lunedì 11 febbraio 2019


RECENSIONE : LA LINEA  DEL  DESTINO
di   DANIELA   TRESCONI






Genere: paranormale, mistery, storico, thriller
Editore: Panesi
Pagine: 101
Data di uscita: 16/01/2017
Prezzo di copertina: € 10
                    ebook: € 0,99
Link:  Amazon


Un libro particolare, questo “La linea del destino” di Daniela Tresconi, difficilmente ascrivibile a un genere specifico: ci sono brani di ambientazione medievale, brani ambientati nel presente, molto mistero, elementi  paranormali e molto thrilling, il tutto amalgamato in modo da avvincere il lettore.

Leggiamo la sinossi di “La linea del destino”:

Arcola è un tipico borgo arroccato che si affaccia sulla Vallata del Magra. Il suo Castello e la sua Torre Pentagonale da millenni osservano silenziosi le vicende delle genti che lo abitano. Valentina arriva in paese alla ricerca della tranquillità, ma ben presto tutte le sue scientifiche certezze verranno scosse da inquietanti e quanto mai misteriose sensazioni. Tre donne, tre epoche e tre mondi completamente diversi, eppure legati da un unico indissolubile destino e dal mistero di un atroce delitto. Quanto tempo per scoprire che non si può sfuggire a se stessi e che la fine spesso è solo un altro inizio?

L’ambientazione  è italiana, come piace a me. 
Arcola è un paese della Liguria, dalle origini  antiche; la protagonista Valentina, milanese in trasferta lavorativa (si occupa di erbe per un editore), viene da subito trascinata in un mistero, quello della morte di una fanciulla, Amelia, avvenuta nel Medioevo.
Aiutata da un’anziana donna del paese, Vanda, inizia a indagare, conoscendo e quindi mostrando anche a noi la storia di Arcola e i suoi monumenti, di cui sono presenti belle foto nel libro stesso.

Abbiamo quindi un legame che si sviluppa tra le tre donne, tutte erboriste, quindi tutte potenzialmente “streghe”: è l’eterno femminino, il girl power, la potenza delle donne unite tra loro dall’energia creatrice ma anche dalle sopraffazioni che hanno sempre dovuto subire nel corso dei secoli.

Questo mistery/thriller/paranormale non è la solita storia di vendetta. 
No, qui la giovane Amelia grida, vuole che tutti si ricordino di lei, dimenticata tra le pieghe della Storia e del tempo: è un urlo collettivo di tutte le donne che sono morte ammazzate  perché indipendenti, perché troppo belle o troppo brutte, perché dai capelli rossi, perché disobbedienti,  perché diverse.

Non bisogna mai dimenticare queste morti sul rogo o annegate o trapassate a fil di spada, come non bisogna dimenticarne altre: bisogna ricordare, per onorare la memoria ma soprattutto perché questi avvenimenti non si ripetano mai più.

Lo stile di Daniela è scorrevole e avvincente, la storia è narrata bene e in equilibrio in ogni sua parte. I personaggi sono tutti ben caratterizzati e credibili.
Il finale è aperto, potrebbe esserci un sequel?...

L’edizione è curata, non ci sono praticamente refusi. La cover è carina e attinente, ritrae uno scorcio di Arcola. Le fotografie del borgo sono belle, un’ottima idea inserirle.
Chiude il romanzo un paio di ricette tipiche del posto, anche questa un’idea carina.

Sentiamo da Daniela Tresconi in persona qualche notizia in più su di lei e sul libro. 



1)      Ciao Daniela, benvenuta su Infiniti universi Fantastici. Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura.

