RECENSIONE: DYLAN DOG N. 401 L’alba nera
Dylan
Dog riparte dal remake del mitico n. 1, La notte dei morti viventi
Cari
lettori,
dopo
aver letto il n. 401 di Dylan Dog ho deciso di rileggere il n. 1, posto come una
sacra reliquia in libreria, incellophanato e mai più aperto da più di 30 anni.
Eccolo! |
La
storia è la medesima, anche alcune scene sono praticamente le stesse. Sybil
Browning si rivolge a Dylan perché il marito è morto e … risorto, nel mentre
la polizia indaga. Bloch ora è soprintendente, sempre adiuvato da Jenkins, ma troviamo le prime due new entry: l’ispettore Carpenter e la poliziotta Karim, lui nero,
lei musulmana. In effetti Londra è multietnica, ma soprattutto la donna è
nientepopodimenochè... la ex moglie di Dylan!
Non
è questa l’unica differenza con la storia di Dylan Dog, così come l'abbiamo letta in tutti questi anni.
Questo
nuovo Dylan è un mix tra il vecchio Dylan e un altro personaggio sclaviano,
quel Dellamorte Dellamore su cui hanno anche fatto un film cult con Rupert Everett
(terribile!)(Il film, non Rupert Everett).
Io vi ho avvertiti... |
Infatti, dopo esser stato un
policeman alcolista, per un periodo è diventato guardiano dei cimiteri, e qui
ha conosciuto Gnaghi.
Dylan e Gnaghi |
Rupert/Dellamorte e Gnaghi (uguale uguale) |
Qui
c’è un punto cruciale: perché eliminare Groucho? Non faceva più ridere? Era
fastidioso? Può essere, ma anche con il tenero Gnaghi che si esprime solo con
un Gnà non credo si risolva in meglio l’eventuale fastidio; anche perché le scenette di lui che gnagheggia e solo Dylan capisce e gli risponde, non è certo un'idea nuova.
Proseguendo
con la comparazione tra i due numeri, nel n. 1 Dylan, Groucho e Sybil si recano
in Scozia a Inverness, seguendo il dott. Xabaras/Abraxas sulle tracce del virus
Zombi; qui invece restano a Londra e vanno direttamente all’obitorio. Xabaras è
comunque presente.
Il
ritmo è molto veloce, ci sono scambi di battute divertenti, Dylan è
citazionista anche qui, anche se ha rimodernato il repertorio: nel n. 1 citò Ghostbusters e gli spettri sumeri
nel frigo, qui Unbreakable di Shyamalan e altro.
Affinità
e divergenze, dunque; c’è una grossa novità sulla presunta paternità di Dylan,
che sarebbe il cliffangher finale, ma non spoilero ulteriormente.
Le
matite di Recchioni sono perfette per la storia, sfumate e ricche di neri,
molto belle le tavole. D’impatto anche la cover metallizzata, disegnata da
Cavenago. La storica cover del n. 1 invece fu disegnata dal Texiano Claudio
Villa.
Che
dire sulle operazioni reboot/remake (non ci si capisce niente, anche Dylan
ironizza e auto ironizza sulla vicenda…)? Non è la Bonelli la prima ad
attuarla, la Marvel ci pensa ciclicamente, ed è comprensibile: dopo anni e ani
i personaggi diventano ripetitivi, però trasformandoli il più delle volte
perdono il loro fascino. Secondo me, meglio trasformarli che lasciarli morire.
Nel
complesso, questo numero è stato di mio gradimento, senza però entusiasmarmi.
Cosa
accadrà dopo questi sei numeri che si preannunciano appunto remake di vecchie
storie? Lo scopriremo ne prossimi mesi.
- Titolo: L’alba nera
- Autori: Sclavi, Recchioni, Roi
- Editore: Sergio Bonelli
- Genere: fumetto horror, avventura
- N: 401
- Prezzo: € 3,90
- Link: Sergio Bonelli
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