venerdì 20 dicembre 2019



BLOGTOUR PERCUSSOR, SESTA TAPPA: LA RECENSIONE





Bentrovati cari lettori!
Siam giunti all’ultima tappa del blogtour dedicato a Percussor, i delitti del reame pisano di Marco Bertoli, edito da Nps edizioni, la recensione.

Trama:

Reame Pisano, anno 1637. Trecentocinquanta anni dopo la vittoria di Pisa nella Battaglia della Meloria.
Un gruppo di nobili ordisce un complotto per rovesciare Banduccio III della Gherardesca, attuale sovrano ed erede di quell’Ugolino che trasformò l’antica repubblica marinara in un regno. Per metterlo in atto, convocano un potente negromante e incaricano Percussor, il più famoso sicario del reame, di recuperare gli “ingredienti” necessari a lanciare il sortilegio.
Spetta al colonnello dei Reali Moschettieri, il prode Manfredi Gambacorti, e al suo fido aiutante, il mago giudiziario 
Gentilini, risolvere l’intrigo, coadiuvati da una giovane sensitiva e da un sergente delle Guardie di Città.




Un mito di cui nessuno conosceva età, aspetto e dove si nascondesse. Voci insistite lo volevano risiedere nella capitale, ma in ogni città o vico sperduto era possibile lasciare l’offerta d’ingaggio.
 
Il suo stiletto intinto nell’aconito aveva condotto a morte prematura mogli fedifraghe e rivali d’affari, risolto dispute dinastiche e successioni a importanti cattedre ecclesiastiche.
Un uomo apparso dal nulla e asceso all’empireo dei sicari di professione. O forse una guerriera proveniente dal leggendario Zipangu?

Sono soprattutto tre le cose che ho apprezzato in questo romanzo ucronico fantasy: l’ambientazione, lo stile dell’autore e la documentazione alle spalle dell'opera.
Il romanzo è ambientato in una Pisa seicentesca in cui la Storia ha preso un’altra direzione; l’autore, nella premessa al romanzo, spiega anche i motivi per cui ha avuto questa idea, e ne sono rimasta colpita. Pisa non è la repubblica marinara che conosciamo, né è sotto il dominio di altre potenze, ma un regno sul cui trono è assiso un Della Gherardesca. Non solo: nel mondo immaginato da Bertoli, la magia esiste ed è anche accettata dalla Chiesa (non si può prescindere dalla Chiesa se si ambienta un romanzo storico dall'alto medioevo in poi in Italia),e i Reali Moschettieri utilizzano le persone dotate di questo Dono per risolvere i casi. Quello di cui si occupano Manfredi Gambacorti e la sua squadra riguarda una serie di delitti rituali, in cui c’è di mezzo un complotto, un negromante turco, un noto assassino prezzolato di cui nessuno conosce l’identità.
Lo stile dell’autore è perfettamente aderente all’epoca: il linguaggio è aulico abbastanza da immergerci nel passato, ma non troppo forbito da risultare pesante, inoltre è accurato in ogni dettaglio. Marco Bertoli è pienamente a suo agio sia che si parli di navigazione, che di arti magiche, che di costruzioni e architettura: documentatissimo, l'autore non lascia un solo vocabolo al caso. Non solo: ha avuto anche la cura di inserire tra il gruppo dei Reali Moschettieri una serie di nobili pisani appartenenti a famiglie realmente esistite, come i Gambacorti e gli Alliata. Da ciò emerge lo studio preliminare che ha effettuato l’autore.
I personaggi sono tanti, e il racconto, in terza persona, si dipana seguendo il punto di vista di diversi di loro, anche minori, col risultato di offrire al lettore un gran ritmo e non annoiarsi mai. La mia preferita è la giovane Debrena, ragazza cieca dai particolari poteri che aiuteranno non poco l’indagine dei Reali Moschettieri.

Marco Bertoli
C’è molto materiale in questo libro: i personaggi si prestano benissimo ad altre avventure nel mondo magico ricreato da Marco Bertoli nella Pisa seicentesca, tanto da poter quasi diventare una serie.

Circa l’edizione, è molto curata, come tutti i libri Nps edizioni, e la cover di Mala Spina molto evocativa, con la torre e l’assassino armato in primo piano.


Consiglio questo libro a tutti gli amanti del fantasy e della storia!


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