RECENSIONE
: LA LINEA DEL DESTINO
di DANIELA
TRESCONI
Genere:
paranormale, mistery, storico, thriller
Editore:
Panesi
Pagine:
101
Data
di uscita: 16/01/2017
Prezzo
di copertina: € 10
ebook: € 0,99
Link: Amazon
Un
libro particolare, questo “La linea del destino” di Daniela Tresconi,
difficilmente ascrivibile a un genere specifico: ci sono brani di ambientazione
medievale, brani ambientati nel presente, molto mistero, elementi paranormali e molto thrilling, il tutto amalgamato
in modo da avvincere il lettore.
Leggiamo
la sinossi di “La linea del destino”:
Arcola è un tipico
borgo arroccato che si affaccia sulla Vallata del Magra. Il suo Castello e la
sua Torre Pentagonale da millenni osservano silenziosi le vicende delle genti
che lo abitano. Valentina arriva in paese alla ricerca della tranquillità, ma
ben presto tutte le sue scientifiche certezze verranno scosse da inquietanti e
quanto mai misteriose sensazioni. Tre donne, tre epoche e tre mondi
completamente diversi, eppure legati da un unico indissolubile destino e dal
mistero di un atroce delitto. Quanto tempo per scoprire che non si può sfuggire
a se stessi e che la fine spesso è solo un altro inizio?
L’ambientazione
è italiana, come piace a me.
Arcola è un
paese della Liguria, dalle origini antiche; la protagonista Valentina, milanese
in trasferta lavorativa (si occupa di erbe per un editore), viene da subito
trascinata in un mistero, quello della morte di una fanciulla, Amelia, avvenuta
nel Medioevo.
Aiutata
da un’anziana donna del paese, Vanda, inizia a indagare, conoscendo e quindi mostrando
anche a noi la storia di Arcola e i suoi monumenti, di cui sono presenti belle
foto nel libro stesso.
Abbiamo
quindi un legame che si sviluppa tra le tre donne, tutte erboriste, quindi
tutte potenzialmente “streghe”: è l’eterno femminino, il girl power, la potenza
delle donne unite tra loro dall’energia creatrice ma anche dalle sopraffazioni
che hanno sempre dovuto subire nel corso dei secoli.
Questo
mistery/thriller/paranormale non è la solita storia di vendetta.
No, qui la
giovane Amelia grida, vuole che tutti si ricordino di lei, dimenticata tra le
pieghe della Storia e del tempo: è un urlo collettivo di tutte le donne che
sono morte ammazzate perché
indipendenti, perché troppo belle o troppo brutte, perché dai capelli rossi,
perché disobbedienti, perché diverse.
Non
bisogna mai dimenticare queste morti sul rogo o annegate o trapassate a fil di
spada, come non bisogna dimenticarne altre: bisogna ricordare, per onorare la
memoria ma soprattutto perché questi avvenimenti non si ripetano mai più.
Lo
stile di Daniela è scorrevole e avvincente, la storia è narrata bene e in
equilibrio in ogni sua parte. I personaggi sono tutti ben caratterizzati e
credibili.
Il
finale è aperto, potrebbe esserci un sequel?...
L’edizione
è curata, non ci sono praticamente refusi. La cover è carina e attinente, ritrae uno scorcio di Arcola. Le fotografie
del borgo sono belle, un’ottima idea inserirle.
Chiude
il romanzo un paio di ricette tipiche del posto, anche questa un’idea carina.
Sentiamo
da Daniela Tresconi in persona qualche notizia in più su di lei e sul libro.
1)
Ciao
Daniela, benvenuta su Infiniti universi Fantastici. Parlaci di te e del tuo
amore per la scrittura.
