RECENSIONE
SERIE TV: BLACK MIRROR 4
N.
stagioni: 4 (rinnovata)
Anno:
dal 2011
Episodi
4° stagione: 6 (totali 19)
Produzione:
Gran Bretagna
Trasmissione
italiana su: Netflix
La
serie antologica britannica continua a mostrarci futuri inquietanti, dove la
tecnologia e l’uso dei social è del tutto preponderante nella vita della gente,
che ne fa un uso sempre più spasmodico e distorto. Ne abbiamo già parlato nella
recensione delle prime tre stagioni, qui.
D’altronde questo è il ruolo della fantascienza in ogni sua forma, anzi
uno dei ruoli: mostrarci cosa potremmo diventare se continuiamo su questa
strada, a prescindere dal topic: ambiente, intrattenimento, famiglia,
bioingegneria… e quando è buona fantascienza lo fa senza andare troppo per il
sottile, alla faccia di chi ancora la reputa materia per adolescenti.
Ho
trovato altalenante questa 4° stagione, con episodi molto buoni e altri poco
convincenti, ma sempre in linea con la mission della serie.
Il
primo, Arkangel , diretto nientemeno che da Jodie Foster, parla di un sistema
di controllo da impiantare nei bambini. Una donna, dopo che la figlia era
sparita al parco, senza conseguenze, decide subito di utilizzarlo, nonostante
fosse sperimentale. Tra l’altro, il sistema censura le cose brutte, paurose o
sconvenienti agli occhi dei bambini, che vedono sfuocato non appena si presenta
ogni minima cosa che può turbarli. Arkangel viene messo in produzione
ma poi proibito. La bambina diviene adolescente, e la donna una sera non può
fare a meno di ritirare fuori dalla scatola il tablet che comanda l’impianto…
Ottima
puntata sul controllo dei bambini, e non solo.
Il
2° episodio, USS Callister, sembra
essere un omaggio a Star Trek (va di moda...v. The Orville, presto la recensione su questi schermi), ma ovviamente dietro c’è qualcosa di più Un
giorno una donna si risveglia sulla plancia di comando dell’astronave e non
capisce perché deve stare lì a eseguire gli ordini del comandante. Lo scoprirà
a sue spese.
Storia
di un’ossessione portata al limite.
Il
3° episodio, Crocodile, richiama un po’ alcuni episodi precedenti: si parla
infatti di un impianto che permette di rivedere i ricordi. Questa puntata
thriller non mi ha particolarmente entusiasmata, forse perché un po’ esagerata
e inoltre sembra un deja-vu.
Il
4°, Metalhead, è un episodio horror in bianco e nero, che non mi ha detto
proprio nulla, il peggiore della stagione.
Il
5° epsodio , Hang the DJ, ci espone un
futuro dove le coppie s’incontrano tramite un’app che stabilisce rigorosamente con chi e per quanto tempo è necessario stare prima di incontrare la persona
giusta. Poi la storia si tinge di thriller. Un ottimo episodio.
L’ultimo,
Black Museum, riassume un po’ tutti i temi della serie, tanto da sembrare un
episodio conclusivo, ma così non è perchè la serie è stata rinnovata. Una giovane va in un museo di oggetti
particolari , desueti e proibiti che si trova in mezzo a un deserto. Il
curatore del museo le narra tre storie mostrandole tre oggetti. Anche questo un
ottimo episodio.
In
generale la serie mi è piaciuta, credo che le critiche ricevute siano dovute al
fatto che rimanga sullo stesso registro e parli degli stessi temi senza
rinnovarsi molto, quindi può sapere di ripetitivo; io trovo invece che sia rimasta
fedele al suo canone. Come sempre non tutti gli episodi possono essere all’altezza,
ma nel complesso una buona stagione.
Nessun commento:
Posta un commento