martedì 3 settembre 2019



Recensione amime- Kyashan sins

Il reboot della nota serie anni 70 Kyashan prende il largo e approda alla sci-fi filosofica









Kyashan sins non centra assolutamente nulla con la serie originale. 
Durante tutta la durata della visione ho pensato al motivo per cui avessero utilizzato il personaggio di punta della Tatsunoko per narrarci questa storia e non ne abbiano creati ex-novo; mi sa tanto di utilizzo del franchise al solo scopo di attrarre spettatori per un opera che sin dalle prima puntate si mostra complessa e lentissima.
Il nostro Kyashan, disegnato come Saint Seiya (ma per me ci sta bene), si aggira in un mondo post apocalittico in cui gli uomini sono stati quasi tutti sterminati dai robot, e questi ultimi stanno andando in rovina a causa del deterioramento, la vera parola chiave della serie. 
Kyashan ha perso la memoria; apprende nel corso delle puntate che il deterioramento sarebbe colpa sua, perche avrebbe ucciso il sole chiamato Luna, colei che restituiva la vita ai robots in disfacimento.

Kyashan sins si puo dividere in due parti, una incentrata sul viaggio delleroe e una sulla soluzione (piu o meno) dei conflitti con conclusione della vicenda.

La prima parte della serie dunque si svolge in modo abbastanza ripetitivo. Il Nostro incontra numerosi altri personaggi, con cui combatte o si allea (come Lyuze, la piccola Ringo e anche il cane Flender) e scopre tasselli di verita (o non-verita’…), venendo anche in contatto con le emozioni umane che i vari personaggi rappresentano.
Un forte simbolismo permea tutta la serie. Il tema dominante e la morte e la paura della stessa.
Dopo questa prima parte, che ho trovato ripetitiva e lenta, si inizia nella seconda parte a capire qualcosa del passato, del presente e infine del futuro, con lingresso di altri importanti personaggi e qualche colpo di scena, a dire il vero prevedibile. Ma non si capisce proprio tutto in puro stile giapponese, quando pensi di aver compreso una cosa nella puntata successiva dicono o fanno il contrario di quel che si era visto.

Ecco, posso definire questa opera veramente molto, molto giapponese, in tutti i sensi. Attimi di pause riflessive, scene ripetitive, pensieri, ricordi, frammenti sullo sfondo di uno scenario di morte e desolazione rendono le 24 puntate un po indigeste per il pubblico occidentale, ormai abituato (sin troppo) a ritmi piu sostenuti e a trame chiare e lineari.
Una musica angosciante ma molto bella sottolinea tutti i momenti piu cupi della serie, musica usata spessissimo, un vero leitmotiv della storia.  Carine le sigle di testa e di coda.
Circa la grafica, e stato fatto un connubio ben riuscito tra lo stile anni 70 e quello moderno, che come ho detto ammicca molto a Kurumada e ai suoi Cavalieri dello Zodiaco, ma con colori pastellosi e cupezza di fondo, a volte contrastata d bellissimi campi di fiori, o spiagge con conchiglie, specie nelle scene dove ce la piccola Ringo, che rappresenta la vita, la speranza e il futuro.


Come sintitolano le 24  puntate di Kyashan sins?


  • Alla fine del mondo
  • Il mondo è pieno di urla di morte
  • Per le fine della sofferenza
  • L'angelo della rovina
  • L'uomo che uccise il sole chiamato Luna
  • Riunione con il destino
  • La ragazza dell'alta torre
  • L'elogio della speranza
  • Il fiore che sboccia nella Valle della Rovina
  • L'uomo imprigionato nel passato
  • Una missione personale
  • Dipingere i momenti di vita
  • Il passato sorgerà prima di te
  • La verità illumina le tenebre
  • Lo shinigami Dune
  • Per la forza di credere
  • La culla di vetro
  • Vivere il tempo trascorso, il tempo che verrà
  • Credi nel fiore che vive nel cuore
  • Per chi sboccia il fiore
  • Paradiso di disperazione
  • La lacrima chiamata eternità
  • Quelli che ritorneranno
  • Per i fiori che vagano e sbocciano



Credits
Titolo originale- Casshern sins
 Canale di trasmissione in Italia- Mang-ga Sky
Produzione-  Tatsunoko/ Madhouse
Dvd- Yamato video

In conclusione, non mi sento di dire che e una serie brutta, perche affronta temi profondi e complessi, ma e adatta piu che altro agli appassionati di sci-fi filosofica e di stile lentissimo alla giapponese.




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