Ciao a tutti e
grazie per questo spazio. Quando parlo di me, amo definirmi “chiassosa”, nel
senso che ci si accorge sempre che ci sono. Rido e sorrido, sono molto
estroversa e amo dare del tu a tutti. Mi appassiono alle cose e alle persone
che mi fanno stare bene. Amo il mare, la buona compagnia, adoro ballare,
viaggiare e camminare. Amo leggere e scrivere. Scrivo sempre, sia per lavoro
(sono Giornalista iscritta all’Albo) che per passione. La scrittura è per me
quello che la cioccolata è per un goloso. A volte non riesci proprio a farne a
meno. Le immagini, le trame e i personaggi bussano nella tua testa e devi per
forza iniziare a scrivere. Mi capita di vedere un luogo, una foto o ascoltare
qualcuno, ed ecco la storia è tutta lì, nella mia mente, devo solo trasformarla
in parole. E poi scrivere è consolatorio: quando sono un po’ triste o arriva
uno di quei periodi in cui ti sembra che tutto vada storto, mi siedo davanti al
pc e lascio che i pensieri fluiscano lentamente, finché non si trasformano in
parole scritte.
Ovviamente
scrivere per la cronaca di un giornale è diverso poiché mette soprattutto in
luce la capacità di sintesi e la necessità di chiarezza, ma sicuramente mi ha
aiutato molto nel rendere accessibile a tutti quello che scrivo.
Adoro scrivere
testi dove la storia, quella con la S maiuscola si intreccia con la storia
fantastica. Dove ci sia leggenda, mistero, intrigo, sovrannaturale ed
esoterismo. Cerco un luogo o un evento storico reale e ci costruisco sopra una
narrazione per i miei personaggi.
2)
Che
ne pensi di questa recensione? Sei d’accordo e/o vuoi aggiungere qualcosa?
Credo che la recensione rispecchi lo spirito
del romanzo. Una storia di solidarietà femminile, il grido di Amelia «Io
esisto» è il grido di moltissime donne che ancora oggi sono costrette a
rivendicare il proprio diritto ad esistere.
3)
Traspare dal romanzo un forte amore per la tua
terra, la Liguria. Sei originaria di Arcola? Vivi lì? Cosa ami di quel posto?
Alla base c’è
soprattutto un amore profondo per il mio paese, Arcola, dove è ambientata tutta
la storia. E’ il luogo in cui sono nata e dove vivo e lavoro. E’ un borgo medievale che si affaccia sulla
vallata di un fiume, ha conservato moltissime permanenze storiche e quando si
cammina lungo i «carrobbi» lastricati (i carrobbi sono l’equivalente dei carugi
genovesi), si riesce ancora a respirare la storia con tutto il suo fascino.
4)
Hai
in mente un seguito di La linea del destino?
Purtroppo al momento no, credo che si debba scrivere solo
quando le storie ti arrivano nella testa. Ho invece appena pubblicato un libro
per bambini con un’altra casa editrice, la NpsEdizioni e ho terminato un nuovo
romanzo che uscirà in primavera.
5)
Quanto
hai dovuto studiare per attingere le informazioni storiche che ti occorrevano?
Le hai reperite con facilità?
Ho letto molto, soprattutto saggi e testi storici che ho
reperito nella biblioteca comunale e nell’archivio. Mi è stato di grande aiuto
un piccolo libretto scritto da un parroco, libretto che viene citato anche
all’interno del romanzo. Le mie ricerche sono diventate le ricerche di
Valentina.
6)
A
cosa stai lavorando adesso?
Sto terminando l’editing del nuovo libro, si tratta
sempre un romanzo di ambientazione storica, questa volta siamo intorno alla
fine del 1500. All’epoca nel Golfo della Spezia esisteva il piccolo approdo di
San Bartolomeo delle Cento Chiavi, con un ospitale e una cappella.
Improvvisamente tutte le famiglie lo hanno abbandonato e si sono trasferite al
monte fondando il piccolo paese di Pitelli. Perché? Quale mistero si cela
dietro a questa scelta? Le fonti storiche danno una versione e se non fosse
vera?
Grazie per essere stata con noi! Alla prossima!
In finale, un romanzo che consigliamo senz’altro… e non
vediamo l’ora che esca il prossimo!
Che bella intervista!
RispondiEliminaMerito anche dell'intervistata!
Elimina