predecessori, non vuole assolutamente.
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“Se fai
entrare i profughi vuol dire portare i loro problemi qui da noi.” (T’Challa)
I
cattivi con cui deve vedersela nel film sono il cugino Killmonger (nel fumetto no è così ma vabbè) che vuole il trono per via di faide familiari
e il villain Klaw, che ha un
artiglio sonico di vibranio. In aiuto del re arrivano l’ex agente CIA Ross, oltre che le sue fide guardie del
corpo, le Dora Milaje, fighissime guerriere,
e la sorellina ipertecnologica Shuri.
Il
senso del film è chiaro, senza spoilerare troppo si arguisce l’attualissimo messaggio
socio-economico che è il tema della storia.
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"Il
saggio costruisce ponti, gli sciocchi costruiscono muri "(T'Challa)
Come
in ogni film Marvel c’è molta azione, battute divertenti e largo uso di CG, qui
però un po’ scarsa: che siano al risparmio?...
Il
cast è di alto livello: Forest Withaker
nel ruolo dello sciamano , Angela Bassett nei panni della regina madre Ramonda (nei fumetti non è sua madre ma
la seconda moglie del padre T’Chaka), Andy
Serkis che fa Klaw e Martin Freeman nel ruolo dell’agente Ross.
C’è anche Lupita Nyongo che interpreta la ex di T’Challa.. L’unico che proprio
non mi è piaciuto per mancanza di carisma è proprio il protagonista, Chadwik Boseman, non prchè non sia
bravo, ma è troppo comune per interpretare questo personaggio.
Bene
la fotografia, il montaggio anche ma si poteva tagliare in alcuni punti per
avere un maggior ritmo, due ore e un quarto sono troppe.
Un
encomio particolare ai costumi , variopinti e molto etnici.
Doppio
finale nei dopo i titoli di coda: nell’ultimo vediamo un altro tassello che
condurrà a Infinity War, il mega
crossover che uscirà il 25 aprile in Italia e in cui rivedremo Black Panther.
Giudizio
finale: non il miglior film Marvel , ma ha un suo perché data la peculiarità
del personaggio e merita una visione.
Le immagini sono copyright dei rispettivi autori e sono state inserite a puro scopo illustrativo.
Le immagini sono copyright dei rispettivi autori e sono state inserite a puro scopo illustrativo.
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