Ciao a tutti e grazie per questo spazio. Quando parlo di me, amo definirmi “chiassosa”, nel senso che ci si accorge sempre che ci sono. Rido e sorrido, sono molto estroversa e amo dare del tu a tutti. Mi appassiono alle cose e alle persone che mi fanno stare bene. Amo il mare, la buona compagnia, adoro ballare, viaggiare e camminare. Amo leggere e scrivere. Scrivo sempre, sia per lavoro (sono Giornalista iscritta all’Albo) che per passione. La scrittura è per me quello che la cioccolata è per un goloso. A volte non riesci proprio a farne a meno. Le immagini, le trame e i personaggi bussano nella tua testa e devi per forza iniziare a scrivere. Mi capita di vedere un luogo, una foto o ascoltare qualcuno, ed ecco la storia è tutta lì, nella mia mente, devo solo trasformarla in parole. E poi scrivere è consolatorio: quando sono un po’ triste o arriva uno di quei periodi in cui ti sembra che tutto vada storto, mi siedo davanti al pc e lascio che i pensieri fluiscano lentamente, finché non si trasformano in parole scritte.
Ovviamente scrivere per la cronaca di un giornale è diverso poiché mette soprattutto in luce la capacità di sintesi e la necessità di chiarezza, ma sicuramente mi ha aiutato molto nel rendere accessibile a tutti quello che scrivo.
Adoro scrivere testi dove la storia, quella con la S maiuscola si intreccia con la storia fantastica. Dove ci sia leggenda, mistero, intrigo, sovrannaturale ed esoterismo. Cerco un luogo o un evento storico reale e ci costruisco sopra una narrazione per i miei personaggi.


2)     Che ne pensi di questa recensione? Sei d’accordo e/o vuoi aggiungere qualcosa?

Credo che la recensione rispecchi lo spirito del romanzo. Una storia di solidarietà femminile, il grido di Amelia «Io esisto» è il grido di moltissime donne che ancora oggi sono costrette a rivendicare il proprio diritto ad esistere.



3)      Traspare dal romanzo un forte amore per la tua terra, la Liguria. Sei originaria di Arcola? Vivi lì? Cosa ami di quel posto?

Alla base c’è soprattutto un amore profondo per il mio paese, Arcola, dove è ambientata tutta la storia. E’ il luogo in cui sono nata e dove vivo e lavoro.  E’ un borgo medievale che si affaccia sulla vallata di un fiume, ha conservato moltissime permanenze storiche e quando si cammina lungo i «carrobbi» lastricati (i carrobbi sono l’equivalente dei carugi genovesi), si riesce ancora a respirare la storia con tutto il suo fascino.


4)    Hai in mente un seguito di La linea del destino?

Purtroppo al momento no, credo che si debba scrivere solo quando le storie ti arrivano nella testa. Ho invece appena pubblicato un libro per bambini con un’altra casa editrice, la NpsEdizioni e ho terminato un nuovo romanzo che uscirà in primavera.

5)    Quanto hai dovuto studiare per attingere le informazioni storiche che ti occorrevano? Le hai reperite con facilità?

Ho letto molto, soprattutto saggi e testi storici che ho reperito nella biblioteca comunale e nell’archivio. Mi è stato di grande aiuto un piccolo libretto scritto da un parroco, libretto che viene citato anche all’interno del romanzo. Le mie ricerche sono diventate le ricerche di Valentina.

6)     A cosa stai lavorando adesso?

Sto terminando l’editing del nuovo libro, si tratta sempre un romanzo di ambientazione storica, questa volta siamo intorno alla fine del 1500. All’epoca nel Golfo della Spezia esisteva il piccolo approdo di San Bartolomeo delle Cento Chiavi, con un ospitale e una cappella. Improvvisamente tutte le famiglie lo hanno abbandonato e si sono trasferite al monte fondando il piccolo paese di Pitelli. Perché? Quale mistero si cela dietro a questa scelta? Le fonti storiche danno una versione e se non fosse vera?

Grazie per essere stata con noi! Alla prossima!

In finale, un romanzo che consigliamo senz’altro… e non vediamo l’ora che esca il prossimo!






2 commenti: