Cari lettori e followers, novità! Quest'anno vi proporremo una serie di articoli di approfondimento storico su alcuni interessanti temi. Iniziamo con le Sibille!
LE SIBILLE
Egeo consulta Themis, seconda Pizia. Kylix attica a figure rosse del 440 a C. Sta al museo di Berlino. |
Le Sibille erano profetesse esistenti e
operanti sia nel mondo greco che in quello romano sin dai tempi più lontani.
Apollo e pizia di Mengs, XVIII sec, Fondazione Zeri, Bologna |
L’origine
dei loro poteri divinatori in tempi remoti era collegato alla Madre Terra (Gaia) , connessa a sua volta coi serpenti;
per questo in Grecia venivano chiamate Pizie o Pitonesse. Solo in epoca
successiva le Sibille vennero collegate al dio Apollo, divinità che concedeva
il dono del vaticinio.
Costui, si narra, uccise il Pitone oracolare situato a
Delfi e si appropriò del santuario, detto anche onfalos (ombelico del mondo).
Le
Pizie, come quella di Delfi , erano legate ai templi e sottomesse ai sacerdoti,
le Sibille invece erano erranti e si stabilivano in antri e grotte scelti da
loro stesse.
Publio
Terenzio Varrone ne elenca una decina:
Delfica, Cumana, Cimmeria, Eritrea,
Libica, Persica, Tiburtina, Frigia e altre.
La
Sibilla Appenninica, o “Oracolo di Norcia”, è di epoca medievale: ciò dimostra
che queste figure sono rimaste anche successivamente alla fine del mondo
antico, in epoca quindi cristiana. La sua Grotta si trovava sui Monti chiamati
appunto Sibillini.
La
Pizia Delfica
La
Pizia Delfica, scelta tra le fanciulle del luogo, operò dal 1400 a.C. circa
fino al 392 d.C. , data in cui questo
tipo di pratica vene soppressa perché culto pagano da Teodosio I.
In
origine i vaticini avvenivano solo il settimo giorno del mese delfico di Bysios (febbraio), ma poi visto il
numero di questuanti vennero estesi a tutti i mesi.
La
giovane vergine vaticinava seduta su un tripode, con in mano un ramo di alloro,
rispondendo alle questioni dei supplici provenienti da ogni luogo. Costoro
dovevano sacrificare una capra lavata nell’acqua sacra del Santuario, versare
un consistente obolo ai sacerdoti e poi potevano essere introdotti nell’ Άδυτον , (adyton) , la Camera inaccessibile, ovvero una camera
sotterranea. Qui tutti bevevano dalla fonte Cassotis
prima del vaticinio.
La Pizia , dopo
essersi lavata nella fonte Castalia e
dopo aver bevuto acqua della fonte Cassotis,
sedeva sul tripode posto su una faglia da cui salivano vapori; masticava alcune
foglie d’alloro e sussurrava ai sacerdoti il responso, ed essi dovevano
interpretarlo qualora non fosse comprensibile.
Ci sono stati anche
casi di corruzione: narra Erodoto che la Pizia Perialla si fece corrompere dal
re spartano Cleomene riguardo la legittimità dell’altro re spartano Demarato. Scoperta,
venne deposta.
Le Sibille
La Siblla
era una giovane vergine, o anche una vecchia decrepita, sacerdotessa di Apollo ed Ecate, che
vaticinava in luoghi da lei scelti, antri o grotte. L’origine del nome deriva
probabilmente dal dialetto eolico, col significato di “manifestazione della volontà (βυλήν) divina (σιούς)" (Varrone).
Secondo
l’immaginario antico, ritenevano che avesse longevità millenaria; qualcuno
riteneva fosse la stessa donna che si muoveva da un luogo all’altro.
Al contrario delle Pizie,
le Sibille scrivevano il loro vaticinio sulle foglie, un responso spesso
incomprensibile o ambiguo; raccoglievano anche le loro visioni in libri.
Sibille italiche
Antro della Sibilla cumana |
In Italia la più
nota era la Sibilla cumana, che aveva il proprio antro a Cuma, collegato col
soprastante tempio del dio Apollo. Tra i suoi nomi , riportati da Licofrone ed
Eraclito, vi erano: Amaltea, Demofile o Erofile. Essa portò i nove libri sibillini
a Tarquinio il Superbo ( presto un articolo a riguardo qui su IUF!).
C’era poi la più
antica Sibilla Cimmeria, situata presso la popolazione dei Cimmeri, nei dintorni del
Lago Averno, un luogo misterioso ritenuto l’ingresso dell’oltretomba. Ne
parlano Nevio e Pisone.
Sibilla Cimmeria di Agostino Di Duccio, XV sec. Cappella Malatestiana, Rimini |
Nei pressi di Tivoli
c’era la Sibilla Tiburtina, detta anche Alburnea, venerata nei pressi del fiume
Aniene; avrebbe profetizzato l'avvento dl Cristo.
Sibilla Tiburtina, Chiesa S. Giovanni evangelista, Tivoli |
Della Sibilla
Appenninica si è parlato in precedenza.
Le Sibille nell’Arte
Le Sibille sono
state ritratte sin dal IX secolo in numerose opere d’arte, fonte d’ispirazione
per numerosi pittori, spesso come controparte femminile dei profeti biblici.
Sibilla Cumana, Michelangelo, Cappella Sistina, Roma |
Le
più note sono le cinque sibille affrescate da Michelangelo nella Cappella Sistina,
ma anche Perugino (Sala udienze a Perugia), Raffaello (S. Maria della Pace a
Roma), Pinturicchio (Capella Baglioni,
Spello e Appartamenti Borgia, Vaticano), Mantegna (Cincinnati art museum),
Ghirlandaio (Santa Trinità, Firenze), Lippi (S. Maria sopra Minerva, Roma)
hanno dipinto opere con queste figure.
Nel pavimento del
Duomo di Siena ci sono le dieci sibille elencate da Terenzio Varrone.
Ci sono anche
sculture, come quelle a Loreto nel rivestimento di marmo della Casa di Maria.
Immagini copyright degli aventi diritto, inserite al solo scopo didattico e illustrativo.
Sono capitata per caso sul tuo blog, ed è stata una scoperta interessante. Adoro leggere ed i tuoi scritti mi sono piaciuti, ti seguirò con piacere.
RispondiEliminaGrazie!
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